Concetti Chiave
- La teoria del piacere di Leopardi si avvicina a Schlegel, influenzata dall'arretratezza culturale italiana che ritardava la diffusione di movimenti letterari.
- Leopardi, cresciuto a Recanati, scopre il romanticismo e l'illuminismo solo uscendo dall'ambiente familiare e accademico limitante dello Stato pontificio.
- La teoria del piacere nel suo Zibaldone esplora l'origine del piacere come felicità, indagando l'insoddisfazione umana e la ricerca di un piacere infinito e irraggiungibile.
- Leopardi sostiene che la felicità è legata all'immaginazione, che consente all'uomo di percepire il reale e appagare temporaneamente l'ansia di infinito tramite illusioni.
- Nella poesia, Leopardi vede l'immaginazione come superiore alla ragione, preferendo la bellezza assoluta e spontanea dei poeti antichi a quella regolata dei moderni.
Leopardi - teoria del piacere (analisi)
Indice
Leopardi e l'influenza culturale
La teoria del piacere leopardiana è molto vicina a quella di Schlegel, più per la sensibilità del poeta che per la sua effettiva adesione a causa dell'arretratezza dell'Italia. Infatti tutti i movimenti letterari arrivano e si diffondono in Italia in ritardo di circa trent'anni. Per esempio l'Illuminismo in Italia si diffonde solo alla fine del Settecento. Leopardi nasce a Recanati da una famiglia agiata e si erudisce per i primi anni nella biblioteca paterna, molto fornita di opere ma arretrata. Infatti il poeta riesce a conoscere il romanticismo solo uscendo da Recanati, che all'epoca faceva parte dello Stato pontificio, e viene a contatto con le opere illuministiche, censurate dalla Chiesa a causa della loro ideologia materialista. All'interno della sua famiglia sorgono una serie di difficoltà che influenzeranno anche la sua poetica: si dice che la madre sia una donna molto rigida e anaffettiva. Dopo aver studiato per sette anni da autodidatta nel cosiddetto "studio matto e disperatissimo", da cui egli esce arricchito nella mente ma impoverito nel corpo, decide di mantenere dei rapporti epistolari con uomini influenti del tempo come Piero Giordano, con cui disquisisce di politica e filosofia. Capisce poi che l'ambiente in cui vive è molto arretrato e scappa di casa, per poi essere scoperto e riportato indietro. Successivamente si reca a Roma ma rimane deluso perché sebbene essa sia culla di uno splendido ambiente culturale, è comunque molto arretrata. Dopo è a Firenze, Pisa e Napoli, dove muore. Durante tutta la sua vita Leopardi cerca di ampliare le sue conoscenze ed esprime le sue idee, anticipazioni di opere e note in degli appunti che vengono messi insieme all'interno dello Zibaldone, che riguarda tutta la sua vita.
Origine del piacere e insoddisfazione
La teoria del piacere, che fa parte dello Zibaldone, può essere suddivisa in tre parti. Nella prima parte Leopardi analizza quale sia l'origine del piacere, che coincide con la felicità. Come Schlegel, a cui egli è molto vicino, indaga sulla sua origine e cerca di capire le cause dell'insoddisfazione umana, che spinge l'uomo a desiderare un piacere eterno e incommensurabile. Infatti l'uomo non si accontenta dei piaceri terreni e da qui deriva l'ansia di assoluto, che non ha limiti finché l'uomo è vivo. Nonostante l'anima cerchi e tenda verso la felicità per natura, non raggiungerà mai il piacere in sé.
Bene, felicità e illusioni
Nella seconda parte Leopardi analizza che cosa sia il bene e la felicità. L'uomo per natura tende all'infinito perché ha dentro di sé una facoltà immaginativa che gli permette di percepire cose reali. La facoltà immaginativa insieme a una tendenza al piacere riesce ad essere accontentata attraverso le illusioni, che permettono all'uomo, anche solo per un attimo, di appagare la sua ansia di infinito.
Le illusioni corrispondono al piacere e generano speranza, la quale è più grande del bene che possiamo ottenere.
Conseguenze poetiche e immaginazione
Nella terza parte Leopardi analizza le conseguenze che ciò ha in poesia. L'ignoto è lontano è più bello del noto e vicino, e l'immaginazione si traduce in poesia e l'anima predilige il bello assoluto e quindi l'oggetto della poesia è il bello aereo. I poeti antichi, e soprattutto Omero, fanno una poesia spontanea fatta solo di sentimento. Per i moderni invece il contenuto è ingabbiato nelle regole metriche. Per Leopardi chi può fare la poesia sono i fanciulli che non si fanno prendere dalla ragione, in quanto secondo il poeta chi si fa prendere dalla regione fa filosofia, non poesia.
Domande da interrogazione
- Qual è l'influenza culturale su Leopardi e come ha influenzato la sua poetica?
- Qual è l'origine del piacere secondo Leopardi e perché l'uomo è insoddisfatto?
- Come si relazionano bene, felicità e illusioni nella teoria di Leopardi?
- Quali sono le conseguenze poetiche della teoria del piacere di Leopardi?
- In che modo Leopardi ha cercato di ampliare le sue conoscenze durante la sua vita?
Leopardi è stato influenzato dalla cultura romantica e illuministica, nonostante l'arretratezza culturale dell'Italia. La sua formazione iniziale avvenne nella biblioteca paterna, ma solo uscendo da Recanati poté entrare in contatto con idee più moderne, influenzando profondamente la sua poetica.
Leopardi ritiene che l'origine del piacere coincida con la felicità, ma l'uomo è insoddisfatto perché desidera un piacere eterno e incommensurabile, che non può mai essere completamente raggiunto.
Leopardi sostiene che l'uomo tende naturalmente all'infinito e che le illusioni, alimentate dalla facoltà immaginativa, permettono di appagare temporaneamente l'ansia di infinito, generando speranza e un senso di piacere.
Leopardi crede che l'ignoto sia più bello del noto e che l'immaginazione si traduca in poesia. I poeti antichi creavano poesia spontanea, mentre i moderni sono limitati dalle regole metriche. Solo i fanciulli, non influenzati dalla ragione, possono fare vera poesia.
Leopardi ha cercato di ampliare le sue conoscenze attraverso lo studio autodidatta, i rapporti epistolari con uomini influenti e i suoi viaggi a Roma, Firenze, Pisa e Napoli, esprimendo le sue idee nello Zibaldone.