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Concetti Chiave

  • Leopardi contesta la filosofia ottimistica di Leibniz, affermando che l'universo è in uno stato di continua sofferenza.
  • Nel suo brano, Leopardi utilizza un giardino come metafora per dimostrare che il male è presente in tutte le forme di vita.
  • Tre personaggi nel giardino, il lettore, la donzelletta e il giardiniere, aumentano la sofferenza degli esseri viventi in modi diversi.
  • Il testo di Leopardi è caratterizzato da uno stile stilistico ricco di parallelismi e frasi corte che esprimono l'inevitabilità della sofferenza.
  • Le piante del giardino soffrono a causa di vari fattori esterni, ma sopravvivono grazie alla loro capacità di resistere.

Indice

  1. Leopardi e la critica a Leibniz
  2. Il giardino e la sofferenza universale
  3. Stile e parallelismi di Leopardi

Leopardi e la critica a Leibniz

Ad aprile del 1826 Leopardi scrive le pagine più importanti dello Zibaldone, in cui mostra l'obiettivo di smentire le tesi si Leibniz, secondo cui ogni cosa esiste a fine di bene e quello che viviamo è il risultato del migliore di tutti i mondi. Va quindi a contestare la filosofia ottimistica che considera il male come un bene in quanto ordinato a un bene superiore e che venne già criticata da alcuni illuministi come Voltaire. Leopardi parte quindi dalla teoria opposto, ovvero che tutto sia male, e che dunque l'universo sia in stato di continua sofferenza e cerca di dimostrarlo notando il male anche in un luogo apparentemente idilliaco come un giardino. Il male dunque appare insito non solo negli uomini o negli animali, ma anche nel regno vegetale e quindi a ogni realtà vivente.

Il giardino e la sofferenza universale

Il giardino da lui descritto viene frequentato da tre figure umane, il lettore, la donzelletta e il giardiniere, ognuno di loro va ad aumentare le sofferenze degli esseri nei giardini: il primo senza neanche rendersi conto, la seconda con noncuranza e l'ultimo a fin di bene. Il brano va a dimostrare quanto dolore e quanta sofferenza si nascondano dietro l'apparenza di gioia e rigoglio, non ha alcuna sembianza dell'Eden nella sua paradisiaca bensì piuttosto dopo il peccato originale.

Stile e parallelismi di Leopardi

Il brano è caratterizzato da un grande talento stilistico, con frasi corte e collegate da vari parallelismi (questo...quello, sia pur...sia, quell'albero è...quell'altro, là quella rosa è...là quel giglio è). In queste strutture di parallelismi Leopardi ricorre con frequenza all'elenco, essi costituiscono quindi la dimostrazione stilistica dell'inevitabilità della sofferenza e delle varie forme in cui si dimostra. La prima parte si può definire come logico-induttiva, in quanto Leopardi va a smentire le teorie di Leibniz, la seconda invece sperimentale-deduttivo. In questa seconda parte emerge proprio la sofferenza del giardino, "quella famiglia di vegetali è in stato di souffrance", in cui ogni elemento patisce. Le rose ad esempio si appassiscono e si raggrinziscono, i gigli vengono presi di mira dalle api, il cui miele viene prodotto "senza indicibili tormenti o senza stragi spietate di teneri fiorellini". Proseguendo si notano alberi infestati da formiche, bruchi, mosche, lumache e zanzare, altre piante invece soffrono per la troppe luce, ombra, umidità o secchezza. Leopardi sostiene che queste piante vivano o perché le malattie non sono mortali, o perché trovano il modo di resistere comunque.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo principale di Leopardi nello Zibaldone del 1826?
  2. Leopardi mira a smentire le tesi di Leibniz, che sosteneva che ogni cosa esiste a fine di bene e che viviamo nel migliore dei mondi possibili, proponendo invece che l'universo sia in uno stato di continua sofferenza.

  3. Come viene rappresentato il giardino nella critica di Leopardi?
  4. Il giardino è descritto come un luogo di sofferenza universale, dove anche le piante soffrono, dimostrando che il male è insito in ogni realtà vivente, nonostante l'apparenza di gioia e rigoglio.

  5. Quali figure umane sono presenti nel giardino e quale ruolo svolgono?
  6. Nel giardino ci sono tre figure umane: il lettore, la donzelletta e il giardiniere, ognuno dei quali contribuisce, in modi diversi, ad aumentare le sofferenze degli esseri nel giardino.

  7. Quali tecniche stilistiche utilizza Leopardi per esprimere la sofferenza universale?
  8. Leopardi utilizza frasi corte e parallelismi, come elenchi e contrapposizioni, per dimostrare stilisticamente l'inevitabilità della sofferenza e le varie forme in cui si manifesta.

Domande e risposte

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