Concetti Chiave
- L'operetta esplora l'idea che la Natura sia responsabile del male e della sofferenza umana, e il protagonista cerca di sfuggire a questo destino.
- L'Islandese adotta uno stile di vita solitario per evitare conflitti umani, ma la Natura continua a tormentarlo, spingendolo a viaggiare per trovare pace.
- Durante il suo viaggio, l'Islandese incontra la Natura sotto forma di una donna gigantesca, che sfida la sua comprensione dell'infelicità umana.
- La Natura si rivela insensibile al destino delle sue creature, sottolineando un ciclo eterno di creazione e distruzione che coinvolge tutti gli esseri viventi.
- L'operetta si conclude con un finale aperto, suggerendo due destini possibili per l'Islandese, entrambi evidenziando la crudele logica della Natura.
La Natura e l'Infelicità Umana
L’operetta cela la convinzione che la natura sia responsabile del male e dell’infelicità degli uomini, il protagonista mostra infatti la volontà di vivere una vita “oscura e tranquilla, lontano dai patimenti”, pensando di poter raggiungere il suo obiettivo conducendo un’esistenza passiva e nascosta. Ben presto comprende però gli ostacoli di questo suo comportamento: tra gli uomini vige infatti uno stato di guerra continuo, che porta ad urtare anche chi si preoccupa in tutti i modi di non danneggiare gli altri, l’Islandese decide quindi trascorrere la propria vita in maniera solitaria, con questo stile di vita tuttavia si può liberare degli uomini ma non dalla molestia della Natura. Quest’ultima lo tormenta in continuazione, costringendo l’uomo ad adottare un ulteriore atteggiamento, ossia il viaggio, alla ricerca di un luogo che gli consenta di evitare sofferenze, ma anche questa situazione presenta le proprie problematiche: la Natura continua imperterrita a perseguitarlo.
L'Incontro con la Natura
Ma giunto in Africa, in un luogo misterioso ed esotico, incontra proprio colei che stava evitando, con la forma di una donna gigantesca dall'aspetto "tra bello e terribile", la quale lo interroga sulle ragioni della sua fuga. La spiegazione dell'uomo è un lungo monologo in cui egli ripercorre le sue concezioni sulla condizione umana: un'articolata riflessione che lo porta a comprendere l'ineliminabile infelicità dell'esistenza, dopo questo discorso interviene la Natura, che ribalta la posizione dell'uomo: questa è totalmente insensibile al destino degli esseri da lei creati, ma agisce secondo un processo di creazione e distruzione, che coinvolge direttamente tutte le creature. L’incontro scaturisce l’ironia [“Così fugge lo scoiattolo dal serpente a sonaglio, finché gli cade in gola da se medesimo”], la situazione si presenta infatti come un topos della cultura classica, in cui l’ uomo che fugge dal proprio destino in realtà compie delle azioni che non fanno altro che affrettarne la realizzazione. Lo ritroviamo in “Edipo re” di Sofocle, in cui il protagonista si sforza di evitare la concretizzazione di una profezia che vedeva l’uccisione del padre per mano sua e il matrimonio con la madre, ma tutte le sue azioni lo condurranno a favorire il compimento di questa maledizione.
Finale Aperto e Riflessioni
L’operetta si conclude con un finale aperto, ispirato a due possibilità:
- L’Islandese viene divorato da due leoni affamati, che grazie al suo corpo riescono a mantenersi in vita per altre poche ore. Questa conclusione dimostrerebbe la perfida legge dettata dalla Natura: “La vita di quest’universo è perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate tra di sé di maniera che ciascheduna serve continuamente all’altra”;
- Una tempesta di sabbia lo mummifica, conservandolo in eterno, diventando un enigma per i futuri ricercatori;
In ogni caso, la domanda rassegnata del protagonista, ossia “a chi piace o a chi giova cotesta vita infelicissima dell’universo?”, non trova risposta.
Domande da interrogazione
- Qual è la convinzione centrale dell'operetta riguardo alla natura e all'infelicità umana?
- Come reagisce l'Islandese alla sua infelicità e quale incontro significativo avviene in Africa?
- Qual è la posizione della Natura riguardo al destino degli esseri viventi?
- Quali sono le due possibilità di conclusione dell'operetta e cosa rappresentano?
L'operetta sostiene che la natura sia responsabile del male e dell'infelicità degli uomini, poiché anche chi cerca di vivere una vita tranquilla e lontana dai patimenti non può sfuggire alla sua influenza.
L'Islandese decide di vivere in solitudine e viaggiare per evitare sofferenze, ma in Africa incontra la Natura, personificata come una donna gigantesca, che lo interroga sulle sue ragioni di fuga.
La Natura si mostra insensibile al destino degli esseri da lei creati, agendo secondo un processo di creazione e distruzione che coinvolge tutte le creature.
L'operetta si conclude con due possibilità: l'Islandese viene divorato da leoni affamati, dimostrando la legge della Natura di produzione e distruzione, oppure viene mummificato da una tempesta di sabbia, diventando un enigma per i futuri ricercatori.