Concetti Chiave
- La lirica "A Silvia" è composta da sei strofe di endecasillabi e settenari, con periodi brevi e subordinate temporali.
- Silvia, ispirata da Teresa Fattorini, rappresenta una gioventù piena di speranze e sogni, pur appartenendo a mondi sociali diversi.
- Leopardi esprime la dolcezza del ricordo del canto primaverile di Silvia, simbolo di una gioventù ricca di promesse.
- Il poeta accusa la Natura di ingannare gli uomini, poiché la morte di Silvia rappresenta la caduta delle speranze giovanili.
- La figura di Silvia e l'ambiente sono descritti in modo vago e indefinito, riflettendo diversi filtri: fisico, immaginativo, letterario e filosofico.
Indice
Origine e struttura della lirica
A Silvia è una lirica di Leopardi, scritto a Pisa, e facente parte dei Canti.
Essa è formata da sei strofe di endecasillabi e settenari ed è composta da brevi periodi, principalmente subordinate temporali.
Ispirazione e contesto
Per la figura di Silvia, Leopardi prese ispirazione da Teresa Fattorini, figlia del cocchiere del conte Leopardi, morta in giovane età di tubercolosi.
Il poeta descrive la felice vita dei due giovani, che sognavano un futuro assieme nonostante appartenessero a due mondi diversi: uno a quello aristocratico e l’altra a quello popolare.
Giovinezza e speranze infrante
Leopardi ricorda il piacere che provava nell’ascoltare il canto di Silvia in primavera, quando interrompeva gli studi e provava dolci sensazioni.
Per Leopardi quella fase di giovinezza era ricca di speranze e promesse.
Accusa alla Natura e destino
Dopo queste considerazioni dal carattere positivo, Leopardi si rivolge alla Natura e l’accusa di ingannare gli uomini, non mantenendo la felicità promessa; la morte di Silvia a causa della malattia è il simbolo della caduta delle speranze.
Il poeta confronta il triste destino di Silvia con la fine della propria giovinezza, con lo svanire anche delle illusioni.
Nell’ultima strofa, Leopardi si riferisce alla Speranza, che essendo svanita, indica al poeta che il suo destino è quello di morire e restare in una tomba spoglia e dimenticata, così come accade per ogni uomo.
Descrizione vaga e concetti indefiniti
La figura di Silvia rimanda al concetto di ‘vago ed indefinito’, poiché è descritta molto approssimativamente, infatti Leopardi scrive degli ‘occhi ridenti e fuggitivi’ e dell’’atteggiamento lieto e pensono’.
Anche la descrizione dell’ambiente esterno è molto vaga, infatti il paesaggio è descritto con pochissimi aggettivi.
In questo brano, la realtà è filtrata secondo diversi filtri: uno fisico, dell’immaginazione, della memoria, quello letterario e quello filosofico.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e la struttura della lirica "A Silvia"?
- Chi ha ispirato la figura di Silvia e qual è il contesto della lirica?
- Come Leopardi esprime il suo sentimento verso la Natura e il destino?
"A Silvia" è una lirica di Leopardi, scritta a Pisa e parte dei Canti, composta da sei strofe di endecasillabi e settenari con brevi periodi, principalmente subordinate temporali.
La figura di Silvia è ispirata da Teresa Fattorini, figlia del cocchiere del conte Leopardi, morta giovane di tubercolosi. La lirica descrive la vita felice dei due giovani con sogni di un futuro insieme, nonostante le differenze sociali.
Leopardi accusa la Natura di ingannare gli uomini non mantenendo la felicità promessa, simboleggiata dalla morte di Silvia. Confronta il destino di Silvia con la fine della propria giovinezza e delle illusioni, culminando in una riflessione sulla Speranza svanita e il destino di morte e oblio.