Concetti Chiave
- Giuseppe Ungaretti, nato nel 1888 in Egitto, ha vissuto esperienze significative che hanno influenzato la sua poesia, tra cui la vita in trincea durante la Grande Guerra.
- Le sue raccolte poetiche, come "Porto Sepolto" e "Il Dolore", riflettono il trauma della guerra e la perdita personale, usando una scarnificazione della parola per esprimere profondi sentimenti.
- Ungaretti adotta tecniche poetiche come l'Haiku e l'enjambement per sottolineare temi di guerra, vita e morte, utilizzando versi brevi e parole isolate per evocare immagini potenti.
- Nei suoi lavori, come "I fiumi", utilizza simboli come i fiumi per rappresentare diverse fasi della sua vita e identità, unendo esperienze personali e culturali.
- La sua poesia è caratterizzata da una forte dimensione autobiografica, collegando passato e presente, vita e morte, attraverso immagini evocative e significative.
Indice
Infanzia e formazione di Ungaretti
Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 in Alessandria d’Egitto, dove la famiglia era immigrata da Lucca.
Con la morte del padre, che lavorava per lo scavo del Canale di Suez, la madre dovette mandare avanti la famiglia: aprì così un forno, con il quale garantì gli studi al figlio, che potè iscriversi in una delle più prestigiose scuole d’Alessandria, la svizzera Ecole Suisse Jacot, dove studiò francese.
Nel 1912 si trasferì a Parigi dove conobbe Apollinaire, Valery, Bergson e molte altre figure artistiche e letterarie del tempo.
Esperienze di guerra e poesia
Nel 1914 a Milano si arruola da volontario sul fronte del Carso, dove vive una guerra estremamente distruttiva: la vita in trincea costringe l’uomo a rintanarsi sotto terra, degradandolo a bestia.
Quest’esperienza fu il trauma principale della sua vita, espresso nella raccolta di poesie “Porto Sepolto”.
Vita e opere post-belliche
A seguito della morte del figlio di 9 anni a causa di appendicite pubblica un’altra raccolta, Il Dolore.
Vive poi a San Paolo in Brasile e, grazie al prestigio ottenuto, negli ultimi anni della sua vita tenne conferenze in tutto il mondo, in particolare in America.
Negli anni 60 fu attivissimo, nonostante fosse piuttosto malato. Morì a causa di una broncopolmonite nel 1970 a Milano.
I versi scaturiti dall’esperienza della Grande Guerra sono stati raccolti in “Porto Sepolto” e “Allegria di naufragi”, che poi confluiranno ne “L’Allegria”.
Dopo il trasferimento a Roma pubblica “Sentimento del tempo” e dopo la morte del figlio “Il Dolore”.
Stile poetico e influenze
La scarnificazione dell’essere derivata dalla guerra si esprime nella scarnificazione della parola: il poeta, testimone degli orrori della guerra, esprime i suoi pensieri con parole con grande capacità evocativa e che creano misteriose analogie.
Per quanto riguarda la brevità e l’indipendenza dei versi, Ungaretti si rifà all’Haiku, una forma lirica giapponese di soli tre versi e di sole 17 more (sillabe) che rappresentano ognuno una cosa differente.
Le liriche di guerra riportano sempre data e luogo, come se costituissero un diario.
Temi e simboli ricorrenti
In “Veglia” scrive: “Non sono mai stato / tanto / attaccato alla vita”; in cui lo spazio bianco che isola gli ultimi tre versi contribuisce a sottolinearne meglio il messaggio: anche nell’orrore della guerra non viene meno l’amore e l’attaccamento a ciò che resta della vita. Gli spazi bianchi e le parole isolate, profonde e pure, esaltano anche la morte del compagno. “digrignata” comunica freddezza e durezza.
Ungaretti utilizza spesso enjambement, qui in particolare per evidenziare il passato, la morte, il gelo, la condensazione atemporale.
In “Sono una creatura”, Ungaretti ripete insistentemente “così” per ben cinque versi (anafora), ribadendo il concetto della vita prosciugata ridotta al minimo. (Come Montale in “Ossi di seppia”, forma di vita più disseccata, testimonianza della vita che era).
In “San Martino del Carso” scrive “è il mio cuore/ il paese più straziato” in modo estremamente epigrammatico. Poi in “Mattina”, scritta in piena guerra, esprime il sole che sorge in modo efficace. Il tema della cultura che restituisce umanità (Primo Levi, VI canto dell’Odissea).
In “Soldati” dice che le foglie cadono e rinascono ad perpetuam, come gli uomini, eterno cielo di rinnovamento (Inno a Venere di Lucrezio). È un uomo pronto a cadere, per una morte non naturale.
Riflessioni su identità e memoria
“Memoria” è dedicata ad un suo amico, arabo di nome Moammed Sceab, trasferitosi in Francia che, non essendo riuscito ad adattarsi, si suicida (tema dello sradicamento). Dice “Fu Marcel ma non era francese”: tentativo di integrazione. Il nome diverso indica alterità, diversità (come le Amazzoni che si privavano di un seno, senso di precarietà per l‘uomo [Pirandello, Uno Nessuno Centomila; Kafka, Metamorfosi]).
“I fiumi” rappresenta la scarnificazione dell’anima durante la guerra, è espressivo, arido, aspro, pietroso.
Lui ha l’identità del mirante oltre alle identità sue nazionali.
I fiumi che cita sono:
- l’Isonzo, che rappresenta l’esperienza della guerra, si descrive come una “docile fibra dell’universo”, senso di spersonalizzazione (“Niente di nuovo sul fronte occidentale” E. M. Remarque), il singolo in guerra non conta nulla. L’Isonzo è quasi una bara d’acqua;
- il Nilo, che rappresenta l’esperienza in Egitto quindi l’infanzia e la giovinezza;
- la Senna che rappresenta gli anni della consapevolezza (Bergson, l’uomo è il risultato di tutte le sue esperienze);
- il Serchio rappresenta le origini, l’identità italiana, la tradizione.
Nel finale l’uomo è il risultato delle proprie esperienze. Viaggio fisico e della memoria.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati gli eventi principali dell'infanzia e della formazione di Giuseppe Ungaretti?
- Come ha influenzato la guerra la poesia di Ungaretti?
- Quali sono le opere principali di Ungaretti nel periodo post-bellico?
- Quali sono le caratteristiche distintive dello stile poetico di Ungaretti?
- Quali temi e simboli ricorrenti si trovano nelle poesie di Ungaretti?
Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d'Egitto, dove la sua famiglia si era trasferita da Lucca. Dopo la morte del padre, la madre gestì un forno per sostenere la famiglia e garantire gli studi al figlio, che frequentò la prestigiosa Ecole Suisse Jacot.
L'esperienza traumatica della guerra sul fronte del Carso ha profondamente segnato Ungaretti, portandolo a esprimere il degrado umano e la brutalità della guerra nella sua raccolta di poesie "Porto Sepolto".
Dopo la guerra, Ungaretti pubblicò "Il Dolore" in seguito alla morte del figlio e "Sentimento del tempo" dopo il trasferimento a Roma. Le sue esperienze di guerra furono raccolte in "Porto Sepolto" e "Allegria di naufragi", confluite poi in "L'Allegria".
Lo stile di Ungaretti è caratterizzato dalla scarnificazione della parola, influenzato dall'Haiku giapponese, con versi brevi e indipendenti. Le sue poesie di guerra spesso riportano data e luogo, simili a un diario.
Temi ricorrenti includono l'attaccamento alla vita nonostante l'orrore della guerra, l'uso di spazi bianchi e parole isolate per esaltare il messaggio, e l'analogia tra la caducità della vita umana e la natura, come in "Soldati".