martinedda5
Ominide
18 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888 da genitori italiani emigrati, e iniziò la sua carriera letteraria da giovane, influenzato dagli ambienti artistici e letterari di Parigi.
  • Durante la Prima Guerra Mondiale, Ungaretti si arruolò volontario e l'esperienza bellica influenzò profondamente la sua poesia, culminando nella raccolta "L’allegria".
  • La poesia "Il porto sepolto" esplora la natura misteriosa della poesia stessa, simboleggiata da un antico porto sommerso, esprimendo l'inesauribile segreto della creatività poetica.
  • "I fiumi" è una poesia che intreccia ricordi personali ai fiumi della sua vita, creando un parallelismo tra elementi naturali e la sua storia personale, in un momento di riflessione durante la guerra.
  • La raccolta "Il dolore" affronta il dolore personale e collettivo causato dalla guerra e dalle perdite familiari, segnando un ritorno a forme poetiche più tradizionali.

Indice

  1. Infanzia e Formazione di Ungaretti
  2. Esperienze di Guerra e Poesia
  3. Ritorno in Italia e Successo Letterario
  4. Vita in Brasile e Dolore Personale
  5. Riconoscimento e Attività Postbellica
  6. Temi e Stile di "L'allegria"
  7. La Poesia come Mistero
  8. Riflessioni sull'Isonzo e Altri Fiumi
  9. Analisi della Poesia "Mattina"
  10. Significato di "San Martino del Carso"
  11. Fratellanza e Guerra in "Fratelli"
  12. Dolore Personale e Collettivo in "Il dolore"
  13. Memoria e Oblio in "Non gridate più"

Infanzia e Formazione di Ungaretti

Nasce ad Alessandria D’Egitto nel 1888. I genitori erano italiani emigrati in Egitto e avevano aperto un forno. Quando Ungaretti aveva due anni, morì il padre in maniera tragica, però grazie al lavoro e all’impegno della madre, frequentò le scuole italiane di Alessandria, partendo anche a frequentare gli ambienti dell’immigrazione, soprattutto gli emigrati anarchici. Cominciò anche ad appassionarsi di letteratura e di poesia iniziando la sua attività letteraria giovane, anche come giornalista.

Esperienze di Guerra e Poesia

Nel 1912 si trasferì a Parigi per seguire i corsi universitari della Sorbona e frequentò l’ambiente artistico letterario della città. Cominciò a pubblicare i suoi scritti su una rivista italiana d’avanguardia “Lacerba”. Quando scoppiò la prima guerra mondiale, Ungaretti tornò in Italia e fu un interventista, quando l’Italia entrò in guerra si arruolò volontario e combatté sul Carso ma anche sul fronte francese. La guerra segnò molto la sua personalità e scrisse diverse poesie su di essa, che vennero poi riunite in un’unica raccolta intitolata “L’allegria”.

Ritorno in Italia e Successo Letterario

Finita la guerra, tornò a Parigi per un periodo, dove lavorò come corrispondente del Popolo d’Italia, il giornale fondato da Mussolini. Tornò in Italia e si stabilì a Roma, cercò di avere un ruolo importante fra i poeti italiani, ebbe un certo successo ma non ottenne riconoscimenti ufficiali. Pubblicò nel 1933 una seconda raccolta intitolata “Il sentimento del tempo” in cui mostrava uno stile diverso, più tradizionale e argomenti di tipo religioso.

Vita in Brasile e Dolore Personale

Nel 1936 si trasferì in Brasile e ivi rimase fino al 1942 perché ottenne la cattedra in letteratura italiana all’università di San Paolo. È un periodo abbastanza triste per motivi personali poiché gli morirono un fratello e un figlio piccolo.

Riconoscimento e Attività Postbellica

Tornò in Italia nel 1943 in piena guerra e fu colpito dalla tragedia di questa e nel 1947 pubblicò una terza raccolta intitolata “Il dolore” in cui parla sia del dolore personale sia del dolore della guerra. Dopo la Seconda guerra mondiale cominciò ad essere molto conosciuto fra i poeti più grandi italiani, fu anche un personaggio televisivo. Non ebbe mai il premio Nobel per la letteratura. Tenne diverse conferenze e lezioni pubbliche, morì a Milano nel 1970.

Temi e Stile di "L'allegria"

Intorno al 1914 Ungaretti scrisse alcune raccolte brevi fra cui “il porto sepolto” o “l’allegria dei naufragi” che poi furono riunite in un’unica raccolta intitolata “l’allegria”. Queste poesie, per lo più, trattano il tema della prima guerra mondiale e sono scritte con uno stile molto particolare che si rifà all’ermetismo*. Fa vedere quanto è tragica la guerra, che distrugge tutto, non solo le cose, ma anche l’intimo di una persona. Il termine allegria sembra inappropriato ma in realtà ha una connotazione forte nel senso che in guerra mantenersi in vita e mantenersi uomini è l’unica allegria possibile. La raccolta si divide in cinque sezioni:

1. Ultime

2. Il porto sepolto

3. Naufragi

4. Girovago

5. Prime

La Poesia come Mistero

Questa poesia non tratta il tema della guerra ma l’argomento è proprio una concezione della poesia. Ungaretti riprende una leggenda che aveva sentito da bambino e riguardava il porto di Alessandria. Questa leggenda diceva che esisteva un vecchio porto ormai scomparso perché immerso nelle acque, da questo deriva il titolo della poesia. La poesia viene vista come un mistero, come qualcosa che si trova nelle profondità dell’uomo e che non si può esprimere chiaramente.

Vi arriva il poeta

e poi torna alla luce con i suoi canti

e li disperde

Di questa poesia

mi resta

quel nulla

d’inesauribile segreto Il poeta arriva fino alle profondità dell’animo umano, del porto sepolto e poi ritorna in superficie con la sua poesia e la fa conoscere.

Di questo tipo di poesia per me rimane, soltanto un infinito mistero.

Riflessioni sull'Isonzo e Altri Fiumi

Questa poesia riguarda la guerra, anche se è un momento di sospensione della guerra perché Ungaretti si trova da solo la sera e vede la luna in cielo. È un momento anche di malinconia che lo fa ripensare alla mattina precedente, quando si è disteso nel fiume quasi per purificarsi dalla guerra. Il fiume in questione è l’Isonzo. Questo fiume però lo porta al ricordo di altri fiumi che hanno segnato la sua vita: il primo è il Serchio, fiume della lucchesia dove sono nati i suoi genitori e i suoi avi. È il fiume delle radici della famiglia. Successivamente ripensa al secondo fiume: il Nilo che lo ha visto crescere e ha visto la sua vita ingenua di bambino. Il terzo fiume è la Senna dove lui ha ottenuto la sua maturazione umana ed artistica. Tutti questi fiumi si ricompongono nel ricordo del presente in un momento di guerra e di nostalgia.

In questa poesia si vedono più piani temporali, partendo dal presente, per andare ad un passato molto vicino per un ricordo molto più lontano e infine ritornare al presente.

Le strofe sono libere e seguono il corso degli argomenti e quindi dei fiumi di cui parla. I versi sono liberi.


Mi tengo a quest’albero mutilato

Abbandonato in questa dolina

Che ha il languore

Di un circo

Prima o dopo lo spettacolo

E guardo

Il passaggio quieto

Delle nuvole sulla luna

Stamani mi sono disteso

In un’urna d’acqua

E come una reliquia

Ho riposato

L’Isonzo scorrendo

Mi levigava

Come un suo sasso

Ho tirato su

Le mie quattro ossa

E me ne sono andato

Come un acrobata

Sull’acqua

Mi sono accoccolato

Vicino ai miei panni

Sudici di guerra

E come un beduino

Mi sono chinato a ricevere

Il sole

Questo è l’Isonzo

E qui meglio

Mi sono riconosciuto

Una docile fibra

Dell’universo

Il mio supplizio

È quando

Non mi credo

In armonia

Ma quelle occulte

Mani

Che m’intridono

Mi regalano

La rara

Felicità

Ho ripassato

Le epoche

Della mia vita

Questi sono

I miei fiumi

Questo è il Serchio

Al quale hanno attinto

Duemil’anni forse

Di gente mia campagnola

E mio padre e mia madre.

Questo è il Nilo

Che mi ha visto

Nascere e crescere

E ardere d’inconsapevolezza

Nelle distese pianure

Questa è la Senna

E in quel suo torbido

Mi sono rimescolato

E mi sono conosciuto

Questi sono i miei fiumi

Contati nell’Isonzo

Questa è la mia nostalgia

Che in ognuno

Mi traspare

Ora ch’è notte

Che la mia vita mi pare

Una corolla

Di tenebre Mi appoggio a questo albero distrutto, la natura viene umanizzata, l’albero è mutilato come se fosse un uomo, che è rimasto da solo in queste doline, piccole buche nel Carso, che è malinconica come un circo senza pubblico; guardo la luna che attraversa le nuvole.

Passaggio dal presente ad un passato vicino.

Stamani mattina mi sono bagnato nel fiume. Riferimento religioso, molto presenti nella poesia. Ho riposato come se fossi una reliquia sacra.

Il fiume, con le sue acque mi lambiva, mi passava sopra, come se fossi un suo sasso. Mi sono alzato e sono andato via come un acrobata che cammina sull’acqua.

Mi sono raccolto vicino alla mia divisa, sporcata dalla guerra, non solo fisicamente, ma anche moralmente, e mi sono chinato a prendere il sole come se fossi un beduino. Fede religiosa dell’Islam che si chinano a pregare verso La Mecca.

Questo fiume è l’Isonzo e qui mi sono accorto che sono una piccola parte di un mondo infinito e mi sento tormentato quando non sono in armonia con tutto.

Ma quelle acque che mi bagnano come se fossero dita nascoste, mi danno una felicità difficile da provare. Rara perché si è in guerra.

Ho ricordato il mio passato, i miei fiumi.

Il primo fiume è il Serchio, dal quale hanno preso l’acqua i miei antenati contadini ed i miei genitori.

L’altro fiume è il Nilo dove sono nato e cresciuto e ho vissuto la mia vita da bambino nelle sue distese.

L’ultimo fiume è la Senna e nelle sue acque scure ho preso coscienza di me stesso.

Questi sono i fiumi della mia vita, raccolti nel fiume Isonzo. Questa è la nostalgia che mi viene dal ricordo di ognuno di loro, in questa notte dove la vita mi sembra un fiore nero.

Ogni poesia ha indicato il luogo e la data in cui sono state scritte.

Analisi della Poesia "Mattina"

La poesia “Mattina” è brevissima e composta di due versi. Il titolo è essenziale per capirla, ovvero che nonostante la guerra il sole splende e Ungaretti si scorda in qualche maniera dell’orrore della guerra e viene illuminato dal sole come tutto l’universo. È un atteggiamento di beatitudine, di pace con se stesso e con gli altri. Dal punto di vista formale, il fatto che sia diviso in due strofe è importante perché indica un ritmo, la divisione fra le due strofe segna una brevissima pausa tra una strofa e l’altra. Dà anche una sensazione di riflessione che avviene al cambio della strofa. Pochi versi che non spiegano chiaramente ma danno sensazioni.

M'illumino

d'immenso

Sono pause riflessive. Questa è una analogia non del tutto originale, perché Ungaretti ha presenti altre analogie simili come Novembre di Pascoli che a sua volta ricorda la “Canzone d’autunno” di Verlaine. Non viene precisato chi ci sta sugli alberi, ma è precisato nel titolo, ovvero i soldati. I soldati stanno sempre nel pericolo di cadere come le foglie sugli alberi. L’analogia, chiarita dal titolo, aggiunge qualcosa di diverso, indica che questa situazione viene contestualizzata ad un evento ben preciso che appunto è la guerra.

Si sta come

d'autunno

sugli alberi

le foglie

Significato di "San Martino del Carso"

“San Martino del Carso”

In questa poesia è indicato il luogo e la data. Siamo in piena guerra. Si ha la divisione di versi liberi e le strofe sono diverse. Non si ha la punteggiatura. La divisione in strofe e versi indica un ritmo, come ad esempio che ad ogni strofa segue una pausa. Nel titolo si precisa il luogo a cui il poeta si riferisce che è un paese in provincia di Gorizia particolarmente colpito dalla guerra. Ungaretti fa vedere la distruzione di questo paese, a cui viene collegata la distruzione del suo intimo, del suo cuore che si trova nell’ultima strofa. Il senso della prima si ritrova nell’ultima.

Di queste case

non è rimasto

che qualche brandello di muro

Di tanti

che mi corrispondevano

non m'è rimasto

neppure tanto

Ma nel mio cuore

nessuna croce manca

il paese più straziato Delle case del paese sono rimaste solo macerie. Il termine macerie si identifica come brandello di muro, termine che si usa con il corpo umano. Indica che la natura viene umanizzata, nella sofferenza, assume una sofferenza quasi umana.

Di molti compagni, con i quali condividevo l’affetto, non è rimasto quasi niente, ma dentro di me è vivo il ricordo di tutti quelli che sono morti.

Il paese più straziato è il mio cuore. Si vede lo strazio non solo delle cose ma anche delle persone. La guerra strazia i paesi, strazia i corpi e distrugge l’animo delle persone.

Fratellanza e Guerra in "Fratelli"

Ricorda l’evento di Natale 1914. Il titolo è molto importante, viene spesso ripetuto nella poesia perché l’autore vuole dargli forza, il senso di fratellanza nella guerra si perde e il fatto di riaffermarlo è qualcosa di molto significativo e quasi di resistenza agli orrori della guerra. L’unico segno di punteggiatura che si vede nell’ermetismo di Ungaretti è il punto interrogativo. La parola fratelli invece è isolata perché così gli dà più forza.

Di che reggimento siete

fratelli?

Parola tremante

nella notte

Foglia appena nata

Nell'aria spasimante

involontaria rivolta

dell'uomo presente alla sua

fragilità

Fratelli La prima parte è una domanda. A quale reggimento appartenete fratelli?

Riflessione: Fratelli è una parola incerta nel buio della notte, poiché si è perso il senso di fratellanza. La notte non è solo un aspetto di mancanza di luce, ma di guerra.

È come se fosse una foglia appena nata, debole, ma nell’aria sofferente questa parola è una rivolta istintiva, dell’uomo che vede la sua fragilità e ne è consapevole.

Fratelli.


Dolore Personale e Collettivo in "Il dolore"

È una raccolta che ha come argomento il dolore personale, ovvero il dolore per i lutti familiari: morte del fratello e del figlio. È un dolore anche collettivo che è quello che viene dalla guerra sconvolta dalla seconda guerra mondiale.

Dal punto di vista formale, Ungaretti abbandona l’ermetismo e ritorna in parte alla poesia che tiene più conto della tradizione, un esempio è la lunghezza delle poesie in cui tornano alcuni aspetti della poesia tradizionale come la rima e l’assonanza.

Memoria e Oblio in "Non gridate più"

“Non gridate più”

È una poesia di dolore pubblico, civile. È una poesia sulla morte e sulla memoria, dell’uomo che non impara dalle lezioni precedenti, dalla storia.

La poesia è divisa in due quartine, la prima è tutta di novenari, gli ultimi due sono in rima. La seconda quartina è composta da un endecasillabo, due settenari e un novenario.

Cessate di uccidere i morti

non gridate più, non gridate

se li volete ancora udire,

se sperate di non perire.

Hanno l'impercettibile sussurro,

non fanno più rumore

del crescere dell'erba,

lieta dove non passa l'uomo. Non uccidete i morti una seconda volta, con la dimenticanza, con l’oblio, il rancore. Smettete di urlare se volete ancora sentire il loro insegnamento, se sperate di continuare a vivere.

La loro voce è come un piccolo sussurro, così silenziosa che fa lo stesso rumore dell’erba che cresce, felice perché non è calpestata dall’uomo.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati gli eventi principali dell'infanzia e della formazione di Ungaretti?
  2. Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto nel 1888 da genitori italiani emigrati. Dopo la morte del padre, grazie all'impegno della madre, frequentò le scuole italiane e si avvicinò alla letteratura e alla poesia, iniziando anche a lavorare come giornalista.

  3. Come ha influenzato la guerra la poesia di Ungaretti?
  4. La prima guerra mondiale ha segnato profondamente Ungaretti, che si arruolò volontario e combatté sul Carso e sul fronte francese. Le sue esperienze di guerra ispirarono molte delle sue poesie, raccolte in "L'allegria", che riflettono la tragedia e la distruzione della guerra.

  5. Quali sono i temi principali della raccolta "L'allegria"?
  6. "L'allegria" tratta principalmente il tema della prima guerra mondiale, con uno stile ermetico che esprime la tragedia della guerra e la lotta per mantenere la propria umanità. La raccolta è divisa in cinque sezioni e il titolo suggerisce che l'unica allegria possibile in guerra è sopravvivere e restare umani.

  7. In che modo la poesia "Mattina" esprime un momento di pace?
  8. La poesia "Mattina" è composta da due versi che esprimono un momento di beatitudine e pace, in cui Ungaretti si sente illuminato dal sole, dimenticando per un attimo l'orrore della guerra. La struttura in due strofe crea un ritmo che suggerisce una riflessione.

  9. Qual è il significato della poesia "San Martino del Carso"?
  10. "San Martino del Carso" descrive la distruzione causata dalla guerra in un paese colpito, collegandola alla devastazione interiore del poeta. La poesia utilizza versi liberi e l'assenza di punteggiatura per esprimere il dolore e la perdita, concludendo che il cuore del poeta è il "paese più straziato".

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community