Concetti Chiave
- La poesia "I fiumi" di Giuseppe Ungaretti, scritta nel 1916, descrive un paesaggio desolato dalla guerra, riflettendo la solitudine e tristezza del poeta.
- Ungaretti utilizza il fiume Isonzo come simbolo di purificazione e di riflessione sulla sua vita, evocando i fiumi Serchio, Nilo e Senna come rappresentazioni delle sue origini, infanzia e maturità.
- La lirica si distingue per l'assenza di una metrica precisa e di punteggiatura, con l'uso di spazi bianchi, anafore e versi brevi per creare ritmo e intensità.
- Ungaretti impiega figure retoriche come metafore e analogie per esprimere la profondità delle sue esperienze personali e la sua connessione con la natura.
- La poesia è suddivisa in quattro momenti principali, ciascuno rappresentante una fase della vita del poeta, culminando in una riflessione nostalgica sulla sua esistenza.
La lirica “I fiumi” è stata scritta da Giuseppe Ungaretti a Cotici, il 16 agosto del 1916.
Indice
Il paesaggio e la guerra
La poesia si apre con la descrizione di un paesaggio straziato dalla guerra. Il poeta è descritto mentre è abbracciato a un albero mutilato (personificazione) al centro di una cavità.
Questo paesaggio richiama per similitudine l’immagine di un circo prima e dopo uno spettacolo, cioè quando è vuoto, privo di spettatori. Questa desolazione si riflette anche nei sentimenti del poeta che è triste e solo. Questa non è l’unica allusione al circo che si può trovare nel testo. Infatti, nella VI strofa, Ungaretti afferma di muoversi come un acrobata sull’acqua del fiume Isonzo.Purificazione e morte
L’Isonzo rappresenta la contemporaneità del poeta. Ungaretti si immerge nelle acque dell’Isonzo e viene purificato, levigato come un sasso. A questa immagine, che evidenzia la funzione purificatrice dell’acqua, se ne aggiunge un’altra relativa alla morte. Infatti, la pozza d’acqua del fiume nella quale il poeta si immerge è descritta come un’urna nella quale l’autore può riposare come una reliquia.
Riflessioni sui fiumi
Proprio le acque dell’Isonzo, personificate in delle mani occulte che bagnano il poeta, lo inducono a ripercorrere le tappe significative della sua vita attraverso l’evocazione di tre fiumi: il Serchio, il Nilo e la Senna. Il Serchio rappresenta le sue origini e la sua famiglia, il Nilo invece rappresenta l’infanzia e l’adolescenza e, infine, la Senna la maturità del poeta.
Oscurità e guerra
L’espressione che chiude la lirica, nell’ultima strofa, “ora ch’è notte / che la mia vita mi pare / una corolla / di tenebre” afferma che quando c’è la guerra, tutto ciò che c’è attorno è scuro e tendenzialmente mortale. Da qui l’espressione corolla di tenebre. La notte non va interpretata dal punto di vista temporale. Piuttosto la notte rappresenta l’oscurità, le tenebre stesse.
Figure retoriche e metrica
Sul piano delle figure retoriche è frequente l’uso di espressioni analogiche sotto forma di paragone. Individuiamo, per esempio, metafore come in “Stamani mi sono disteso / in un’urna d’acqua” (vv.9-10, il poeta stendendosi nell’acqua si è sentito come chiuso in un’urna).
Dal punto di vista metrico, il poeta non fa ricorso a una forma metrica precisa. Il mancato ricorso alla punteggiatura è dovuto alla volontà del poeta di rendere quanto più sintetico il messaggio che intendeva comunicare. Il ritmo della lirica è ottenuto quindi soprattutto dalla disposizione degli spazi bianchi che separano le strofe e dall’utilizzo di anafore e ripetizioni. È un esempio di anafora il ricorso al dimostrativo “questo” all’inizio di ogni strofa quando il poeta descrive i vari fiumi che hanno segnato il suo percorso esistenziale. L’uso del dimostrativo “questo” esprime la vicinanza che il poeta percepisce anche per quelle esperienze lontane nel tempo, ma che continuano a vivere nel suo cuore.
Ungaretti, inoltre, predilige i versi brevi, anche di due o tre sillabe. Ciò rende inevitabile il ricorso all’enjambement, presente in innumerevoli versi. Infine, seppure rare, individuiamo anche delle rime, per esempio in mutilato e abbandonato (vv.1-2) che sono in rima interna.
Ungaretti e i suoi fiumi
Ungaretti parla di sé, del suo passato e dei fiumi che lo hanno segnato per cui è frequente l’utilizzo di pronomi personali e aggettivi possessivi di prima persona.
La lirica è scandita in quattro momenti e volendo possiamo assegnare a ciascuno di essi un titolo: una natura mutilata (vv.1-8), le acque dell’Isonzo (vv-9-41), le tappe della mia vita (vv.42-62), nostalgia per il passato (vv.63-69).
Sto vicino a questo albero mutilato abbandonato in questa piccola cavità, la cui tristezza è quella di un circo prima e dopo lo spettacolo. E intanto guardo il paesaggio tranquillo delle nuvole sulla luna.
Questa mattina mi sono disteso in una pozza d’acqua e ho riposato come una reliquia. L’Isonzo scorrendo mi levigava come un sasso. Mi sono rialzato e me ne sono andato attraversando l’acqua come un acrobata.
Mi sono accovacciato vicino ai miei panni impregnati dallo sporco della guerra e come un nomade arabo mi sono abbassato a ricevere il sole.
Questo è l’Isonzo dove mi sono meglio riconosciuto come un dolce frammento del tutto, dell’universo. La mia sofferenza è causata dal fatto che non riesco a stare in armonia con questo tutto.
Ma quelle mani nascoste che mi bagnano mi donano la rara felicità. Ho ripercorso le tappe della mia vita. Questi sono i miei fiumi. Questo è il Serchio al quale hanno attinto i mei avi, gente di campagna, e anche mio padre e mia madre. Questo è il Nilo che mi ha visto nascere, crescere e vivere l’inconsapevolezza dell’adolescenza nelle estese pianure. Questa è la Senna nelle cui acque torbide ho rimescolato e conosciuto me stesso.
Questi sono i miei fiumi rievocati grazie all’Isonzo. Questa è la mia nostalgia che si manifesta in ognuno di essi adesso che è notte e che la mia vita mi sembra una corolla di tenebre.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del paesaggio descritto nella poesia "I fiumi"?
- Come viene rappresentata l'acqua dell'Isonzo nella poesia?
- Quali fiumi evocano le tappe della vita di Ungaretti?
- Cosa simboleggia l'espressione "corolla di tenebre"?
- Quali figure retoriche e scelte metriche utilizza Ungaretti nella poesia?
Il paesaggio descritto è straziato dalla guerra e riflette la desolazione e la solitudine del poeta, paragonato a un circo vuoto.
L'acqua dell'Isonzo ha una funzione purificatrice, levigando il poeta come un sasso e rappresentando un'urna in cui può riposare come una reliquia.
I fiumi evocati sono il Serchio, che rappresenta le origini e la famiglia, il Nilo, che rappresenta l'infanzia e l'adolescenza, e la Senna, che rappresenta la maturità.
L'espressione "corolla di tenebre" simboleggia l'oscurità e la mortalità che la guerra porta, rappresentando la notte non come un momento temporale, ma come tenebre.
Ungaretti utilizza metafore, anafore, enjambement e rime interne, prediligendo versi brevi e l'assenza di punteggiatura per rendere il messaggio sintetico.