BrunaBonanno
Sapiens
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Concetti Chiave

  • Giovanni Verga è un importante scrittore italiano del XIX secolo, noto per aver narrato le vite dei "vinti".
  • La sua formazione letteraria è influenzata da classici italiani e francesi, e si avvicina al verismo e al naturalismo.
  • Verga trova il successo con "Cavalleria Rusticana" e pubblica importanti opere come "I Malavoglia" e "Mastro don Gesualdo".
  • Nonostante il successo teatrale, Verga affronta delusioni letterarie e una crisi creativa che lo porta a ridurre la sua attività.
  • Negli ultimi anni, si ritira in Sicilia, dove muore nel 1922, lasciando alcune opere incompiute e pubblicate postume.

Indice

  1. Giovanni Verga: le origini e la formazione
  2. Gli anni della giovinezza e l'inizio della carriera
  3. Il successo letterario e il periodo milanese
  4. Il ritorno in Sicilia e la crisi creativa
  5. Gli ultimi anni e il declino

Giovanni Verga: le origini e la formazione

Giovanni Verga è uno dei più importanti scrittori italiani del XIX secolo. Lo ricordiamo soprattutto perché ha narrato le vite dei perdenti, i vinti.

Giovanni Verga nasce nel 1840 a Catania (o secondo alcuni a Vizzini dove i suoi genitori avevano delle proprietà).

Egli è figlio di piccoli proprietari terrieri di orientamento liberale.

Da adolescente frequenta la scuola privata di Antonio Abate, che lo incita a scrivere il suo primo romanzo “Amore e Patria”, rimasto inedito.

In questo periodo la formazione di Verga è varia.

Da una parte ci sono i classici della letteratura italiana, come Dante, Petrarca, Ariosto e Manzoni, dall'altra le pagine dell' “Estetica” di Hegel, romanzi storico-patriottici, ma soprattutto scrittori francesi atipici.

Gli anni della giovinezza e l'inizio della carriera

Tra il 1854 e il 1855, il giovane Verga trascorre alcuni periodi in campagna per sfuggire all’epidemia di colera.

I ricordi di questo periodo ispireranno molte delle sue novelle.

Tre anni dopo, si iscrive alla facoltà di legge, ma non termina gli studi, la sua passione è la scrittura. Comincia così a collaborare con riviste letterarie e politiche.

Sono gli anni dell'Unità d'Italia, e Verga, influenzato dal patriottismo del suo maestro Antonio Abate, nel 1860 si arruola nella Guardia Nazionale e vi rimarrà per 4 anni.

Nel frattempo, pubblica il suo primo libro, un romanzo patriottico intitolato “I carbonari della montagna”.

Successivamente compie il primo viaggio a Firenze, che all'epoca è la capitale d'Italia.

A Firenze Verga trovò un ambiente culturale dinamico assai diverso da quello conosciuto nella provincia siciliana. Per questo decide di stabilirvisi. Crede che il movimento incessante da cui è animata la città, possa giovare alla sua carriera di scrittore.

Qui viene introdotto nei più importanti salotti letterari e conobbe il concittadino Luigi Capuana, con il quale fu in stretti rapporti per tutta la vita.

Il successo letterario e il periodo milanese

Nel 1870 pubblica il suo primo successo: il romanzo epistolare “storia di una capinera”.

Nel 1872, Verga si sposta a Milano dove risiede quasi stabilmente per vent'anni. Milano, all'epoca, è il fulcro della vita culturale italiana.

Verga entra in contatto con gli Scapigliati e con altri letterati interessati come lui alla moderna narrativa europea.

I suoi gusti in campo letterario non sono cambiati. Continua a leggere gli autori stranieri, privilegiando sempre i francesi, come Zola, Balzac e Flaubert.

È in questo periodo che comincia ad avvicinarsi al naturalismo e al verismo.

A Milano, Verga vive un periodo di intensa creatività, che coincide con un progressivo allontanamento dal romanticismo.

Nel 1874 esce “Nedda”, la prima di una lunga serie di novelle scritte in quegli anni.

La poetica di Verga si rifà ormai al verismo.

4 anni dopo, esce la novella “Rosso Malpelo”, e Verga comincia a progettare un ciclo di 5 romanzi a cui voleva dare il titolo “I Vinti”.

Il ritorno in Sicilia e la crisi creativa

Nello stesso anno lascia il Nord Italia per andare a Catania in occasione della morte della madre.

Torna a Milano 7 mesi più tardi dopo aver superato una crisi depressiva.

Escono le prime raccolte di novelle: “Vita dei campi” e “Novelle rusticane”.

Il 1881 invece è l'anno del romanzo “I Malavoglia”.

Verga è talmente convinto dell'importanza delle sue nuove opere, che le promuove anche all'estero con la viaggi a Parigi e Londra. Il romanzo però non si uscita l'accoglienza sperata. Verga anzi è molto deluso e confessa a un amico: “I Malavoglia hanno fatto fiasco,fiasco pieno e completo”.

Al contrario il dramma teatrale “Cavalleria Rusticana”, ottiene un grande successo.

Verga si rimette al lavoro e scrive altre novelle.

A questo punto passa un periodo diviso tra lunghi soggiorni a Roma e ritorni in Sicilia, però risiede soprattutto in Sicilia dove porta a termine il romanzo “Mastro don Gesualdo” .

Il romanzo ha successo, ma è ancora Cavalleria Rusticana l'opera più acclamata.

Le rappresentazioni continuano sia in Italia sia all'estero.

Gli ultimi anni e il declino

Verga tuttavia si avvicina alla sua crisi creativa. Si arena il progetto del ciclo dei vinti, e si aggravano i problemi psicologici dovuti alle crescenti difficoltà economiche.

Nel 1893 decide così di tornare a vivere definitivamente in Sicilia, a Catania, dove la relazione con la contessa Dina Castellazzi, conosciuta qualche anno prima, si trasforma in un affettuosa amicizia, che conforta lo scrittore negli ultimi anni della sua vita.

Verga è deluso dalla propria carriera e riduce sempre più l'attività letteraria, mentre si occupa in maniera ossessiva dell'amministrazione del proprio patrimonio.

Di tanto di tanto in tanto lavora al romanzo “La duchessa di Leyra”, che resterà incompiuto.

Nel 1915 con la prima guerra mondiale alle porte, prende posizione tra gli interventisti; mentre nel dopoguerra si avvicina al movimento fascista, ma non si scrive ai fasci di combattimento.

Nominato senatore, compie l'ultimo viaggio a Roma per il giuramento.

Muore nel 1922 a Catania.

Alcune delle sue ultime novelle vengono pubblicate postume.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini e la formazione di Giovanni Verga?
  2. Giovanni Verga nasce nel 1840 a Catania, figlio di piccoli proprietari terrieri di orientamento liberale. La sua formazione include i classici della letteratura italiana e influenze da scrittori francesi atipici.

  3. Come inizia la carriera letteraria di Verga?
  4. Verga inizia la sua carriera collaborando con riviste letterarie e politiche, influenzato dal patriottismo del suo maestro Antonio Abate. Pubblica il suo primo libro, "I carbonari della montagna", e si trasferisce a Firenze per un ambiente culturale più dinamico.

  5. Qual è il periodo di maggiore successo letterario di Verga?
  6. Il periodo di maggiore successo letterario di Verga è durante il suo soggiorno a Milano, dove pubblica "Storia di una capinera" e si avvicina al naturalismo e al verismo, scrivendo opere come "Nedda" e "Rosso Malpelo".

  7. Quali sono le difficoltà incontrate da Verga al suo ritorno in Sicilia?
  8. Al ritorno in Sicilia, Verga affronta una crisi creativa e una delusione per l'accoglienza del romanzo "I Malavoglia". Tuttavia, ottiene successo con il dramma teatrale "Cavalleria Rusticana".

  9. Come si conclude la vita e la carriera di Verga?
  10. La vita di Verga si conclude con una crisi creativa e difficoltà economiche. Si ritira in Sicilia, riduce l'attività letteraria e muore nel 1922 a Catania. Alcune delle sue ultime novelle vengono pubblicate postume.

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