Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il componimento "Il tuono" di Pascoli è composto da sette endecasillabi rimati con schema ABCBCCA, parte della raccolta Myricae.
  • Pascoli utilizza scelte foniche per evocare sensazioni uditive e visive, con un crescendo di rumori che culmina in un ritorno al silenzio.
  • Il poeta impiega parole onomatopeiche e allitterazioni per descrivere il fragore del tuono, creando un forte impatto sonoro.
  • Il viaggio psicologico del testo passa dal caos del tuono alla serenità evocata da una ninna nanna materna.
  • L'immagine finale della culla richiama il concetto del "nido", simbolo di protezione e consolazione familiare, centrale nella poetica di Pascoli.

Indice

  1. Analisi della poesia "E nella notte nera"
  2. Sensazioni uditive e visive
  3. Uso del suono e onomatopee

Analisi della poesia "E nella notte nera"

E nella notte nera come il nulla,

a un tratto, col fragor d'arduo dirupo

che frana, il tuono rimbombò di schianto:

rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,

e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,

e poi vanì. Soave allora un canto

s'udì, di madre, e il moto d'una culla.

Il componimento, che fa parte della raccolta Myricae, è articolato in sette endecasillabi rimati, secondo lo schema ABCBCCA.

L’interesse sta non soltanto nel contenuto, ma soprattutto sulle scelte foniche operate e quindi sulle sensazioni uditive oltre a quelle visive

Sensazioni uditive e visive

Già nel primo verso, il poeta prova sbigottimento di fronte alla notte, nera come il nulla.. Tale verso inizia con una -e- che suggerisce l’impressione di un discorso che continua. Nei versi seguenti è tutto un susseguirsi di sensazioni uditive: fragore, dirupo che frana, tuono che rimbomba, che rimbalza, che rotola e, dopo una breve sosta, il rumore riprende con l’onda che si infrange sugli sciogli. Gli ultimi due versi danno l’immagine di un ritornato stato di silenzio, rappresentato da una dolce ninna nanna che una madre canta con voce soave, al suo bambino in culla.

Uso del suono e onomatopee

Con l’uso sapiente del suono delle parole, Pascoli riesce ad evocare la realtà del tuono. Per fare questo, egli ricorre a parole onomatopeiche, cioè termini che, nella pronuncia, richiamano ciò che descrivono: il tuo rimbombò (ripetizione della vocale –o, delle consonanti –n- e –m-), rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, rimareggiò (ripetizione del suono –r, della vocale –o- e di nuovo della –m-). Presenti sono anche le allitterazioni e le assonanze. Molto significative sono le rime che vedono rappresentato un itinerario psicologico che parte da un universo nero, assimilato al nulla, in cui si fa avanti, improvvisamente, il fragore dirompente di un tuono per arrivare alla serenità rassicurante della culla, attraverso il rumore paragonato a quello prodotto dall’onda che si rifrange sulla costa. L’immagine della culla ci fa pensare al concetto di “nido”, cioè a quel mito consolatore costituito dalla famiglia, in grado di proteggere l’uomo al male che lo circonda, tanto caro al Pascoli. Anche le tre rime schianto/rifranto/canto sono collocate in un passaggio graduale da uno stato spavento e di rumore che incute paura ad un canto materno, passando attraverso il rumore delle onde del mare che si infrangono sullo scoglio.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della poesia "E nella notte nera"?
  2. La poesia esplora il contrasto tra il fragore del tuono e la dolcezza di un canto materno, rappresentando un viaggio dal caos alla serenità.

  3. Come vengono utilizzate le sensazioni uditive nella poesia?
  4. Le sensazioni uditive sono evocate attraverso suoni onomatopeici e allitterazioni che descrivono il tuono e il successivo silenzio, culminando in una ninna nanna.

  5. Qual è il significato dell'immagine della culla nella poesia?
  6. La culla simboleggia il "nido" familiare, un rifugio sicuro e consolatore che protegge l'uomo dal male circostante, un tema caro a Pascoli.

  7. In che modo Pascoli utilizza le rime per esprimere un itinerario psicologico?
  8. Le rime schianto/rifranto/canto tracciano un percorso dal terrore del tuono alla tranquillità del canto materno, passando per il rumore delle onde.

Domande e risposte

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