Concetti Chiave
- Il titolo "Myricae" richiama un verso di Virgilio che allude alla preferenza per poesie semplici e quotidiane, definite da Pascoli come "delle piccole cose".
- Myricae utilizza un lirismo quotidiano ispirato a modelli classici e italiani, con una struttura varia che enfatizza temi di natura, morte e infanzia.
- La prefazione del 1894 di Myricae esprime il desiderio di Pascoli di esplorare il viaggio simbolico dal presente al passato, con un confronto tra la bontà della Natura e la malvagità umana.
- I Canti di Castelvecchio, pur continuando la forma di Myricae, presentano un discorso più narrativo e disteso che celebra la tradizione rurale e riprende poeti come Leopardi.
- Nei Canti di Castelvecchio, gli oggetti sono descritti con un'impronta onirica e impressionistica, arricchita da metafore, sinestesie e analogie che simboleggiano la cattiveria umana.
Indice
Origine e significato del titolo
Il nome dell’opera deriva dalla quarta bucolica di Virgilio, specificatamente da un verso in cui il poeta scrive: “Non omnes ivvant, sed humiles myricae”. Le myicae, o tamerici in italiano, sono dei piccoli arbusti che crescono nelle pinete; per questo motivo, il verso vuole affermare che a non tutti gli uomini piacciono le poesie importanti, ma quelle quotidiane, definite da Pascoli “delle piccole cose”, poiché danno una suggestione particolare.
Infatti il poeta scegli un lirismo quotidiano per questa raccolta, rifacendosi alla tradizione classica e a modelli italiani come Carducci.Temi e stile della raccolta
I componimenti sono vari in strutture strofiche e metriche, ma sono accumunati da un sentimento quasi impressionista, trattando di temi di vita quotidiana sinteticamente e con rapidità. I temi principali trattati da Pascoli, sono quelli della Natura, vista come consolatrice del dolore umano; della morte; e l’infanzia. Nella Prefazione dell’edizione del 1894, Pascoli chiarisce il suo desiderio di delineare un viaggio simbolico dal presente al passato, soffermandosi spesso sulla morte del padre, e sulla malvagità dell’Uomo e della vita sociale, in confronto alla bontà della Natura. Si crea così un’opposizione tra il nido, il sogno; e una realtà negativa.
Continuità e innovazione rispetto a Myricae
Questa raccolta è una continuazione formale con la precedente Myricae. Essa è tuttavia caratterizzata da un discorso più disteso e meno frammentato rispetto alla raccolta antecedente. Nei Canti è presente numerose volte il ricordo dell’assassinio del padre, che andrà a simboleggiare addirittura l’incarnazione della cattiveria umana. Anche qui gli oggetti hanno una descrizione oggettiva e un trasfigurazione impressionistica, che però assume significati onirici potenziati dall’ampio utilizzo di metafore, sinestesie e analogie. La raccolta assume una valenza più narrativa rispetto a Myricae, poiché vuole celebrale la tradizione rurale e riprende poeti precedenti, come Leopardi, superando la poesia descrittiva e impressionistica precedente. In questo caso il poeta è completamente escluso da una partecipazione attiva alla vita realtà, ma ne coglie lo spirito grazie alla sua posizione esterna.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato del titolo dell'opera?
- Quali sono i temi principali trattati nella raccolta?
- In che modo la raccolta rappresenta una continuità e innovazione rispetto a Myricae?
Il titolo dell'opera deriva dalla quarta bucolica di Virgilio, dove si afferma che non tutti apprezzano le poesie importanti, ma quelle quotidiane, definite da Pascoli "delle piccole cose", che offrono una suggestione particolare.
I temi principali includono la Natura come consolatrice del dolore umano, la morte, e l'infanzia. Pascoli esplora un viaggio simbolico dal presente al passato, evidenziando l'opposizione tra il nido e una realtà negativa.
La raccolta continua formalmente Myricae ma con un discorso più disteso e meno frammentato. Introduce una valenza narrativa, celebrando la tradizione rurale e superando la poesia descrittiva e impressionistica precedente.