Concetti Chiave
- La poesia esplora la natura umana attraverso la lite e la successiva riconciliazione di due fratellini, simbolo dell'umanità in conflitto e in pace.
- La figura della madre rappresenta una forza pacificatrice che separa i fratelli in lotta, ponendo fine alla violenza con un gesto semplice e affettuoso.
- La poesia invita alla riflessione sulla condizione umana, caratterizzata da violenza, dolore e paura, e propone la pace come unica soluzione sensata.
- La struttura metrica del testo è rigorosa, composta da terzine dantesche e rime incatenate, ma Pascoli introduce fluidità con l'uso degli enjambements.
- Il componimento si divide in tre parti, ciascuna di 16 versi, che raccontano il gioco, la lite, la punizione e la riconciliazione dei bambini, culminando in un appello alla fratellanza.
I
Era il tramonto: ai garruli trastulli
erano intenti, nella pace d’oro
dell’ombroso viale, i due fanciulli.
Nel gioco, serio al pari d’un lavoro,
corsero a un tratto, con stupor de’ tigli,
tra lor parole grandi più di loro.
A sè videro nuovi occhi, cipigli
non più veduti, e l’uno e l’altro, esangue,
ne’ tenui diti si trovò gli artigli,
e in cuore un’acre bramosia di sangue;
e lo videro fuori, essi, i fratelli,
l’uno dell’altro per il volto, il sangue!
Ma tu, pallida (oh! i tuoi cari capelli
strappati e pésti!), o madre pia, venivi
su loro, e li staccavi, i lioncelli,
ed “A letto„ intimasti “ora, cattivi!„
II
A letto, il buio li fasciò, gremito
d’ombre più dense; vaghe ombre, che pare
che d’ogni angolo al labbro alzino il dito.
Via via fece più grosse onde e più rare
il lor singhiozzo, per non so che nero
che nel silenzio si sentia passare.
L’uno si volse, e l’altro ancor, leggiero:
nel buio udì l’un cuore, non lontano
il calpestìo dell’altro passeggero.
Dopo breve ora, tacita, pian piano,
venne la madre, ed esplorò col lume
velato un poco dalla rosea mano.
Guardò sospesa; e buoni oltre il costume
dormir li vide, l’uno all’altro stretto
con le sue bianche aluccie senza piume;
e rincalzò, con un sorriso, il letto.
III
Uomini, nella truce ora dei lupi,
pensate all’ombra del destino ignoto
che ne circonda, e a’ silenzi cupi
che regnano oltre il breve suon del moto
vostro e il fragore della vostra guerra,
ronzio d’ un’ape dentro il bugno vuoto.
Uomini, pace! Nella prona terra
troppo è il mistero; e solo chi procaccia
d’aver fratelli in suo timor, non erra.
Pace, fratelli! e fate che le braccia
ch’ ora o poi tenderete ai più vicini,
non sappiano la lotta e la minaccia.
E buoni veda voi dormir nei lini
placidi e bianchi, quando non intesa,
quando non vista sopra voi si chini
la Morte con la sua lampada accesa.
Indice
Il Tramonto e i Fanciulli
Era il tramonto: i due fanciulli stavano giocando chiassosamente all’ombra del viale di tigli, dalle foglie dorate dalla luce del sole.
Mentre giocavano seriamente, come si fosse trattato di un lavoro, ad un tratto corsero fra di loro grosse parole di cui i tigli si stupirono
Ognuno vide nell’espressione dell’altro uno sguardo aggressivo mai visto prima ed in entrambi, le fragili dita si trasformarono in strumento di offesa.
Nel cuore avevano un forte desiderio di sangue che ognuno dei due fratelli vide affiorare sul volto dell’altro.
Ma tu, pallida (con i capelli dei tuoi cari figli strappati e mal ridotti) , o pia madre, tu venisti verso di loro e li dividesti come si fa con due piccoli leoni che lottano
ed intimasti loro “A letto, ora, cattivi”.
La Notte e il Perdono
A letto, il buio li avvolse, pieno di corpose ombre: ombre vaghe che, per invitare al silenzio, sembrano, da ogni parte, alzare il dito verso il labbro.
Ognuno si rigirò impercettibilmente verso l’altro e nel buio ognuno sentì battere vicino il cuore dell’altro come un viandante che ode il calpestio di chi fa la stessa strada
Dopo poco, in silenzio, piano piano per rendersi conto giunse la madre con il lume velato dalla sua rosea mano
Guardò con apprensione; e li vide dormire i due angioletti più tranquilli del solito uno stretto all’altro, con le loro piccole e bianche braccia simili ad ali senza piume.
E con un sorriso, rincalzò le coperte
Riflessioni sulla Condizione Umana
Voi Uomini, quando siete travolti dall’istinto violento pensate al mistero che ci circonda, al destino sconosciuto che ci attende e al silenzio angoscioso
che regna oltre il breve rumore della vostra vita e oltre il fragore delle guerre che scatenate, simili ad un inutile ronzio all’interno di un alveare vuoto
Pace, uomini! Nella terra inclinata sul proprio asse il mistero è troppo grande; e solo chi fa in modo di non essere temuto dai propri fratelli è nella giusta strada.
Pace, fratelli! E fate in modo che le braccia che tenderete d’ora in poi a chi vi è vicino non conoscano né la guerra, né le minacce
E fate si che la morte, quando si chinerà su di voi con la sua lampada accesa vi sorprenda, non vista ed in silenzio, mentre state dormendo tranquillamente nelle vostre lenzuola
Metafora della Condizione Umana
I due fratellini, dopo aver litigato ed essere venuti alle mani sono costretti dalla madre, per punizione ad andare a letto.
Nel buio della notte che li avvolge, essi dimenticano l’odio che aveva causato la lite e si addormentano abbracciati al fine di ritrovare reciprocamente conformo. La madre li trova così e con un sorriso rincalza le coperte. Tutta la poesia è costruita sulla metafora della condizione umana fatta di violenza inaspettata (= la lite), di dolore (= il singhiozzo dei due fanciulli) e di paura (=il buio, le ombre). Essa si trasforma in un’occasione per invitare l’umanità ad un rapporto di pace e di fratellanza e probabilmente alla base qui questa aspirazione del poeta, si trova la sua personale esperienza di dolore (es. La tragica morte del padre il 10 agosto) e la paura del mondo a lui contemporaneo nel quale c’è soltanto posto per la competitività. L’aspirazione alla fraternità nasce anche dalla presa di coscienza del fatto che nulla sappiamo del nostro destino, rappresentato dai “silenzi cupi”. E’ evidente che questa forma di solidarietà questo insegnamento che ci impartisce Pascoli non ha alcuna impronta religiosa.Struttura e Metrica del Componimento
Dal punto di vista strutturale, il componimento è diviso in tre parti di 16 versi ciascuna: il gioco, la lite dei due fanciulli e la punizione della madre, il rappacificamento, l’esortazione del poeta. Il metro usato è la terzina dantesca, cioè composta da tre versi endecasillabi, di cui il primo e il terzo rimano tra loro (trastulli/fanciulli), mentre il secondo rima con il primo e il terzo della terzina successiva (d’oro/lavoro/loro). Ognuna delle tre parti termina con un verso isolato che fa rima con il secondo verso della terzina che lo precede (cattivi/venivi). E’ una forma metrica molto rigida che, però, Pascoli riesce a rivoluzionare con gli enjambements (trastulli/erano intenti – pace d’oro/dell’ombroso viale – cipigli/non più veduti).
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del componimento?
- Come viene descritta la reazione dei fanciulli dopo la lite?
- Qual è il messaggio che il poeta vuole trasmettere agli uomini?
- Quali elementi strutturali caratterizzano il componimento?
- In che modo la poesia riflette l'esperienza personale del poeta?
Il tema principale è la condizione umana, rappresentata attraverso la metafora del gioco e della lite tra due fanciulli, che culmina in un invito alla pace e alla fratellanza.
Dopo la lite, i fanciulli vengono mandati a letto dalla madre e, avvolti dal buio, dimenticano l'odio e si addormentano abbracciati, trovando conforto reciproco.
Il poeta esorta gli uomini a cercare la pace e la fratellanza, riflettendo sul mistero della vita e sull'inutilità della violenza e della guerra.
Il componimento è diviso in tre parti di 16 versi ciascuna, utilizzando la terzina dantesca con rime incatenate e frequenti enjambements.
La poesia riflette l'esperienza personale del poeta attraverso l'aspirazione alla fraternità, influenzata dal dolore personale e dalla paura del mondo contemporaneo.