Concetti Chiave
- Giosuè Carducci, nato in Versilia, fu un importante poeta italiano che fondò il cenacolo letterario degli "amici pedanti" per difendere la tradizione letteraria contro il sentimentalismo tardoromantico.
- Non aderendo a una specifica corrente letteraria, Carducci unisce realismo e classicismo, ispirandosi alla purezza stilistica dei classici italiani, opponendosi alla Scapigliatura e al Simbolismo francese.
- Opere come "Inno a Satana" e "Giambi ed epodi" esprimono l'anticonformismo di Carducci e la sua critica al dogmatismo religioso e alla politica del suo tempo, mentre "Rime nuove" e "Odi barbare" esplorano temi personali e storici.
- La poetica di Carducci si caratterizza per il ruolo di poeta vate, riflettendo contrapposizioni culturali dell'Ottocento e un allontanamento definitivo dalla religione dopo la morte del figlio.
- "Pianto Antico", dedicata al figlio Dante, esplora il dolore della perdita usando metafore naturali, evidenziando la contrapposizione tra la ciclicità della natura e la brevità della vita umana.
- 1835 - 1907
- Nacque in Versilia a Valdicastello
- Costituì, con alcuni compagni di studi il cenacolo letterario degli “amici pedanti”. L’intento del gruppo era difendere la tradizione e il linguaggio aulico contro il sentimentalismo tardoromantico.
- Ricoprì la cattedra di letteratura italiana all’Università di Bologna.
- Nel periodo immediatamente successivo all’Unità, scontento della politica del governo, assunse posizioni repubblicane. L’anticonformismo e il ribellismo di questi anni li causarono la sospensione dall’insegnamento per più di due mesi.
- Abbandona progressivamente le idee giacobine, si avvicina alla monarchia.
- Negli anni Ottanta sostenne la politica autoritaria e imperialistica di Crispi.
- Nell’ultima fase della sua vita Carducci fu nominato senatore del Regno.
- Nel 1906 li fu conferito il premio Nobel per la letteratura.
- Morì a Bologna
Cenacolo letterario e tradizione
Carriera accademica e politica
Evoluzione politica di Carducci
Riconoscimenti e premi
Stile e influenze letterarie
Carducci non aderì ad una corrente letteraria precisa, infatti troviamo sia una vena realista che classicista.
Le prime raccolte furono frutto delle polemiche antiromantiche degli “amici pedanti” e accostarono temi storico-politici ad altri intimistici.
Carducci si ricollega ai classici e si ispira alla purezza stilistica e morale degli autori della tradizione italiana. I versi ricchi di termini aulici, citazioni colte, sottolineano la distanza del poeta dalla Scapigliatura, che seguiva i modelli del Simbolismo francese.
- Inno a Satana: Il poeta si scaglia contro la superstizione religiosa e il dogmatismo. La libertà è identificata nel pensiero laico, che privo dai vincoli imposti dalla religione cristiana, ritrova la sua forza nello spirito pagano e classico della vita.
L’esaltazione del diavolo equivale all’affermazione della ragione e del progresso in un momento storico in cui il Sillabo di Papa Pio IX e l’apertura del concilio Vaticano I elencavano i principali errori dell’epoca e condannavano il Razionalismo, Materialismo, Ateismo e la Modernità.
- Giambi ed epodi: il poeta, traendo spunto da fatti di cronaca politica e di costume, lancia le sue invettive di repubblicano e giacobino contro l’Italietta mediocre del presente, in cui affiorava il malcostume politico e naufragavano gli ideali eroici del Risorgimento.
- Rime nuove: Il motivo storico si intreccia con quello paesaggistico e con quello autobiografico dei ricordi dell’infanzia, sul filo conduttore della fuga nel passato, verso un sogno di smarrita serenità contrapposto alla realtà del mondo moderno e alla corruzione del presente.
L’età medievale è vista come l'inizio della storia d'Italia, mentre, la Rivoluzione francese è esaltata come “l’avvenimento più epico della storia moderna”.
Accanto alla tematica storico-letteraria si sviluppa il filone delle memorie personali, con il contrasto tra giovinezza e maturità, la nostalgia della fanciullezza, il vagheggiamento dei paesaggi della maremma. Ai ricordi lieti si accompagnano quelli più dolorosi (la morte del piccolo figlio Dante); all’amore per la vita, sentito nel perenne rinnovarsi della natura ed espresso in colori luminosi, si alterna la meditazione sulla morte, resa in colori cupi, ma con immagini classicamente controllate.
- Odi barbare: Appartengono allo stesso arco temporale delle Rime nuove, di cui proseguono l’itinerario tematico. In questa raccolta Carducci accentua il ripiegamento interiore, la tendenza a rifugiarsi nella bellezza del passato per dimenticare il tedio del presente.
La raccolta si distingue dalle Rime nuove soprattutto per le soluzioni tecnico-formali della metrica. Carducci ripropone la metrica classica adattata su versi italiani.
Questa “restaurazione” metrica, oltre a prendere le distanze dal verso melodico e cantilenante del tardo Romanticismo, conferisce armonia e raffinatezza a situazioni prosastiche (più legate alla prosa) o quotidiane. Inoltre, il tentativo di imitare i versi antichi lo ha portato ad una sperimentazione che ha anticipato un nuovo modo di fare poesia non più legato alla rima e ha costituito un importate precedente per quello dei poeti italiani del Novecento.
Inno a Satana: critica religiosa
Giambi ed epodi: invettive politiche
Rime nuove: memoria e storia
Odi barbare: metrica e innovazione
Poeta vate e dolore personale
Carducci ricopre la figura del poeta vate, interpreti dello spirito e degli ideali del loro popolo di appartenenza, si sentono investiti di una missione educatrice.
Le contrapposizioni passato-presente, vita-morte, luce-ombra, sempre presenti nelle liriche di Carducci, riflettono un conflitto culturale proprio della fine dell’Ottocento, epoca in cui si confrontavano tendenze diverse e talora contrastanti. La morte del figlio determina per Carducci il definitivo allontanamento dalla religione.
Poesia scritta nel giugno del 1871, appartiene alla Rime nuove ed è dedicata al figlioletto Dante, morto in giovane età, a soli tre anni.
Carducci in questa poesia esprime il dolore profondo che prova per il suo figlio morto. Nella prima strofa racconta di quando Dante era vivo e tendeva a sua pargoletta mano sull’albero per raccogliere il melograno, con i suoi fiori di color rosso vivo. Nella seconda strofa narra del silenzioso orto solitario (per la mancanza del figlio) dove tutto è rifiorito e che il mese di giugno offre, con la luce e il calore del sole, nutrimento per le piante. Nella terza strofa, il poeta si paragona ad una pianta inutile, che è percossa ed inaridita perché ormai il suo unico fiore (il figlio) è morto e non potrà più ricrescere. Nell’ultima strofa, Carducci pensa alle condizioni di suo figlio che si trova sotto la terra scura e fredda dove il sole non lo può più rallegrare e dove non può più provare sentimenti d’amore.
Le tematiche principali presenti all’interno della poesia sono l’immutabile ciclicità della natura contrapposta alla brevità della vita umana. La metafora padre-pianta, figlio-fiore e l’incrocio del chiasmo creato sulla parola fior rafforzano la contrapposizione vita-morte e consentono al poeta di esprimere il senso di vuoto della propria esistenza.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo del cenacolo letterario degli "amici pedanti"?
- Come si è evoluta la carriera politica di Carducci?
- Quali sono le caratteristiche principali dello stile letterario di Carducci?
- Qual è il significato dell'"Inno a Satana" di Carducci?
- Quali temi emergono nella poesia dedicata al figlio Dante?
Il gruppo mirava a difendere la tradizione e il linguaggio aulico contro il sentimentalismo tardoromantico.
Carducci inizialmente assunse posizioni repubblicane, ma successivamente si avvicinò alla monarchia e sostenne la politica autoritaria di Crispi negli anni Ottanta.
Carducci non aderì a una corrente letteraria precisa, combinando una vena realista e classicista, con versi ricchi di termini aulici e citazioni colte.
L'"Inno a Satana" critica la superstizione religiosa e il dogmatismo, esaltando la libertà del pensiero laico e il progresso.
La poesia esprime il dolore per la morte del figlio, con temi di ciclicità della natura e la contrapposizione vita-morte, usando la metafora padre-pianta e figlio-fiore.