Concetti Chiave
- I versi di Carducci, noti come rime barbare, combinano metrica latina e accenti italiani, creando un suono unico e straniante.
- La poesia riflette sulla decadenza e l'indifferenza moderna, evocando il glorioso passato delle Terme di Caracalla.
- Un'atmosfera malinconica pervade il paesaggio, con il vento umido che attraversa la pianura e i monti innevati sullo sfondo.
- Gli elementi naturali e i passanti distratti sottolineano il contrasto tra la maestosità antica e la modernità disinteressata.
- Carducci invoca la febbre, antica divinità, per risvegliare la grandezza dormiente di Roma dalle preoccupazioni contemporanee.
Indice
Metrica Latina e Rime Barbare
Ha provato ad usare la metrica latina, che si basava sulla quantità delle vocali mentre quella italiana si basava sugli accenti. I suoi versi infatti vengono chiamati rime barbare poiché il suono era strano. Era appassionato della letteratura latina e molti dei suoi scritti hanno titoli latini.
Poesia di Carducci
Questa è la poesia di Carducci ufficiale per cui è stato amato.
Parla della storia e della situazione dell’Italia, di ciò che essa ha avuto, del suo passato che però non sfrutta.Decadenza e Indifferenza
Egli parla dell’indifferenza dei passanti e queste terme gli danno l’impressione di decadenza e declino. Lui pensa a che cosa è stato questo luogo all’epoca dei romani e invoca la febbre, la malaria, che era un’antica divinità ad allontanare le preoccupazione e l’indifferenza dagli uomini moderni.
Vento e Mura Romane
Il vento dalla pianura triste e isolata si muove umido: in fondo stanno i monti albani (poesia sul monte Socrate di Orazio) bianchi di neve. Alzato sulle trecce grigie il velo verde nel libro una donna inglese cerca queste mura romane minacciose verso il cielo e verso il passare del tempo turista non guarda il monumento ma cerca nel suo libro
Corvi e Auguri
Volano sopra queste mura i corvi come fluttuassero contro 2 muri, come fossero vecchi giganti, pare che dica l’augure stormo augure perché nel passato il volo degli uccelli prediva il futuro.
Suono e Indifferenza
Cupo attraverso l’aria viene da Laterano il suono delle campane e un contadino della ciociaria fischiando con tono grave tra la folta barba passa ma non guarda.
Invocazione alla Febbre
Febbre io qui ti invoco divinità presente febbre era una divinità poiché era considerato divino tutto ciò che non si poteva spiegare. Se ti furono cari gli occhi piangenti della madre che ti pregavano di lasciare i suoi figli, se ti fu caro sull’alto Paladino l’antico andando con la barca la sera tra il campidoglio e l’aventino il reduce romano guardava in alto la città quadrata illuminata dal sole e mormorava un lento inno a saturno.
Grandezza di Roma
Febbre ascoltami e allontana da qui gli uomini moderni e i loro piccoli interessi: questo luogo straordinario è sacro, la dea Roma qui dorme la sua grandezza è assopita e gli uomini devono svegliarla.
Simbolismo e Ammirazione
Poggiato il capo sul Palatino, aperte le braccia tra il Celio e l’Aventino attraverso la via Capena stende le forti braccia verso l’Appia = come se fosse una donna.
E la parte più ammirata della poesia di Carducci, e queste poesie diventeranno poi inni fascisti.
L’Italia ha avuto questo periodo in cui è riuscita ad ottenere la sua libertà.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica principale delle "Rime Barbare" di Carducci?
- Come viene descritta la decadenza e l'indifferenza nella poesia di Carducci?
- Qual è il simbolismo associato ai corvi e agli auguri nella poesia?
- Qual è l'invocazione alla febbre nella poesia di Carducci?
Le "Rime Barbare" di Carducci si distinguono per l'uso della metrica latina, basata sulla quantità delle vocali, che risulta in un suono considerato strano rispetto alla metrica italiana tradizionale.
Carducci descrive la decadenza e l'indifferenza attraverso l'immagine delle terme romane, evocando un senso di declino e invocando la febbre come divinità per allontanare le preoccupazioni moderne.
I corvi che volano sopra le mura romane simboleggiano gli auguri, poiché nel passato il volo degli uccelli era interpretato come un presagio del futuro.
Carducci invoca la febbre come una divinità, chiedendole di allontanare gli uomini moderni e i loro piccoli interessi, per risvegliare la grandezza assopita di Roma.