Concetti Chiave
- Gabriele D'Annunzio, nato nel 1863 a Pescara, è stato un influente intellettuale italiano, noto per il suo stile di vita lussuoso e le sue opere letterarie ispirate all'Estetismo e al superuomo di Nietzsche.
- D'Annunzio era un sostenitore dell'intervento italiano nella Prima Guerra Mondiale e si distinse per imprese audaci, come il volo su Vienna, dimostrando il suo spirito nazionalista e avventuroso.
- Nel romanzo "Il piacere", il protagonista Andrea Sperelli rappresenta l'ideale dell'esteta: un uomo raffinato e amante del bello, ma moralmente debole e incapace di agire con autenticità.
- D'Annunzio identifica le contraddizioni dell'estetismo attraverso Sperelli, mettendo in luce la fragilità di un'esistenza basata sulla finzione e sull'apparenza, destinata all'isolamento.
- Il Vittoriale degli Italiani, la villa-museo di D'Annunzio sul lago di Garda, simboleggia la sua idea di vita artistica e il suo desiderio di lasciare un'impronta duratura nella cultura italiana.
Indice
La Vita di Gabriele D'Annunzio
Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 da un’agiata famiglia borghese. D’Annunzio debutta all’età di 16 anni con un libretto di versi, Primo Vere, e a diciotto anni si trasferisce a Roma per frequentare l’università, dove divenne una figura molto importante tra gli intellettuali del tempo. Successivamente si trasferì in una lussuosa villa vicino Firenze piena di opere d’arte.
Il Tenore di Vita e i Debiti
Nonostante venisse pagato sempre di più, D’Annunzio si indebitò per il suo tenore di vita principesco (la villa della Capponcina, l’acquisto di opere d’arte, le svariate relazioni con donne altolocate, come l’attrice Eleonora Duse). Quando la situazione precipitò scappò in Francia dove continuò l’attività letteraria.
Il Ruolo nella Prima Guerra Mondiale
Rientrò, però, in Italia con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, infatti, D’Annunzio fu un convinto sostenitore dell’intervento italiano nel conflitto mondiale. Si arruolò nell’aviazione e fu protagonista di alcune imprese spettacolari e particolarmente ardite come il volo su Vienna, sorvolò in aereo la città cospargendola di manifesti inneggianti l’Italia.
Al termine della guerra si fece portavoce del malcontento generale del popolo insoddisfatto per la vittoria “mutilata” (detta così perché non avevano ottenuto tutti i territori sperati, tra cui la città di Fiume) decidendo di occupare con un gruppo di volontari Fiume, anche se dovette presto ritirarsi. Dal 1921 si stabilì in una villa a Gardone, sul lago di Garda, che trasformò in un museo di sé stesso chiamato il “Vittoriale degli italiani” dove trascorse i suoi ultimi anni di vita. Morì nel 1938.
L'Estetismo e il Superuomo
La produzione artistica e letteraria del poeta fu molto influenzata da un movimento letterario noto come Estetismo e dal filosofo tedesco Friedrich Nietzsche.
L’Estetismo è un movimento artistico-letterario sviluppatosi a fine Ottocento nell’ambito di un altro movimento artistico, il Decadentismo. Un altro scrittore esteta importante è Oscar Wilde. Secondo loro, l’esistenza doveva essere unicamente dedicata alla ricerca del bello e l’artista aveva il compito di trasformare la sua vita in un’opera d’arte, circondandosi di piaceri raffinati; l’esteta rifiutava la realtà meschina vivendo in una dimensione, impossibile da raggiungere per una persona comune, sublime e artistica. Una teoria originariamente elaborata da Nietzsche, ma che poi D’Annunzio fece sua, è la teoria del “superuomo”: questa teoria si rivede molto nei personaggi dei romanzi dell’autore. I personaggi dei suoi romanzi sono uomini che, come unico scopo, hanno la realizzazione di sé stessi e del proprio piacere, essendo convinti di essere unici e superiori alle masse e per questo pensano di avere il diritto di esercitare il proprio potere. Ispirandosi al concetto del super uomo di Nietzsche, e identificandosi lui stesso come tale, arriva ad autoproclamarsi poeta vate: credendosi superiore alla massa, la figura di guida del popolo risulta perfetta per lui. L’autore però, si accorge di una cosa, cioè, che l’esteta, in questa sua finzione è debole: non può davvero opporsi o fare qualcosa contro ciò che sta accadendo intorno a lui. Questa debolezza viene rappresentata nel personaggio di Andrea Sperelli, protagonista de “Il piacere”, alter ego di D’annunzio stesso con il quale lui adotta un atteggiamento impietosamente critico. Andrea è infatti, da una parte, l’incarnazione dell’esteta: individualista, amante del bello, disprezzante nei confronti di tutto ciò che è mediocre e/o ordinario, ma allo stesso tempo è un uomo dalla volontà debole, distrutto e svilito dalla stessa che lo lascia completamente privo di moralità.
Il Piacere e Andrea Sperelli
Il piacere è la storia di Andrea Sperelli Fieschi d'Ugenta, un giovane aristocratico acculturato d’arte. Il romanzo è diviso in quattro parti che non seguono un ordine cronologico.
Nella prima parte il conte Andrea Sperelli aspetta impaziente Elena Muti, la sua ex amante da cui è stato abbandonato qualche mese prima, l’incontro non va però come sperato. Nella seconda parte viene raccontato, attraverso un lugo flashback, cosa succede dopo che viene lasciato, decide di vivere una vita mondana ed inizia a frequentare svariate donne fino a rimanere gravemente ferito in duello dal marito di una di esse. Andrea trascorre la convalescenza a villa Schifanoja dove incontra Maria Ferres, donna casta e religiosa di cui si invaghisce e che intende ad ogni costo conquistare. Nel frattempo, tornata a Roma anche Elena ed Andrea decide di fare sue entrambe le donne. Finisce il flashback e si ritorna all’inizio del romanzo. Il conte finisce così per conquistare Maria, ma in mente ha ancora Elena e per sbaglio chiama Maria col suo nome. Dopo ciò Maria scappa e Andrea resta infine solo.
Critica all'Estetismo
Andrea Sperelli è, per molti aspetti, l’impersonificazione dell’autore: nel personaggio D’Annunzio proietta molto di sé (dalle sue esperienze biografiche, i suoi gusti, le sue ambizioni ed i suoi atteggiamenti, come anche il suo stile di vita) rivedendosi perfettamente nel personaggio: Andrea è stato educato a costruire la propria esistenza come “un’opera d’arte” e nello stesso tempo a dominare e a possedere. Abita in un palazzo del Cinquecento pieno di opere d’arte e di oggetti raffinati…
Nonostante ciò, l’autore, da una parte elogia questo suo stile di vita raffinato, dall’ altra però mette in evidenza tutte le debolezze morali di Andrea, tra cui la debolezza della figura dell’esteta incapace di opporsi ad un mondo dominato dalla borghesia in ascesa e destinato quindi ad un isolamento in cui il culto della bellezza si trasforma in falsità e menzogna.
Andrea basa la sua intera esistenza su questa una finzione e ciò gli fa sviluppare un rapporto distaccato con tutto ciò che lo circonda: gli oggetti che colleziona, gli ambienti che frequenta e soprattutto le numerose donne a cui è legato, è un uomo dalla volontà debolissima, privo di autenticità, incapace di agire spontaneamente o di provare veri sentimenti ed incapace di scegliere tra l’amore di due donne.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il contesto familiare di Gabriele D'Annunzio?
- Come ha gestito D'Annunzio il suo tenore di vita e quali furono le conseguenze?
- Quale fu il ruolo di D'Annunzio durante la Prima Guerra Mondiale?
- In che modo l'Estetismo e la teoria del "superuomo" influenzarono D'Annunzio?
- Qual è la critica di D'Annunzio all'Estetismo attraverso il personaggio di Andrea Sperelli?
Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara nel 1863 in una famiglia borghese agiata. Debuttò a 16 anni con un libretto di versi e si trasferì a Roma per l'università, diventando una figura importante tra gli intellettuali.
D'Annunzio mantenne un tenore di vita principesco che lo portò a indebitarsi, nonostante i crescenti guadagni. Alla fine, fuggì in Francia per sfuggire ai debiti.
D'Annunzio fu un sostenitore dell'intervento italiano nella guerra, arruolandosi nell'aviazione e compiendo imprese spettacolari come il volo su Vienna, dove lanciò manifesti inneggianti l'Italia.
L'Estetismo e la teoria del "superuomo" di Nietzsche influenzarono profondamente D'Annunzio, che si identificò come poeta vate e creò personaggi nei suoi romanzi che incarnavano queste idee.
D'Annunzio critica l'Estetismo attraverso Andrea Sperelli, che rappresenta le debolezze morali dell'esteta, incapace di opporsi al mondo borghese e destinato a un isolamento in cui il culto della bellezza diventa falsità.