Concetti Chiave
- "La pioggia nel pineto" è una poesia di quattro strofe, composta tra luglio e agosto 1902, ambientata nella pineta di Marina di Pisa.
- Il poeta, accompagnato da Ermione, esplora un linguaggio naturale distinto dalle parole umane, invitando all'ascolto della pioggia.
- La poesia utilizza il simbolismo per fondere esseri umani e natura, con la pioggia che diventa una sinfonia di suoni naturali.
- Attraverso similitudini, i protagonisti subiscono una "metamorfosi panica", immergendosi completamente nella natura circostante.
- La musicalità culmina nella parte finale, con versi brevi e ripetuti inviti all'ascolto, enfatizzando l'esperienza sensoriale del poema.
Indice
Origine e contesto della poesia
“La pioggia nel pineto” è una lunga poesia di quattro strofe da 32 versi ciascuna, composta dal nostro poeta in una data imprecisata che, tuttavia, si pensa essere compresa fra luglio e agosto del 1902.
Inoltre, è curioso notare che la eco di questi stessi versi, si avverta, forte e chiara, in alcuni appunti del suo taccuino, risalenti a qualche anno prima; era abitudine del poeta, infatti, quella di “fissare” in prosa spunti di immagini e percezioni, in modo da poterli, poi, rielaborare poeticamente, in un momento successivo.
Di dolce semplicità, è la natura del contesto descritto: il poeta viene sorpreso da una pioggia estiva, mentre si trova in compagnia dell’amata (qui cantata come “Ermione”), nella pineta di Marina di Pisa.
Non appena il poeta, meravigliato intermediario fra natura e umanità, avverte le prime delicate gocce di pioggia accarezzare la sua pelle, quasi preso da un “dovere naturale”, si ferma, ed invita l’amata, con un imperativo esortativo (“Taci”), ad ascoltare un linguaggio diverso dal comune; la invita ad ascoltare il linguaggio che nulla c’entra con le “umane parole”, ma che, al contrario, è emanazione dello spirito più profondo e lontano del bosco.Simbolismo e metamorfosi
A poco a poco, cominciano ad apparire fra i versi i primi segni di quella naturalizzazione dell’umano ed umanizzazione della natura, tipici del simbolismo; ed è così che, comincia a piovere sui “volti silvani” dei due amanti, e il rumore della pioggia diventa quasi un pianto umano; quest’ultimo cade sulle fronde, creando mille diverse combinazioni di sinfonie, così che, metaforicamente, gli alberi non sono altro che strumenti suonati grazie alle dita della pioggia.
Ma D’Annunzio non si accontenta di questo; nella sua poesia, infatti, enfatizza a tal punto queste caratteristiche di stampo simbolista, da mettere in scena, grazie alle numerose similitudini, una vera e propria “metamorfosi panica” dei due protagonisti: entrambi si fondono completamente nella natura circostante.
Metamorfosi di Ermione e del poeta
Prima la bella Ermione, che, “creatura terrestre”, alla fine della seconda strofa, raggiunge l’apice della trasformazione: il suo volto euforico, è imbevuto di pioggia come una foglia, ed i suoi capelli profumano come le luminose ginestre del v.16; subito dopo, all’inizio dell’ultima strofa, anche il poeta compie la sua metamorfosi: lui e l’amata che, come uscita dalla corteccia di un albero e ormai di carnagione più simile al verde che al bianco, hanno in petto un cuore che è come pesca intatta, tra le palpebre, gli occhi come vene d’acqua fra le erbe, i denti, bianchi come mandorle acerbe, e vagano, ora insieme ed ora separati, “chi sa dove, chi sa dove!”.
Musicalità e struttura finale
La parte finale della poesia, sembra il ritornello di una canzone, e non è un caso, infatti, che costituisca l’apice della musicalità che caratterizza l’intera poesia (si vedano l’utilizzo di versi brevi, giochi d’incastri tra parole, i ripetuti inviti all’ascolto).
D’Annunzio, infatti, riprende qui i v.v 20-32, cambiando in minima parte i pronomi personali utilizzati; se nella strofa precedente, a vivere la bella favola d’amore, era il poeta, a differenza della lontananza della donna, adesso, i ruoli sono invertiti, e se ad essersi allontanato è il poeta, la donna, vive ancora quell’amore per lui.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il contesto della poesia "La pioggia nel pineto"?
- Quali elementi simbolisti sono presenti nella poesia?
- Come avviene la metamorfosi di Ermione e del poeta?
- Qual è il ruolo della musicalità nella struttura finale della poesia?
- Come si sviluppa la relazione tra il poeta e l'amata nella poesia?
La poesia è composta da quattro strofe di 32 versi ciascuna, scritta tra luglio e agosto del 1902. Il poeta viene sorpreso da una pioggia estiva nella pineta di Marina di Pisa, in compagnia dell'amata Ermione.
La poesia presenta la naturalizzazione dell'umano e l'umanizzazione della natura, con la pioggia che diventa un pianto umano e gli alberi strumenti suonati dalla pioggia, culminando in una "metamorfosi panica" dei protagonisti.
Ermione raggiunge l'apice della trasformazione alla fine della seconda strofa, mentre il poeta compie la sua metamorfosi all'inizio dell'ultima strofa, entrambi fondendosi completamente con la natura circostante.
La parte finale della poesia è simile a un ritornello musicale, caratterizzata da versi brevi e giochi d'incastri tra parole, culminando nell'apice della musicalità dell'intera opera.
La relazione evolve attraverso una metamorfosi simbolista, con i ruoli che si invertono nella parte finale, dove il poeta si allontana mentre la donna continua a vivere l'amore per lui.