Concetti Chiave
- La poesia esprime la consapevolezza del dolore e della sofferenza nella vita quotidiana.
- Il male di vivere è rappresentato attraverso immagini potenti e suggestive, come un ruscello ostacolato o una foglia secca.
- L'indifferenza è vista come l'unico rimedio per sfuggire alla coscienza del dolore.
- Il bene è identificato con il prodigio della divina indifferenza, paragonata a una statua o una nuvola.
- Scritta nel 1924, la poesia è parte della raccolta "Ossi di seppia" pubblicata nello stesso anno.
Spesso il male di vivere ho incontrato di E. Montale
La poesia fa parte della raccolta ''Ossi di seppia''. Il poeta è consapevole che il dolore e la sofferenza, ogni giorno, si possono incontrare nella vita degli esseri viventi. L'unico rimedio per sfuggire a questo è l'indifferenza: l'unico mezzo con cui cancellare la coscienza del dolore.
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Spesso nel corso della mia vita ho incontrato il dolore legato all'esistenza di ogni essere vivente.
Il dolore era come un ruscello che quando viene ostacolato produce un rumore rauco; come l'accartocciarsi di una foglia secca; come un cavallo stanco che crolla a terra.Non ho mai conosciuto altro bene al di fuori del miracolo che concede l'indifferenza divina. L'indifferenza è serena come la statua immobile nella sonnolenza del pomeriggio, la nuvola e il falco che vola alto nel cielo.
La poesia scritta nel 1924 fa parte della raccolta Ossi di Seppia, pubblicata nello stesso anno.