Concetti Chiave
- Il sogno del prigioniero di Montale esplora il mal di vivere attraverso una lente politica e storica, riflettendo le cicatrici lasciate dal nazismo e fascismo.
- La poesia utilizza metafore gastronomiche per rappresentare la violenza e la sofferenza, accostando l'idea del banchetto alla carneficina.
- L'amore per una donna amata emerge come l'unica via di fuga dalla tragica condizione del prigioniero.
- Il componimento risale al 1956, un periodo segnato da conflitti e totalitarismi persistenti come lo stalinismo.
- Montale impiega il correlativo oggettivo, evocando emozioni attraverso oggetti e situazioni quotidiane anziché esprimerle direttamente.
Indice
La Cella del Prigioniero
Qui nella cella del prigioniero, fra l’alba e la notte non esiste tanta differenza.
Il volo degli stormi secondo una linea spezzata intorno alle torri di guardia
Nei giorni di battaglia, la mia sola immagine di libertà,
una debole corrente d’aria fredda,
l’occhio del capo dei secondini attraverso lo spioncino,
un rumore di noci che vengono schiacciate, un rumore di olio
che frigge proveniente su dalle cantine, girarrosti
forse esistenti io non – ma la paglia è simile a oro,
la luce rossastra della lanterna è come un focolare
se dormendo, mi immagino di essere ai tuoi piedi.
La Purga e la Conformità
La purga è presente nella storia di ogni tempo, senza una ragione
Corre voce che chi rinuncia alle proprie idee e si conforma a quelle dominanti
può salvarsi da questo sterminio simile a quello delle oche;che colui che fa ammenda delle sue colpe, ma tradisce,
e vende il proprio simile, afferra il mestolo
invece di termina la propria vita nel pasticcio di carne
destinato agli Dei della peste.
Identificazione e Immaginazione
Stremato sia dal punto di vista mentale che psicologico, pieno di ferite
dallo scomodo giaciglio irto di elementi pungenti, mi sono identificato
con il volo di una tarma che la suola della mia scarpa
schiaccia sul pavimento,
con i riflessi di colore cangiante delle luci (che suscitano l’immagine variopinta di un kimono giapponese
provenienti dai torrioni al momento dell’aurora,
ho sentito nel vento l’odore di bruciato
di biscotti proveniente dai forni,
mi sono guardato intorno, ho immaginato con la fantasia
degli arcobaleni sulle ragnatele
e petali di fiori sulle inferriate delle finestre,
mi sono alzato, sono ricaduto
nel fondo, laddove un secolo corrisponde ad un minuto.
e i colpi si ripetono e con essi i passi,
e non so ancora se sarò presente al banchetto
come cuoco o come materia prima per preparare il farcito.
L’attesa è lunga,
il sogno di te, o mia donna, non è ancora terminato
Il Sogno e la Storia
Il componimento risale al 1956 quando le ferite provocate dal nazismo e dal fascismo non erano ancora rimarginate e il mondo era ancora interessato da conflitti tremendi o alcuni totalitarismi, come lo stalinismo, erano ancora duri a morire.
Il tema è il mal di vivere presente in molte liriche di Montale, ma qui esso acquista una connotazione più politica e coincide con una visione storica della realtà dove predomina la violenza e l’intolleranza. Il momento storico fa sì che la manifestazione di un male esistenziale personale acquisisca una portata universale; infatti non si tratta di un prigioniero di una particolare situazione storica, ma il prigioniero di sempre, travolto e ridotto alla sofferenza. L’unico modo per sfuggire ad una situazione così tragica è offerto dall’amore per la donna amata che nella poesia diventa oggetto del suo sogno.
Metafore Gastronomiche e Correlativo Oggettivo
La poesia è costruita su tutta una serie di metafore gastronomiche: l’idea del banchetto è accostata all’idea della carneficina, il rumore dell’olio che frigge, i girarrosti reali o supposti, il prigioniero che rischia di essere ridotto in un pasticcio di carne, l’oppressore che diventa cuoco ed afferra il mestolo,l’oppresso che potrebbe essere trasformato in materia prima per preparare il farcito se non si inchina all’idea del vincitore e se non riconosce le sue presunte colpe.
La poesia costituisce un esempio molto significativo di correlativo oggettivo perché invece di esprimere delle emozioni, trova nella realtà concreta e quotidiana oggetti, situazioni, fatti capaci di evocarle.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato della "Cella del Prigioniero" nella poesia?
- Come viene descritta la "Purga e la Conformità"?
- In che modo l'"Identificazione e Immaginazione" si manifesta nel testo?
- Qual è il contesto storico de "Il Sogno e la Storia"?
- Qual è il ruolo delle "Metafore Gastronomiche e Correlativo Oggettivo" nella poesia?
La "Cella del Prigioniero" rappresenta una condizione di oppressione e mancanza di libertà, dove il prigioniero trova conforto solo nell'immaginazione e nei sogni di amore.
La purga è vista come un fenomeno storico ricorrente, dove la conformità alle idee dominanti può salvare dalla distruzione, ma al costo di tradire e vendere i propri simili.
L'identificazione avviene attraverso immagini di sofferenza e fantasia, come il volo di una tarma schiacciata e arcobaleni immaginari, riflettendo una fuga dalla realtà dolorosa.
Il componimento risale al 1956, un periodo segnato dalle ferite del nazismo e del fascismo, e da conflitti e totalitarismi persistenti, dove il mal di vivere assume una dimensione universale.
Le metafore gastronomiche collegano l'idea del banchetto alla carneficina, mentre il correlativo oggettivo utilizza oggetti e situazioni quotidiane per evocare emozioni senza esprimerle direttamente.