Concetti Chiave
- Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896 e trascorse l'infanzia tra Genova e Monterosso, un paesaggio che influenzò profondamente la sua poesia.
- Dopo la Prima Guerra Mondiale, Montale pubblicò la sua prima raccolta di versi, "Ossi di Seppia", e prese una posizione antifascista firmando il "Manifesto degli intellettuali antifascisti".
- Nel 1927 si trasferì a Firenze, dove lavorò al "Gabinetto scientifico letterario Viesseux", ma fu costretto a dimettersi nel 1938 a causa del suo rifiuto di aderire al partito fascista.
- Montale fu un esponente di spicco della poesia italiana, ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1975 e fu nominato senatore a vita nel 1967.
- I temi principali della sua poesia includono l'insensatezza della vita, il "male di vivere", e riflessioni sull'animo umano, caratterizzati da uno stile prosastico e ironico.
Indice
Infanzia e formazione di Montale
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896 da una famiglia borghese. Trascorse la sua fanciullezza tra Genova e Monterosso, nelle Cinque Terre. Quel paesaggio ligure, marino ed assolato, ma anche arido e scosceso, caratterizza la sua poesia sin dalle prime esperienze.
A causa della sua salute un po’ malferma, venne avviato agli studi di ragioneria, ma egli si appassionò soprattutto ai libri di poesia e di narrativa.
Prese anche lezioni di canto, ma rinunciò alla sua carriera musicale dopo la morte del suo maestro.
Carriera e impegno antifascista
Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale, tornò a Genova, dove conobbe alcuni dei più prestigiosi intellettuali del tempo, tra cui Piero Gobetti, uomo di cultura e prestigioso esponente dell’antifascismo, che nel 1925 curò l’edizione della la sua prima raccolta di versi, intitolata Ossi di Seppia. Nello stesso anno prende posizione contro il regime fascista, firmando il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”, redatto dal filosofo Benedetto Croce.
Vita a Firenze e Milano
Nel 1927 si trasferì a Firenze dove ottenne il posto di direttore del “Gabinetto scientifico letterario Viesseux”, prestigioso centro culturale della città. Nel 1938 però è costretto a dimettersi da questo incarico perchè si rifiuta di prendere la tessera del partito fascista.
Dopo la seconda guerra mondiale, si trasferì a Milano dove di dedicò stabilmente all’attività di giornalista presso il “Corriere della Sera” e di critico musicale presso il “Corriere dell’Informazione”.
Riconoscimenti e opere principali
Divenuto il più prestigioso esponente della poesia italiana, venne nominato nel 1967 senatore a vita per i suoi meriti letterari e nel 1975 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore nel 1970 a Milano.
Tra le sue opere vanno ricordate Le occasioni, dove sono rappresentati gli spiragli che la vita offre contro la solitudine e le sconfitte, La bufera e altro, e Satura, che contiene la poesia Xenia, dedicata alla moglie morta nel 1963.
Temi e stile della poesia di Montale
Alla base della poesia di Montale troviamo l’insensatezza della vita, l’impossibilità umana di uscire da un’esistenza soffocante e disperata e quello che il poeta stesso ha definito ”il male di vivere”, cioè il dolore presente in tutte ciò che circonda. Ogni consolazione è vana, inutile: da qui l’atteggiamento di isolamento e di “orgogliosa” solitudine nei confronti della vita. I temi preferiti della sua poesia sono quindi, oltre alla contemplazione della natura e dei suoi paesaggi, le profonde riflessioni sull’animo umano e sui suoi problemi.
Si tratta di una poesia metafisica che nasce dallo scontro della ragione contro qualcosa che non è ragione.
La sua poesia sceglie uno stile basso e prosastico, in cui la parodia, l'ironia amara, il tono epigrammatico sostituiscono quello lirico.
Domande da interrogazione
- Quali sono stati i primi anni di vita e formazione di Eugenio Montale?
- Come si è manifestato l'impegno antifascista di Montale?
- Quali sono stati i principali riconoscimenti e opere di Montale?
- Quali sono i temi e lo stile caratteristici della poesia di Montale?
Eugenio Montale nacque a Genova nel 1896 e trascorse la sua infanzia tra Genova e Monterosso. Nonostante la sua salute malferma, si appassionò alla poesia e alla narrativa, abbandonando una potenziale carriera musicale dopo la morte del suo maestro.
Montale partecipò alla prima guerra mondiale e, nel 1925, firmò il "Manifesto degli intellettuali antifascisti" redatto da Benedetto Croce, prendendo una posizione chiara contro il regime fascista.
Montale fu nominato senatore a vita nel 1967 e ricevette il premio Nobel per la letteratura nel 1975. Tra le sue opere principali ci sono "Le occasioni", "La bufera e altro", e "Satura".
La poesia di Montale esplora l'insensatezza della vita e il "male di vivere". I suoi temi includono la contemplazione della natura e riflessioni sull'animo umano, con uno stile basso e prosastico, caratterizzato da parodia, ironia amara e tono epigrammatico.