alexmont
Ominide
6 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • Nel Canto III, Dante incontra gli scomunicati, che devono attendere un periodo di purificazione 30 volte più lungo rispetto alle altre anime.
  • Virgilio spiega a Dante che le anime, pur essendo incorporee, percepiscono sofferenze, e sottolinea che la ragione umana è limitata, richiedendo fede per raggiungere la salvezza.
  • Dante incontra l'anima di Manfredi, che, nonostante la scomunica, si è pentito e ricevuto la grazia divina al momento della morte.
  • La scomunica, istituita dalla Chiesa, era temuta come atto giuridico che escludeva dalla comunità, influenzando anche i poteri dei re.
  • Scolastica dantesca distingue tra teologia e filosofia, con la filosofia utile alla comprensione delle verità rivelate attraverso le Scritture e l'autorità della Chiesa.

Indice

  1. L'angoscia di Virgilio e la fede
  2. L'incontro con Manfredi
  3. La scomunica e il pentimento
  4. La filosofia scolastica di Dante

L'angoscia di Virgilio e la fede

In questo canto ritroviamo gli scomunicati, che per contrappasso devono restare un tempo 30 più grande delle altre anime, prima di intraprendere il loro viaggio di purificazione. L’inizio del canto si ricollega al secondo canto: Virgilio è rimasto angosciato dal rimprovero subito da Catone, perché anche lui che era la guida di Dante, si era lasciato prendere dal momento idillico creato da Casella.

Il sole intanto stava sorgendo, e proiettava l’ombra di Dante sul terreno, ma non quella di Virgilio, al che Dante si fermò sorpreso. Virgilio disse che era normale siccome era un’anima, ma nonostante questo le anime pativano i dolori inferti dalle pene che dovevano scontare. Gli uomini mortali non possono sapere come gli uomini privi di corpo sento il caldo, il freddo e le sofferenze: “Siate contenti, perché se aveste potuto capire, non era necessario che Maria partorisse Cristo”. L’uomo infatti poteva giungere fino ad una certa conoscenza, oltre c’è la follia: dopo la ragione interviene la fede, solo chi lo capisce raggiunge la salvezza, ecco perché Dante nomina Aristotele e Platone, invitando all'umiltà e ad un utilizzo sensato della ragione, che se viene privata della fede, porta alla frustrazione.

L'incontro con Manfredi

Intanto i due poeti hanno raggiunto i piedi del monte e, mentre Virgilio si chiedeva da che parte fosse più agevole salire senza ali, Dante scorge un gruppo di anime a cui chiedere aiuto. Codeste, vedendo Dante ancora vivo se ne meravigliano, ma una di loro si fa avanti e comincia a parlare con Dante: “Cerca di ricordare se nel mondo dei vivi mi hai mai conosciuto”. Era un giovane alto, biondo e di aspetto nobile, la cui bellezza era deturpata da un profondo taglio sul petto. “Io sono Manfredi, nipote dell’imperatrice Costanza, perciò ti prego, quando tu tornerai nel mondo dei vivi, vai dalla mia bella figlia, madre dei re di Sicilia e di Aragona, e dille la verità sulla mia morte, poiché io non mi ritrovo nella dannazione eterna. Le mie ossa le bagna la pioggia e le agita il vento, fuori dal regno di Napoli, vicino al fiume Verde, dove il vescovo le fece trasportare con i ceri spenti”. Gli scomunicati, infatti, secondo la tradizione ecclesiastica non aveva diritto alla luce.

La scomunica e il pentimento

Era a capo dei ghibellini e diede una valida mano nella battaglia di Montaperti, tuttavia non riuscì a vincerla. La Chiesa cristiana fin dai primi secoli ha istituito dei mezzi di controllo per tutto quello che poteva essere al di fuori dell’ortodossia. Già nel Concilio di Nicea del 325, i vescovi si riunivano e fu sancita proprio la scomunica: dal latino “excomunicare”, cioè escludere dalla comunità. La scomunica era un atto giuridico di cui tutti avevano paura, persino i re, poiché toglieva loro il diritto di comandare i propri sudditi. Manfredi, essendo stato scomunicato, non fu sepolto, e il suo corpo fu abbandonato. Egli però si era pentito in punto di morte e ciò gli aveva assicurato la grazia divina. Infatti, secondo la Chiesa, chiunque si penta in punto di morte può essere salvato, purché il pentimento sia perfetto e completo.

La filosofia scolastica di Dante

Il quia a cui si riferisce Dante non è altro che l’accertamento dell’esistenza dell’oggetto. Il quia est è ciò che un oggetto è; il quod est è cosa esso è; il quomodo est in che modo sia; il quid sit è conoscere la sua essenza; il propter quid sit è il comprendere perché esso esista. Mentre la prima operazione conoscitiva è propria delle menti comunica, l’ultima appartiene unicamente a Dio. Se l’oggetto in questione è Dio stesso, allora il filosofo deve fermarsi al primo stadio, come diceva S. Tommaso, e cioè conoscere che Dio è e non la sua essenza né i motivi del suo operato. La scolastica di Dante è strutturata su due forme di insegnamento:

1. La lectio che sarebbe il commento di un testo

2. La disputatio è l’esame di una questione attraverso l’analisi di tutti i possibili argomenti a favore o contro.

Ma il fine della filosofia scolastica è quello di condurre l’uomo alla compressione delle verità rivelate non attraverso la produzione di nuove dottrine, ma attraverso il ricorso alle Sacri Scritture e alle autorità della chiesa. S. Tommaso sostiene la distinzione tra teologia e filosofia, definendo i diritti della filosofia e sostenendola utili alla preparazione per la prima. Pur sostenendo i militi della ragione umana, Tommaso riconosce la capacità di accedere alla conoscenza dell’uomo e del creato attraverso la fede: l’esistenza di Dio può essere dimostrata proprio vedendo tutto quello che ha creato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del contrappasso per gli scomunicati nel canto di Dante?
  2. Gli scomunicati devono restare un tempo 30 volte più lungo delle altre anime prima di iniziare il loro viaggio di purificazione, come contrappasso per la loro scomunica.

  3. Come reagisce Virgilio al rimprovero di Catone e cosa rappresenta questo per Dante?
  4. Virgilio è angosciato dal rimprovero di Catone, poiché si era lasciato distrarre dal momento idillico creato da Casella. Questo episodio sottolinea l'importanza della fede e della ragione per Dante.

  5. Chi è Manfredi e quale messaggio affida a Dante?
  6. Manfredi è un giovane nobile, nipote dell'imperatrice Costanza, che chiede a Dante di dire alla sua figlia la verità sulla sua morte, poiché non è dannato eternamente grazie al suo pentimento in punto di morte.

  7. Qual è il significato della scomunica e come ha influenzato Manfredi?
  8. La scomunica, un atto giuridico che esclude dalla comunità, ha impedito a Manfredi di essere sepolto. Tuttavia, il suo pentimento in punto di morte gli ha garantito la grazia divina.

  9. Come si struttura la filosofia scolastica di Dante e qual è il suo scopo?
  10. La filosofia scolastica di Dante si basa sulla lectio e la disputatio, con l'obiettivo di comprendere le verità rivelate attraverso le Sacre Scritture e le autorità della chiesa, distinguendo tra teologia e filosofia.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community