Concetti Chiave
- Andreuccio di Pietro, un giovane mercante perugino, si ritrova coinvolto in una serie di disavventure a Napoli a causa della sua ingenuità, cadendo nelle trappole di una prostituta e di due ladri.
- La prostituta siciliana usa la sua astuzia per ingannare Andreuccio, facendogli credere di essere sua sorella illegittima, solo per derubarlo di tutti i suoi averi.
- Durante una notte a Napoli, Andreuccio viene coinvolto in un furto nella tomba dell'Arcivescovo da due compari, ma riesce a fuggire con un prezioso anello di rubini.
- Il cocchiere innamorato della regina Teodolinda utilizza la sua astuzia per giacere con lei, ma riesce a evitare la punizione del re tagliando i capelli a tutti i servitori.
- Federigo degli Alberighi, innamorato di monna Giovanna, sacrifica il suo prezioso falcone per offrirle un pranzo, un gesto di amore cortese che alla fine lo porta a riconquistare il cuore di lei.
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Fiammetta
* Tema centrale: liete conclusioni di disgrazie
Indice
- Andreuccio e la sua disavventura a Napoli
- L'inganno della prostituta siciliana
- Il furto nella tomba dell'Arcivescovo
- La figura di Andreuccio e la sua ingenuità
- La prostituta siciliana e la sua astuzia
- L'ambientazione napoletana e i suoi pericoli
- Il tempo e la durata della vicenda
- Il cocchiere innamorato della regina Teodolinda
- L'inganno del cocchiere e la sua astuzia
- Tancredi e l'amore proibito di Ghismonda
- La scoperta e la tragedia di Ghismonda
- La figura forte di Ghismonda
- Federigo degli Alberighi e il suo amore per monna Giovanna
- Il sacrificio di Federigo e la sua ricompensa
- Calandrino e la beffa dell'elitropia
- L'ingenuità di Calandrino e la sua sventura
- L'ipocrisia nel convento lombardo
- La liberalità del marchese Gualtieri
- Le prove di Griselda e la sua fedeltà
Andreuccio e la sua disavventura a Napoli
1) Andreuccio di Pietro da Perugia si reca a Napoli per comprare un cavallo.
L'inganno della prostituta siciliana
2) Al mercato non riesce a concludere nessuna trattativa, ma una prostituta siciliana adocchia la sua borsa contenente 500 fiorini.
3) Andreuccio incontra una sua vecchia serva e gli racconta lo scopo del suo viaggio.
Questa viene poi avvicinata dalla donna siciliana che si fa raccontare nei particolari tutta la vita del giovane.
4) Tornato all'albergo Andreuccio trova ad aspettarlo una servetta dalla donna che gli riferisce l'invito della sua padrona a casa propria. Il giovane accetta volentieri credendo che la siciliana si sia innamorata di lui.
5) Arrivato a casa della "signora" viene accolto molto calorosamente, e lei gli fa credere di essere una sua sorella illegittima.
6) Andreuccio cade nel tranello molto ingenuamente e accetta di restare a mangiare e a dormire a casa della "sorella", ma, quando va in bagno, le assi del pavimento cedono e lui precipita in un vicolo pieno di sporcizia. La "sorella", che non aspettava altro, lo deruba dei soldi e dei vestiti e non lo soccorre.
7) Il giovane capisce l'inganno e cerca di rientrare, ma viene minacciato da un vicino di casa ed è costretto ad andarsene.
Il furto nella tomba dell'Arcivescovo
8) Vagando per la città incontra due compari che, sentita la sua storia, > e lo invitano ad aiutarli a svaligiare la tomba dell'Arcivescovo di Napoli morto il giorno precedente.
9) Andreuccio accetta e, dopo essersi lavato in un pozzo, segue i due nella chiesa maggiore, entra nella tomba e ne estrae tutti i paramenti, ma tiene per sé l'anello di rubini che vale più dei 500 fiorini rubatigli. I due compari non vedendo l'anello chiudono Andreuccio nella tomba e fuggono.
10) Dopo molti tentativi di uscire, il giovane si rassegna alla morte, ma, proprio in quel momento, arrivano altri ladri che aprono la tomba: Andreuccio li spaventa, loro fuggono e lui riesce finalmente ad uscire e a tornare a casa senza aver perso una lira.
La figura di Andreuccio e la sua ingenuità
Il personaggio principale di questa novella è Andreuccio di Pietro. Egli è un bel giovanotto perugino, mercante, ma purtroppo è anche molto ingenuo, credulone e oltretutto è alla prima esperienza di viaggio, infatti non si era mai mosso da casa prima di allora. Questa sua ingenuità e inesperienza lo porta ad esser preda di una donna, prima, e di due uomini, poi, senza alcuno scrupolo che lo imbrogliano in maniera colossale (se la Fortuna non fosse intervenuta in suo aiuto egli avrebbe rischiato di morire tre volte nella stessa serata). Proprio queste caratteristiche lo rendono il simbolo della classe nascente dei piccoli commercianti: contadini o artigiani che decidono di cimentarsi nella difficile arte del commercio per incrementare le proprie ricchezze, ma che rischiano tutto a causa della propria inesperienza e dell'eccessiva furbizia dei "veri" mercanti o dei malviventi che riescono a raggirarli molto facilmente.
La prostituta siciliana e la sua astuzia
Un altro personaggio-simbolo è la prostituta siciliana che, con la sua astuzia e la sua grazia, riesce a derubare il povero Andreuccio per soddisfare la sua sete di denaro. Ella rappresenta, secondo me, un po' tutte le donne del popolo che erano costrette ad arrabattarsi come meglio potevano per riuscire a sopravvivere e, quindi, usavano la loro furbizia per racimolare qualche fiorino in più ingannando qualche viandante o mercante ingenuo come Andreuccio.
L'ambientazione napoletana e i suoi pericoli
La vicenda di Andreuccio si svolge a Napoli: al mercato, nel quartiere malfamato "Malpertugio", nella tomba dell'Arcivescovo appena morto nella chiesa maggiore. Tutti questi luoghi non vengono descritti dettagliatamente dal Boccaccio, ma egli da rilevanza solo ad alcuni particolari che possono essere, allo stesso tempo, esilaranti e spaventosi, come ad esempio la caduta di Andreuccio nel vicolo pieno di liquami oppure l'interno della tomba quando Andreuccio resta chiuso dentro col morto. Un'altra impressione che si ricava dalla descrizione della città è la sua struttura labirintica che richiama di per sé un luogo losco, dove i malviventi la fanno da padroni.
Il tempo e la durata della vicenda
Per quanto riguarda il tempo, come al solito, non è precisato, ma è possibile risalirvi grazie al riferimento alla data della morte dell'Arcivescovo Filippo Minutolo ("Era quel dì seppellito uno Arcivescovo di Napoli, chiamato messere Filippo Minutolo...") che è avvenuta il 24 Ottobre del 1301. La durata dell'episodio è, invece, scandita con estrema precisione dagli indicatori di tempo lungo la narrazione e corrisponde a una giornata (Andreuccio arriva a Napoli la Domenica sera, ma si reca al mercato solo la mattina successiva), durante il quale Andreuccio va al mercato per comperare un cavallo, e una notte, durante la quale viene ingannato dalla prostituta e dai due profanatori di tombe.
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Pampinea
* Tema centrale: acquisizione di qualcosa di molto desiderato grazie all'uso dell'astuzia
Il cocchiere innamorato della regina Teodolinda
1) Il cocchiere della regina Teodolinda si innamora di lei, ma cerca di nascondere la sua passione.
L'inganno del cocchiere e la sua astuzia
2) Col passare del tempo nascondere il suo amore diventa sempre più difficile, così il cocchiere decide di cercare di possederla o di uccidersi.
3) Una notte spia Re Agilulfo e vede come fa a farsi riconoscere dalla Regina che lo fa entrare.
4) La notte seguente lo imita e, sfruttando la sua somiglianza col Re e l'oscurità, giace con Teodolinda.
5) Quando Agilulfo va e "cercare" la Regina lei ne resta stupita e glielo dice. Il Re capisce l'inganno, ma tace per non turbarla.
6) Agilulfo si reca nelle abitazioni della servitù e scopre il colpevole, ma non lo uccide, gli taglia i capelli per poterlo riconoscere il giorno seguente.
7) Il cocchiere capisce l'intento del Re e taglia i capelli a tutti gli altri servitori, così Agilulfo, la mattina seguente, non lo riconosce e riesce a salvarsi, perché il Re per non rovinare né la sua reputazione né quella della Regina decide di tacere.
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Fiammetta
* Tema centrale: amori finiti in tragedia
Tancredi e l'amore proibito di Ghismonda
1) Tancredi, Principe di Salerno, ha una figlia,Ghismonda, molto amata e la fa sposare al figlio del Duca di Capua, ma lei rimane vedova e torna da lui.
2) Tancredi non cerca più un marito per la figlia, ma lei vuole qualcuno da amare e lo cerca a corte.
3) Ghismonda si innamora, ricambiata, di Guiscardo, un giovane di nobili costumi ma povero.
4) I due cominciano ad incontrarsi segretamente nella stanza di lei. Guiscardo, per entrare nel castello, passa per una grotta sotterranea collegata ad una stanza di questo attraverso un passaggio segreto.
La scoperta e la tragedia di Ghismonda
5) Un pomeriggio Tancredi si reca nella stanza della figlia, non la trova e si addormenta in un angolino. Quando arriva Ghismonda non si accorge di lui e fa entrare tranquillamente Guiscardo e giace con lui.
6)Tancredi li sente, ma decide di non uscire per non mettere in imbarazzo la figlia, e quindi non si muove, lascia uscire i due e poi esce indisturbato dalla stanza.
7) Il giorno seguente Tancredi fa imprigionare Guiscardo e parla con Ghismonda rivelandogli di averla scoperta.
8) Ghismonda non si difende, anzi dichiara tutto il suo amore per Guiscardo ed incolpa il padre per averla "costretta" a questi sotterfugi per incontrare il suo amante solo perché lui non voleva più maritarla.
9) Tancredi resta impressionato da questa sua dichiarazione, ma è irremovibile: fa uccidere Guiscardo e si fa portare il suo cuore, lo mette in una coppa e lo fa portare a Ghismunda.
10) Ghismunda si dispera e giura che raggiungerà Guiscardo per riunire le loro anime, poi riempie la coppa del siero velenoso di alcune piante e si avvelena.
11) Arriva Tancredi e si mette a piangere, Ghismunda gli dice che è inutile piangere per quello che si è desiderato e gli chiede di essere sepolta con il suo amore e poi muore.
La figura forte di Ghismonda
La figura della donna che emerge da questa novella è molto forte, infatti Ghismunda dimostra delle capacità quali la capacità di ascoltare e di dominare le parole, quella di architettare intelligentemente le sue mosse e quella di sopportare coraggiosamente e dignitosamente la sventura (ne è un tipico esempio il colloquio col padre) che la rendono molto simile ad un eroe e rivelano il suo ruolo fondamentale nel rapporto amoroso, in effetti, è lei che sceglie Guiscardo, lei che prende l'iniziativa e sempre lei che architetta mille sotterfugi per soddisfare il proprio desiderio. Per effetto di questa supremazia l'uomo svolge un ruolo subordinato alla donna amata, infatti a lui spetta solo il compito di recarsi agli appuntamenti (in questa particolare situazione non era un compito facile) e di soddisfare i desideri di lei.
Questo schema ricalca fedelmente il modello dell'amor cortese e ne riprende tutte le sue caratteristiche.
Tornando alla figura femminile trattata dal Boccaccio in questa novella, essa si presenta come dominatrice e rivela virtù quali la fermezza, la coerenza, la sincerità, la dignità che superano quelle del padre infatti dal confronto con la figlia Tancredi esce decisamente perdente sia per la sua fragilità che per la sua codardia, e anche per la sua grande incoerenza (prima provoca la morte della figlia amata e poi la piange disperato).
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Fiammetta
* Narratore di 3° grado: Coppo di Borghese Domenichi
* Tema centrale: le conclusioni fortunate di storie d'amore partite male.
Federigo degli Alberighi e il suo amore per monna Giovanna
1) Coppo di Borghese Domenichi era uno degli uomini più autorevoli di Firenze ed era solito raccontare la storia di Federigo degli Alberighi.
2) Federigo degli alberighi era un giovane nobile fiorentino innamorato di monna Giovanna. Per conquistarla aveva fatto di tutto, ma lei non ricambiava minimamente.
3) Continuando a spendere denaro per far colpo su monna Giovanna, Federigo sperpera tutto il patrimonio di famiglia ed è costretto a trasferirsi nell'unico podere che gli rimane col suo amato falcone dove conduce una vita misera.
4) Dopo qualche anno il marito di monna Giovanna muore nomina suo erede il figlio o, se questi dovesse morire senza figli, la moglie.
5) Quell'estate monna Giovanna si trasferisce in campagna col figlio, vicino al podere di Federigo.
6) Il figlio di monna Giovanna si "innamora" del falcone di Federigo e, quando si ammala, chiede alla madre di portaglielo.
7) Giovanna, dopo una prima esitazione, cede alla richiesta del figlio e si reca da Federigo accompagnata da una sua amica.
Il sacrificio di Federigo e la sua ricompensa
8) Federigo, vedendola arrivare la invita a pranzo e, per offrirgli un pasto degno del suo nome, uccide e cucina il suo amato falcone.
9) Dopo pranzo Giovanna chiede il falcone a Federigo, ma lui gli confessa in lacrime di averglielo cucinato, lasciando di stucco la sua amata.
10) Dopo pochi giorni il figlio di Giovanna muore e la lascia ricchissima; quando i suoi fratelli la obbligano a risposarsi, lei si ricorda del gesto di Federigo e lo sposa facendolo l'uomo più felice del mondo e restituendogli la sua ricchezza.
Anche in questa novella la donna non ricambia l'amore dell'uomo mandandolo in rovina, ma emerge anche un altro aspetto tipico dell'amor cortese e cioè l'amore fuori dal matrimonio. Federigo, infatti si innamora di monna Giovanna che è già sposata quindi, questo suo innamoramento, è puramente "intellettuale", caratteristica fondamentale dell'amor cortese.
L'uomo subisce il volere della donna, ma non si rassegna al suo rifiuto arrivando a rovinarsi economicamente e quindi ad essere costretto ad abbandonare tutte le sue speranze di colpo. Anche dopo molti anni, e nonostante le conseguenze del comportamento della donna, però Federigo conserva intatta la sua devozione alla sua amata tanto da sacrificare per lei il suo ultimo bene: il falcone che lo aiutava a procacciarsi il cibo. Proprio questo gesto di lui riscalda il cuore di monna Giovanna che rivela finalmente un po' di pietà e forse un po' di rimpianto per essersi rifiutata di trascorrere più tempo con quell'uomo così sensibile.
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Elissa
* Narratore di 3° grado: Maso del Saggio
* Tema centrale: Beffe fatte dalle donne agli uomini, dagli uomini alle donne o tra uomini.
Calandrino e la beffa dell'elitropia
1) A Firenze vivevano tre amici pittori: Calandrino, Bruno e Buffalmacco. Il primo era un sempliciotto e gli altri due amavano prenderlo in giro.
2) Maso del Saggio sente parlare dell'ingenuità di Calandrino e decide di fargli uno scherzo: lo incontra nella chiesa di S. Giovanni e gli parla delle proprietà magiche di alcune pietre che si trovano nel paese di Bengodi.
3) Calandrino, attirato da un gioco di parole di Maso che gli fa credere che esista una pietra che doni l'invisibilità, chiede dove poter trovare questa pietra dell'elitropia.
4) Maso gli rivela che questa pietra si trova nel Mucrone (un torrente vicino Firenze), così Calandrino va da Bruno e Buffalmacco e li convince a seguirlo nella ricerca dell'elitropia la Domenica mattina.
L'ingenuità di Calandrino e la sua sventura
5) La domenica Calandrino raccoglie tantissime pietre che corrispondono alla descrizione dell'elitropia ma non è sicuro di averla trovata. A questo punto Bruno e Buffalmacco fingono di non vedere più Calandrino che si convince di avere trovato la pietra e si incammina verso casa.
6) I due amici approfittano della trovata per prenderlo a sassata lungo tutto il tragitto, durante il quale, fortunatamente, non incontrano nessuno.
7)Quando Calandrino entra in casa la moglie lo saluta normalmente: lui si arrabbia perché crede che lo possa vedere solo perché è una creatura diabolica, così gliele dà di santa ragione.
8)Bruno e Buffalmacco fingono di non sapere nulla e chiedono spiegazioni a Calandrino sulla situazione della moglie.
9)Calandrino racconta loro tutta la storia e vorrebbe picchiare ancora la moglie, ma i due amici hanno pietà di lei così lo raggirano di nuovo convincendolo che la colpa era soltanto sua, quindi doveva rappacificarsi con la moglie.
La vicenda si svolge nella città di Firenze, ma all'interno della novella possiamo trovare anche la descrizione del "paese di Bengodi" dove succedono le cose più piacevoli e più strane del mondo (es.: maccheroni che rotolano lungo i fianchi di montagne di parmigiano, ecc.) e dove tutti sono ricchi e contenti perché non hanno nessun problema.
L'ambiente sociale descritto è quello degli "artisti" dell'epoca: burloni, amanti dei vizi (donne, vino e buon cibo), ma piuttosto poveri. Essi vivevano come dei normalissimo artigiani, cioè non avevano grandi problemi finanziari, ma non navigavano certamente nell'oro. In questo quadro spicca particolarmente la figura di Calandrino che potrebbe essere definito come "il giullare del villaggio" per la sua ingenuità. Nella famiglia di Calandrino chi comanda è la moglie che si preoccupa di far quadrare i conti e di "mettere in guardia" il marito dalle burle degli amici che, in un modo o nell'altro, riescono sempre a causargli dei danni economici; quindi lei incarna perfettamente la figura della donna cantata dall'amor cortese.
* Eroe: Calandrino
* Aiutanti dell'eroe: la moglie
* Antagonista: Maso del Saggio
* Aiutanti dell'antagonista: Bruno, Buffalmacco e le guardie
* Strumenti: l'elitropia
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Elissa
* Tema centrale: l'ipocrisia
L'ipocrisia nel convento lombardo
1) In Lombardia c'era un convento famoso per l'austerità della vita delle sue monache.
2) Un giorno una delle monache, Isabetta, si innamora dell'amico di un suo parente che è venuto a trovarla e comincia a trascorrere le notti con lui nella sua cella.
3) Le monache del convento scoprono il segreto di Isabetta e decidono di "denunciarla" alla superiora.
4) Una sera, mentre Isabetta si trovava con il suo amante, le monache chiamano la superiora che, però, in quel momento, si trovava a sua volte in "compagnia" del prete: nella fretta di vestirsi la suora fa un errore e mette in testa i pantaloni del prete, ma, nella concitazione del momento, nessuno se ne accorge.
5) La superiora va nella cella di Isabetta, la coglie sul fatto e la porta nel suo ufficio dove comincia a riprenderla duramente. Isabetta però si accorge dello strano copricapo della badessa e glielo fa notare.
6) Vistasi scoperta la superiora modera i toni e perdona Isabetta, la quale può continuare ad intrattenersi con il suo amico come farà la superiora col prete e le altre consorelle con chi possono.
* Narratore di 1° grado: Boccaccio
* Narratore di 2° grado: Dioneo
* Tema centrale: vicende amorose che mettono in luce la liberalità e la magnanimità delle persone
La liberalità del marchese Gualtieri
1) Il marchese Gualtieri di Saluzzo non si decideva a sposarsi, ma un giorno, stanco delle insistenze dei suoi consiglieri, decide di sposare una contadina molto bella.
2) Gualtieri si accorda col padre delle ragazza, che si chiamava Griselda, e dà inizio ai preparativi per le nozze.
3) La mattina della cerimonia Gualtieri si reca a casa della sposa e si fa promettere da lei obbedienza eterna. Griselda accetta e Gualtieri la veste riccamente e la sposa; Griselda si dimostra una buona padrona di casa e, nonostante le umili origini, si adatta facilmente alla vita da nobildonna.
Le prove di Griselda e la sua fedeltà
4) Dopo un po' di tempo Griselda dà alla luce una bambina, ma Gualtieri, per mettere alla prova l'ubbidienza di lei, manda un suo servo a prendere al bimba facendo credere alla madre che l'avrebbe uccisa; in realtà la bimba viene mandata a Bologna presso dei parenti che l'avrebbero allevata.
5) Nonostante l'ubbidienza dimostratagli dalla moglie in quell'occasione, Gualtieri ripete l'operazione anche con il secondo figlio dato alla luce da Griselda che, anche questa volta, accetta tutto senza fiatare.
6) Per mettere definitivamente alla prova Griselda, Gualtieri le comunica di volerla ripudiare e lei, dopo tredici anni di matrimonio, torna a casa dal padre solo con una camicia, perché lei di suo non aveva nulla.
7) Al colmo della crudeltà Gualtieri ordina a Griselda di venire a lavorare per lui per organizzare il banchetto delle sue nuove nozze e le chiede la sua opinione sulla nuova fidanzata.
8) Griselda ammette la bellezza di lei, ma avverte Gualtieri di non mettere alla prova la ragazza come aveva fatto con lei, perché, a causa delle sua educazione nobile, non avrebbe potuto sopportare quello che aveva sopportato lei.
9) A questo punto Gualtieri rivela a Griselda che i paggetti delle nozze erano in realtà i loro figli, che lui l'amava veramente e che l'aveva solo sottoposta a delle prove per testare la sua ubbidienza.
10) Dopo la riconciliazione la famiglia viene riunita e allargata anche al padre di Griselda. Guatieri e Griselda vissero a lungo insieme e lei fu sempre pienamente rispettata dal marito per il coraggio e la pazienza dimostrati .
1. Sposalizio tra il Marchese di Monferrato ed una contadina (Griselda);
2. Griselda viene sottoposta a prove durissime;
3. Il Marchese riconosce le qualità di Griselda e la accoglie nuovamente in famiglia con molto rispetto.
In questa novella viene messa in evidenza l'importanza della fedeltà ad una promessa fatta o ad un impegno preso, anche se questi possono essere gravosi o possono portare a delle conseguenze dolorose da sopportare. Griselda è un perfetto esempio di fedeltà ad una promessa, infatti non si ribella mai alle decisioni del marito al quale aveva promesso eterna ubbidienza, anche quando queste comportano l'allontanamento dei suoi figli o il suo ripudio dopo tredici anni di matrimonio.
Di conseguenza è possibile individuare nella fedeltà e anche nella forza d'animo due valori che Boccaccio riteneva fondamentali in una società ideale.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale della novella di Andreuccio a Napoli?
- Come viene rappresentata la figura di Ghismonda nella novella di Tancredi?
- Qual è il significato del sacrificio di Federigo degli Alberighi per monna Giovanna?
- In che modo l'ipocrisia viene illustrata nel convento lombardo?
- Quali valori emergono dalla storia di Griselda e il marchese Gualtieri?
Il tema centrale è la lieta conclusione di disgrazie, dove Andreuccio, nonostante le sue disavventure e ingenuità, riesce a tornare a casa senza aver perso nulla di valore.
Ghismonda è rappresentata come una figura forte e determinata, capace di prendere iniziative e di affrontare le avversità con coraggio e dignità, superando persino il padre Tancredi in fermezza e coerenza.
Il sacrificio del falcone da parte di Federigo rappresenta la devozione e l'amore incondizionato, che alla fine viene ricompensato quando monna Giovanna decide di sposarlo, restituendogli la felicità e la ricchezza.
L'ipocrisia è illustrata attraverso la superiora che, pur rimproverando Isabetta per la sua relazione, è essa stessa coinvolta in una relazione segreta, dimostrando la doppiezza e la mancanza di coerenza morale nel convento.
Dalla storia emergono i valori della fedeltà e della forza d'animo, con Griselda che dimostra un'incredibile lealtà e pazienza di fronte alle dure prove impostele dal marito, valori che Boccaccio considerava fondamentali in una società ideale.