Luc2697
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Concetti Chiave

  • Il Decameron di Boccaccio è una raccolta di cento novelle scritte durante la pestilenza del 1348, che riflette una profonda conoscenza dei costumi e delle classi sociali dell'epoca.
  • Le novelle presentano una varietà di personaggi realistici e di stili narrativi, con linguaggi che variano dal complesso al popolare, a seconda del tema trattato.
  • I personaggi intelligenti e astuti, spesso appartenenti alla classe borghese mercantile, prevalgono nelle storie, dimostrando come ingegno e furbizia permettano loro di prosperare.
  • Boccaccio tratta con ironia la classe ecclesiastica, evidenziando il malcostume e l'inganno dei religiosi attraverso novelle come quelle di Ser Ciappelletto e Fra' Cipolla.
  • L'opera esamina le relazioni tra le classi sociali, mostrando come il divario tra aristocrazia e borghesia possa essere colmato attraverso abilità verbali e mescolanza di valori.

Indice

  1. Il contesto storico e sociale del Decameron
  2. Varietà di personaggi e stili narrativi
  3. Intelligenza e furbizia nei personaggi
  4. Critica sociale e pregiudizi
  5. Virtù e soprusi delle classi ricche
  6. Battute di spirito e rapporti sociali
  7. Truffe e malcostume ecclesiastico
  8. Conclusioni sull'opera del Decameron

Il contesto storico e sociale del Decameron

Nel 1348, durante il periodo di pestilenza che colpì Firenze, Boccaccio scrisse il Decameron una raccolta di cento novelle, raccontate in dieci giornate da dieci ragazzi, tutte inquadrate in una complessa cornice narrativa. Attraverso il novellare egli esprime una profonda conoscenza dei costumi e delle più varie classi sociali, che sarà alla base dell’opera nella quale l’autore non vuole criticare gli sbagli e i vizi della società del suo tempo ma solamente raccontare e descrivere con realismo i vari aspetti che la caratterizzano.

Varietà di personaggi e stili narrativi

Analizzando alcune delle novelle, si può notare la molteplicità di personaggi appartenenti ad ogni categoria sociale e livello culturale, tutti estremamente verosimili alla realtà. Altrettanto variegato è lo stile narrativo e la lingua: elevata, dal periodare complesso e latineggiante nelle novelle di tema nobiliare, più popolare e gergale nelle altre.

Intelligenza e furbizia nei personaggi

Nella maggior parte delle novelle trionfano e vincono i personaggi intelligenti e furbi: quelli che sanno approfittare delle debolezze o delle ingenuità degli altri ingannandoli, o quelli che durante lo svolgimento della narrazione si evolvono per poter sopravvivere come accade nella novella di Andreuccio da Perugia, un ingenuo venditore di cavalli, che a seguito dei numerosi imbrogli subiti, si converte in un astuto mercante.

Critica sociale e pregiudizi

Prevalgono fondamentalmente personaggi appartenenti alla classe borghese mercantile o cortigiana, proprio perché l’autore vuole conciliare le sue due principali esperienze di vita, la giovinezza cortigiana a Napoli con l’infanzia e la maturità fiorentina come aiutante del padre.

Questi ultimi, presentati come svegli e abili negoziatori, vengono però spesso descritti negativamente in quanto autori di beffe ed inganni. Nella novella di Ser Ciappelletto, il furbo notaio che è in punto di morte, grazie all’abile uso della parola riesce ad abbindolare il frate "farlocco" facendosi passar e per un santo.

Questi ultimi sono poi condizionati dai pregiudizi sociali come si legge nella tragica novella di Lisabetta da Messina in cui la ragazza, bella e di ricca famiglia, si innamora di un giovane squattrinato. Scoperta per caso la relazione amorosa della giovane Intervengono però i tre fratelli che, per difendere i propri interessi economici, decidono di uccidere il povero amante.

Virtù e soprusi delle classi ricche

Inoltre pur elogiando le virtù tipiche di questi ricchi esponenti (quali nobiltà d’animo, gentilezza, fedeltà ecc), come narrato nella novella di Federigo degli Alberighi, che pur essendo caduto in disgrazia ha saputo conservare la nobiltà d’animo, Boccaccio condanna i soprusi e i maltrattamenti che questi esercitano sulle classi più povere.

Battute di spirito e rapporti sociali

C’è tuttavia Currado di Gianfigliazzi un ricco banchiere che mostra carità nei confronti dei meno fortunati ammirando la loro l’arguzia e l’abilità della parola. Infatti nella sesta giornata, dedicata alla battuta di spirito e ai motti arguti, viene narrato l’episodio di Chichibio, il quale mostra come questa dote fosse apprezzata al tempo di Boccaccio, tanto da far scemare la rabbia di un padrone verso il proprio cuoco. Currado e Chichibio rappresentano dunque due livelli sociali differenti e lontani, ma il gusto per la battuta breve e arguta rende possibile un avvicinamento fra i due personaggi e consente loro di instaurare un rapporto.

Perciò queste classi socialmente inferiori sono caratterizzate dall’istinto animalesco e dalla ottusità (come nella novella di calandrino e l’elitropia) ma al tempo stesso anche dalla “pronta risposta”.

Truffe e malcostume ecclesiastico

Ciò viene raccontato nella novella di Fra’ cipolla, uomo di chiesa dalla grande abilità oratoria che, beffeggiandosi di un popolo di rozzi e superstiziosi, riesce a riscuotere molto denaro.

Riguardo ciò Boccaccio sottolinea l’atteggiamento truffaldino degli esponenti ecclesiastici come nella novella di Ser cappelletto testimonianza del malcostume della fede vissuta come insieme di riti svuotati del proprio significato, considerati superficiali. Di argomento simile è la novella di Frate Cipolla dove si attua una vera e propria parodia della diffusissima credenza nelle reliquie. Perciò la colpa dei religiosi (e delle religiose) non è solo quella di non rispettare il proprio ruolo ma anche di approfittare della buona fede dei credenti per ingannarli.

Conclusioni sull'opera del Decameron

Concludendo si può affermare che il Decameron costituisce una complessa opera d’arte caratterizzata da una pluralità di temi affrontati e analizzati nelle loro mille sfumature. Fondamentalmente vuole arrivare a dimostrare che mondo aristocratico e borghese non sono così distanti. Il divario tra queste due classi, infatti, può essere risolto grazie alla furbizia ed abilità verbale di personaggi di estrazione sociale bassa che permettono loro di porsi allo stesso livello dei ricchi padroni e alla mescolanza dei valori caratteristici di ciascuna classe come avviene nella novella di Federigo degli Alberighi in cui ai valori positivi del mondo aristocratico si integrano le abilità di quello borghese.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico in cui è stato scritto il Decameron?
  2. Il Decameron è stato scritto da Boccaccio nel 1348, durante il periodo di pestilenza che colpì Firenze, e racconta cento novelle in dieci giornate da dieci ragazzi, riflettendo i costumi e le classi sociali dell'epoca.

  3. Come sono rappresentati i personaggi nel Decameron?
  4. I personaggi del Decameron appartengono a diverse categorie sociali e livelli culturali, risultando estremamente verosimili. Lo stile narrativo varia da elevato e complesso a più popolare e gergale, a seconda del tema.

  5. Qual è il ruolo dell'intelligenza e della furbizia nei personaggi del Decameron?
  6. Nel Decameron, i personaggi intelligenti e furbi spesso trionfano, approfittando delle debolezze altrui o evolvendosi per sopravvivere, come nel caso di Andreuccio da Perugia, che diventa un astuto mercante.

  7. In che modo il Decameron critica la società e i pregiudizi?
  8. Il Decameron critica la società e i pregiudizi attraverso personaggi borghesi e cortigiani, spesso descritti negativamente come autori di inganni, e attraverso storie come quella di Lisabetta da Messina, che evidenziano i pregiudizi sociali.

  9. Come viene rappresentato il malcostume ecclesiastico nel Decameron?
  10. Il malcostume ecclesiastico è rappresentato nel Decameron attraverso personaggi come Fra' Cipolla, che inganna il popolo con abilità oratoria, e Ser Ciappelletto, che sfrutta la fede per ingannare, evidenziando la superficialità dei riti religiosi.

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