Concetti Chiave
- Il termine "borghese" originariamente indicava gli abitanti dei borghi, evolvendosi nel XIV secolo a rappresentare una classe con ruoli distintivi nel commercio e finanza.
- "Cavaliere" deriva dal francese e indica un individuo addetto ai cavalli; nel tempo, acquisisce connotazioni di onore e coraggio, ma anche ironiche nei racconti di Boccaccio.
- Il "mercante" nel Decameron è visto come un intermediario economico chiave, ma anche criticato per il suo ruolo monopolistico e l'ossessione per il profitto.
- La figura del mercante influiva notevolmente su commercio e trasporti medievali, essendo spesso percepito come parassita per il suo guadagno percepito come ingiusto.
- Il concetto di "nobile" in Boccaccio si discosta dalla sola discendenza, enfatizzando la nobiltà d'animo e descrivendo la transizione sociale dall'aristocrazia alla borghesia.
Indice
Origini e Evoluzione del Borghese
Si tratta di una parola che risale al latino medioevale (derivata da burgus = borgo) e, all’inizio, indicava gli abitanti dei borghi e delle città. Nel XIV secolo, il borghese non era solo un generico abitante della città, ma cominciò ad acquistare connotati particolari e autonomi dalle altre classi sociali.
Veniva spesso guardato con sospetto perché si occupava, in prevalenza dello scambio di beni, del commercio in genere e di finanza, viaggiando da una città all’altra. Il suo ruolo oscillava fra quello del mercante e quello dell’usuraio (l’usura era un’attività riprovevole), allargandosi poi ad atri mestieri: il giudice, il dottore, ecc. Di società borghese si potrà parlare solo più tardi, quando nel XVIII secolo, la maggior parte dell’economia sociale si baserà sulla produzione e sullo scambio.Il Cavaliere nel Medioevo
Il termine deriva dal francese “chevalier” e dal provenzale “cavalier”, parole a loro volta derivate da “caballarius” che in tardo latino significa “ colui che è addetto ai cavalli”. A partire dall’ XI secolo, per intervento della Chiesa, la condizione di cavaliere si ottiene soltanto in seguito ad una investitura ufficiale. Nel Decameron sono presenti due tipi di cavalieri: quello della tradizione, nominato dal papa (cf., Ghino di Tacco), ma anche quello che è cavaliere per mera investitura sociale”, in quanto uomo d’onore e di coraggio, che mantiene impegni e promesse fatte. E questo secondo tipo di cavaliere mette in crisi la figura tradizionale. A volte, Boccaccio usa il termine in senso ironico, alludendo a doti tutt’altro che cavalleresche come scarso coraggio, stupidità, goffaggine, dabbenaggine, ecc.
Il Mercante nel Decameron
Questa figura è spesso ricorrente nel Decameron. Non è da sottovalutare il fatto che il padre del Boccaccio rappresentò per un certo periodo la banca dei Bardi a Napoli e, inizialmente, Boccaccio era destinato a seguirne le orme. Si tratta di colui che vede il denaro come la ragione della propria vita e considera la perdita delle ricchezze la maggiore disgrazia che mai gli possa capitare. Andreuccio da Perugia e Landolfo Rufolo sono mercanti di questo tipo. Quest’0ultimo non si rassegna alla perdita delle sue ricchezze e, piuttosto che rimanere povero, preferisce morire o rubare. Nel Medioevo, il mercante era considerato come un intruso, spesso bollato come parassita, perché si faceva forte del suo ruolo di intermediario nei commerci per ricavare un profitto ingiusto. A causa dell’arretratezza dei trasporti delle difficoltà nelle comunicazioni, i mercanti acquisivano una posizione monopolistica, cioè unici possessori di determinate qualità di merci o prodotti che venivano venduti a caro prezzo. Il mercante era quindi un operatore economico estremamente importante perché influiva sia sullo sviluppo della produzione e dei commerci, sia sul miglioramento dei mezzi di trasporto e delle vie di comunicazione.
Nobiltà e Borghesia nel Boccaccio
In contrasto con la tradizione, il nobile del Boccaccio è associato alla nobiltà d’animo, presente anche in chi è nobile per discendenza. Due novelle rappresentano bene questo concetto: quella di Tancredi e di sua figlia Ghismunda e quella di Cisti il fornaio. Il termine “nobile” indica la crisi di passaggio vissuta dalla società del tempo: cioè la decadenza graduale dell’aristocrazia e la crescita del potere sociale della borghesia.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e l'evoluzione del termine "borghese"?
- Come viene rappresentato il cavaliere nel Medioevo secondo il testo?
- Qual è il ruolo del mercante nel Decameron?
- Come viene descritta la nobiltà nel contesto del Boccaccio?
- Quali sono le implicazioni sociali della crescita della borghesia nel XVIII secolo?
Il termine "borghese" deriva dal latino medioevale "burgus" e inizialmente indicava gli abitanti dei borghi e delle città. Nel XIV secolo, il borghese acquisì connotati particolari, distinguendosi dalle altre classi sociali e occupandosi principalmente di commercio e finanza.
Il cavaliere nel Medioevo, derivato dal termine francese "chevalier", otteneva la sua condizione tramite un'investitura ufficiale. Nel Decameron, Boccaccio presenta due tipi di cavalieri: quello tradizionale e quello sociale, quest'ultimo spesso descritto in modo ironico.
Nel Decameron, il mercante è una figura ricorrente che vede il denaro come la ragione della propria vita. È considerato un intruso e parassita, ma anche un operatore economico importante che influenzava lo sviluppo dei commerci e dei trasporti.
Nel Boccaccio, la nobiltà è associata alla nobiltà d'animo, presente anche in chi è nobile per discendenza. Questo concetto riflette la crisi di passaggio della società del tempo, con la decadenza dell'aristocrazia e la crescita del potere della borghesia.
Nel XVIII secolo, la crescita della borghesia portò a una società in cui l'economia sociale si basava principalmente sulla produzione e sullo scambio, segnando un cambiamento significativo rispetto alle strutture sociali precedenti.