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Habilis
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Concetti Chiave

  • La novella di Andreuccio da Perugia nel Decameron è un racconto di mercatura che esplora i temi del destino e della redenzione attraverso le disavventure di un giovane mercante ingannato a Napoli.
  • Il racconto si distingue per la sua ambientazione realistica nella Napoli trecentesca, ricreata con precisione da Boccaccio, che usa luoghi e atmosfere della città come sfondo per la narrazione.
  • La struttura narrativa si basa su una serie di cadute e risalite, simbolizzando la degradazione e la successiva rinascita del protagonista, culminando con il recupero di un prezioso anello.
  • Andreuccio attraversa un percorso formativo durante la storia, evolvendo da ingenuo a scaltro, imparando dalle sue esperienze e sfruttando l'occasione per ottenere un vantaggio.
  • Boccaccio utilizza una varietà di stili linguistici per adattarsi ai diversi personaggi e situazioni, esemplificando il realismo narrativo che caratterizza la sua poetica nel Decameron.

Tocca a Fiammetta raccontare la più famosa tra le numerose “novelle di mercatura” del Decameron. Il tema della seconda giornata sono i casi di personaggi colpiti da malasorte ma capaci di giungere a un lieto fine. È quello che accade al mercante Andreuccio, il quale, recatosi a Napoli per acquistare dei cavalli, viene raggirato da una falsa sorella e, da lì in poi, sprofonda (anche fisicamente) nella vergogna. Dopo essere stato nuovamente ingannato da alcuni ladri, Andreuccio riesce, però, a riscattarsi grazie alla sua «industria», cioè l’intelligenza operosa, e ottiene in tal modo un imprevisto risarcimento. Elemento caratteristico del testo è la sua concretissima ambientazione napoletana, ricordo della giovanile permanenza di Boccaccio nella capitale angioina.

● il percorso formativo di un giovane mercante

● il ruolo della fortuna nella vita umana

● l’intelligenza come strumento per uscire da situazioni difficili

● la grande città come luogo di avventure, equivoci e inganni .

Indice

  1. L'inganno della falsa sorella
  2. L'avventura nella cattedrale
  3. Il contesto storico e culturale
  4. Simbolismo delle cadute e risalite
  5. Il percorso di formazione di Andreuccio
  6. Stile e realismo narrativo di Boccaccio

L'inganno della falsa sorella

Il mercante Andreuccio giunge, da Perugia, a Napoli per fare affari. Porta con sé al mercato dei cavalli una borsa piena di monete d’oro, che ingenuamente non tiene nascoste. Viene notato da una giovane e bella prostituta, Fiordaliso, la quale prima raccoglie informazioni sul suo conto da una vecchia serva del padre di lui e poi lo invita a casa sua, manifestando grande affettuosità: dice infatti di essere sua sorella, che lui non avrebbe mai conosciuto. La dettagliata storia della presunta sorella appare credibile e Andreuccio accetta l’offerta di dormire da lei. Durante la notte, però, sprofonda in un vicolo pieno di escrementi; cerca di rientrare in casa, ma nessuno gli apre. Le monete d’oro sono perdute e le minacce dei vicini e del protettore della prostituta costringono Andreuccio a scappare.

L'avventura nella cattedrale

Vagando qua e là, di notte, s’imbatte in due ladri, il cui piano è introdursi nella cattedrale di Napoli e sottrarre all’arcivescovo, da poco lì sepolto, un prezioso anello. Andreuccio li segue, ma prima deve lavarsi e ripulirsi della sozzura: perciò si cala in un pozzo, dove rimane intrappolato perché i suoi compagni fuggono all’arrivo delle guardie. Riesce fortunosamente a risalire in superficie e si unisce nuovamente ai due ladri. Il gruppetto giunge alla cattedrale e Andreuccio è costretto a calarsi nella tomba del vescovo per prendere l’anello. Quando dice ai due compari di non aver trovato nulla, quelli lo abbandonano nel sepolcro e fuggono. Poco dopo giunge nella chiesa un altro gruppo di malfattori: mentre un prete si cala giù per rubare l’anello, Andreuccio si aggrappa alla sua gamba e la strattona. La situazione spaventa i nuovi ladri e li mette in fuga. Andreuccio esce dalla tomba e con il suo prezioso anello ritorna all’albergo.

Il contesto storico e culturale

Nella parte non antologizzata, inoltre, fa la sua comparsa il mondo della corte angioina napoletana, al tempo del re Carlo lo zoppo e delle lotte anti-aragonesi, scatenate in Sicilia dai suoi partigiani guelfi: la bella Fiordaliso definisce non a caso «guelfo» il padre di Andreuccio. Boccaccio ha preso spunto da fatti reali per dare risalto e verosimiglianza alle avventure di Andreuccio. La sua fantasia ricrea lo sfondo della Napoli trecentesca, con i suoi luoghi caratteristici (strade strette, pozzi, la «Ruga Catalana», la cattedrale e il «Malpertugio»), che durante la notte si animano di ombre sinistre. Mentre i romanzi cavallereschi francesi, diffusissimi al tempo di Boccaccio, ambientavano le loro storie in reami lontani e foreste incantate, tra cavalieri, mostri e giganti, il Decameron fa nascere le sue avventure dalla vita di tutti i giorni. Vista con gli occhi pieni di meraviglia del giovane Andreuccio la grande città portuale prende vita come un labirinto pieno di incontri, personaggi e voci.

Simbolismo delle cadute e risalite

L’intreccio della novella rivela il gusto dell’autore per la peripezia, per gli incontri fortuiti e per i colpi di scena. Tre sono le sequenze fondamentali della novella, ciascuna delle quali è caratterizzata, nel momento culminante, da una discesa del protagonista. Le tre cadute di Andreuccio assumono quindi un valore simbolico: rappresentano il processo di degradazione a cui va incontro il personaggio nell’arco del racconto. A ciascuna discesa corrisponde però una risalita. L’ultima è quella decisiva: uscendo vivo dalla tomba, Andreuccio dimostra di aver conquistato quella furbizia e quell’accortezza che dovrebbero essere proprie di un mercante: tornerà a casa con il prezioso anello, il cui valore supera quello della somma persa in precedenza.

Il percorso di formazione di Andreuccio

Il protagonista vive un’avventura che lo cambia interiormente. Infatti, da poco cauto che era al suo arrivo a Napoli, diventerà anche lui scaltro e accorto. All’inizio cade ingenuamente nella trappola ordita dalla «giovane ciciliana bellissima» e in seguito affronta, in modo passivo, una serie di peripezie che non riesce a governare. Tuttavia nell’arco del racconto Andreuccio perviene a una più chiara idea di sé e del mondo: impara a far tesoro delle esperienze vissute e riesce infine a sfruttare l’occasione propizia. Prevedendo l’inganno dei due ladri, gioca d’anticipo e riesce a impossessarsi dell’anello prezioso. In questo senso, il percorso di Andreuccio può essere giudicato come un racconto di formazione. È interessante notare come, nella prospettiva laica di Boccaccio, tutto rimanga nell’ambito terreno: la colpa di Andreuccio è quella di essersi fatto abbindolare dalla bella siciliana, la sua virtù quella di essersi tratto d’impaccio con abilità, sfruttando una situazione favorevole. Il protagonista compensa il furto subito con un altro furto («un rubino in dito il quale valeva oltre a cinquecento fiorin d’oro», rr. 217-218), ma dal punto di vista di Boccaccio nessun torto può essergli addebitato: colpa e virtù non rispondono più, nel Decameron, ai criteri morali e religiosi del mondo medievale.

Stile e realismo narrativo di Boccaccio

Nella novella Boccaccio adotta una varietà di soluzioni stilistiche per dare verosimiglianza ai molteplici personaggi e alle diverse situazioni via via create dal racconto. L’autore imita, attraverso la lingua, i diversi piani della realtà. Tale capacità è ben visibile sia nelle situazioni volgari e parodistiche (come il capitombolo di Andreuccio dalla latrina al letamaio) sia nei toni “alti”, riservati ai momenti drammatici. Descrivendo, per esempio, il modo in cui Andreuccio «cadde sopra il morto corpo dell’arcivescovo » (r. 259), Boccaccio cita e ricalca il celebre verso di Dante con cui si chiude il canto di Francesca e Paolo («E caddi come corpo morto cade», Inferno V, v. 142,). Questa capacità del linguaggio di adeguarsi alle molteplici sfumature del mondo reale obbedisce alla scelta, centrale nella poetica di Boccaccio, del realismo narrativo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della novella di Andreuccio nel Decameron?
  2. Il tema principale è il percorso di formazione di Andreuccio, un giovane mercante che, nonostante le disavventure e gli inganni subiti, riesce a riscattarsi grazie alla sua intelligenza e astuzia, ottenendo un lieto fine.

  3. Come viene rappresentata Napoli nella novella di Andreuccio?
  4. Napoli è rappresentata come una grande città piena di avventure, equivoci e inganni, con una vivida ambientazione che riflette la vita quotidiana e i luoghi caratteristici della città trecentesca.

  5. Qual è il ruolo della fortuna nella storia di Andreuccio?
  6. La fortuna gioca un ruolo cruciale, poiché Andreuccio, nonostante le sfortune iniziali, riesce a trarre vantaggio dalle situazioni avverse grazie alla sua intelligenza e a un colpo di fortuna che gli permette di ottenere un prezioso anello.

  7. In che modo Boccaccio utilizza il simbolismo delle cadute e risalite nella novella?
  8. Le cadute di Andreuccio simboleggiano il processo di degradazione e le difficoltà affrontate, mentre le risalite rappresentano il suo riscatto e la crescita personale, culminando con il suo successo finale.

  9. Come si manifesta il realismo narrativo nello stile di Boccaccio?
  10. Boccaccio utilizza una varietà di soluzioni stilistiche per dare verosimiglianza ai personaggi e alle situazioni, imitando i diversi piani della realtà e adattando il linguaggio alle sfumature del mondo reale, come dimostrato nelle scene drammatiche e parodistiche.

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