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Concetti Chiave

  • Ludovico Ariosto, autore dell'Orlando Furioso, esplora la dualità del suo tempo: l'ideale di perfezione umana e la crisi esistenziale. La sua vita fu segnata da difficoltà personali e finanziarie, ma anche da importanti incarichi diplomatici e letterari.
  • L'Orlando Furioso, scritto dal 1504/5 fino alla morte di Ariosto, subì diverse revisioni. La versione definitiva del 1532 comprende 46 canti, con una trama intricata e innovativa che intreccia tre principali filoni narrativi: guerra, amore e avventura.
  • La trama del poema è caratterizzata da una struttura aperta e variegata, con tematiche che spaziano dall'amore romantico alla critica sociale, riflettendo una visione del mondo cavalleresco come un gioco d'immaginazione piuttosto che un sistema di valori.
  • Il proemio introduce il tema dell'epica amorosa e cavalleresca, con un approccio ironico e distaccato nei confronti delle emozioni, mentre l'amore di Orlando per Angelica rappresenta un punto centrale di trasformazione da eroe a uomo vulnerabile.
  • Astolfo, incaricato di recuperare il senno di Orlando sulla Luna, rappresenta l'ironia e la critica di Ariosto verso le vanità umane. Le avventure di Astolfo, arricchite da elementi fantastici, affrontano temi seri in modo leggero e riflessivo.

Indice

  1. Ludovico Ariosto e la sua epoca
  2. La vita di Ludovico Ariosto
  3. Ariosto e la corte estense
  4. La stesura dell'Orlando Furioso
  5. Rottura con il cardinale Ippolito
  6. Servizio al duca Alfonso d'Este
  7. Ariosto, un sognatore pragmatico
  8. Le edizioni dell'Orlando Furioso
  9. Struttura e temi del poema
  10. Trame principali dell'Orlando Furioso
  11. Tecnica narrativa di Ariosto
  12. Tematiche e personaggi del poema
  13. Ironia e distacco nel poema
  14. Interpretazioni ottocentesche del poema
  15. Metafora della vita nel Furioso
  16. Stile e ottava ariostesca
  17. Angelica e Medoro
  18. Orlando e la perdita del senno
  19. Astolfo e il recupero del senno
  20. Concetti di meraviglioso e fantastico
  21. Fama e ironia nel poema
  22. Simbolismo lunare

Ludovico Ariosto e la sua epoca

Cinquecento, Ludovico Ariosto è l’autore de l’Orlando furioso, poema dove si rincontrano le due anime della cultura dell’epoca:

1) ideale aristocratico di perfezione umana che vuole ignorare il meschino e il volgare

2) la coscienza inquieta di una crisi, il senso dei limiti dell’uomo

La vita di Ludovico Ariosto

L’autore nasce nel 1474 (1474-1533) a Reggio Emilia.

Vita molto intrigata: alla morte del padre (1500) – Niccolò Ariosto, funzionario di alto rango degli Este, duchi di Ferrara – egli ebbe gravi problemi finanziari: doveva provvedere alla dote per le sorelle e doveva garantire una posizione stabile ai fratelli, in più problemi per l’eredità.

Vive una giovinezza spensierata e per volere del padre inizia gli studi di diritto, ma poi ha seguito la sua vocazione andando a studiare lettere (studi umanistici). Conobbe Pietro Bembo (intellettuale celebre dell’epoca).

Ariosto e la corte estense

Nel 1497 entra al servizio del Duca Ercole I, poiché necessitava dello stipendio di uomo di corte. Dal 1501 al 1503 fu mandato a comandare la guarnigione nell’Appennino, al rientro iniziò a lavorare alla corte del cardinale Ippolito d’Este (figlio del duca Ercole, corte estense), da cui riceve molti benefici: prende gli ordini ecclesiastici minori, viaggia, scrive commedie e organizza feste. Entra a far parte degli stipendiati.

Ebbe vari compiti: diede alla corte un prestigio grazie alle sue commedie che fondarono il nuovo teatro classicista; ed ebbe anche incarichi diplomatici: andò spesso a Roma per placare le furie del papa Giulio II contro il cardinale. Egli svolse anche compiti da maggiordomo e cavallaro. Quando si spostò a Roma strinse rapporti con Giovanni De Medici (figlio di Lorenzo il Magnifico e poco dopo papa).

La stesura dell'Orlando Furioso

Egli si dedica (anche se a causa degli impegni non a pieno) alla stesura dell’Orlando Furioso che fu pubblicato dodici anni dopo con la prima edizione del 1516, dedicato al cardinale Ippolito d’Este. Nel 1521, egli ne fece un’altra edizione. Nel 1533 curò la terza e definitiva edizione.

Rottura con il cardinale Ippolito

Nel 1517, il cardinale Ippolito d’Este partì per l’Ungheria, Ariosto si rifiutò di seguirlo, rendendo così definitiva la rottura dei rapporti con il cardinale. A Ferrara era trattenuto dall’amore per la fiorentina Alessandra Benucci, già sposata. Questa relazione dovette rimanere segreta anche quando ella rimase vedova del marito, poiché il poeta con il matrimonio avrebbe perso i benefici ecclesiastici e lei l’eredità. Celebrarono segretamente il loro matrimonio nel 1527.

Servizio al duca Alfonso d'Este

Nel 1518 entrò al servizio del duca Alfonso d’Este. Dal 1522 al 1525 fu commissario della Garfagnana, una vallata isolata dove padroneggiata dai banditi, dove il poeta si sforzò di riportare l’ordine (lì mandò alcune lettere al duca). Gli incarichi lo distolgono però dalla dedizione alle opere, ma lui ne ha bisogno.

Tornato a Ferrara nel 1525 realizzò il suo desiderio di una vita tranquilla e appartata. Lì poté dedicarsi alla scrittura: ampliò e revisionò nuovamente l’opera, che uscì con una terza edizione definitiva nel 1532. Morì un anno dopo.

Ariosto, un sognatore pragmatico

Un’immagine tradizionale di Ariosto ne fa un sognatore che vuole di sfuggire alla realtà per rifugiarsi in un suo mondo poetico d’immaginazione (lui contribuì a creare questa immagine nell’autoritratto che fa di sé nella satira III). In verità egli era un uomo capace di gestire gli incarichi a lui assegnati e un diplomatico apprezzato. È evidente un velo di ironia che il poeta utilizza per rivendicare uno spazio di libertà per il lavoro letterario.

Di egli possiamo notare la sua aspirazione a trasferire la realtà su un piano più alto (nobilitarla dalla poesia senza cancellarne la complessità).

Le edizioni dell'Orlando Furioso

Scrisse l’Orlando Furioso dal 1504/5 fino alla morte.

•La prima edizione pubblicata nel 1516, simile all’edizione definitiva e composta da 40 canti.

•La seconda edizione pubblicata nel 1521, comprendeva anche questa 40 canti e il poeta ne fa una revisione linguistica.

•Nella terza e ultima edizione pubblicata nel 1532, il poeta fa anche qui una revisione linguistica e dei contenuti, dei canoni classicisti e si rifà all’italiano di Petrarca e Boccaccio, introduce nuovi episodi arrivando così ad un totale di 46 canti. Appare come un’opera molto più cupa e pessimista rispetto a quelle precedenti

Egli scrisse a parte 5 canti che lasciò inediti, furono pubblicati postumi da suo figlio Virginio. Non li inserì poiché avrebbero alterato l’equilibro dell’opera.

Struttura e temi del poema

Era considerato un poema originale per i suoi tempi, opera di intrattenimento indirizzata ai cortigiani, dona una forma classica alla materia cavalleresca.

Ogni canto possiede un esordio, episodi che profetizzano avvenimenti storici futuri (Ruggero e Bradamante – Casata d’Este), racconto nel racconto (sono inserite delle novelle di altri personaggi che diventano così narratori di secondo grado).

Il poeta parla dell’opera come un’aggiunta all’Orlando Innamorato di Boiardo (rimasto interrotto). Il pubblico era molto interessato alle storie cavalleresche. L’intreccio dell’opera si riallaccia a quello dell’Orlando Innamorato. Ariosto riprende i personaggi nella situazione in cui erano stati lasciati da Boiardo, sviluppa i fili della trama già intricata e li complica a sua volta.

Trame principali dell'Orlando Furioso

Si riconoscono tre filoni principali intrecciati tra loro:

1.La guerra tra Carlo Magno e gli eserciti saraceni che all’inizio del poema assediano Parigi

2.Amore di Orlando per Angelica, storia iniziata da Boiardo. Angelica, principessa venuta dall’Oriente è in fuga poiché costantemente inseguita da pretendenti, ella si innamora di Medoro, giovane saraceno che ha guarito perché ferito. Orlando innamorato della bella Angelica, quando scopre del loro matrimonio, impazzisce di gelosia e perde la ragione, il senno. Il suo senno sarà poi recuperato dal paladino Astolfo, che con un cavallo alato, arriva sulla Luna, dove è presente tutto ciò che si perde sulla Terra.

3. Amore tra Ruggiero e Bradamante, anche questa storia era già stata iniziata da Boiardo. Egli è un eroe saraceno mentre lei è una guerriera cristiana. Dalla loro unione nascerà la stirpe degli Este. I due innamorati si perdono ogni volta che si incontrano. Alla fine Ruggiero si converte al cristianesimo (da musulmano) e nell’ultimo canto celebrano il matrimonio.

Tecnica narrativa di Ariosto

A queste vicende Ariosto ne intreccia molte altre. La narrazione viene interrotta improvvisamente per passare ad un’altra situazione, ad altri personaggi: entrelacement. Perfeziona così la tecnica suspence gia nota ai poemi cavallereschi precedenti. Alla fine tutti i guerrieri cristiani si ritrovano a Parigi, da cui si erano dispersi all’inizio dell’Orlando Innamorato.

ha una struttura aperta: si ha quindi una continua variazione di toni (dal tragico al comico) e di situazioni.

Tematiche e personaggi del poema

Nell’Orlando Furioso vi sono molte tematiche affrontate , possiamo infatti ritrovare nel poema materia cavalleresca, fusione tra materia carolingia e arturiana, tematiche amorose fiabesche(Bretagna, legata al Re Artù), riferimenti a reminiscenze classiche (Virgilio, Ovidio, ecc..), senso della cortesia(codice d’onore cavalleresco), amore che può essere solo desiderio fisico oppure eroico e costante, desiderio d’avventura ( provare il proprio valore nelle situazioni più rischiose) , tradimento e astuzia, fedeltà alla causa cristiana, alla patria e al re.

I suoi personaggi non hanno coerenza psicologica, infatti il lettore non si identifica nei sentimenti, ma nell’incostanza degli atteggiamenti, nella quale si può rispecchiare.

Ironia e distacco nel poema

Ariosto mantiene un atteggiamento di distacco rispetto alla sua materia: il poema infatti è pieno di magie e incantesimi, che il poeta narra con normalità, in modo da smorzarne l’effetto favoloso.

Per Ariosto il mondo cavalleresco non è più carico di valori, bensì è un gioco d’immaginazione.

Interpretazioni ottocentesche del poema

I lettori dell’Ottocento hanno interpretato il poema come un’evasione dalla realtà, anche se quel mondo fa riferimenti al mondo reale (artificio della profezia - celebrazione delle glorie della dinastia estense, condizione dell’Italia dall’invasione dei saraceni).

Le vicende dei personaggi sono interrotte da commenti: presenza del narratore. Si viene a creare una distanza tra il narratore e ciò che è narrato. A questi commenti sono dedicate le aperture dei canti, che interrompono la narrazione con una pausa riflessiva.

Metafora della vita nel Furioso

Il mondo del Furioso è un mondo instabile dominato dal caso, i personaggi inseguono le loro illusioni. È una metafora della vita: trascrive su piano fantastico la realtà dell’Italia del tempo e un’immagine della vita in generale.

Stile e ottava ariostesca

Ariosto non inventa niente, ma riprende la materia dei temi cavallereschi e li morta in uno stile più raffinato, all’altezza delle esigenze del gusto dell’epoca (più alto e raffinato).

L’ottava ariostesca, è più mossa di quella di Boiardo, racchiude in un giro armonico, un gioco di incisi e subordinate, con un andamento definito “a spirale”. Questo tipo di ottava concilia il decoro petrarchista con una forza propulsiva che spinge in avanti il racconto.

“Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”

L’esposizione dell’argomento introduce subito il carattere principale del racconto: la varietà, che stimola l’immaginazione del lettore. L’autore traccia lo scenario storico: il Medioevo di Carlo Magno e dei suoi paladini durante la guerra contro i saraceni, in difesa della Francia e della cristianità. Qui lo scontro risulta scatenato da una sete di vendetta personale, perdendo la connotazione di guerra santa.

Emerge poi uno dei fili conduttori della trama, la figura di Orlando che Ariosto rende non solo innamorato, ma anche pazzo per amore. Orlando muta: bellicoso nella chanson, gentiluomo con Boiardo, innamorato pazzo con Ariosto.

È presente l’invocazione alla donna amata, non alla Musa, che rischia di far diventare pazzo Ariosto. Un carattere tipico della poesia ariostesca è l’uso dell’ironia come schermo ai sentimenti. La terza e la quarta ottava contengono la dedica al signore e alla famiglia al cui servizio è il poeta, inserendo la figura di Ruggiero: l’autore immagina che dalle nozze tra Ruggiero e Bradamante avrà origine la stirpe degli Estensi.

Il testo alterna momenti di solennità epica a momenti di stile piano e colloquiale.

Angelica e Medoro

Nelle prime ottave si narra la presunta morte di Medoro, ucciso dai cristiani. Medoro, ferito, viene soccorso e curato da Angelica, presa dalla pietà. Lo medica servendosi dell’impacco ottenuto da una pianta. Il suo sentimento di pietà passa ad amore per Medoro. Lui e Angelica, con l’aiuto di un pastore, si rifugiano nella sua umile dimora. Man mano che la ferita del cavaliere guarisce, nel cuore della donna si apre l’attrazione amorosa. Poi si ha un rovesciamento, scambio di ruoli: è Angelica che desidera Medoro.

Angelica orgogliosa della sua indipendenza acquisita grazie all’anello fatato non sa che sta per essere vinta da Amore, così la superba donna diventa una devota infermiera.

Questa volta è la donna tanto desiderata e inseguita a dichiararsi per prima. Angelica rovescia il ruolo tradizionale dell’eroina stessa. L’amore occupa una posizione privilegiata: spinge i personaggi a cercare chi non li ama, facendoli innamorare in modo inatteso.

Ariosto procede con incastri, intervenendo anche con formule di passaggio per riprendere e ricordare i fili del racconto.

Angelica conclude la presenza nel poema, ora non è più l’oggetto del desiderio, ma soggetto, e quindi non svolge più la funzione attrattiva. Mantiene ruolo del motore dell’azione: incide il suo nome e quello di Medoro su alberi, lasciando così tracce che porteranno Orlando alla perdita della ragione.

Orlando e la perdita del senno

Orlando, impegnato in imprese eroiche, si sta battendo con un cavaliere saraceno (Mandricardo, trascinato via dal suo cavallo imbizzarrito). Inseguendolo, Orlando giunge nei luoghi in cui Angelica e Orlando hanno lasciato le loro tracce. Non appena il paladino viene a sapere, dal vecchio pastore, che i due si sono sposati, va su tutte le furie e perde il senno. Ariosto di sofferma sulla rabbia e sul furore che gli offuscano i sensi.

In questo episodio è narrato il momento centrale del poema, Orlando abbandona le sue vesti eroiche per rivelare la sua debole umanità. L’amore e la gelosia sono sentimenti in grado di stravolgere un essere umano fino a farlo impazzire, Orlando vittima della gelosia come tutti gli uomini.

Caso: scompiglia l’ordine Orlando fa il suo dovere, ma per caso vede le scritte di Ang.

Lui prima si esprime con monologhi, gradualmente si trasforma in bestia, dominato dalla furia.

Ironia: il paesaggio idilliaco fa da contrappunto all’esplosione della follia.

PAZZIA: lui vuole ingannare se stesso – resta esterrefatto davanti all’evidenza, ma cerca comunque improbabile spiegazioni – preferisce il dubbio – la verità lo dispera ma cerca di controllarsi – alla fine esplode la pazzia.

Presenza di riferimenti ironici sulla condizione dei poeti alla corte.

Astolfo e il recupero del senno

Astolfo (razionale, ingegnoso, ma con difetti: infatti anche lui ritrova il suo senno, quindi ha commesso sciocchezze. Lo riperderà con Cinzia, sposata e per punizione sarà inghiottito da balena, è uno dei paladini di Carlo Magno, protagonista di avventure e incaricato di recuperare il senno di Orlando in preda al furor (alla pazzia). Egli parte dal paradiso terrestre con il Carro di Elia guidato da San Giovanni che diventa la guida di Astolfo durante tutto il viaggio e la permanenza sulla Luna. Sulla Luna si trovano tutte le cose che vengono perse sulla Terra.

Richiamo alla divina commedia, protagonista che compie un viaggio insieme ad una guida – San Giovanni come Virgilio, ruolo di guida spirituale.

Concetti di meraviglioso e fantastico

Concetto del meraviglioso e del fantastico: servono per incuriosire e rallegrare il lettore affrontando questioni serie e importanti, anche attraverso l’ironia.

Le ninfe oltre a essere un elemento fantastico, fanno parte del corteggio di una dea specifica: Diana, dea della caccia e della Luna, per questo si trovano lì.

Fama e ironia nel poema

Il tempo è un tarlo che divora e consuma la fama che gli uomini si costruiscono con fatica: es. i rei dei Persiani e degli Assiri che faticano per ottenere la fama, ma che il tempo consuma e annienta. Ariosto tende a rendere concreti dei concetti astratti. Fama rappresentata in modo concreto mostruoso: divinità con molte bocche orecchi e occhi, mostro alato quindi molto veloce: allegoria opinione pubblica. La fama è l’allegoria del chicche riccio. Sente e vede tutto e quindi diffonde velocemente ciò che ha visto e sentito. Deriva dalla parola latina “fari” = parlare, ciò che si dice. In questo caso la fama è la reputazione e la gloria.

Deittico: avverbio, pronome, aggettivo che ci dà informazioni su tanti punti di vita.

Deittici spaziali: ci danno informazioni sullo spazio. Sfumatura spaziale che Ariosto sfrutta per alternare lo spazio terrestre vicino e quello lunare lontano (quel: luogo lontano dall’autore che ci sta parlando dalla terra).

Antitesi: ciò che si trova su Terra e ciò su Luna.

Ariosto prende di mira: la fama, l’ozio, le vane adulazioni, i progetti che rimangono inconclusi, le corone dei re e i versi in lode dei signori, rappresentati come cicale scoppiate.

Duca: latinismo

Rendere ridicole azioni umane sulla terra, messaggio pazzia umanità, dipinge l’uomo come essere imperfetto, alternato tra ragione e follia, vittima del caso, amore

Ironia: descrizione paesaggio Luna per prendere in giro ciò che si trova sulla Terra, ironica rassegna delle vanita e follie.

Simbolismo lunare

Le cose perdute sulla Terra, nella Luna assumono apparenze simboliche.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le due anime della cultura del Cinquecento che si riflettono nell'opera di Ludovico Ariosto?
  2. L'opera di Ariosto riflette l'ideale aristocratico di perfezione umana e la coscienza inquieta di una crisi, evidenziando i limiti dell'uomo.

  3. Quali furono le principali difficoltà finanziarie affrontate da Ludovico Ariosto dopo la morte del padre?
  4. Ariosto dovette affrontare problemi finanziari legati alla dote delle sorelle e alla necessità di garantire una posizione stabile ai fratelli, oltre a questioni ereditarie.

  5. Come si sviluppa la trama principale dell'Orlando Furioso?
  6. La trama principale si sviluppa attraverso tre filoni intrecciati: la guerra tra Carlo Magno e i saraceni, l'amore di Orlando per Angelica, e l'amore tra Ruggiero e Bradamante.

  7. Qual è il significato del simbolismo lunare nell'Orlando Furioso?
  8. Il simbolismo lunare rappresenta le cose perdute sulla Terra, che sulla Luna assumono apparenze simboliche, riflettendo la pazzia e le vanità umane.

  9. In che modo Ariosto utilizza l'ironia nel suo poema?
  10. Ariosto utilizza l'ironia per mantenere un distacco dalla materia narrata, smorzando l'effetto favoloso delle magie e incantesimi e ridicolizzando le azioni umane.

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