Concetti Chiave
- Comunicare significa rendere comune una conoscenza o volontà, e richiede l'uso di regole linguistiche come purezza della lingua, proprietà, chiarezza, convenienza, naturalezza, brevità e armonia.
- La purezza della lingua implica l'utilizzo di termini del vocabolario comune, evitando esotismi, provincialismi, solecismi, arcaismi e neologismi non necessari.
- La proprietà di linguaggio si ottiene usando termini specifici ed evitando parole generiche; si sviluppa leggendo e praticando l'uso di nuovi vocaboli.
- La chiarezza è fondamentale per evitare ambiguità, richiedendo frasi brevi e precise, evitando costruzioni complesse che possono confondere l'interlocutore.
- Un'espressione perfetta è naturale, breve e armonica, evitando artifici, prolissità e cacofonie, adattandosi al contesto e rispettando l'interlocutore.

Indice
La purezza della lingua: utilizzare un linguaggio comune
Quella che chiamiamo “purezza della lingua” altro non è che la scelta mirata di parole che esclusivamente appartengono al nostro vocabolario comune (in questo caso, all’italiano). Pertanto, è bene escludere dal discorso ogni forma espressiva ad esso estranea o non propriamente appartenente. Ad esempio:
- Gli esotismi, con i quali ci si riferisce all’uso di termini presi da altre lingue per esprimere un’idea anche se, in italiano, esiste la parola corrispondente. Ad esempio dire “meeting” invece di “riunione”, o “trend” invece di “tendenza”. Tuttavia, molti termini stranieri sono talmente radicati nell’italiano che l’uso del termine corrispondente farebbe sorridere (pensiamo all’uso super attuale della parola “selfie”, invece di “autoscatto”). Con il termine esotismo indichiamo soprattutto parole derivanti dalla lingua inglese che “minacciano” costantemente la purezza della lingua italiana (soprattutto per quanto riguarda il lessico utilizzato in ambiti lavorativi e tecnologici);
- I provincialismi, termini o costruzioni di frasi che rimandano a dialetti regionali (si pensi che in Italia vengono parlate ufficialmente più di 31 lingue tra l’italiano e altri dialetti): “ramerino invece di rosmarino”, “tengo mal di testa” invece di “ho mal di testa”, “andiedi” invece di “andai”;
- I solecismi, dal greco “sòloikos”, che parla scorrettamente, non sono altro che delle sgrammaticature: “più meglio”, “se voi potreste andare”, “ci ho detto”;
- Gli arcaismi: parole antiquate, ormai non più in uso nella lingua corrente, ad esempio “viltade” invece di “viltà”, “pria” invece di “prima”. Sono termini che derivano dai classici ma che, nel linguaggio moderno, non vengono più utilizzati;
- I neologismi invece sono parole nuove di recente formazione; essi sono tollerati perché la lingua è in continua evoluzione. Spesso però sono anch’essi semplici derivati di origine straniera entrati nell’uso comune, per i quali allora varrebbe la regola degli esotismi.
Proprietà di linguaggio e come ottenerla
Possedere “proprietà di linguaggio” significa avere una conoscenza approfondita della lingua e saper utilizzare i giusti termini per chiamare le cose con il loro nome. Questo vuol dire evitare di abusare di termini generici come “cosa”, “bello”, “dire”, “fare”, ma preferire dei corrispondenti linguistici più specifici ed esaustivi: potremmo dire che un libro è “interessante” invece di dire semplicemente che è “bello”, oppure che una ragazza è “avvenente” invece di dire “bella”. La proprietà di linguaggio è una qualità espressiva che si può esercitare, leggendo molto ad esempio ci si imbatte spesso in nuove parole o nuovi modi di dire e si arricchisce il proprio bagaglio. Cercare la definizione di parole che non si conoscono ed esercitarsi a riutilizzarle nel quotidiano può essere un buon modo per fissarle nella memoria così da averle pronte e disponibili all’occorrenza.
Per ulteriori approfondimenti sul linguaggio vedi qui
Essere chiari prima di tutto
La chiarezza è la qualità espressiva che permette al lettore di capire immediatamente il nostro pensiero. Parlare in modo poco chiaro e confuso può creare ambiguità e compromettere la comunicazione. È bene allora evitare, quando si parla o si scrive, di utilizzare periodi troppo lunghi e pieni di incisi (talvolta inutili). Ad esempio, la frase: “La signora Maria ha incontrato il maestro e gli ha chiesto notizie di suo figlio” risulta ambigua perché non fa capire, ad un primo ascolto, se il figlio è della signora Maria o del maestro, e probabilmente ad essa seguirebbe un’ulteriore spiegazione. Se si tratta del figlio del maestro è giusto dire: “La signora Maria ha incontrato il maestro e gli ha chiesto notizie del figlio di lui /del di lui figlio”. Se si tratta del figlio della signora Maria si dirà: “La signora Maria ha incontrato il maestro e gli ha chiesto notizie del proprio figlio”.
Per ulteriori approfondimenti sulla grammatica italiana vedi qui
Il principio di convenienza, rispettiamo chi ci ascolta
La convenienza consiste nell’adattare il linguaggio alla situazione e al contesto in cui esso avviene e all’interlocutore. Per farlo occorre far leva sul proprio tono, che potrà essere, ad esempio, amichevole, familiare, solenne. Per salutare una persona con cui non abbiamo rapporti utilizzeremo un linguaggio più formale: “ArrivederLa/Arrivederci. Se invece ci rivolgiamo ad un amico saluteremo con: “Ciao, a presto/ ci vediamo”.
Per ulteriori approfondimenti sulla comunicazione paraverbale vedi qui
Naturale, breve e armonica: l’espressione è perfetta
Le ultime tre competenze che occorre tenere a mente e acquisire affinché il proprio modo di esprimersi sia perfetto sono:
- La naturalezza, che si ha quando si evitano ricercatezze o artifici inutili. In genere si ottiene evitando l’uso di superlativi, detti o scritti tanto per aggiungere qualcosa e infarcire la frase. Per esempio: abuso di “colossale”o “formidabile”;
- La brevità: che sintetizza quanto abbiamo da dire in un discorso chiaro e conciso tralasciando tutto quanto è superfluo (come avviene invece quando si è prolissi e si ripete lo stesso concetto con sinonimi, divagazioni o ripetizioni, rischiando, oltretutto, di annoiare l’interlocutore);
- L’armonia è la ciliegina sulla torta del parlar bene: utilizzare parole da suono gradevole per evitare invece la cacofonia, incontro sgradevole di gruppi di lettere uguali: Es. “fra fratelli”, “con “contegno”.
Domande da interrogazione
- Cosa significa "purezza della lingua" e come si può mantenere?
- Come si può ottenere la proprietà di linguaggio?
- Perché è importante essere chiari nella comunicazione?
- Cosa implica il principio di convenienza nel linguaggio?
- Quali sono le caratteristiche di un'espressione perfetta?
La purezza della lingua si riferisce all'uso di un linguaggio comune, evitando esotismi, provincialismi, solecismi, arcaismi e neologismi non necessari. È importante scegliere parole che appartengono al vocabolario italiano per mantenere la chiarezza e l'efficacia della comunicazione.
La proprietà di linguaggio si ottiene attraverso una conoscenza approfondita della lingua, utilizzando termini specifici e appropriati. Si può migliorare leggendo molto, cercando definizioni di parole sconosciute e praticando il loro uso quotidiano.
La chiarezza è fondamentale per evitare ambiguità e garantire che il messaggio sia compreso immediatamente. Frasi troppo lunghe o complesse possono confondere l'interlocutore, quindi è essenziale esprimersi in modo diretto e preciso.
Il principio di convenienza implica adattare il linguaggio al contesto e all'interlocutore, utilizzando un tono appropriato. Ad esempio, si usa un linguaggio formale con estranei e uno più informale con amici.
Un'espressione perfetta è naturale, breve e armonica. La naturalezza evita artifici inutili, la brevità assicura un discorso conciso e l'armonia utilizza parole dal suono gradevole per evitare cacofonie.