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Concetti Chiave

  • Eraclito utilizza il linguaggio per esprimere la natura contraddittoria della realtà, attribuendo più nomi a una stessa cosa.
  • Teofrasto interpreta il pensiero di Eraclito come un processo di trasformazione, evidenziando l'attribuzione di significati diversi alla stessa via.
  • La contraddizione si manifesta nei nomi e nei significati, come nel caso di "bios" e "biòs", rappresentando vita e morte.
  • La realtà è descritta attraverso nomi opposti, riflettendo il suo movimento continuo tra poli contraddittori.
  • Eraclito apprezza l'ambiguità del linguaggio, simile all'oracolo, che accenna alla verità piuttosto che enunciarla chiaramente.

L’ambiguità del linguaggio

Eraclito mostra inoltre una nuova, affinata capacità di uso del linguaggio. E Egli osserva che una stessa cosa può avere nomi diversi, capaci di descriverne la natura contraddittoria che la fa sembrare due cose diverse. Un discepolo di Aristotele, Teofrasto, interpreterà il passo (“la via in su e la via in giù sono un’unica identica via”) come un processo di trasformazione dal fuoco alla terra (“via in giù”) e dalla terra al fuoco ("via in su”).

In realtà si tratta di un’attribuzione — alla stessa cosa — di due significati diversi, quindi di due nomi diversi, perché tali sono i punti di vista (cioè salita e discesa) in cui la stessa cosa (la via) può essere pensata e nominata. Eraclito, inoltre, si rende conto che uno stesso nome potrebbe avere significati diversi: ad esempio “vita (bios) è il nome dell’arco (biòs), ma opera la morte”. In tal caso, la contraddizione si manifesta non solo fra il nome (la vita) e l’oggetto (l’arco portatore di morte), ma anche come contraddizione fra i diversi aspetti della realtà, come tensione e armonia fra contrari: fra vita e morte, fra giovinezza e vecchiaia, fra giorno e notte, ecc. Lo stesso nome bios, con un semplice spostamento d’accento (bios o biòs) acquista due significati opposti. È tale opposizione è interna alla cosa stessa, che è vita ma è anche morte. La realtà viene descritta con nomi diversi ed opposti in quanto è essa stessa svolgimento perenne dall’uno all’altro polo della contraddizione: ad esempio, l’individuo, sviluppandosi, è nello stesso tempo giovane e vecchio. Per questo in Eraclito la parola sembra essere apprezzata proprio per la sua ambiguità, cioè per la sua capacità di descrivere la natura contraddittoria della realtà. Il modello linguistico del filosofo sembra essere quello dell’oracolo, che non enuncia direttamente la verità, ma l’accenna soltanto. A pochi la rivela e fornisce la chiave per comprenderla, ma ai più la maschera e la nasconde. Perché Zeus — afferma Eraclito — vuole eppur non vuole essere conosciuto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la capacità del linguaggio secondo Eraclito?
  2. Eraclito mostra una capacità affinata di usare il linguaggio per descrivere la natura contraddittoria delle cose, evidenziando come una stessa cosa possa avere nomi diversi e significati opposti.

  3. Come viene interpretata la frase “la via in su e la via in giù sono un’unica identica via”?
  4. Teofrasto, discepolo di Aristotele, interpreta la frase come un processo di trasformazione dal fuoco alla terra e viceversa, ma in realtà si tratta di attribuire due significati diversi alla stessa cosa, a seconda del punto di vista.

  5. Qual è il modello linguistico di Eraclito e come si relaziona alla verità?
  6. Il modello linguistico di Eraclito è simile a quello dell’oracolo, che accenna alla verità senza enunciarla direttamente, rivelandola a pochi e mascherandola ai più, riflettendo la natura ambigua e contraddittoria della realtà.

Domande e risposte

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