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Concetti Chiave

  • La punteggiatura in italiano svolge una funzione logica fondamentale, intervenendo sul significato del testo più che sul ritmo.
  • La virgola non deve essere usata tra soggetto e predicato, tra predicato e complemento, e deve essere usata in enumerazioni, antesi, e incisi opzionali.
  • I due punti introducono spiegazioni, conseguenze o elenchi e non si usano tra predicato e oggetto, anche se quest'ultimo è un elenco.
  • Il punto e virgola segnala un'interruzione formale, usato per separare proposizioni con legami logici o in elenchi complessi.
  • Il punto fermo si usa per concludere periodi, nelle abbreviazioni e sigle, ma non in sigle leggibili come parole o per spezzare troppo i testi.

Questo appunto di Italiano tratta il modo corretto di utilizzare la punteggiatura. Nello specifico, dopo una breve panoramica sulle caratteristiche e sulle funzioni della punteggiatura in generale, viene delineata una breve guida sul corretto utilizzo di: virgola, due punti, punto e virgola e punto fermo, fornendo alcuni esempi pratici. Utilizzo della punteggiatura articolo

Indice

  1. Le caratteristiche e le funzioni della punteggiatura
  2. L’utilizzo della virgola: quando si usa e quando non si usa
  3. I due punti: quando si usano e quando non si usano
  4. Il punto e virgola: quando si usa e quando non si usa
  5. L’utilizzo del punto fermo: quando si usa e quando non si usa

Le caratteristiche e le funzioni della punteggiatura

Nella lingua italiana, la punteggiatura assume delle funzioni fondamentali.

Più specificatamente, prima ancora di avere un effetto di ritmo sul testo, assume una funzione logica, intervenendo sull’aspetto semantico, vale a dire sul significato di un testo.
La caratteristica fondamentale della punteggiatura è che gode di una certa libertà; nel senso che si possono individuare relativamente poche regole per utilizzare la punteggiatura nel modo migliore, tuttavia, di fatto questa corrisponde ad un gusto prettamente personale.

L’utilizzo della virgola: quando si usa e quando non si usa

Secondo le regole della grammatica italiana, la virgola non deve essere utilizzata:

  • Tra soggetto e predicato (ad esempio, non è corretto “Luca, è un bambino”);
  • Tra predicato e complemento oggetto;
  • Tra predicato e complemento di termine;
  • Tra sostantivo e aggettivo (ad esempio, non è corretto “Luca, è simpatico e gentile”);
  • Tra principale e soggettiva, oggettiva e interrogativa indiretta.
  • Al contrario, la virgola deve essere utilizzata nei seguenti casi:
  • Nelle enumerazioni e negli elenchi per separarne e distinguerne i vari componenti;
  • All’interno di un periodo, nelle successioni di coordinate per asindeto per distinguere le varie proposizioni;
  • Prima di un’opposizione e, se l’opposizione è interna alla frase, anche dopo
  • Prima di un vocativo e, se è interno alla frase, anche dopo;
  • Dopo gli avverbi “sì” e “no”;
  • Prima delle congiunzioni avversative “ma”, “però”, “anzi”, “tuttavia”;
  • Quando la subordinata temporale o causale è implicita con il participio;
  • Nelle dichiarative;

Inoltre, è importante sottolineare che quando in un discorso si inserisce un inciso, l’utilizzo delle virgole è facoltativo, tuttavia, se si decide di inserire una virgola prima dell’inciso, è necessario inserire la seconda virgola dopo l’inciso.
Un’altra regola importante è che le virgole, così come tutti gli altri segni interpuntivi, fatta eccezione per il punto esclamativo e il punto interrogativo, devono essere utilizzate dopo la parentesi chiusa.

Per approfondimenti sull’utilizzo della virgola vedi anche qua

I due punti: quando si usano e quando non si usano

La funzione dei due punti è quella di una pausa più lunga di quella di una virgola. Servono generalmente ad introdurre una spiegazione, una conseguenza, una descrizione, un elenco.
Non si devono usare tra il predicato verbale e il suo oggetto, neppure se questo è formato da un elenco di elementi. Si usano i due punti quando si deve specificare una parte del discorso iniziale. Se non c’è nessun elemento da specificare non ci vogliono i due punti, non importa se è un elenco.

Per approfondimenti sull’utilizzo dei due punti vedi anche qua

Il punto e virgola: quando si usa e quando non si usa

Il punto è virgola è il segno di punteggiatura più difficile da usare perché è quello più difficile da definire.
È una sorta di via di mezzo tra il punto e la virgola, è un segno di pausa che è una pausa nè breve quanto la virgola né lunga quanto un punto. Il punto è virgola non si usa spessissimo, è quello di cui abbiamo meno bisogno, un segno di punteggiatura che noi abbiamo meno occasioni di usare. Il punto e virgola è quel segno di punteggiatura che si deve usare quando si deve segnalare un’interruzione a livello della forma ma non a livello del contenuto, perché la frase dopo il punto e virgola è legata a quella collocata prima. Il punto e virgola inoltre permette anche di terminare un periodo.
Il punto e virgola si usa nei seguenti casi:

  • Per separare due o più proposizioni, quando lo stacco logico non è così netto da richiedere il punto, ma bisogna mettere ordine nell’insieme anche da un punto di vista logico.
  • Negli elenchi, quando i singoli elementi sono uniti a un elemento appositivo più o meno lungo.
  • Nel caso di correlativa in cui i due membri siano particolarmente lunghi, cioè siano composti da più proposizioni.

Utilizzo della punteggiatura articolo

L’utilizzo del punto fermo: quando si usa e quando non si usa

Il punto fermo si utilizza a conclusione di un periodo. Tuttavia, viene utilizzato anche:

  • Nelle abbreviazioni per compendio (ad esempio: “Dott.”, “Ing.”, “Prof.”, “pag.” e così via); per riduzione (vale a dire nei casi in cui si utilizzano solo consonanti, ad esempio: “v.”, “vd.”, “cfr.”, “sg.” e così via); per contrazione (“figl.”).
    Nel caso in cui la fine del periodo coincida con una abbreviazione si usa un punto solo, ad esempio: “Questa mattina mi recherò al ricevimento dal Prof.” e non “Questa mattina mi recherò al ricevimento dal Prof..”
  • Nelle sigle (ad esempio: “D.L.”, “D.D.L.”, “S.P.M.” e così via).

Al contrario, il punto fermo non va utilizzato:

  • Nelle sigle più diffuse e che possono essere lette facilmente come parole vere (ad esempio: “CONI”, “ONU”, “FIAT”, “RAI” e così via);
  • Per separare subordinate dalla propria principale, trattandole come se fossero principali, sebbene sia una pratica tipica di alcune prose giornalistiche o letterarie.
  • Per spezzare il testo in un numero eccessivo di periodi brevi, sebbene anche questo sia una pratica tipica di alcune prose giornalistiche o letterarie.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione principale della punteggiatura nella lingua italiana?
  2. La punteggiatura nella lingua italiana ha una funzione logica, intervenendo sull'aspetto semantico del testo, oltre a influenzare il ritmo.

  3. Quando è corretto utilizzare la virgola?
  4. La virgola si usa nelle enumerazioni, prima di opposizioni, vocativi, e congiunzioni avversative, e in dichiarative, tra altri casi specifici.

  5. Qual è la funzione dei due punti e quando non si devono usare?
  6. I due punti introducono spiegazioni o elenchi, ma non si usano tra predicato verbale e oggetto, anche se quest'ultimo è un elenco.

  7. In quali situazioni si utilizza il punto e virgola?
  8. Il punto e virgola si usa per separare proposizioni con stacco logico non netto e negli elenchi con elementi appositivi lunghi.

  9. Quando non si deve usare il punto fermo?
  10. Il punto fermo non si usa nelle sigle lette come parole vere e per separare subordinate dalla principale, tra altri casi.

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