Concetti Chiave
- L'iperbato è una figura retorica che separa parole che dovrebbero essere vicine, generando una rottura sintattica per esprimere un'intensa poetica.
- Utilizzato principalmente nei testi poetici italiani, l'iperbato enfatizza parole che altrimenti sarebbero meno rilevanti.
- Questa tecnica poetica invita il lettore ad utilizzare la propria immaginazione per comprendere il significato di frasi strutturalmente complesse.
- Esempi celebri di iperbato si trovano nelle opere di autori come Ludovico Ariosto, Giovanni Pascoli e Ugo Foscolo.
- La distorsione sintattica dell'iperbato mira a creare suggestioni evocative, arricchendo così l'esperienza poetica del lettore.
Definizione e scopo dell'iperbato
L'iperbato, derivante dal greco hypèrbaton: “passato oltre, trasposto", è una figura retorica che consiste nell'allontanare una determinata parola dall'altra alla quale dovrebbe essere accostata. L'iperbato consiste quindi nella rottura sintattica vera e propria di una frase per potere ottenere quindi determinati tipi di espressività. Nell'ambito di un testo poetico italiano quindi lo scopo dell'iperbato sarebbe quello di porre in rilievo una parola che in altri contesti passerebbe in secondo piano.
L'obiettivo quindi dell'iperbato è quello di creare una vera e propria suggestione di tipo poetico.
L'iperbato rende complesso il significato dei versi. Il lettore, trovandosi dinnanzi ad una frase stravolta a livello sintattico deve quindi dare grande slancio alla sua immaginazione.
Esempi di iperbato nella poesia italiana
"io parlo de' begli occhi e del bel volto,
che gli hanno il cor di mezzo il petto tolto."
(iperbato presente nel testo poetico Orlando Furioso di Ludovico Ariosto)
"Quelle sere, Maria non, come suole,
pregava al mio guanciale, co' suoi lenti
bisbigli, con le sue dolci parole:..."
(iperbato presente ne La mia malattia di Giovanni Pascoli)
"questa bella d’erbe famiglia e d’animali"
(iperbato presente in Dei Sepolcri di Ugo Foscolo)
"Giovin signore, o a te scenda per lungo di magnanimi lombi ordine il sangue..."
iperbato presente ne Il Giorno, Il Mattino di Giuseppe Parini)
"e ‘l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi..."
(iperbato presente in Erano i capei d'oro a l'aura sparsi di Francesco Petrarca)
"Pace dicono al cuor le tue colline"
(iperbato presente in Traversando la Maremma toscana di Giosuè Carducci)
"Siede con le vicine a filar la vecchierella"
(iperbato presente in Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi)
"Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti,
quel raggio di sole da nuvoli folti,
traluce de’ padri la fiera virtù"
(Iperbato presente nella tragedia Adelchi di Alessandro Manzoni)
"dell’anno e di tua vita il più bel fiore"
(Iperbato presente ne Il passero solitario di Giacomo Leopardi)

Domande da interrogazione
- Che cos'è l'iperbato?
- Qual è lo scopo dell'iperbato nei testi poetici italiani?
- Puoi fornire un esempio di iperbato in un testo letterario celebre?
L'iperbato è una figura retorica che consiste nell'allontanare una parola dall'altra alla quale dovrebbe essere accostata, creando una rottura sintattica per ottenere espressività poetica.
Lo scopo dell'iperbato nei testi poetici italiani è di porre in rilievo una parola che altrimenti passerebbe in secondo piano, creando una suggestione poetica e stimolando l'immaginazione del lettore.
Un esempio di iperbato si trova in "Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto: "io parlo de' begli occhi e del bel volto, che gli hanno il cor di mezzo il petto tolto."