Concetti Chiave
- L'accento ritmico, o ictus, determina il ritmo del verso posizionandosi in corrispondenza degli accenti tonici delle parole.
- Gli ictus creano un'alternanza tra posizioni forti e deboli, influenzando la musicalità del verso.
- Nei versi parisillabi gli accenti sono fissi, mentre nei versi imparisillabi sono variabili, influenzando il ritmo complessivo.
- L'ultimo ictus di un verso cade sempre sulla penultima sillaba metrica, con variazioni a seconda della tipologia di parola finale.
- La variabilità degli accenti ritmici negli endecasillabi crea un ritmo lento e disteso, come nel caso dei versi leopardiani.
L’accento ritmico o ictus
Ogni verso presenta un particolare ritmo, determinato da molteplici fattori fra i quali rivestono una particolare importanza:
la posizione degli accenti ritmici o ictus;
le pause metriche;
L’accento ritmico o ictus coincide generalmente con gli accenti tonici di alcune parole e determina f nel verso un’alternanza di:
• posizioni forti: dove cade l’accento ritmica o ictus.
• posizioni deboli: dove non cade l’accento ritmica o ictus.
In tutti i tipi di versi l’ultimo ictus cade sulla penultima sillaba metrica (che coincide con l'ultima sillaba se la parola è tronca, con la terzultima se la parola è sdrucciola); gli altri accenti sono:
• fissi nei versi parisillabi: quadrisillabo, senario, ottonario, decasillabo
• variabili nei versi imparisillabi: trisillabo, quinario, settenario, novenario, endecasillabo.
Per comprendere in che modo la posizione degli ictus incide sul ritmo leggi i seguenti versi:
a) Quant’è bèlla giovinèzza.
Che si fìigge tuttavia!
Chi vuoi èsser lieto, sia:
di domàn non c’è certèzza.
(Lorenzo de’ Medici, 11 trronfo di Bacca e Arianna)
b) Già le dèstre hanno strètto le dèstre
già le sàcre paròie son pòrte:
o compàgni sul lètto di rnòrte,
o fratèili su lìbero suòl
(A. Manzoni, Marzo 1821)
c) Dolce e chiàra è la nòtte e sènza vènto,
e quèta sovra i tètti e in mèzzo agli òrti
pòsa la lùna, e di lontàn rivèla
serena ogni montagna....
(G. Leopardi, La sera del dì di festa)
La presenza di un accento ritmica fisso produce un andamento fortemente cadenzato, che negli ottonari dell’esempio (a) risulta rapido e vivace, nei decasillabi dell’esempio (b) ampio e solenne. Negli endecasillabi leopardiani (c) invece l’accento ritmico variabile contribuisce a creare un ritmo lento, ampio e disteso che trova una perfetta corrispondenza nell’immagine notturna descritta dal poeta.