Versione originale in latino
[...] Haec ad posteriorem. Ta peri tou kathekontos quatenus Panaetius, absolvi duobus. Illius tres sunt; sed cum initio divisisset ita, tria genera exquirendi offici esse, unum, cum deliberemus honestum an turpe sit, alterum, utile an inutile, tertium, cum haec inter se pugnare videantur, quo modo iudicandum sit, qualis causa Reguli, redire honestum, manere utile, de duobus primis praeclare disseruit, de tertio pollicetur se deinceps sed nihil scripsit. Eum locum Posidonius persecutus <est>. Ego autem et eius librum arcessivi et ad Athenodorum Calvum scripsi ut ad me ta kephalaia mitteret; quae exspecto. Quem velim cohortere et roges ut quam primum. In eo est peri tou kata peristasin kathekontos. Quod de inscriptione quaeris, non dubito quin kathekon "officium" sit, nisi quid tu aliud; sed inscriptio plenior "de officiis". Prosphono autem Ciceroni filio. Visum est non anoikeion.
Traduzione all'italiano
[...] E ora, alla seconda lettera. Ho trattato in due libri la materia intorno ai doveri fin dove l'ha trattata Panezio. I suoi sono tre; ma nonostante all'inizio avesse diviso (la materia) così, (affermando) che tre sono le questioni nello studio del dovere, la prima quando giudichiamo se un'azione è onesta o disonesta, la seconda se è utile o inutile, la terza quando sembra che questi principi siano in contrasto fra loro, in quale modo si debba giudicare, come il caso di Regolo, per cui onesto era il ritornare, utile il rimanere, espose molto chiaramente le prime due, della terza promette che ne avrebbe trattato in seguito, ma non ne scrisse nulla. Questa parte l'ha trattata Posidonio. Io, da parte mia, mi sono procurato il suo libro e ho scritto ad Atenodoro il Calvo per farmi mandare i sommari dei capitoli; che sto aspettando. Vorrei che tu lo incitassi e pregassi di mandarmeli quanto prima. In esso tratta del dovere in rapporto alle circostanza. Quanto a ciò che chiedi riguardo al titolo, non dubito che "kathekon" sia "officium", a meno che tu non abbia di meglio; ma il titolo più completo è "De officiis". Lo dedicherò a (mio) figlio Cicerone; non mi sembra fuori luogo.