22. εἰ δέ τις ὑμῶν, ὦ ἄνδρες Ἀθηναῖοι, τὸν Φίλιππον εὐτυχοῦνθ᾽ ὁρῶν ταύτῃ φοβερὸν προσπολεμῆσαι νομίζει, σώφρονος μὲν ἀνθρώπου λογισμῷ χρῆται· μεγάλη γὰρ ῥοπή, μᾶλλον δὲ τὸ ὅλον ἡ τύχη παρὰ πάντ᾽ ἐστὶ τὰ τῶν ἀνθρώπων πράγματα· οὐ μὴν ἀλλ᾽ ἔγωγε, εἴ τις αἵρεσίν μοι δοίη, τὴν τῆς ἡμετέρας πόλεως τύχην ἂν ἑλοίμην, ἐθελόντων ἃ προσήκει ποιεῖν ὑμῶν αὐτῶν καὶ κατὰ μικρόν, ἢ τὴν ἐκείνου· πολὺ γὰρ πλείους ἀφορμὰς εἰς τὸ τὴν παρὰ τῶν θεῶν εὔνοιαν ἔχειν ὁρῶ ὑμῖν ἐνούσας ἢ 'κείνῳ.
Se qualcuno di voi, o Ateniesi, vedendo Filippo favorito dalla sorte, ritiene che per questo riguardo egli sia terribile a combattersi, fa il ragionamento di un uomo saggio; infatti ha grande peso, o piuttosto è tutto, la fortuna in tutte le cose umane. Ciò nonostante io, se qualcuno mi desse facoltà di scelta, eleggerei la sorte della nostra città, purché voi stessi vogliate fare ciò che si conviene, sia pure in piccola misura, anziché quella di costui: giacchè vedo che vi sono in voi più motivi che in lui per ottenere la benevolenza da parte degli dei.
[newpage]23. ἀλλ᾽, οἶμαι, καθήμεθ᾽ οὐδὲν ποιοῦντες· οὐκ ἔνι δ᾽ αὐτὸν ἀργοῦντ᾽ οὐδὲ τοῖς φίλοις ἐπιτάττειν ὑπὲρ αὑτοῦ τι ποιεῖν, μή τί γε δὴ τοῖς θεοῖς. οὐ δὴ θαυμαστόν ἐστιν, εἰ στρατευόμενος καὶ πονῶν ἐκεῖνος αὐτὸς καὶ παρὼν ἐφ᾽ ἅπασι καὶ μήτε καιρὸν μήθ᾽ ὥραν παραλείπων ἡμῶν μελλόντων καὶ ψηφιζομένων καὶ πυνθανομένων περιγίγνεται. οὐδὲ θαυμάζω τοῦτ᾽ ἐγώ· τοὐναντίον γὰρ ἂν ἦν θαυμαστόν, εἰ μηδὲν ποιοῦντες ἡμεῖς ὧν τοῖς πολεμοῦσι προσήκει τοῦ πάντα ποιοῦντος περιῆμεν.
Ma noi, credo, ce ne stiamo inerti senza far nulla; però non è giusto che qualcuno, standosene egli stesso pigro, non ordini di fare qualcosa nell'interesse suo neppure agli amici, molto meno agli dei. Non reca davvero meraviglia che egli, facendo personalmente spedizioni e affaticandosi ed essendo presente a tutte le operazioni e non trascurando né occasione né stagione, riesca superiore a noi che indugiamo, che deliberiamo, che ci informiamo. Né di ciò mi meraviglio io; infatti al contrario sarebbe strano che noi, senza fare nessuna delle cose che si convengono a quanti sono in guerra, avessimo la vittoria su colui che fa tutto.