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Questo appunto di Greco contiene il testo in greco antico e la traduzione di un passo tratto dal secondo libro delle Elleniche di Senofonte (2.1.6-12).

Indice

  1. Testo in greco antico
  2. Traduzione in italiano

Testo in greco antico

Μετὰ δὲ ταῦτα οἱ Χῖοι καὶ οἱ ἄλλοι σύμμαχοι συλλεγέντες εἰς Ἔφεσον ἐβουλεύσαντο περὶ τῶν ἐνεστηκότων πραγμάτων πέμπειν εἰς Λακεδαίμονα πρέσβεις ταῦτά τε ἐροῦντας καὶ Λύσανδρον αἰτήσοντας ἐπὶ τὰς ναῦς, εὖ φερόμενον παρὰ τοῖς συμμάχοις κατὰ τὴν προτέραν ναυαρχίαν, ὅτε 7αὶ τὴν ἐν Νοτίῳ ἐνίκησε ναυμαχίαν. καὶ ἀπεπέμφθησαν πρέσβεις, σὺν αὐτοῖς δὲ καὶ παρὰ Κύρου ταὐτὰ λέγοντες ἄγγελοι. οἱ δὲ Λακεδαιμόνιοι ἔδοσαν τὸν Λύσανδρον ὡς ἐπιστολέα, ναύαρχον δὲ Ἄρακον· οὐ γὰρ νόμος αὐτοῖς δὶς τὸν αὐτὸν ναυαρχεῖν· τὰς μέντοι ναῦς παρέδοσαν Λυσάνδρῳ, ἐτῶν ἤδη τῷ πολέμῳ πέντε καὶ εἴκοσι παρεληλυθότων. Τούτῳ δὲ τῷ ἐνιαυτῷ καὶ Κῦρος ἀπέκτεινεν Αὐτοβοισάκην καὶ Μιτραῖον, υἱεῖς ὄντας τῆς Δαρειαίου ἀδελφῆς τῆς τοῦ Ξέρξου τοῦ Δαρείου πατρός, ὅτι αὐτῷ ἀπαντῶντες οὐ διέωσαν διὰ τῆς κόρης τὰς χεῖρας, ὃ ποιοῦσι βασιλεῖ μόνον· ἡ δὲ κόρη ἐστὶ μακρότερον ἢ χειρίς, ἐν ᾗ τὴν χεῖρα ἔχων οὐδὲν ἂν δύναιτο ποιῆσαι. Ἱεραμένης μὲν οὖν καὶ ἡ γυνὴ ἔλεγον πρὸς Δαρειαῖον δεινὸν εἶναι εἰ περιόψεται τὴν λίαν ὕβριν τούτου· ὁ δὲ αὐτὸν μεταπέμπεται ὡς ἀρρωστῶν, πέμψας ἀγγέλους. Τῷ δ᾿ ἐπιόντι ἔτει, ἐπὶ Ἀρχύτα μὲν ἐφορεύοντος, ἄρχοντος δ᾿ ἐν Ἀθήναις Ἀλεξίου, Λύσανδρος ἀφικόμενος εἰς Ἔφεσον μετεπέμψατο Ἐτεόνικον ἐκ Χίου σὺν ταῖς ναυσί, καὶ τὰς ἄλλας πάσας συνήθροισεν, εἴ πού τις ἦν, καὶ ταύτας τ᾿ ἐπεσκεύαζε καὶ ἄλλας ἐν Ἀντάνδρῳ ἐναυπηγεῖτο. ἐλθὼν δὲ παρὰ Κῦρον χρήματα ᾔτει· ὁ δ᾿ αὐτῷ εἶπεν ὅτι τὰ μὲν παρὰ βασιλέως ἀνηλωμένα εἴη, καὶ ἔτι πλείω πολλῷ, δεικνύων ὅσα ἕκαστος τῶν ναυάρχων ἔχοι, ὅμως δ᾿ ἔδωκε. λαβὼν δὲ ὁ Λύσανδρος τἀργύριον, ἐπὶ τὰς τριήρεις τριηράρχους ἐπέστησε καὶ τοῖς ναύταις τὸν ὀφειλόμενον μισθὸν ἀπέδωκε. παρεσκευάζοντο δὲ καὶ οἱ τῶν Ἀθηναίων στρατηγοὶ πρὸς τὸ ναυτικὸν ἐν τῇ Σάμῳ.

Traduzione in italiano

Dopo ciò, i Chii e il resto degli alleati si radunarono a Efeso e decisero, vista la situazione, di inviare ambasciatori a Sparta per riferire i fatti e chiedere Lisandro come comandante della flotta, un uomo che godeva di grande stima tra gli alleati per il suo precedente comando, quando aveva vinto la battaglia di Nozio. Furono quindi inviati ambasciatori, accompagnati anche da inviati di Ciro con la stessa richiesta. Gli Spartani concessero loro Lisandro come viceammiraglio, ma nominarono Araco ammiraglio; era infatti contrario alla loro legge che un uomo ricoprisse due volte la carica di ammiraglio; tuttavia, affidarono le navi al comando di Lisandro, poiché la guerra durava ormai da venticinque anni.
Fu in quest'anno che Ciro mise a morte Autoboesace e Mitreo, figli della sorella di Dario, figlia del padre di Dario, Serse, perché, incontrandolo, non avevano infilato le mani nella kore, un onore che rendono solo al re. La kore è più lunga della keirìs, avendo le mano dentro la quale non sarebbe possibile fare nulla. Di conseguenza, Ieramene e sua moglie dissero a Dario che sarebbe stato vergognoso se avesse trascurato una violenza così gratuita da parte di Ciro; e Dario, adducendo la scusa di essere malato, mandò dei messaggeri a chiamare Ciro.
L'anno seguente, quando Archita era ormai eforo e Alessia arconte ad Atene, Lisandro arrivò a Efeso e mandò a chiamare Eteonico da Chio con le navi, mentre radunava anche tutte le altre navi che si trovavano ovunque; poi si occupò di ristrutturare queste navi e di costruirne altre ad Antandro. Nel frattempo si recò da Ciro e chiese del denaro; Ciro gli disse che i fondi forniti dal re erano stati spesi, anzi molto di più, mostrandogli quanto ciascuno degli ammiragli aveva ricevuto; tuttavia gli diede del denaro. E dopo averlo ricevuto, Lisandro nominò per ciascuna trireme il suo capitano e pagò ai suoi marinai il salario dovuto. Nel frattempo anche i generali ateniesi stavano preparando la loro flotta a Samo.

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