Κλεαρχος απηγελλεν τοις Ελλεσι α Τισσαφερνης ελεγεν• εφη δε και χρηναι ερχεσθαι παρ εκεινον ους εκελευεν. Αλλ' οι Ελληνες υπωπτευον ενεδραν και επεμπον πεντε μεν στρατηγους, εικοσι δε λοχαγους. Ουτοι δε προσηρχοντο επι το στρατοπεδον του Τισσαφερνους και επει ησαν επι ταις θυραις της σκηνης, οι μεν στρατηγοι εισηρχοντο, οι δε λοχαγοι επι ταις θυραις εμενον. Ου πολλω δε υστερον απο σημειου οι βαρβαροι τους μεν ενδον συνελαμβανον, τους δε εξω κατεκοπτον. Μετα δε ταυτα οι Βαρβαροι ιππεις το πεδιον διηρχοντο και ω εντυγχανοιεν Ελληνι η δουλω η ελευθερω παντας εκτεινον. Οι δε Ελληνες την τε ιππασιαν εκ του στρατοπεδου ορωντες εθαυμαζον.
Clearco riferiva ai Greci ciò che aveva detto Tissaferne: diceva poi che aveva ordinato che era necessario che si recassero da lui coloro che aveva chiesto. Ma i Greci sospettavano un inganno e inviarono da una parte cinque comandanti, dall’altra 20 comandanti di reparto. Questi si avvicinarono all’accampamento di Tissaferne e quando si trovarono alle porte della tenda da una parte i comandanti entravano, dall’altra i comandanti di reparto rimanevano alle porte. Non molto dopo ad un segnale convenuto i barbari da una parte catturavano coloro che si trovavano dentro, dall’altra uccidevano coloro che stavano fuori. Dopo ciò i cavalieri barbari attraversavano la pianura e uccidevano ogni greco nel quale si imbattevano, fosse esso schiavo o libero. I Greci si meravigliavano vedendo le manovre della cavalleria dall’accampamento. Dopo poco tempo Nicarco fuggendo giungeva ferito al ventre e con le budella nelle mani e dice tutto ciò che era accaduto. Allora i Greci correvano tutti alle armi e avevano paura che tutti fossero uccisi dai nemici.