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Questo appunto di Greco presenta il testo in greco antico e la traduzione in italiano di un brano tratto dalla Vita di Catone di Plutarco (20.4-12) in cui si racconta di come egli educò personalmente i figli.

Indice

  1. Testo in greco antico (Plutarco, Vita di Catone, 20.4-12)
  2. Traduzione in italiano (Plutarco, Vita di Catone, 20.4-12)

Testo in greco antico (Plutarco, Vita di Catone, 20.4-12)

Γενομένου δὲ τοῦ παιδὸς οὐδὲν ἦν ἔργον οὕτως ἀναγκαῖον, εἰ μή τι δημόσιον, ὡς μὴ παρεῖναι τῇ γυναικὶ λουούσῃ τὸ βρέφος καὶ σπαργανούσῃ. αὐτὴ γὰρ ἔτρεφεν ἰδίῳ γάλακτι· πολλάκις δὲ καὶ τὰ τῶν δούλων παιδάρια τῷ μαστῷ προσιεμένη κατεσκεύαζεν εὔνοιαν ἐκ τῆς συντροφίας πρὸς τὸν υἱόν. ἐπεὶ δὲ ἤρξατο συνιέναι, παραλαβὼν αὐτὸς ἐδίδασκε γράμματα, καίτοι χαρίεντα δοῦλον εἶχε γραμματιστὴν ὄνομα Χίλωνα, πολλοὺς διδάσκοντα παῖδας. οὐκ ἠξίου δὲ τὸν υἱόν, ὥς φησιν αὐτός, ὑπὸ δούλου κακῶς ἀκούειν ἢ τοῦ ὠτὸς ἀνατείνεσθαι μανθάνοντα βράδιον, οὐδέ γε μαθήματος τηλικούτου τῷ δούλῳ χάριν ὀφείλειν, ἀλλ᾿ αὐτὸς μὲν ἦν γραμματιστής, αὐτὸς δὲ νομοδιδάκτης, αὐτὸς δὲ γυμναστής, οὐ μόνον ἀκοντίζειν οὐδ᾿ ὁπλομαχεῖν οὐδ᾿ ἱππεύειν διδάσκων τὸν υἱόν, ἀλλὰ καὶ τῇ χειρὶ πὺξ παίειν καὶ καῦμα καὶ ψῦχος ἀνέχεσθαι καὶ τὰ δινώδη καὶ τραχύνοντα τοῦ ποταμοῦ διανηχόμενον ἀποβιάζεσθαι. καὶ τὰς ἱστορίας δὲ συγγράψαι φησὶν αὐτὸς ἰδίᾳ χειρὶ καὶ μεγάλοις γράμμασιν, ὅπως οἴκοθεν ὑπάρχοι τῷ παιδὶ πρὸς ἐμπειρίαν τῶν παλαιῶν καὶ πατρίων ὠφελεῖσθαι· τὰ δ᾿ αἰσχρὰ τῶν ῥημάτων οὐχ ἧττον εὐλαβεῖσθαι τοῦ παιδὸς παρόντος ἢ τῶν ἱερῶν παρθένων, ἃς Ἑστιάδας καλοῦσι· συλλούσασθαι δὲ μηδέποτε. καὶ τοῦτο κοινὸν ἔοικε Ῥωμαίων ἔθος εἶναι· καὶ γὰρ πενθεροὶ γαμβροῖς ἐφυλάττοντο συλλούεσθαι, δυσωπούμενοι τὴν ἀποκάλυψιν καὶ γύμνωσιν. εἶτα μέντοι παρ᾿ Ἑλλήνων τὸ γυμνοῦσθαι μαθόντες, αὐτοὶ πάλιν τοῦ καὶ μετὰ γυναικῶν τοῦτο πράσσειν ἀναπεπλήκασι τοὺς Ἕλληνας. Οὕτω δὲ καλὸν ἔργον εἰς ἀρετὴν τῷ Κάτωνι πλάττοντι καὶ δημιουργοῦντι τὸν υἱόν, ἐπεὶ τὰ τῆς προθυμίας ἦν ἄμεμπτα καὶ δι᾿ εὐφυΐαν ὑπήκουεν ἡ ψυχή, τὸ δὲ σῶμα μαλακώτερον ἐφαίνετο τοῦ πονεῖν, ὑπανῆκεν αὐτῷ τὸ σύντονον ἄγαν καὶ κεκολασμένον τῆς διαίτης. ὁ δέ, καίπερ οὕτως ἔχων, ἀνὴρ ἀγαθὸς ἦν ἐν ταῖς στρατείαις, καὶ τὴν πρὸς Περσέα μάχην ἠγωνίσατο λαμπρῶς Παύλου στρατηγοῦντος. εἶτα μέντοι τοῦ ξίφους ἐκκρουσθέντος ὑπὸ πληγῆς ἢ δι᾿ ὑγρότητα τῆς χειρὸς ἐξολισθόντος ἀχθεσθεὶς τρέπεται πρός τινας τῶν συνήθων, καὶ παραλαβὼν ἐκείνους αὖθις εἰς τοὺς πολεμίους ἐνέβαλε. πολλῷ δ᾿ ἀγῶνι καὶ βίᾳ μεγάλῃ διαφωτίσας τὸν τόπον ἀνεῦρε μόγις ἐν πολλοῖς σάγμασιν ὅπλων καὶ σώμασι νεκρῶν ὁμοῦ φίλων τε καὶ πολεμίων 8κατασεσωρευμένων. ἐφ᾿ ᾧ καὶ Παῦλος ὁ στρατηγὸς ἠγάσθη τὸ μειράκιον, καὶ Κάτωνος αὐτοῦ φέρεταί τις ἐπιστολὴ πρὸς τὸν υἱὸν ὑπερφυῶς ἐπαινοῦντος τὴν περὶ τὸ ξίφος φιλοτιμίαν αὐτοῦ καὶ σπουδήν. ὕστερον δὲ καὶ Παύλου θυγατέρα Τερτίαν ἔγημεν ὁ νεανίας, ἀδελφὴν Σκηπίωνος, οὐχ ἧττον ἤδη δι᾿ αὑτὸν ἢ τὸν πατέρα καταμιγνύμενος εἰς γένος τηλικοῦτον. ἡ μὲν οὖν περὶ τὸν υἱὸν ἐπιμέλεια τοῦ Κάτωνος ἄξιον ἔσχεν τέλος.

Traduzione in italiano (Plutarco, Vita di Catone, 20.4-12)

Dopo la nascita del figlio, nessun affare poteva essere così urgente, a meno che non avesse un carattere pubblico, da impedirgli di essere presente quando la moglie faceva il bagno e fasciava il neonato. La madre, infatti, lo allattava personalmente e spesso allattava anche i neonati dei suoi schiavi, affinché questi potessero nutrire un affetto fraterno per il figlio. Quando il bambino iniziò a capire, il padre lo prese sotto la sua tutela e gli insegnò a leggere, sebbene avesse uno schiavo esperto, di nome Chilone, che era maestro di scuola e insegnava a molti ragazzi. Tuttavia, Catone riteneva indegno, come lui stesso ci racconta, che suo figlio venisse rimproverato da uno schiavo o che gli venissero tirate le orecchie quando era lento a imparare, e tanto meno che dovesse al suo schiavo un bene così prezioso come l'istruzione. Fu quindi non solo il maestro di Grammatica del ragazzo, ma anche di Diritto e di Ginnastica, e insegnò al figlio non solo a lanciare il giavellotto, a maneggiare le armi e a cavalcare, ma anche il pugilato, a sopportare il caldo e il freddo e a nuotare con agilità tra i vortici e le onde del Tevere. La sua Storia di Roma, come ci racconta lui stesso, la scrisse di suo pugno e con grandi caratteri, affinché suo figlio potesse avere in casa un ausilio per familiarizzare con le antiche tradizioni della sua patria. Si guardava dalle brutte parole in presenza del figlio, non meno che se fosse stato in presenza delle vergini sacre che chiamano Vestali; non si faceva mai il bagno con lui. Questa, in effetti, sembrerebbe essere stata un'usanza generale tra i Romani, poiché persino i suoceri evitavano di fare il bagno con i generi, perché si vergognavano di scoprire la propria nudità. In seguito, tuttavia, quando ebbero appreso dai Greci la libertà di andare nudi, a loro volta contagiarono i Greci con la stessa usanza anche in presenza di donne.

Così Catone si dedicò al nobile compito di plasmare e formare il figlio alla virtù, trovando il suo zelo irreprensibile e il suo animo rispondente alle sue buone doti naturali. Ma poiché il suo corpo era un po' troppo delicato per sopportare grandi fatiche, attenuò un po' a suo favore l'eccessiva rigidità e austerità del suo stile di vita. Ma suo figlio, sebbene così delicato, si dimostrò un soldato robusto e combatté brillantemente sotto Paolo Emilio nella battaglia contro Pèrseo. In quell'occasione la sua spada gli fu strappata di mano o gli sfuggì di mano. Afflitto per questa disgrazia, si rivolse ad alcuni dei suoi compagni per chiedere aiuto e, sostenuto da loro, si lanciò di nuovo contro i nemici. Dopo una lunga e furiosa lotta, riuscì a liberare il luogo e trovò finalmente la spada tra i numerosi mucchi di armi e cadaveri dove amici e nemici giacevano ammucchiati gli uni sugli altri. Paolo, il suo comandante, ammirò l'impresa del giovane, e ancora oggi esiste una lettera scritta da Catone stesso al figlio, in cui lo elogia con entusiasmo per il suo onorevole zelo nel recuperare la spada. Il giovane in seguito sposò Terzia, figlia di Paolo e sorella di Scipione, e la sua ammissione in una simile famiglia fu dovuta non meno a lui che a suo padre. Così la scrupolosa attenzione di Catone all'educazione del figlio diede frutti degni di nota.

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