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La Open Culture può assumere diverse accezioni ovvero: Open Application, Open
Data, Open Source ed Open Content.
Le Open Application (applicazioni aperte), sono applicazioni liberamente utilizzabili
da tutti come servizio e mettono i sistemi in condizione di cooperare ed integrarsi fra
loro, mentre le Open Data sono archivi di informazioni costruiti con la
collaborazione degli utenti.
Il mio lavoro tuttavia si concentra sulle dinamiche di collaborazione e di
condivisione che si sviluppano a ridosso del web 2.0, pertanto prenderò in esame
ovvero l’Open
principalmente le ultime due accezioni della Open Culture, Source e
gli Open Content.
Il termine Open Source (sorgente aperta) sta ad indicare lo sviluppo distribuito e la
programmazione collaborativa di un software il cui codice sorgente è aperto a tutti.
Gli sviluppatori realizzano un componente per i propri fini e successivamente lo
rendono disponibile alla comunità, che può hackerarlo, ovvero manomettere il
sistema per ottenere un comportamento particolare al fine di migliorarlo
ulteriormente.
In questo modo i software rimangono quasi per sempre una versione beta, cioè non
definitiva, in quanto gli utenti possono in ogni momento modificarli, diventando
parte di comunità virtuali che realizzano soluzioni in modo spontaneo e
collaborativo.
Un esempio di software Open Source è Linux, sul quale si appoggia Wikipedia, che
analizzeremo nel terzo capitolo.
Per illustrare la dinamica del software Open Source, Raymond introduce i concetti
di bazaar e di cattedrale: «I discuss these theories in terms of two fundamentally
different development styles, the ‘cathedral’ model of most of the commercial world
20
versus the ‘bazaar’ model of the Linux world. I show that these models derive from
11
opposing assumptions about the nature of the software debugging task.»
Le cattedrali rappresentano i software proprietari, basati su un’organizzazione
gerarchica e funzionale con specializzazione tipica delle fabbriche ed appunto delle
cattedrali medievali; i programmi vengono realizzati da un numero limitato di
esperti che provvedono a scrivere il codice in quasi totale isolamento. Il progetto ha
una suddivisione gerarchica molto stretta e ogni sviluppatore si preoccupa della sua
piccola parte di codice. Le revisioni si susseguono con relativa lentezza e gli
sviluppatori cercano di rilasciare programmi il più possibile completi e senza bug.
sono caratterizzati da un’organizzazione orizzontale e distribuita,
I bazaar invece,
basata su micro decisioni individuali e non coordinate tipiche dei software Open
Source;
In questo modello il codice sorgente della revisione in sviluppo è disponibile
liberamente, gli utenti possono interagire con gli sviluppatori e se ne hanno le
capacità possono modificare e integrare il codice.
Lo sviluppo è decentralizzato e non esiste una rigida suddivisione dei compiti, un
programmatore di buona volontà può modificare e integrare qualsiasi parte del
codice. In sostanza lo sviluppo è molto più diluito e libero.
I due termini permettono di comprendere in modo più immediato la differenza che
intercorre tra software proprietari tipici di aziende commerciali e i software Open
Source che caratterizzano le enciclopedie commerciali con sviluppo decentralizzato.
L’altra accezione della Open Culture comprende gli Open Content o User
Generated Content (UGC) ovvero i contenuti prodotti dagli utenti in modo creativo
e spontaneo anziché da società centralizzate. Esempi di contenuto generato dagli
utenti sono foto e video digitali resi disponibili online, blog, podcast e wiki.
Gli UGC sono sintomo della democratizzazione della produzione di contenuti
multimediali reso possibile dalla diffusione di soluzioni hardware e software
semplici ed a basso costo.
11 E.S. Raymond, The Cathedral & the Bazaar: Musings on Linux and Open Source by an Accidental
Revolutionary, O'Reilly Media, 1997 21
Il singolo utente, quando si trova a prendere parte nella rete web, può esprimersi
sfruttando diversi social media, generalmente più di uno contemporaneamente.
L'introduzione dei Content Management System hanno permesso anche ai meno
esperti di tentare un approccio con la rete: per l'appunto si possono trovare autori di
blog giornalisti, come semplici utenti che svolgono i lavori più disparati.
L'elemento comune che vantano queste persone è l'apporto di articoli, foto, audio e
materiale di diverso tipo ad un livello più o meno professionale.
Questi utenti possono appunto scegliere se far confluire questo materiale,
principalmente personale, su social network dedicati o generici -come Last.fm per la
musica e Facebook-.
Lo User Generated Content visto invece come bene condivisibile e creatore di un
valore dal quale l'intera rete può trarne vantaggio, viene apportato in base ad un
contributo volontario, come nel caso di Wikipedia o generato come sottoprodotto
dell'utilizzo di applicazioni.
Questo secondo tipo di contenuto diventa utile non solo per il singolo utente, ma
anche per aziende che studiano il comportamento delle persone per trarne guadagno.
contenuto generato dall’utente
Un deve presentare almeno una delle seguenti
caratteristiche:
1. Deve trattarsi, appunto, di contenuto generato dagli utenti diffuso su una
piattaforma web che lo renda disponibile, quindi non rientrano i contenuti
diffusi tramite chat, e-mail e simili.
deve essere frutto dell’utente, che deve appunto
2. Il materiale caricato
aggiungervi un proprio valore. Spesso dietro al processo creativo vi è uno
sforzo collaborativo.
Vengono esclusi i contenuti creati nell’ambito
3. di attività economiche.
22
Qui di seguito è presentata una tabella che indica i diversi tipi di UGC tratta da un
documento pubblicato dalla OECD nel 2007:
Figura 3 - S. Wunsch, G. Vickery, OECD, Participative Web: Use- Created Content, 2007.
http://www.oecd.org/sti/38393115.pdf
– La regolamentazione del diritto d’autore negli
2.2 Ugc: i Creative
Commons
Così come i contenuti prodotti dalle istituzioni mediali, anche gli UGC hanno una
forma di protezione che permette ai creatori di materiali di proteggere il loro diritto
d’autore ovvero le Licenze Creative Commons.
La Creative Commons è un’organizzazione no profit statunitense fondata nel 2001
da Lawrence Lessing che si occupa di sviluppare strumenti giuridici finalizzati ad
una migliore gestione e distribuzione dei diritti riguardanti le opere id ingegno.
I materiali distribuiti sotto le licenze Creative Commons consentono di riservare
alcuni diritti agli autori ma al tempo stesso permettono di condividere le proprie
creazioni con terzi e di usare con un alto grado di libertà musica, testi, film e
immagini reperibili online che sono marchiati con una licenza Creative Commons.
23
Tutte le licenze Creative Commons si basano su quattro parametri fondamentali:
Attribuzione: è permesso copiare, distribuire e utilizzare l’opera e i lavori da
essa derivati purchè si dichiari in modo esplicito il nome dell’autore che l’ha
prodotta
Non commerciale: è possibile utilizzare e distribuire l’opera ma non è
possibile venderla.
Condividere allo stesso modo: è possibile modificare l'opera ma essa deve
poi essere rilasciata secondo le stesse condizioni scelte dall'autore originale.
No opere derivate: l'autore conserva il diritto di rivendicare la paternità
dell'opera e di opporsi a qualsiasi modificazione della stessa.
In sostanza, queste licenze rappresentano una via di mezzo tra copyright
completo (full-copyright) e pubblico dominio (public domain): da una parte la
protezione totale realizzata dal modello all rights reserved (tutti i diritti riservati) e
dall'altra l'assenza totale di diritti (no rights reserved).
Questa licenza consente ad autori ed artisti di condividere serenamente i contenuti
con il mondo intero grazie ad un minimo di tutela necessaria a difendere il diritto
d’autore in caso di grande successo dell’opera.
Le licenze Creative Commons (popolo creativo) si applicano a tutti i contenuti
generati dagli utenti come una forma di regolarizzazione normativa, sia per
iniziative personali (blog) che per il singolo contenuto caricato su un’applicazione
specifica (per esempio un video su Youtube).
Questi tipi di licenze contribuiscono al successo della distribuzione libera di vari tipi
di contenuti sul web e alla popolarità dei siti User Generated Content, grazie al
senso di tutela e di fiducia che generano negli utenti.
24
–
3 I software Wiki: caratteristiche, proprietà ed
applicazioni
Dall’unione fra sistemi Open Source e User Generated Content nascono i Wiki, i
software che hanno contribuito più di ogni altro alla realizzazione della concezione
del web di Berners-Lee analizzata nel primo capitolo e forse persino al suo
superamento.
Essi sono dei particolari tipi di software liberi che consentono agli utenti la
partecipazione e la collaborazione al fine di creare dei progetti in rete.
La nascita dei wiki come tipologia di software è opera di Ward Cunningham, un
programmatore statunitense interessato ai processi di documentazione del codice.
Egli sperimentò le sue idee tecnologiche è nel 1995 fondò quello che viene
considerato il primo wiki della storia ovvero il Portland Pattern Repository, un
archivio orientato alla raccolta di diversi modelli di programmazione.
volessimo fare un’ulteriore
Se precisazione dovremmo inserire i sistemi Wiki nella
categoria dei software sociali, dei particolari strumenti tipici del web partecipativo
che permettono di riunire persone facendo leva sullo spirito di appartenenza delle
community e sul senso di compagnia che si sviluppa tra i partecipanti alla
conversazione in rete.
I Wiki sono raccolte di pagine collegate tra loro, accessibili e modificabili tramite un
browser, che possono essere sviluppati, modificati ed ampliati dai loro lettori.
Sono pensati come strumenti a più autori, nei quali questi scrivono congiuntamente
delle pagine in modo da dare vita ad una risorsa.
La creazione di un Wiki è ormai permessa a chiunque grazie all'introduzione dei
Content Management System, ossia software che vengono installati su un server web
per i quali l'amministrazione non necessita di conoscenze tecniche di
programmazione web.
I sistemi Wiki hanno diverse caratteristiche che li differenziano dai normali siti web:
innanzitutto sono redatti collettivamente; ogni utente può modificare, aggiungere o
eliminare qualsiasi parte di testo e i gruppi rinunciano a qualsiasi diritto di proprietà
25
di modo ch