APPROFONDIMENTI GIURIDICI E PSICOLOGICI RIGUARDO LA VIOLENZA
In maniera coerente con la tematica della tesi, ritengo sia di fondamentale importanza
approfondire: di cui all’Art
a) il Reato di Atti Persecutori 612 Bis del Codice Penale introdotto dalla
“Legge sullo Stalking”,
Legge n. 38/2009 denominata la figura dello stalker e della vittima di
stalking e dati; “Codice Rosso” “Modifiche
b) la Legge n. 69 del 19 luglio 2019, denominata recante al
Codice Penale, al Codice di Procedura Penale e Altre Disposizioni in Materia di Tutela delle
“DDL
Vittime di Violenza Domestica e di Genere” e 923 Roccella-Piantedosi-Nordio”, la
“Disposizioni per il
Legge 24 novembre 2023 n. 168, recante Contrasto della Violenza sulle
Donne e della Violenza Domestica”;
c) il Fenomeno delle False Denunce di Violenza di Donne Verso Uomini con annesse
testimonianze, dati e aspetti psicologici;
d) il Numero Antiviolenza e Stalking 1522 e i Centri Antiviolenza (CAV).
4.1 Atti Persecutori denominato Stalking
La Legge 23 febbraio 2009 n.38 introduce il Reato di Atti Persecutori denominato Stalking.
1° comma dell’Art “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è
Il 612 c.p. prevede che
punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate,
minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di
paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo
congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo
stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
Inoltre, sono previste delle aggravanti nel caso il fatto sia compiuto contro il coniuge o contro
una persona legata da relazione affettiva o un minore.
“Una prima classificazione degli stalker, che ci viene fornita dalla psicopatologia forense, li
suddivide in:
• erotomani, amano e credono di essere amati da partner irraggiungibili;
• ossessivi, hanno una diagnosi psichiatrica di disturbo ossessivo in cui l'oggetto
dell'ossessione è la conquista dell'amato;
• semplici ossessivi, non hanno una diagnosi psichiatrica di disturbo ossessivo-
compulsivo, tentano disperatamente e con ogni mezzo lecito e non lecito di riconquistare
l'amato. 143
Erotomania indica un impulso morboso, talora ossessivo, verso fantasie o attività erotiche, è
sinonimo di iper-erotismo, e corrisponde alla ninfomania nella donna e alla satiriasi nell'uomo.
In psichiatria si indica un delirio psicotico in cui il paziente è convinto di essere amato da una
persona generalmente appartenente ad un ceto sociale più elevato, che spesso conosce appena
e con cui non ha di fatto alcun legame. La condizione dell'erotomane troverebbe origine in un
bisogno di affetto e di attenzioni, mentre la componente delirante, starebbe nella convinzione
di essere ricambiati dal prescelto. Il rifiuto, che avviene invece su un piano reale, altro non fa
che favorire nello stalker la convinzione di persistere nel proprio delirante mondo parallelo.
Anche gli ossessivi sono convinti di essere amati dalle persone oggetto della loro ossessione
nel contesto di un disturbo ossessivo compulsivo, o bipolare o di schizofrenia. Queste
tipologie di stalker si rifanno ad una diagnosi psichiatrica.
Un secondo tentativo di classificazione considera gli stalker in funzione del legame con la
vittima. Possiamo suddividere in:
• stalker spinto da un movente affettivo-amoroso-sessuale;
• stalker spinto da impulso d'ira, da un movente persecutorio.
Gli stalker spinti da un movente affettivo possono essere ricondotti alle classificazioni
precedenti, mentre gli stalker mossi dall'ira possono essere pericolosi. In questo secondo
gruppo possiamo ascrivere gli ex: ex partner, ex mariti, ex fidanzati che rifiutati spiano,
inseguono, pedinano e fanno la posta.
La classificazione del 1997 distingue invece tra stalker portatori o meno di una diagnosi
psichiatrica maggiore, generalmente presentano un disturbo psicotico poiché travisano la
realtà con deliri.
Il limite di questa modalità di classificazione risiede nella difficoltà della diagnosi psichiatrica
poiché la perizia viene chiesta praticamente solo in caso di delitto consumato per riuscire ad
ottenere uno sconto di pena. Difficilmente gli stalker chiedono aiuto ad un medico o al CPS o
centro psicosociale.
I tre elementi indicativi della tipologia di stalker che ci permettono un'analisi sono:
1. il rapporto dello stalker con la vittima;
2. il motivo dello stalker nel perseguitare la vittima;
3. il comportamento dello stalker.
Tutti gli stalker hanno l'ossessione della vittima ma non tutti presentano i criteri per un
disturbo ossessivo secondo il DSM V. Tutti presentano pensieri persistenti, ossessivi sulle loro
vittime, pensieri che persistono spesso per anni. Alcuni degli stalker più estremi e pericolosi
sono alimentati e sostenuti da tratti patologici.
144
Le diagnosi primarie per gli stalker che si rivelano essere malati mentali includono:
• la schizofrenia;
• il disturbo bipolare;
• un disturbo delirante.
Alcuni stalker soddisfano i criteri per un disturbo di personalità, tali alterazioni si identificato
da un modello pervasivo di comportamento anomalo Iegato al pensiero, all'umore, alle
relazioni personali o al controllo degli impulsi.
I disturbi di personalità più frequenti identificati sono:
• antisociale;
• borderline;
• istrionico;
• narcisista;
• dipendente;
• ossessivo-compulsivo.
L'abuso di sostanze e/o dipendenza spesso sono fattori che contribuiscono a consolidare il
quadro psicopatologico.
Come regola generale, minore è l'intensità della relazione che esisteva in precedenza tra la
vittima e lo stalker, maggiormente mentalmente disturbato sarà da considerarsi lo stalker.
Poco più successo ha avuto la classificazione che considera le modalità con cui lo stalker
cerca il contatto con la propria vittima ed il movente che lo spinge a fare la posta.
I criminologi distinguono quattro tipologie:
• il pedinatore intrusivo;
• l'assillatore-seccatore;
• lo stalker organizzato;
• lo stalker disorganizzato.
Dal momento che questa classificazione è un po' indaginosa e presuppone conoscenze di
analisi comportamentale e criminologica per distinguere tra stalker organizzato e
disorganizzato, di fatto è applicabile solo in un contesto criminologico specialistico e di
ricerca.
Per renderla più fruibile e facilmente applicabile nella quotidianità investigativa sono state
proposte alcune varianti di cui la più recente presentata all'EURO CRIM 2018, Crimes
Against Humans and Crimes against Humanity, New perspective on Stalking profiling,
145
Sarajevo, 30 Agosto 2018” 173
( ).
La figura della vittima di stalking è analizzata tramite diverse teorie vittimologiche e tale
figura è studiata anche dalla vittimologia.
“La vittimologia è una disciplina piuttosto nuova, le <<teorie vittimologiche>> aprono
questioni complesse, ancora non c'è consenso. Anzi c'è davvero confusione.
La disciplina che indaga le caratteristiche che ricorrono più spesso nelle vittime si è affermata
grazie all'osservazione sistemica di popolazioni omogenee di persone vittimizzate, nel
tentativo di riuscire a prevenire ed individuare i fattori di rischio. Dall'elaborazione di questi
dati sono state stigmatizzate le principali teorie vittimologiche che noi riportiamo consapevoli
dei limiti che si possono avere per uno studio siffatto.
La prima osservazione riguarda la fonte dei dati, la vittimologia utilizza anche fonti non
ufficiali affinché possa emergere il "numero oscuro" ossia quel sommerso che è infinitamente
più grande dei dati denunciati.
Le principali teorie vittimologiche sono 4, così denominate:
1. la teoria della "propensione alla vittima",
2. la teoria dei "fattori ambientali";
3. la teoria dell'ipotesi del "mondo giusto";
4. la teoria della "predisposizione della vittima".
La teoria della cosiddetta «propensione alla vittima» identifica la vittima come co-
responsabile della sua condizione. È un modo altamente moralistico di attribuire una parte di
responsabilità alla vittima che può perfino giungere alla colpevolizzazione della vittima stessa,
che diventa complice: se lo è cercato, l'ha voluto lei. ln base a ciò, l'esistenza del numero
oscuro è scontata.
Chi si cerca e si crea una situazione scabrosa:
«poi non può certo chiedere aiuto ed empatia. Se metti la minigonna e ti vesti in modo
provocante non puoi poi lamentarti se ti violentano, se abusano di te, se si rivolgono a te in
modo volgare e ti chiamano la puttanella di via Brunelleschi».
Questo è un modo veramente moralistico per liquidare i problemi, attribuendo alla vittima la
maggior parte di responsabilità. Pensiamo agli abusi all'infanzia:
«sì, se avessi avuto uno sviluppo puberale ritardato, il mio maestro di V elementare non
avrebbe avuto la tentazione di tenermi sulle sue ginocchia, toccarmi le mammelle e di
schiacciarmi tra le mani quelli che erano solo dei bottoni non più grossi di una ciliegia»
O anche nell'adolescenza:
173 Simonetta Vernocchi, Stalking un fenomeno sommerso, Lupetti, 2020, pagg 33-40.
146
«come potevo dire che mio zio, il fratello preferito di mia mamma, scapolo di 35 anni, si era
innamoralo di me? Certo avevo 12 anni e purtroppo ero sempre solare, bellina, ero magra,
alta, ero per lui una tentazione, se fossi stata brutta, sciatta, coi denti storti e sporchi non mi
si bacia una donna»” 174
avrebbe certo baciato come ( ).
Questa teoria risulta estrema ed irricevibile e lesiva nei confronti della vittima e
vergognosamente giustificatoria nei confronti del carnefice.
“La teoria dei «fattori ambientali» ipotizza che, sia l'ambiente che il contesto sociale,
possano condizionare o favorire la possibilità di una vittima di incontrare il suo aggressore. Il
tempo ed il luogo sono fondamentali affinché una vittima sia identificata come tale. E pur
vero che trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato può fare di chiunque la vittima
designata. Nel caso del bullismo, vittima e bullo sono nello stesso gruppo dei pari, e possono
trovarsi nello stesso «non luogo». Il non luogo è uno spazio non strutturato, un corridoio, un
cortile dove si staziona per poco tempo, qualche attimo anche di più, ma in momenti non
definiti e non strutturati. Il non luogo &eg
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