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Martini e Lorenzetti allo specchio. Maria, dalla paura all'accettazione

IData di consegna: 30.05.2017

Indice:

  1. Introduzione e quesito di ricerca
  2. L'Annunciazione di Simone Martini e Lippo Memmi
  3. L'Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti
  4. Confronto tra le due opere in analisi
  5. Conclusione

Introduzione e quesito di ricerca

L'Annunciazione a Maria è uno degli eventi biblici cardine per la cultura cristiana, che ha attirato su di sé, non solo l'interesse del mondo religioso e letterario, ma anche di quello artistico, in quanto è stato ripreso più volte e in diverse soluzioni dai più diversi autori e dalle più varie correnti artistiche. Questo momento, nonostante la sua enorme importanza, è stato riportato in uno solo dei Vangeli, ovvero quello di Luca (1, 26-38), in cui si narra di come l'arcangelo Gabriele sia stato mandato in Galilea, più precisamente a Nazareth, da una donna ancora vergine, Maria, promessa sposa di Giuseppe.

discendente dalla stirpe reale di Davide. L'angelo si rivolge alla donna, con quello che poi sarebbe diventato l'Ave Maria: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". La giovane rimane sconcertata, quasi intimorita, sia dall'apparizione angelica sia da quel saluto inusuale e se ne chiede la ragione, che viene subito svelato dall'emissario divino, il quale le annuncia il concepimento di Gesù Cristo per opera dello Spirito Santo. Inoltre, l'angelo rivela a Maria, che anche la cugina Elisabetta è stata benedetta dal Signore con una gravidanza, da cui nascerà Giovanni Battista, nonostante l'età avanzata della donna. Esistono anche altre versioni di questo grande e mistico evento, tra cui quella del Vangelo armeno dell'infanzia, un vangelo non canonizzato, che sostiene che l'essere alato sia andato per ben due volte dalla Madonna: la prima, quando ella stava attingendo dell'acqua alla fonte el'arcangelo, senza mostrarsi, la spaventa; la seconda quando le si mostra con sembianze semiumane, presso la sua dimora, mentre sta filando un velo di porpora, rimandando al ruolo di Maria di nuova Eva, la quale dopo la Cacciata fu condannata a tessere. Inoltre, lo Pseudo-Bonaventura aggiunge alcuni dettagli alla scena, così come tradizionalmente conosciuta, uno dei quali è il gesto della Vergine di inginocchiarsi e congiungere le mani, mentre si dichiara ancella del Signore, quindi pronta ad accettare la Sua volontà. Importante è l'azione del Concilio di Trento (1545-63), che decise di rendere inaccettabile la "Caccia rappresentazione dell'incarnazione accostata alla all'unicorno", per cui l'animale mistico poteva essere catturato soltanto da una donna casta. Inoltre, la bestia sarebbe stata intesa come alter ego di Cristo, pronto ad incarnarsi nel seno di Maria e ciò emerse sia dal Cantico dei Cantici, sia.dal Physiologus. Infine, bisogna ricordare la tesi di Michael Baxandall, che sostiene, grazie alle predicazioni di Fra Roberto, una suddivisione della scena in questione, in base alle azioni della Madonna; le Laudabili Condizioni sono: la conturbatione, ovvero il momento di spavento; la cogitatione, in cui Maria riflette sul messaggio; l'interrogatione, quando la donna pensa alle domande, che però non osa porre a Gabriele; l'humiliatione, momento cardine, in cui accetta il destino di designata dal Signore e si definisce Sua ancella; ed infine la meritatione, momento della concezione vera e propria. Lo stesso chierico sosteneva che si potesse suddividere lo stesso avvenimento anche secondo le azioni dell'arcangelo, più precisamente in tre misteri principali, divisibili in cinque capitoli ognuno. Tuttavia, secondo Baxandall, la maggior parte delle Annunciazioni sono identificabili come rappresentazioni della seconda o della terza condizione. Questo elaborato, infine,

Il testo si pone come scopo l'analisi delle opere di Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, fino a giungere ad un confronto tra le due, nel quale si ricercheranno anche gli agganci che i due artisti hanno con i loro predecessori, con gli studi giotteschi e con le fonti a loro portata, come quelle nominate sino ad ora nell'introduzione.

  1. Bibbia, Testo ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana, 2002
  2. L. Castelfranchi Vegas, M. A. Crippa, Iconografia e arte Cristiana, 2004
  3. Treccani online, voce Annunciazione
  4. L. Castelfranchi Vegas, M. A. Crippa, Iconografia e arte Cristiana, 2004
  5. M. Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell'Italia del Quattrocento, 1978

L'Annunciazione di Simone Martini e Lippo Memmi.

L'Annunciazione di Simone Martini, compiuta con l'aiuto del cognato Lippo Memmi, è una pala d'altare (305x265 cm) per la cappella di Sant'Ansano nel duomo di Siena, iniziata nel 1330 e portata a termine nel 1333. Il trittico vede: ai lati la

rappresentazione dei santi Ansano e Margherita, anche se l'identificazione di quest'ultima non è accertata; al centro, invece, si vede la scena dell'annunciazione con la Vergine in trono e Gabriele. La cornice originale medievale è andata perduta, pertanto oggi si può vedere solo quella novecentesca, creata seguendo lo stile neogotico. Di quella originale, tuttavia, si sa che fu commissionata al maestro di legname Duccio da Boninsegna nel 1329, quindi prima dell'inizio della realizzazione vera e propria dell'opera. Nel novembre del 1333 il trittico fu posto sull'altare del duomo di Siena, poco prima della locale festa del 10 dicembre. Nel registro superiore della parte centrale della pala sono mostrate quattro forme rotonde, in cui sono raffigurati quattro profeti: Geremia, Ezechiele, Isaia e Daniele. I quattro uomini sostengono altrettanti cartigli, sui quali sono riportati versetti dall'Antico Testamento, tutti relativi alla profezia del Messia.verginità di Maria e al mistero dell'incarnazione. Interessante è il cartiglio tenuto dal profeta Isaia, che recita "Ecce virgo concipiet", ovvero "questa vergine concepirà". Altrettanto particolare, è il fatto che le parole angeliche siano state incise sul fondale d'oro. Nella scena centrale spiccano le figure dell'arcangelo, in ginocchio davanti al trono della Vergine, da cui deve ottenere il consenso alla miracolosa concezione. Si capisce che il messaggio dell'angelo è di pace, dalla presenza della corona di ulivo, che il messaggero tiene sul capo e per la mandorla, che contiene la colomba, posizionata nell'arco a sesto acuto al centro della composizione, perciò la Vergine non dovrebbe essere intimorita in nessun modo. Inoltre, il ramo di ulivo diventa simbolo della reiterata pace tra il Signore e i fedeli, grazie all'atto dell'incarnazione. La mandorla con la colomba ècircondate da figure angeliche, che presentano solo i volti e le ali, per la maggior parte colorate d'oro, tranne che sulle punte, dove sono rossastre e bluastre. Le parole, che secondo il Vangelo sono pronunciate dall'arcangelo, sono inserite nella scena tramite la stola dell'essere alato. La figura femminile, invece, viene ritratta come intimorita e spostata verso l'arco sulla destra. La donna, in un gesto dettato dal pudore, si copre ancora di più con il proprio mantello, rappresentato del tradizionale colore blu. I capelli biondi della Madonna sono trattenuti tra una piccola corona d'oro, posta sul capo. Le due figure umane presentano una fisionomia molto individualizzata; l'angelo presenta dei tratti molto più severi rispetto agli altri, mentre la donna sembra quasi imbronciata. Risultano anche interessanti i particolari delle ali angeliche e del libro tenuto da Maria. Le prime presentano una grande grazia, accentuata dal fatto, che sono

racchiuse nell'arco a tutto sesto a sinistra. Inoltre, illoro colore più scuro rispetto allo sfondo, ma sempre dorato, gli dona un denso di tridimensionalità.

Il libro, altrettanto notevole, presenta un attento studio della luce da parte dell'autore, che pone le pagine socchiuse in ombra, rispetto alla copertina.

Per quanto riguarda la spazialità, invece, la si può definire come fuori dal tempo e dallo spazio, in quanto né sul fondale né su altre parti della pala d'altare si hanno indizi su luogo e giorno in cui è avvenuta la scena. L'unico indizio sul giorno viene dalla cultura cristiana, che durante il 25 celebra, per l'appunto, la festa dell'annunciazione.

Proprio per tutti questi dettagli si può dire che Martini abbia uno stile particolare, che richiama all'arte orafa.

Riguardo lo stile di quest'opera è notevole l'ipotesi formulata da Ferdinando Bologna, che pone le idee martiniane in relazione

agli eventi di quegli anni, soprattutto con le dispute interne all'ordine francescano, che portano nel 1322 Michele da Cesena a rivoltarsi contro il papa, dopo che quest'ultimo aveva definito eretica la concezione pauperistica dei fedeli, che portavano lo stretto saio e la tradizionale capigliatura degli ordinati, derivanti dal concetto di Christus Pauper. 6 L. Castelfranchi Vegas, M. A. Crippa, Iconografia e arte Cristiana, 20047 Ibidem8 Ibidem9 P. Torriti, Simone Martini, 1997

L'Annunciazione di Ambrogio Lorenzetti

L'Annunciazione o Madonna dei Donzelli di Lorenzetti è un dipinto, e l'ultima opera di questo autore, del 1344, prima della sua morte nel 1348 dovuta alla peste.

La tavola (127x120 cm.) non consiste solo nella scena dell'evento biblico, ma presenta, inoltre, sul basamento due frasi, con parole nere su sfondo bianco, che riportano i nomi dell'autore e dei committenti, ovvero i magistrati di quell'anno della Gabella.

protagoniste si dividono equamente lo spazio, tanto che l'arcangelo si trova sotto l'arco a sinistra, mentre la Madonna sotto quello di destra. La figura maschile ha una veste rosea, mentre la donna porta il tradizionale mantello blu. Interessante, sulla figura angelica, è la presenza di due delle quattro ali di misura molto ridotta, se messe a confronto con il resto del corpo. Quello delle ali è un problema, che porta Norman Muller a sostenere l'aggiunta delle due ali piegate, molto più grandi, come una soluzione posteriore, volta al bilanciamento della figura. La Vergine tiene le mani incrociate sul proprio petto, all'altezza del cuore, mentre protende il viso verso l'alto, come in attesa della venuta dello Spirito Santo, e con lo sguardo rivolto verso la colomba, simbolo di pace, in volo verso di lei. Lorenzetti fissa la figura di Maria, nel momento in cui pronuncia le parole di sottomissione. A dividere lo spazio tra i due protagonisti.

è una finissima colonna, che non è completamente visibile, ma è maggiormente sottoline

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/01 Storia dell'arte medievale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher serena.fagioli di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte medievale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università della Svizzera italiana - Usi o del prof Mondini Daniela.
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