Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CONCLUSIONI
Per invertire questo processo, che risulta essere stato fino ad ora
di sfruttamento indiscriminato, è assolutamente necessario procedere
all’adozione di politiche efficaci, alla diffusione di una nuova cultura,
ad una rivisitazione degli stili di vita e dei modi di produrre su cui si
basa la nostra società.
Ecco alcune soluzioni concrete da attuare:
1. Sviluppo delle energie rinnovabili.
A partire dalla ricerca, bisogna incentivare lo sviluppo e la
diffusione delle energie rinnovabili e mirare alla diversificazione delle
fonti (solare fotovoltaico, biomasse, combustibili d’origine vegetale,
solare termico) (Deleo, 2008);
2. Uso efficiente dell’energia nel settore edilizio e domestico:
certificazione energetica degli edifici, promozione per l’acquisto e
l’uso di apparecchi domestici a elevata efficienza energetica, utilizzo
di sistemi di termoregolazione automatica per i sistemi di
riscaldamento e di accensione e spegnimento degli impianti di
illuminazione pubblica (Caruso, 2010);
3. Riduzione della quantità complessiva di rifiuti conferita in
discarica, ottenuta attraverso la progressiva sostituzione di questo
metodo di smaltimento, la riduzione, il recupero e il riciclo dei rifiuti
(Deleo, 2008); 57
4. Interventi su traffico e mobilità, con incentivi a favore di
forme di trasporto eco-compatibili (car pooling, car sharing, auto ad
idrogeno, ecc.) e la promozione del trasporto pubblico (Redazione
FAI, 2008);
5. Interventi nei processi di combustione nell’industria con
riduzione dei consumi energetici nei cicli produttivi, attraverso
l’impiego della cogenerazione, e l’incremento dell’efficienza degli
impianti industriali (Caruso, 2010);
6. Promuovere un’agricoltura sostenibile incentivando
l’agricoltura di qualità e l’agricoltura biologica, educando ad una
corretta applicazione dei fitofarmaci per ridurre l'utilizzo degli stessi e
promuovere una loro sostituzione con prodotti alternativi di nuova
generazione o con metodi tradizionali (Redazione FAI),
2008);
7. Impiego efficiente delle risorse idriche e delle macchine al fine
di ridurre i consumi energetici e migliorare le rese (Caruso, 2010).
Diventa quindi indispensabile puntare sulle energie rinnovabili
quali: 58
1. L’energia solare, che può essere utilizzata per produrre calore
ed anche, attraverso i pannelli fotovoltaici, energia elettrica (Deleo,
2008).
2. L’energia geotermica, che usa il calore a diverse temperature
presenti nel sottosuolo a seconda della conformazione geologica:
acque calde a temperatura modesta ma, anche, vapori ad alta
temperatura adatti a produrre energia elettrica (Caruso, 2010).
3. L’energia idrica, che sfrutta l’energia contenuta da una massa
di acqua in movimento, quale quella dei fiumi, dei torrenti e del mare,
producendo energia meccanica ed elettrica. Sebbene l’energia
idroelettrica costituisca una fonte di energia rinnovabile è anche vero
che non tutte le forme di energie idroelettriche sono sostenibili: perciò
é necessario che la realizzazione dell’impianto per lo sfruttamento di
questa fonte energetica non rappresenti una perturbazione grave per
l’ambiente naturale circostante. Perfettamente coerente con questo
principio è il mini-idroelettrico: si tratta di impianti di potenza limitata
che ben si integrano con l’ecosistema locale sfruttando direttamente la
corrente dei fiumi (Caruso, 2010).
4. Le biomasse, che includono, oltre a colture appropriate, residui
agricoli e forestali, scarti dell’industria di trasformazione del legno
(trucioli, segatura, ecc.), scarti delle aziende zootecniche, residui agro-
alimentari, da cui si può trarre energia attraverso procedure diverse.
Inoltre da processi di trasformazione della materia organica di piante
produttrici di oli vegetali e zuccheri, si ricava il bioetanolo,
utilizzabile come additivo nelle benzine e il biodiesel, miscela
dalle caratteristiche simili a quelle del gasolio (Redazione FAI,
59
2008).
5. L’energia eolica, consente la produzione di energia sfruttando
la forza del vento (Redazione Fai, 2008).
L'impresa dovrebbe avere come obiettivo l'utilizzo di queste
risorse poiché oltre a trarne un netto beneficio economico, lascerebbe
un ambiente molto migliore alle generazioni future. L'argomento etico
pone alla nostra attenzione il diritto delle generazioni future ad
attendersi un'eredità (nelle più svariate forme) sufficiente a consentire
loro di raggiungere un livello di benessere non inferiore a quello
goduto dalla generazione presente.
In termini più formali, si pone la necessità di un contratto sociale
intergenerazionale che garantisca nel futuro le stesse opportunità
disponibili nel passato. Tutto ciò implica che la generazione attuale ha
degli obblighi nei riguardi delle generazioni future. Ciò richiede
dunque che le forme tradizionali di ragionamento etico siano ampliate
o perfino abbandonate.
L'economia verde, per esempio, sostiene l'estensione oltre gli
individui contemporanei fino a includere gli interessi delle generazioni
future. L'ecologia radicale va addirittura oltre e amplia la classe di
riferimento fino a includere gli interessi ed i diritti della natura stessa.
Questo punto di vista sostiene che un pensiero etico così radicale
è necessario perché la natura non umana è in grado di essere utile in se
stessa.
Per essere coerente da un punto di vista etico, lo sviluppo
sostenibile ci spinge ad accrescere il benessere delle persone più
svantaggiate nelle società attuali ed, allo stesso tempo, a far si che le
60
prospettive delle generazioni future non siano danneggiate in maniera
grave. Alcuni studiosi hanno affermato che un'etica della buona
amministrazione è sufficiente a garantire la sostenibilità, e cioè che le
persone dovrebbero essere meno avide e interessarsi anche alle altre
persone, che subiscono i costi di un comportamento ingordo.
Se gli uomini sono gli amministratori della natura, è nel loro
interesse proteggerla per quanto possibile, dato il valore strumentale
che essa riveste.
La protezione accordata porta con sé la conservazione degli
ambienti naturali e delle altre specie non umane. Su questa posizione
troviamo i bioetici che ritengono l'avidità individuale come un costo
da limitare poiché impone sacrifici non sostenibili agli elementi della
natura non umana. Il cosiddetto gaianesimo è invece collegato
all'ipotesi scientifica di Gaia, che cerca di spiegare la sopravvivenza
della vita sulla terra per miliardi di anni analizzando la vita e
l'ambiente globale come due parti di un singolo sistema. Il sistema si è
sviluppato in modo da potersi riparare e regolare da solo. Questo
significa che esso opera attivamente per salvaguardarsi
indipendentemente dalle forme di vita in esso presenti (Daly, Cobb,
1990).
Il processo di riaggiustamento tuttavia garantisce soltanto la
sopravvivenza del sistema e non la sopravvivenza di ogni singola
specie.
Un ulteriore principio su cui sarebbe vantaggioso puntare sarebbe
il principio della responsabilità condivisa, già citato in precedenza.
L’integrazione fra strumenti comando-controllo e strumenti
61
volontari si ispira a tale principio che considera il rispetto
dell’ambiente, non già come un mero vincolo da rispettare, ma come
obiettivo da raggiungere attraverso l’impegno di tutti i soggetti che ne
fruiscono. L’applicazione di questo principio implica: una nuova
percezione dell’impresa come realtà promotrice di valori socialmente
utili, ed un rapporto cooperativo tra imprese e pubblica
amministrazione nel perseguimento degli obiettivi di politica
ambientale.
La diffusione di un atteggiamento consensuale dei cittadini
rispetto alla presenza delle imprese sul territorio e alle decisioni
pubbliche di politica ambientale.
Restano ad ogni modo delle posizioni decisamente più liberali,
come quelle dei critici della tesi dei limiti allo sviluppo, che per contro
indicano una serie di ragioni per le quali è possibile che questi limiti
non esistano affatto.
Eccone alcune:
1. I mutamenti della tecnologia ci permetterebbero di sviluppare
una determinata quantità di risorse naturali (Turner, Bateman, Pearce,
2003).
In altri termini, la produttività delle risorse aumenterebbe nel
tempo, e ciò fa sì che le risorse disponibili durino sempre più a lungo.
Sembra quindi possibile separare l'attività economica dall'impatto
ambientale rendendo sempre più efficace l'uso delle risorse. Non è
però possibile una separazione totale dell'attività produttiva dalle
risorse presenti. Considerando però che la quantità utilizzata per unità
di PNL scende più rapidamente di quanto aumenti il PNL, l'impatto
62
sull'ambiente può essere ridotto di anno in anno.
2. Nuovi giacimenti di risorse vengono scoperti di continuo:
l'idea di quantità fissa non è attendibile (Turner, Bateman, Pearce,
2003).
3. Siamo in grado di tenere sotto controllo il quantitativo di
scorie reimmesse nell'ambiente riciclando i materiali e prelevando i
gas prima che questi abbandonino il sistema economico (Turner,
Bateman, Pearce, 2003).
4. Possiamo sostituire le tecnologie inquinanti con altre meno
nocive (Daly, Cobb, 1990).
5. Domanda e offerta ci dicono che quando le risorse
scarseggiano il prezzo sale e ciò induce gli individui a utilizzarle in
maniera più accorta e a passare ad altre risorse. Ciò potrebbe essere
vero per le risorse il cui prezzo è stabilito da un mercato, ma
naturalmente non lo è nel caso di risorse prive di prezzo (Daly, Cobb,
1990).
6. Anche se la popolazione cresce, in molti paesi la crescita sta
rallentando, a mano a mano che gli individui comprendono i benefici
collegati a un nucleo familiare di dimensioni ridotte (Turner,
Bateman, Pearce, 2003). 63
64
ABBREVIAZIONI
C. F. C. Clorofluorocarburi
C. N. R. Centro Nazionale Ricerche
C. O. 2 Anidride Carbonica
H. C. F. C. Idro clorofluorocarburi
P. N. L. Prodotto Nazionale Lordo
T. S. S. Sistema Temporale Unico
U. E. Unione Europea 65
66
BIBLIOGRAFIA
AYRES R. U., KNEESE A. V. (1989), Externalities: Economies and
Termodynamic, in Archibugi, Nijkamp (Eds.) (1999) Economy
and ecology: towards sustainable developement, Kluwer,
Dordrecht, pp. 29-64.
CARUSO E. (2010), Impresa ed ambiente oggi,
www.impresaoggi.com.
CASONI G., POLIDORI P. (2002), Economia dell'ambiente e metodi
di