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1.4 SETTORE TELEVISIVO- CORRELAZIONE CON IL PIL
Il settore radiotelevisivo ingloba gran parte dell'offerta di entertainement del paese,
tanto da presumere che il suo peso sia rilevante anche all'interno del PIL e che cresca
costantemente al crescere di quest'ultimo; ipotesi confermata dai dati, che vedono
pesare il settore televisivo per una percentuale compresa tra lo 0,5% e lo 0,7% tra il
4
1999-2007.
4 preso da '' il Mercato televisivo in Italia, Università IULM-Milano - L. Bettaglio, G. Marazzotta, F. A.
Menini, C. Salomoni, A: Santoro, R. Spinosi- cap. 1.2 STRUTTURA DEL SETTORE, pag.9 10
CAPITOLO 2- LE CONCENTRAZIONI FRA IMPRESE
2.1 FUSIONI E ACQUIZIONI
Nell’attuale contesto competitivo, caratterizzato da forti accelerazioni nei tempi di
sviluppo e da drastiche riduzioni del ciclo di vita dei prodotti, la capacità di cogliere al
volo le opportunità e di sfruttare la fase di crescita del mercato prima che questa si
5
esaurisca è cruciale.
In questo senso hanno un ruolo centrale le operazioni di fusione e acquisizione, le quali
rappresentano il modo più semplice per contrastare la concorrenza e per raggiungere il
successo.
Attraverso queste due operazioni, il controllo di un’impresa viene acquisito da un’altra
impresa dando, così, luogo ad un’unica entità giuridica, ossia un gruppo di imprese.
I motivi, più frequenti, che portano alla nascita di operazioni di fusione o di
acquisizione riguardano:
l’aumento della velocità della crescita delle imprese,
- la possibilità di integrarsi più facilmente a monte o a valle;
- l’eliminazione di un management inefficiente, che porta alla creazione di valore
- attraverso le azioni di ristrutturazione;
il miglioramento della posizione strategica dell’azienda acquirente o
- incorporante.
Deduciamo che nella maggior parte dei casi le operazioni di fusione o acquisizione si
effettuano per imprese il cui profilo reddituale e finanziario, prima dell’operazione, è
negativo, quindi, dal lato degli acquirenti, può sembrare che la scelta di effettuare tali
operazioni sia dettata dall’intenzione di migliorare la gestione delle imprese acquisite.
Tuttavia, a volte, le performance dopo la fusione o l’acquisizione non migliorano,
facendo così dubitare delle motivazioni volte al miglioramento della gestione delle
imprese acquisite o dell’effettiva capacità delle imprese acquirenti di risanare le imprese
6
dopo averne acquisito la proprietà.
5 http://www.pmifinance.it/showfb38.html?page=6130
6 Determinanti ed effetti delle fusioni e acquisizioni: un’analisi sulla base delle notifiche alle autorità
antitrust, Luigi Benfratello (Ceris-Cnr, Torino) 11
In questo contesto si inseriscono le norme antitrust, la cui nascita riflette il desiderio di
controllare eventuali effetti anticoncorrenziali dovuti all’aumento della concentrazione,
causata da fusioni e acquisizioni.
2.2 IL CONTROLLO DELLA CONCENTRAZIONE TRA IMPRESE
La legge del 10 Ottobre 1990, n.287, <<Norme per la tutela della concorrenza e del
mercato>>, ha introdotto nell’ordinamento italiano il controllo della concentrazione.
Secondo tale legge, devono essere comunicate anticipatamente all’Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato, tutte le operazioni di concentrazione che danno
origine a un fatturato nazionale delle imprese che ricade all’interno dei limiti previsti
dalla legge n.287. Successivamente, l’Autorità Garante della Concorrenza e del
Mercato, valuterà ‘’… se comportino la costituzione o il rafforzamento di una posizione
dominante sul mercato nazionale in modo tale da eliminare o ridurre in modo
7
sostanziale e durevole la concorrenza’’.
Differentemente, nel caso in cui le concentrazioni abbiano dimensione comunitaria,
l’operazione deve dichiarata alla Commissione delle Comunità europee, che la valuta in
8
base ai criteri espressi nello stesso regolamento.
La normativa per il controllo della concentrazione tra imprese presuppone di ottenere un
effetto anticoncorrenziale dal fatto stesso che, in quanto soggetti indipendenti, un
concorrente effettivo o potenziale ( concentrazione conglomerale) o un cliente o un
fornitore effettivo o potenziale ( concentrazione verticale), vengono eliminati da un
mercato.
La decisione di divieto di concentrazione si basa sulla selezione dei parametri rilevanti
di un modello, la quale si basa sulla teoria economica e su casi simili precedenti, poiché
la comunicazione della valutazione avviene prima che il fenomeno si realizzi.
7 Art. 6, legge del 10 Ottobre 1990, n.287.
8 Art. 1 del regolamento del Consiglio CE n. 4064/89. 12
Il perseguimento dell'obiettivo di efficienza economica costituisce la principale
giustificazione all'adozione e applicazione di una normativa per la tutela della
concorrenza per il controllo delle concentrazioni fra imprese. Un sistema produttivo
9
efficiente assicura una allocazione delle risorse ottimale. Un’allocazione delle risorse
ottimale permette di ottenere un mercato perfettamente concorrenziale.
Quindi, le politiche di tutela della concorrenza vengono attuate la dove si ritiene che
non vi sia un regime di concorrenza, ma in cui solo alcune imprese godono di un elevato
potere di mercato, esasperandosi, a volte, in un monopolio.
Per identificare, però, l’esercizio di potere di monopolio, non sono sufficienti né la
quota di mercato né il grado di concentrazione di terzi, ma devono essere valutati,
10
anche, i comportamenti dei consumatori e le strategie oligopolistiche seguite dalle
imprese.
Le legislazioni antimonopolistiche hanno riconosciuto la possibilità di esercizio
individuale di potere di mercato delle imprese che si concentrano. In particolare, la
Commissione delle Comunità europee, riguardo la posizione dominante collettiva, ha
sottolineato che il regolamento delle concentrazioni parla sia di posizione dominante di
11
una singola impresa, sia di posizione comune congiunta di tipo oligopolistico .
È possibile effettuare una scomposizione, del processo di valutazione nell’attività di
controllo delle concentrazione, in quattro fasi:
definizione della concentrazione;
1. individuazione del mercato rilevante;
2. analisi della distribuzione delle quote di mercato e applicazione dei sistemi
3. presuntivi di dominanza;
9 Controllo della concentrazione fra imprese e i criteri di valutazione, Mauro La Noce- Massimo Ferrero.
10 Un mercato oligopolistico, è un mercato in cui sono presenti solo poche imprese, ciascuna delle quali,
con le sue scelte, può esercitare un impatto sensibile sul profitto degli altri venditori. L’oligopolio è un
tipo di concorrenza imperfetta, poiché pochi venditori vendono prodotti simili. E’ diverso dalla
concorrenza monopolistica, dove molte imprese vendono prodotti simili ma non identici.
11 Un oligopolio è da ritenersi dominante in due casi: nel caso in cui vi sia totale assenza di concorrenza
tra gli oligopolisti ed i restanti concorrenti; e nel caso in cui la concentrazione crea un comportamento
collusivo tra le imprese operanti all’interno dell’oligopolio. 13
valutazione della possibilità che si creino effetti discorsivi della concorrenza a
4. 12
seguito della concentrazione.
Come vediamo, questa suddivisione del processo valutativo è molto generale, quindi ho
ritenuto necessario esaminare il contenuto di ognuno dei quattro stadi sopra citati.
2.2.1 DEFINIZIONE DELLA CONCENTRAZIONE
Gli elementi di valutazione della concentrazione sono:
la modifica della situazione di controllo delle parti, che avviene attraverso: quote
- del capitale e dei diritti di voto acquisiti; accordi di natura concentrativa; legami
attraverso la composizione degli organi societari.
la dimensione dell’operazione e l’obbligo di notifica, che riguardano le soglie di
- fatturato delle parti e le quote di possesso azionario e dei diritti di voto.
Questi due aspetti possono essere trattati insieme, poiché le imprese assoggettate
all’obbligo di comunicazione formano un gruppo specializzato nelle operazione di
concentrazione realizzate sui mercati nazionali.
2.2.2 INDIVIDUAZIONE DEL MERCATO RILEVANTE
La definizione del mercato rilevante è sicuramente una delle problematiche principali di
qualunque procedimento istruttorio condotto da un’autorità antitrust. E’ possibile dire,
però, che la nozione di mercato individua l’ambito, in termini di prodotti e di estensione
territoriale, entro il quale le imprese interessate sono in grado di esercitare, in funzione
del grado di sostituibilità dal lato della domanda e dell’offerta, un consistente ‘’potere di
13
mercato’’.
Deduciamo, da questa definizione che, dovendo necessariamente tener conto delle
connessioni tra produttori e acquirenti, la valutazione degli effetti anticoncorrenziali di
una concentrazione, non risulta graduale.
Ad ogni modo, l’identificazione del mercato rilevante fa perno sull’analisi delle
preferenze dei clienti e sul grado di sostituibilità dei prodotti da loro utilizzati; quindi,
12 Controllo della concentrazione fra imprese e i criteri di valutazione, Mauro La Noce- Massimo
.
Ferrero
13 Antitrust. Lezioni e casi dall’esperienza italiana. – A. Capobianco, R. Creatini, Economia e mercati,
collana del CERM diretta da Fabio Pammolli. 14
una volta delimitato il mercato, sia dal punto di vista merceologico, sia geografico,
possono essere inquadrati i soggetti che vi operano.
2.2.3 ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE DELLE QUOTE DI MERCATO E
APPLICAZIONE DI SISTEMI PRESUNTIVI DI DOMINANZA
Qualora la presunzione di costituzione o rafforzamento di una posizione dominante,
individuale o oligopolistica, venga fatta risalire ad una particolare distribuzione delle
quote di mercato, l'ordinamento normativo per il controllo delle concentrazioni può
essere qualificato di tipo "strutturalista".
In presenza di una dominanza oligopolistica, si prende in considerazione il grado di
concentrazione di mercato, ossia si ipotizza che i comportamenti collusivi vengano
causati da concentrazioni elevate dal lato dell’offerta. Nel caso della dominanza
monopolistica, invece, l’attenzione è rivolta alle quote di mercato di tutte le parti
interessate alla concentrazione.
2.2.4 EFFETTI ANTICONCORRENZIALI DELLA CONCENTRAZIONE
Prendiamo in considerazione i fattori che favoriscono la trasparenza delle condizioni di
mercato:
la probabilità di coordinamento oligopolistico fra le imprese partecipanti al
a) mercato, in questa fase il processo di valutazione si basa su indizi che
presumono la costituzione di una posizione dominante sul