Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
1. IL PRODUCT PLACEMENT CINEMATOGRAFICO
1.1 DEFINIZIONE
Il Product Placement (o “product tie-in” o “pubblicità indiretta”) è una forma
pubblicitaria che consiste nell’inserire o nel fare riferimento, intenzionalmente, a
un prodotto, a un servizio o a un marchio in contesti narrativi precostituiti (film,
video musicali, videogiochi, programmi d’intrattenimento, libri, ecc). Si pensi ai
film: in molte scene, si vedono spesso marchi di famose auto, sigarette, vestiario,
ecc. (cfr. Fig. 1) Fig. 1
Computer “Apple”
inquadrato, in primo
piano, in una scena
del telefilm “Dottor
House”.
[Fonte: www.abruzzo24ore.tv]
Il prodotto-servizio-marchio, posizionato intenzionalmente, deve integrarsi nello
sviluppo dell’azione e, in ogni caso, deve essere coerente con il contesto
narrativo, così da non costituire interruzioni. L’aspetto dell’integrazione è
fondamentale se si intende dar luogo a una corretta ed efficace operazione di
Product Placement. Infatti, non basta immaginare il “giusto” tipo di
prodotto-marchio che potrebbe essere inserito in un determinato contesto, ma
risulta basilare “come” inserirlo. Basti pensare al “testimonial-movie” per
eccellenza: l’agente segreto 007 - James Bond che, indossa certi abiti o guida
certe automobili che caratterizzano il contesto narrativo della storia, senza poter
1
essere separati dal personaggio del protagonista . Oppure, si pensi a “E.T.
l’extraterrestre”: le caramelle che il piccolo protagonista usò per attirare il suo
1 Per un maggiore approfondimento: R. Mortimer, (2002), The name’s brand, James Brand, in
“Brand Strategy”, n.12. 4
nuovo amico dello spazio – le “Reese’s Pieces” – aumentarono le loro vendite del
65% in soli tre mesi.
Questi sono solo due esempi di Product Placement corretti ed efficaci:
l’inserimento del prodotto-marchio non richiama l’idea di spot pubblicitario.
[Cims G., 2008]
In particolare, l’utilizzo di quest’innovativa forma pubblicitaria nell’industria del
cinema prende il nome di product placement cinematografico. Infatti, il cinema è
un settore industriale caratterizzato dal fatto che i costi di produzione sono
sostenuti con largo anticipo rispetto al conseguimento dei ricavi e che il “successo
al botteghino” è assai aleatorio. Dunque, le esigenze di funzionamento e
finanziamento risultano importanti. Con il product placement, ormai legalizzato in
Italia e in via di diffusione in tutta Europa, altri settori dell’attività economica
interessati possono investire nel cinema, con lo scopo di mettersi in
comunicazione con gli spettatori.
Questa tecnica non sostituisce la comunicazione tradizionale – il vecchio “spot
pubblicitario” – ma la integra e la rende più efficace. Consente, senza disturbare lo
spettatore, di trasferire messaggi e simboli al pubblico, altrimenti impossibili da
trasmettere attraverso la pubblicità. [Dalli D., Gistri G., Borello D., 2008, pp. 7-9]
1.2 I SOGGETTI COINVOLTI E COME INTERAGISCONO TRA LORO
I principali soggetti coinvolti in un’operazione di product placement sono le
imprese di produzione cinematografica – o audiovisiva – e le imprese
inserzioniste – o sponsor. Le prime, mediante il product placement, vogliono
rendere più realistico il contesto narrativo e, contemporaneamente, raccogliere
risorse per la realizzazione dell’opera. Le seconde, invece, cercano di promuovere
i propri prodotti [Cims G., 2008].
Tuttavia, è necessario sottolineare che, da un punto di vista di marketing, questa
pratica ha l’obiettivo di creare e gestire, nel corso del tempo, la notorietà della
marca, modificando progressivamente – secondo le esigenze – i significati
associati al prodotto. Allo scopo di perseguire tali obiettivi, sono nate professioni,
agenzie specializzate e tecniche di comunicazione che hanno contribuito a
5
istituzionalizzare questa attività [Dalli D., 2003]. In particolare, le agenzie
specializzate in product placement hanno il ruolo intermediario di identificare il
prodotto audiovisivo più adatto per un dato marchio, intervenire nel contesto
narrativo e controllarne il posizionamento. Tra i tre soggetti, vi deve essere,
necessariamente, una stretta collaborazione, senza escludere la possibilità che altri
soggetti possano intervenire o essere coinvolti [Cims G., 2008].
Rapporti tra i principali soggetti coinvolti in un’operazione di placement
Un’operazione di product placement è realizzabile in due modi:
• con un approccio classico
Oppure
• con un approccio alternativo.
Nel primo caso, l’impresa cinematografica si rivolge all’agenzia
specializzata. Si parte con la lettura della sceneggiatura e l’agenzia
individua i prodotti suggeriti, contatta le aziende inserzioniste e procede
con il posizionamento opportuno del prodotto.
Invece, con il secondo approccio, l’azienda inserzionista contatta l’agenzia
specializzata. Si procede con una definizione delle caratteristiche e del
target di riferimento del prodotto; dopodiché, si individua il film, o altro
genere più idoneo, in cui posizionare il bene; infine, si lavora sulla
sceneggiatura, per inserire il marchio nel migliore modo possibile [Cims
G.,2008].
In conclusione, possiamo identificare tre dimensioni per la realizzazione di
un’operazione di placement:
1) Il film: è adatto rispetto all’immagine del prodotto?
2) La scena: è accettabile il contesto nel quale il prodotto verrà inserito?
3) Il personaggio: il personaggio associato alla marca è idoneo al valore di
quest’ultima, relativamente anche alle azioni che egli compie con o
verso il prodotto stesso?
[Gistri G., 2011, p. 12] 6
1.3 TIPOLOGIE
Il product placement cinematografico è sempre esistito, ma non è sempre stato
usato secondo un predeterminato modello. Infatti, esistono diversi tipi di product
placement e, in particolare, possiamo individuarli attraverso quattro criteri:
1. la funzione;
2. le modalità di inserimento;
3. il livello di integrazione;
4. il corrispettivo.
[Dalli D., Gistri G., Borello D., 2008, p.26]
In base alla FUNZIONE del placement, distinguiamo:
• il product placement commerciale;
• il product placement culturale.
Nel primo caso, siamo in presenza di una vera e propria forma pubblicitaria: vi è
un contratto tra l’azienda cinematografica e l’azienda inserzionista – o sponsor. In
questo caso, il product placement è usato come strategia di marketing:
2
l’inserimento deve essere intenzionale, con scopo promozionale [Rangone M.M.,
2009].
Al contrario, nel secondo caso, il product placement non è usato per promuovere
il prodotto-marchio-servizio inserito, ma l’azienda cinematografica ricorre all’uso
di beni di consumo per meglio descrivere un personaggio, un’ambientazione o un
3
episodio. In questo modo, il ‘set cinematografico’ diviene più realistico [Dalli D.,
Gistri G., Borello D., 2008, p.26].
2 L’inserimento intenzionale in assenza di scopo promozionale e l’inserimento casuale – ad
esempio, la ripresa casuale di un cartellone pubblicitario nella scena di un film – non costituiscono
forme di placement.
3 Il product placement culturale si diffonde nell’era del consumismo, quando i beni di consumo
caratterizzavano la vita quotidiana. Ad esempio, la ‘Vespa’, utilizzata in molti film degli anni
Cinquanta, serve proprio a contestualizzare l’opera in un determinato periodo storico – gli anni del
boom economico. 7
In base alle MODALITÀ DI INSERIMENTO, è possibile utilizzare:
• lo screen placement o modalità solo visiva;
• lo script placement o modalità solo uditiva;
• la modalità audiovisiva.
Nel primo caso, il marchio-bene-servizio è posizionato in primo piano (Cfr. Fig.
2), rendendolo ben riconoscibile da parte dello spettatore e bastano poche
inquadrature affinché il ricordo rimanga impresso nella sua mente;
Fig. 2
Inquadratura in primo piano del settimanale
“Chi”.
[Fonte: www.experyentya.it]
oppure, viene inserito come sfondo della scena, ma, in questo caso, occorrerà
aumentare la durata e il numero di inquadrature per ottenere lo stesso effetto di cui
sopra [Dalli D., 2005, pp. 80-81].
La modalità solo uditiva – o verbale – consiste nel far sì che i personaggi citino il
prodotto o parlino delle sue caratteristiche, senza che l’oggetto o servizio sia
mostrato sullo schermo [Nelli R.P., Bensi P., 2007, p. 34]. Il prodotto può essere
oggetto di discussione tra i personaggi oppure, nella scena, può essere inserito uno
spot pubblicitario di una trasmissione radiofonica. Analogamente agli inserimenti
visivi, sono possibili ripetizioni per aumentare il livello di esposizione.
Gli inserimenti puramente verbali sono relativamente rari; spesso, sono associati a
un’inquadratura del prodotto per aumentarne l’efficacia: è la “modalità
audiovisiva” [Dalli D., 2005, p.81].
Nella prassi, la modalità solo visiva risulta essere quella utilizzata più
frequentemente, nonostante il rischio che gli spettatori non prestino attenzione o
non ricordino la presenza della marca nella scena, non essendoci un “rinforzo
uditivo”. La modalità audiovisiva supera questo problema, ma è più costosa e più
difficile da integrare efficientemente [Nelli R.P., Bensi P., 2007, p. 35]. 8
In base al LIVELLO DI INTEGRAZIONE, si parla di product placement
integrato o plot placement quando il prodotto inserito diventa parte della trama o,
4
addirittura, il protagonista .
In particolare, in base al livello di integrazione, possiamo distinguere:
• il product placement di primo livello, basato sulla semplice presenza del
marchio o prodotto all’interno della scena;
• il product placement di secondo livello o product integration o product
tie-in: le caratteristiche del prodotto diventano parte integrante della
5
storia ;
• il product placement di terzo livello o branded entertainment: il prodotto
6
è la ‘star’ del film o, addirittura, il protagonista .
Inoltre, quando si riesce a posizionare un prodotto o marchio nel titolo di
7
un’opera, si parla di naming placement . [Rangone M.M., 2009]
In base al CORRISPETTIVO
Per definizione, il product placement commerciale è caratterizzato da un contratto
tra azienda cinematografica e azienda inserzionista e da un corrispettivo. Infatti,