Tesi - I processi di comunicazione finanziaria e network society
Anteprima
ESTRATTO DOCUMENTO
rappresentazione delle performance aziendali, attingendo anche a variabili e
19
indicatori non economico-finanziari.”
L’evoluzione del referente nel tempo è continuata inoltre passando da una
prospettiva consuntiva/storica a una rappresentazione dell’azienda che sia
Con l’evoluzione della tecnologia, dalla pressione dei mercati e
orientata al futuro. 20
dalla pressione degli analisti, soprattutto per le società quotate , le aziende sono
spinte a fornire informazioni prospettiche costituite da stime, piani industriali,
previsionali ecc…
Tale orientamento comporta ovviamente dei vantaggi comunicativi, ma oltre a
comportare vantaggi comporta anche dei rischi e difficoltà in quanto l’azienda
pone delle aspettative facendo delle previsioni alle quali poi dovrà rendere conto
del grado di realizzazione delle stesse e del raggiungimento degli obiettivi fissati.
In sintesi si veda la figura 4
21 L’evoluzione del referente del messaggio
Figura 4 :
1.1.5 I Canali diversificati nell’ambito
Negli anni vi è stato uno sviluppo di canali sempre più
della comunicazione economico-finanziaria, sviluppo indotto dalle pressioni
dovute da un sempre maggior numero di destinatari, da una sempre maggiore
complessità aziendale, dallo sviluppo dei mercati finanziari che ha comportato una
incremento della domanda di informazioni e dal progresso tecnologico.
19 Laurenzia Binda, Op. cit., pag. 14
20 Anche le PMI sono indotte a comunicare le proprie strategie e obiettivi futuri, sotto la stimolo
di altri interlocutori come ad esempio banche o collaboratori e ecc ma anche su una iniziativa
stessa dell’impresa col fine di coinvolgere maggiormente gli stakeholder.
21 Laurenzia Binda, Op. cit., pag. 15 14
1.1.5.1 Canali diretti e indiretti
Nel processo di comunicazione finanziaria il messaggio, una volta che ha subito il
processo di codifica, è trasmesso ai destinatari attraverso differenti canali di
comunicazione.
I canali possono essere di due tipi: diretti o indiretti.
I canali diretti sono caratterizzati dalla simultaneità dei flussi comunicativi, inoltre
la comunicazione attraverso questo canale permette di avere un grado di
interazione con il destinatario molto alto poiché la ricezione del messaggio e
l’invio di feedback avvengono in un lasso di tempo molto breve.
Questa caratteristica del canale ha valore sia se il messaggio è inviato nella forma
comunicativa della “compresenza fisica” sia che sia inviato nella forma “a
distanza”.
La forma della “compresenza fisica” è caratterizzata da una comunicazione ricca
dovuta dal fatto che gli attori del processo comunicativo non si limitano a venire
in contatto con le informazioni contenute nel messaggio, ma anche nell’entrare in
contatto con gli aspetti visivi e gestuali della comunicazione.
La forma del canale “a distanza” riguarda il canale comunicativo caratterizzato
dall’invio di messaggi che possono essere di solo audio o di audio-video. I canali
“a distanza” permettono una riduzione dei tempi e dei costi che sono dovuti agli
richiesti per la comunicazione nella forma della “compresenza fisica”
spostamenti
ed è per questo motivo che questa forma, viene utilizzata ad esempio quando è
necessaria una pubblicazione periodica di informazioni a più destinatari o per le
richieste personalizzate di ogni destinatario.
“I canali indiretti nel loro complesso si contraddistinguono per la non simultaneità
dei flussi di comunicazione, nel senso che il messaggio trasmesso da una fonte
verrà recepito dal destinatario dopo un certo periodo, analogamente al messaggio
22
di ritorno (feedback).”
Questi tipi di canali usano la comunicazione in forma scritta, che può essere in
formato cartaceo o elettronico, o nella forma di audio-video.
La distanza temporale, presente nel processo di comunicazione tramite il canale
indiretto, comporta che le informazioni contenute nel messaggio siano meno
complete rispetto alle comunicazioni tramite canali diretti; inoltre comporta anche
che tutte le possibili interazioni, che possono accadere tra gli attori a causa di
incomprensioni o difficoltà interpretativa del messaggio, non possono avvenire in
tempo reale ma solamente a distanza di un lasso di tempo.
22 Alberto Quagli, Op. cit., pag. 14 15
La comunicazione tramite canali indiretti, in particolare la forma scritta, presenta
un notevole vantaggio rispetto alla forma diretta, in quanto utilizzando questo tipo
di canale il destinatario ha la possibilità di conservare il testo. Ciò può essere di
una notevole importanza quando il contenuto del messaggio è ricco di
informazioni o di difficile comprensione poiché potrà essere consultato ogni
qualvolta lo si desideri.
“La comunicazione in forma scritta può svolgersi su diversi livelli, consentendo
tanto rapporti “uno a uno” (comunicazioni riservate/e-mail), quanto rapporti “uno
a molti” (documentazione inviata ad un gruppo di interlocutori interessati, come i
soci o un gruppo di analisti finanziari), quanto rapporti “uno a tutti”, nell’ipotesi
in cui messaggi scritti siano resi pubblicamente disponibili a chiunque ne faccia
richiesta (come è il caso dei bilanci di esercizio e di altra documentazione
23
contabile obbligatoria).”
1.1.5.2 Canale Internet
L’avvento delle nuove tecnologie ha cambiato notevolmente il modo di
comunicare. Infatti, il crescente sviluppo della tecnologia ha reso possibile
azzerare ogni distanza tra emittente e destinatario, incrementare il numero dei
potenziali destinatari e ha ridotto notevolmente il costo di acquisizione delle
informazioni.
Internet, rispetto agli altri canali, possiede molte caratteristiche distintive come ad
esempio: la velocità di diffusione; la possibilità di ricevere feedback e di dare
risposte in tempo reale.
Internet ha permesso uno sviluppo quantitativo e qualitativo dei flussi
dell’informazione. Dal punto di vista quantitativo, nel sito web aziendale possono
essere concentrati un gran numero di dati e informazioni consultabili e scaricabili,
inoltre spesso sono presenti anche dati storici, come ad esempio il bilancio
consolidato degli ultimi cinque anni.
Nel sito web, possono anche essere presenti dei link che hanno il compito di
reindirizzare il visitatore verso o una parte interna del sito specifica, o siti esterni
per approfondimento, o per mettersi in contatto con terzi che sono in grado di
fornire informazioni più dettagliate. vi è la possibilità dell’utilizzo di strumenti
Invece, dal punto di vista qualitativo,
interattivi, che aiutano il visitatore in una migliore comprensione dei dati
comunicati dall’azienda. Un esempio è il bilancio interattivo, che con l’aiuto di
23 Alberto Quagli, Op. cit., pag. 14 16
informazioni aggiuntive rende più facilmente comprensibili i dati economici-
finanziari forniti dall’azienda. ha arricchito l’informazione
Sempre dal punto di vista qualitativo, Internet,
rendendo possibile l’aggiunta di informazioni accessorie, come ad esempio la
trasmissione di rappresentazioni audio-video tramite un collegamento online
oppure sotto forma di file.
L’aspetto qualitativo, però, di maggior rilievo è rappresentato dalla
personalizzazione delle informazioni a seconda delle diverse esigenze informative
soggetti che interagiscono o potrebbero interagire con l’impresa (ad
dei diversi
esempio potrebbe essere presente una tipologia di informazione per azionisti
attuali accessibile tramite una password e una tipologia di informazione per gli
all’azienda).
azionisti potenziali interessati
Riassumendo, nella figura 5 sono rappresentate le principali potenzialità del
canale Internet.
24
Figura 5 : Potenzialità della comunicazione tramite Internet
Dalle potenzialità di Internet sopra descritte, deriva una ulteriore caratteristica che
consiste nella fruibilità dell’informazioni all’interno della pagina Web.
La facilità di fruizione all’interno di un sito Web è un elemento molto importante
che può creare valore all’impresa. Infatti, l’accessibilità ai dati trasmessi
dall’azienda deve essere facilitata tramite, ad esempio, un motore di ricerca
interno, dei link di reindirizzamento a diverse sezioni, alla pagina inizialo o alla
precedente. Facilitando la fruizione si potrà così andare incontro alle esigenze
informative dell’utente che desidera ottenere le informazioni desiderate in maniera
semplice e rapida.
24 Anna Lambiase, Il ruolo delle IR nei processi evolutivi della comunicazione economico-
finanziaria (da atti convegno 21/01/05, Brescia) 17
1.1.6 I Destinatari
Con l’evoluzione dei canali di comunicazione anche la numerosità dei soggetti
destinatari della comunicazione economico-finanziaria ha subito un notevole
aumento.
Infatti, gli stakeholder non si limitano più ad essere il solo investitore/azionista di
un tempo, oggi interessano pubblici di riferimento sempre più ampi. Di fatti,
nonostante lo shareholder mantenga un ruolo centrale, deve tenere in
considerazione, per una buona vita d’impresa, tutti i soggetti di riferimento
all’azienda che siano esterni o interni.
Per questo motivo non solo gli azionisti e finanziatori, che rimangono comunque
fonte fondamentale dello sviluppo aziendale, sono protagonisti del processo di
comunicazione, ma anche le stesse categorie dei fornitori, dei clienti e dei
lavoratori.
25
Figura 6 : ampliamento dei destinatari
1.1.6.1 Azionisti e investitori
I primi a beneficiare della comunicazione economico-finanziaria sono gli
infatti, essi decidono se apportare, ad esempio risorse all’azienda in
stakeholder;
base alle informazioni che ricevono. Freeman, definisce infatti gli stakeholder
25 Laurenzia Binda, Op. cit., pag. 13 18
“those groups without whose support the organization would cease to
come 26
exist.”
E’ per questo che la comunicazione dovrebbe essere tarata sulle aspettative dei
destinatari e in grado di soddisfare i loro bisogni.
Un altro ruolo primario all’interno del processo comunicativo viene svolto dagli
27
azionisti .
Va fatto notare che però nonostante gli azionisti siano destinatari della
comunicazione economico-finanziaria, si differiscono la loro necessità di
informazioni a seconda che siano azionisti di maggioranza o di minoranza.
essi hanno un’ampia
Per quanto riguarda gli azionisti di maggioranza va detto che
da parte dell’impresa,
necessità di informazioni ma riescono a soddisfare il
proprio bisogno informativo poiché sono in stretto contatto con il management
dell’impresa. Infatti, la domanda da parte di quest’ultimi è abbastanza bassa; gli
azionisti di maggioranza hanno tutti gli strumenti adatti per controllare
l’andamento dell’imprese e per ottenere notizie di rilevanza.
Risulta evidente che tra le due tipologie di azionisti, colui che ha più bisogno della
l’azionista di minoranza.
comunicazione finanziaria è 28
Infatti, l’azionista di minoranza non può soddisfare il suo fabbisogno
comunicativo attraverso il sistema informativo interno all’azienda, come avviene
per gli azionisti di maggioranza, ma deve rivolgersi alla comunicazione esterna.
29
Se l’azionista partecipa in maniera attiva alle dinamiche societarie, il processo di
comunicazione deve essere impostato secondo criteri di trasparenza e correttezza,
l’immagine
in maniera da far condividere ai soci la cultura societaria, favorendo
di una impresa credibile ed evitando di generare possibili conflitti tra soci.
Se invece occorresse l’ipotesi che l’azionista di minoranza non partecipa alle
dinamiche societarie, significherebbe che essi sono solamente interessati ai
26 Soggetti senza il cui supporto l'impresa non è in grado di sopravvivere (traduzione letterale),
Freeman RE, Reed DL (1984), Stockholders and Stakeholders: A New Perspective on Corporate
Governance, pp. 31-32.
27 Soggetti che concorrono alla formazione del capitale di impresa.
28 Fabbisogno che varia a seconda se si voglia avere un investimento a breve termine o a medio o
lungo termine e in base alla partecipazione alle vicende societarie.
29 L’azionista partecipa alle dinamiche sociali tramite l’intervento in assemblea o tramite gruppi di
voti. Va posta molta attenzione sul soddisfacimento dei bisogni degli azionisti di minoranza,
poiché il loro malcontento può rivelarsi in una perdita di valore dell’immagine aziendale e
soprattutto nella possibilità di perdere soggetti portatori di capitali attuali e potenziali. 19
30 . Infatti, per l’azienda la necessità di
dividendi e alla redditività del titolo
informazioni di questi soggetti risulta avere una minore importanza rispetto a
quella degli altri. Mentre per gli azionisti di minoranza non speculatori, quelli che
periodo, l’azienda cerca di soddisfare il
generano investimenti di medio-lungo
loro bisogno informativo cercando di instaurare un rapporto basato sulla
trasparenza e la continuità.
Gli azionisti istituzionali invece necessitano di un elevato fabbisogno informativo
che l’impresa è tenuta a soddisfare al fine di favorire il flusso delle risorse che
sono necessarie all’impresa; infatti, questi soggetti sono di fondamentale
importanza per lo sviluppo e l’evoluzione della società.
Non sono però solo gli stakeholder e gli azionisti i destinatari della
comunicazione economico-finanziaria, infatti la pluralità dei soggetti può essere
classificata in tre categorie: soggetti interni, soggetti esterni e co-makers.
“collaboratori dell’azienda,
Il primo gruppo è costituito dai a partire dal vertice
fino a comprendere tutti i livelli di responsabilità, qualunque sia la modalità
mediante la quale questa collaborazione viene attuata, purché tale collaborazione
risulti caratterizzata da stabilità o quanto meno da una non occasionalità del
31
rapporto.” Le comunicazioni che vengono rivolte a tali soggetti hanno
l’obiettivo di influenzarne i comportamenti e di sviluppare un collegamento tra le
parti che sia efficace.
I soggetti esterni, invece, consistono nel mercato, nell’ambiente finanziario e nei
“Le informazioni a essi rivolte
gruppi di influenza. si propongono di diffondere
specifiche qualificazioni identificative d’impresa (corporate/brand/identità)e di
controllare il processo di formazione dell’identità stessa tra gli stakeholder,
32
perché rispecchi l’effettiva realtà aziendale.”
Il terso gruppo, quello dei co-makers riguarda dei soggetti particolari in quanto
possono essere considerati una via di mezzo tra soggetti interni e soggetti
33
esterni . La categoria dei co-makers è costituita da tutti quei soggetti pubblici o
privati con i quali l’impresa detiene dei rapporti privilegiati. Hanno come
caratteristica distintiva quella di avere dei rapporti continuativi molto frequenti
30 In questo caso si potrebbero verificare dei rapporti di tipo conflittuale quando gli obbiettivi
dell’azionista speculatore, quindi di breve-medio periodo, non coincidono con gli obiettivi di
lungo periodo dell’impresa.
31 R. Nelli, La comunicazione interna nell’economia dell’azienda. Evoluzione, teoria, tecnica. Vita e
Pensiero, 1994, pag. 31
32 Laurenzia Binda, Op. cit., pag. 234
33 Un esempio può essere costituito da imprese fornitrici che partecipano alla attività di impresa
con comportamenti di partnership o da alcuni tipi di consulenti. 20
con l’impresa e la loro disponibilità a fornire collaborazione attiva nel
raggiungimento degli obbietti di medio e di lungo periodo.
1.1.6.2 Altri soggetti
Ci sono numerosi altri soggetti oltre a quelli già analizzati (si veda la figura 7) che
sono destinatari della comunicazione economico-finanziaria.
34 Soggetti destinatari dell’informazione economico-finanziaria
Figura 7 :
Infatti, le informazioni che trapelano verso il mondo esterno, prima di uscire
dall’azienda vengono utilizzate all’interno della stessa. Ad esempio le risorse
all’interno dell’azienda
umane svolgono un ruolo importante nello sviluppo della
“un
stessa nel lungo periodo, costituendo capitale intangibile, in quanto
depositarie delle conoscenze e delle capacità di apprendimento, della fiducia e
35
dell’immagine che si diffonde all’esterno e del vantaggio competitivo” e perciò
sono destinatarie di un elevato flusso di informazioni.
Il flusso di informazioni, appunto, è in quantità elevata anche con gli stessi
soggetti che sono interni all’impresa, proprio per il valore che esprimono sia come
34 E. Corvi, Comunicazione d’impresa e investor relation, Egea, Milano, 2000, pag 115
35 Laurenzia Binda, Op. cit., pag. 242 21
lavoratori sia come rappresentanti dell’immagine aziendale. E’ per questo che
l’azienda ha il dovere di informare i suoi dipendenti dell’andamento dell’impresa
in modo da fargli comprendere il loro ruolo e i loro meriti nel sistema aziendale,
aumentando così il sentimento di collaborazione e del sentirsi parte efficiente
dell’impresa. Un lavoratore che conosce e condivide le strategie dell’impresa e
che si sente partecipe è un lavoratore più efficiente.
Del resto, quello che interessa al dipendente non è solo la remunerazione che gli
spetta ma anche un senso di appartenenza e partecipazione alla complessa vita
36 Inoltre vi è anche un’attenzione legislativa nell’ambito
aziendale .
dell’informazione verso i dipendenti; infatti, a tutela del diritto di informazione,
nell’ 11/03/02 la direttiva comunitaria n. 2002/14/CE istituì un quadro generale
relativo all'informazione e alla consultazione dei lavoratori.
Altri soggetti che sono destinatari delle comunicazione economico-finanziaria
sono i clienti e i fornitori. 37
I fornitori vengono tenuti molto in considerazione dall’impresa, già Porter gli
aveva inseriti nel suo modello delle 5 forze competitive con cui l’impresa si deve
confrontare, soprattutto per il potere contrattuale che possono avere.
Il fabbisogno informativo principale che interessa ai fornitori riguarda
la solvibilità da parte dell’impresa. Hanno,
essenzialmente infatti, bisogno
principalmente di ottenere informazioni sulla stabilità aziendale e sulla sua
in modo tale da garantirsi che l’impresa non sia insolvente.
evoluzione nel tempo,
Per quanto riguarda, invece, il fabbisogno informativo dei clienti quello che va
l’immagine e la sicurezza che
soddisfatto è: la stabilità aziendale nel tempo;
comunica l’impresa.
Altri soggetti, oltre ai fornitori e ai clienti, che sono coinvolti nel flusso
comunicativo dell’impresa sono: i concorrenti; la collettività e il fabbisogno
informativo generato dalle autorità pubbliche.
Per quanto riguarda le autorità pubbliche, il loro fabbisogno informativo è
quando l’impresa rispetta gli obblighi imposti
soddisfatto dalla legge e quando si
comporta in modo adeguato nei confronti del mercato di riferimento.
Il fabbisogno di informazioni economico-finanziarie della collettività, si distingue
da quello degli altri soggetti in quanto non è direttamente rivolto all’impresa, ma
36 Per cercare di far sentire partecipe alla vita aziendale il dipendente e per fidelizzarlo
all’impresa, a volte si sono verificati casi di azionariato ai dipendenti(che attraverso un
investimento agevolato gli viene garantito un dividendo sulle azioni) che genera anche dei
vantaggi all’impresa in termini di raccolta di nuove risorse.
37 Philip Kotler, Op. cit. 22
è rivolto a degli interlocutori informati come i mass-media o come gli intermediari
L’impresa ha comunque il compito di controllare che i messaggi che
finanziari.
raggiungono la collettività non siano stati manipolati e che non siano distorti.
Infine, possiamo dire che anche i concorrenti sono interessati al flusso di
comunicazioni da parte dell’impresa, ed è per questo che per evitare di
comunicare informazioni che si potrebbero rivelare utili da sfruttare da parte dei
competitori, viene svolta una attività di analisi della concorrenza.
dell’informazione
1.1.7 Il feedback
“Rendersi conto che l’informazione su un effetto, se correttamente trasmessa
all’effettore, garantisce la stabilità di quest’ultimo e
indietro (feedback)
l’adattamento al cambiamento d’ambiente […] ci ha dato la possibilità di
osservare in un modo davvero nuovo e illuminante il funzionamento di sistemi di
interazione assai complessi esistenti in biologia, psicologia, sociologia, economia
38
e altri campi.” o retroazione, consiste nel ritorno all’emittente di un
Il concetto di feedback
pacchetto di dati riguardanti lo stato del destinatario, dopo che è venuto in
contatto con il messaggio.
Il feedback pone in risalto la caratteristica bidirezionale della comunicazione
economico-finanziaria, infatti la comunicazione non viene più intesa come
soltanto l’offerta di informazioni da parte dell’impresa, ma anche come domanda
da parte dei destinatari e in seguito, il relativo scambio fra gli attori. Infatti,
da parte dei riceventi, l’emittente
successivamente alla ricezione di un feedback
dovrà dare delle spiegazioni, chiarimenti o nuove informazioni a seconda di ciò
che è contenuto nella retroazione, dando vita così a un nuovo processo di
comunicazione.
Quindi il ruolo dei riceventi non si riduce solamente a ricevere e interpretare le
informazioni che gli sono comunicate, bensì anche ad attivare un nuovo processo
o fornire all’impresa nuove informazioni. Il feedback, perciò è costituito non solo
dalle richieste di soddisfacimento del bisogno informativo da parte dei destinatari,
ma anche da flussi di informazioni in cui vengono fornite all’azienda nuove
informazioni riguardanti, ad esempio, i comportamenti dei concorrenti o le
tendenze del settore in cui opera l’impresa. Il feedback, è molto importante per
l’azienda, sia come richiesta di informazioni sia come comunicazione di
informazioni; nel primo caso è importante per l’impresa poiché vengono messe in
38 P. Watzlawick, J. H. Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio,
Roma, 1971, pag. 23 23
evidenzia, attraverso il feedback, i bisogni informativi dei destinatari e/o la
imperfezioni o lacune che permettono all’azienda di migliorare il
presenza di 39
proprio processo di comunicazione. Nel secondo caso, invece, il feedback è di
grande interesse per l’azienda, poiché viene in contatto con delle informazioni,
che possono essere utili per le scelte strategiche aziendali..
1.2 Le asimmetrie informative, linguaggio e relazioni nel sistema
finanziario
Uno dei presupposti, di cui l’impresa deve prendere atto, è che nel processo di
comunicazione economico-finanziaria possono generarsi delle asimmetrie
informative. L’impresa, infatti, si trova in una posizione di vantaggio rispetto ai
soggetti con i quali entra in contatto, poiché possiede una quantità maggiore di
informazioni rispetto agli altri. Oltre a questo fattore, il problema non è
riconducibile solamente alla quantità di informazioni che l’azienda sceglie di
comunicare, ma anche alla classificazione delle stesse da parte dei destinatari in
base alla loro affidabilità e alla possibile rielaborazione e interpretazione.
Come già detto in precedenza, il problema sorge dalla reale differenza informativa
che possiede l’impresa in quanto dispone di informazioni più complete rispetto ai
riceventi, e inoltre è ulteriormente alimentato anche dalla diversa qualità e
quantità delle comunicazioni che distinti destinatari ricevono a seconda delle
esigenze e qualifiche degli stessi.
Le asimmetrie informative, costituendo un rapporto comunicativo non paritario,
influenzano il rapporto che si instaura tra fonte e ricevente in quanto, ad esempio,
l’investitore dovrà prendere delle decisioni che non sono in una condizione di
poiché si trova in un rapporto svantaggiato rispetto l’altra
trasparenza e certezza, l’impresa che appunto possiede un
parte che dispone di più informazioni ;oppure,
maggior numero di informazioni potrebbe approfittare della situazione per trarne
dei vantaggi.
Più nello specifico si verifica quello che viene chiamato il lemon market. Nel
lemon market o mercato dei bidoni, si ha la situazione in cui degli acquirenti
devono valutare, in una situazione di incertezza, i beni che gli vengono offerti. In
queste circostanze, visto che non sono in possesso di tutte le informazioni
disponibili, per valutare il prodotto potranno solamente consultare dati storici e
statistici per valutare l’affidabilità e la qualità del prodotto offerto.
39 Solitamente proviene da destinatari come analisti o investitori perciò qualificati
nell’espressione di commenti sui concorrenti e/o sul settore di attività. 24
In questa situazione dove sono presenti asimmetrie informative, esse possono
essere sfruttare dal “venditore” offrendo beni di scarsa qualità e non fornendo su
di essi, per tranne un vantaggio personale, tutte le informazioni a sua disposizione,
in maniera da vendere il prodotto ad un prezzo superiore al suo reale valore.
Se i venditori attuano questo tipo di comportamento, ossia quello del moral
hazard, si ha come conseguenza il fenomeno della adverse selection.
Il fenomeno della selezione avversa, si verifica quando gli acquirenti, consci della
possibilità che i venditori possano attuare dei comportamenti opportunistici
sopravvalutando i loro prodotti, tendono a fornire un valore medio ai beni che gli
vengono offerti con la conseguenza però di sottostimare i prodotti di una qualità
maggiore e sopravvalutare quelli di una qualità inferiore.
Quando si verifica questa possibilità di comportamento, i venditori che
possiedono dei prodotti migliori, per non vederseli sottostimare, tendono ad
offrire un maggior numero di informazioni, sopra la qualità dei loro prodotti,
cercando di ridurre l’incertezza dell’acquirente causata dalle asimmetrie
informative.
Questo tipo di comportamento, che si veridica nel modello del mercato dei bidoni,
trova riscontro nella realtà aziendale. Infatti, l’azienda tende ad offrire delle
informazioni aggiuntive, oltre a quelle costrette dagli obblighi normativi, per
ridurre le asimmetrie, che si possono generare, per non vedersi sottostimare il
proprio valore.
In questo scenario di incertezza, costituito da moral hazard e adverse selection, i
destinatari della comunicazione finanziaria spesso preferiscono rivolgersi a dei
soggetti più qualificati per interpretare in maniera corretta le informazioni a
disposizione.
Tali soggetti che possono essere costituiti da analisti finanziari, broker, media
specializzati e ecc. hanno il compito di svolgere una funzione di intermediazione
informativa rielaborando le informazioni che l’azienda comunica e diffondendole
nuovamente costituendo una comunicazione derivata. Tale comunicazione,
provenendo da soggetti maggiormente qualificati risulta più appetibile e
comprensibile per quei soggetti che non possiedono le competenze necessarie per
estrarre delle informazioni utili da quelle che l’azienda comunica.
Le barriere che però rendono difficile la totale comprensione e favoriscono tutti
quei processi volti ad aumentare l’incertezza, non riguardano solo il mondo dei
riceventi ma anche quello dell’impresa. Infatti, obiettivo primario della
attraverso la comunicazione,
comunicazione d’impresa, deve essere quello di
creare un valore per l’azienda utilizzando un tipo di comunicazione efficace ed
efficiente. 25
per questa ragione che l’impresa
Ciò non è facile, ed è spesso si avvale, oltre che
di risorse interne, di risorse esterne per cercare di ottenere una comunicazione che
possa permettere all’azienda di creare valore aggiunto.
I soggetti esterni con cui entra in contatto l’impresa possono essere, ad esempio,
nella formulazione della
dei consulenti che, operando insieme all’impresa
comunicazione, forniscono le proprie competenze; oppure possono essere degli
intermediari che lavorano autonomamente alla comunicazione aziendale.
L’impresa, affidandosi a soggetti esterni acquisisce e usufruisce delle loro
competenze e conoscenze riuscendo ad ottenere dei vantaggi in termini di
efficienza comunicativa, tutto ciò però comporta dei costi aggiuntivi per
l’impresa. l’impresa dovrà valutare la relazione tra i costi
Quindi in questo modo,
sostenuti per migliorare la comunicazione, e il valore aggiunto che viene creato da
tale comunicazione. Però ottenere dei dati sul reale valore aggiunto, che si è creato
in rapporto alla spesa di comunicazione, è di grande difficoltà a causa della
molteplicità dei soggetti che operano nel mercato e a seconda delle loro
preferenze. Ciò nonostante, investire nella comunicazione produce degli effetti
positivi poiché l’impresa ha bisogno di adeguati flussi informativi per lo
svolgimento del proprio processo decisionale. La comunicazione consiste
nell’unico strumento adeguato che l’impresa può utilizzare per influenzare il
mercato e di conseguenza le decisioni dei soggetti all’interno di esso.
La comunicazione risulta essere fondamentale, perché essa può favorire o limitare
la formazione di asimmetrie informative, a seconda di come l’azienda si relaziona
con il pubblico. Nel 1984, Hunt e Grunig, nel libro “Managing Pubblic
proposero quattro modelli di relazioni
Relations”, pubbliche, derivanti
dall’evoluzione storica delle relazioni pubbliche negli Stati Uniti d’America, dalla
metà del milleottocento ad oggi.
Hunt e Grunig, elaborano quattro possibili modelli per le relazioni pubbliche:
1. Press agentry/pubblicity, che consiste in un rapporto di tipo unidirezionale
e asimmetrico, caratteristico delle attività di propaganda;
che consiste anch’esso in un modello ad una via ma
2. Pubblic Information,
caratterizzato dall’obiettivo di tutelare l’interesse pubblico, fornendo una
maggiore quantità di informazioni;
3. Two-way asymmetric, che consiste in un modello a due vie, in cui però
l’emittente e il ricevente si trovano in un rapporto asimmetrico, in quanto
l’emittente possiede dei vantaggi informativi; 26
che enfatizza l’importanza
4. Two-way symmetric, che consiste in un modello
della comunicazione a due vie con flussi simmetrici, a differenza della
precedente, cercando di instaurare con il ricevente un rapporto di fiducia e
credibilità.
Risulta perciò evidente che, a seconda di come l’impresa si relazioni con il
pubblico, possono generarsi delle asimmetrie informative; il primo, il secondo e in
parte il terzo modello, contribuiscono alla generazione di tale rapporto
asimmetrico mentre solamente il quarto modello contribuisce a instaurare un
rapporto simmetrico, basato sulla fiducia e la trasparenza, con i soggetti interessati
alle comunicazioni aziendali.
E’ comunicazione che l’impresa può ridurre le
perciò, attraverso la sana dall’incertezza
asimmetrie informative e la percezioni dei rischi causati e, ad
esempio, per le società quotate può contribuire alla reale valutazione del titolo.
La comunicazione svolge appunto un ruolo fondamentale nella riduzione delle
asimmetrie informative e quindi in una maggiore efficienza allocativa delle risorse
nel mercato, è per questo motivo che nei successivi capitoli vedremo come il
legislatore, a tutela dei destinatari, fissa degli obblighi normativi e come l’impresa
attraverso l’avvento di
stessa, Internet e le nuove tecnologie, riesce a ridurre le
asimmetrie informative attraverso la rete. 27
II Capitolo
IL LINGUAGGIO DELLA COMUNICAZIONE
FINANZIARIA
L’informativa
2.1 economico-finanziaria
Generalmente quando si parla di informativa economico-finanziaria il pensiero
cade sull’informativa obbligatoria. Negli anni, però i destinatari della
nei confronti dell’impresa al fine
comunicazione si sono fatti sempre più esigenti
di ricevere più informazioni in modo chiaro e trasparente.
globalmente dinamico e in evoluzione impedisce di estrapolare
Infatti, l’ambiente
i risultati passati dell’impresa come indicatori fedeli del futuro della stessa.
Le informazioni contabili si allontanano sempre di più da quella tipologia di
informazione che sarebbe necessaria per rappresentare le fonti di valore e di
ricchezza economica, e da quella che sarebbe necessaria per stimare i possibili
benefici e i flussi di cassa dell’azienda.
futuri
I problemi di inadeguatezza del bilancio per prendere decisioni economiche e la
crescente importanza delle informazioni, che sono contenute all’esterno del
tradizionale bilancio d’esercizio, hanno portato l’impresa alla divulgazione
volontaria di informazioni.
Le imprese hanno cosi smesso di essere enti oscuri ai soggetti interessati a essa
dando valore alla trasparenza.
Di conseguenza, le imprese diventano nude agli occhi dei terzi interessati e la
trasparenza emerge come un valore chiave aziendale, diventando colonna portante
per costruire la fiducia e garantire la sopravvivenza.
In questo capitolo, vedremo come si è evoluta la comunicazione economico-
finanziaria, sia come obbligatoria sia come volontaria e ne analizzeremo gli
effetti.
2.1.1 Il diritto all’informazione
La strada che ha portato ai soggetti interessati alle vicissitudini aziendali il diritto
all’informazione, è stata molto lunga e complessa. Un esempio, per far
comprendere le difficoltà che si dovettero superare per abbattere la reticenza alla
comunicazione dell’impresa, è quello della visione dell’Unternehmen an sich. 28
Questa teoria, nata in Germania nel primo dopo guerra per opera di Walter
40 , contribuì nel tempo a ridurre i diritti all’informazione degli azionisti.
Rathenau
Infatti, accadde che la società di navigazione, Norddeutschers Lloyd, ricevette
delle lamentele da parte dei propri azionisti che chiedevano spiegazioni sul perché
nella distribuzione degli utili, non avessero ricevuto un ritorno adeguato rispetto al
proprio investimento. Rathenau rispose agli azionisti dicendo che l’impresa non
“lorsignori”,
esiste per distribuire dividendi a ma per far andare i battelli sul Reno.
come l’interesse degli azionisti può essere
Questa frase evidenziò differente e, a
a quello dell’impresa.
volte anche contrapposto rispetto
dopo la sconcertante crisi del ’29, le cui cause furono ritenute
Successivamente,
economisti dovute ad una forte carenza di informazioni verso l’esterno,
da diversi
si cominciò a porre attenzione sul problema dell’assenza di comunicazione.
Il legislatore americano, riconoscendo che la crisi si era evoluta da una carenza di
informazioni, nel 1933 e nel 1934 intervenne con due leggi, rispettivamente la
con l’obiettivo di migliorare la
Security Act e la Security Exchange Act,
comunicazione. Infatti, con questa nuova legislazione si stabilì quali informazioni
le istituzioni finanziarie dovevano rendere pubbliche, a tutela dei soggetti
interessati all’impresa.
Al di fuori degli Stati Uniti, però, l’interesse mostrato verso una informativa
obbligatoria fu molto scarso, anzi in molti paesi, soprattutto nel periodo a cavallo
tra le due guerre, prevalse la reticenza alla disclosure.
In Italia, sono nel 1942, tramite il Codice Civile, si ottennero delle norme
favorevoli alla emissione di informazioni. Il legislatore introdusse così specifiche
norme riguardanti il bilancio d’esercizio. L’articolo 2423 cita, infatti, come il
bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero
e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato
economico dell'esercizio.
Nei successivi anni il crescente fabbisogno di informazioni, cominciò a far notare
come il legislatore nel 1942, si fosse concentrato solamente sullo Stato
Patrimoniale non dando attenzione anche al Conto Economico. Infatti, tra gli anni
cinquanta e sessanta, le aziende stilavano dei Conti Economici molto sintetici dai
quali era impossibile attingere informazioni sull’andamento gestionale
dell’impresa. che il legislatore intervenne con l’articolo
Fu solamente nel 1974 2435-bis
sancendo precise disposizioni sul contenuto del Conto Economico, e con l’artico
40 Walter Rathenau (Berlino 1867- Berlino 1922), fu ministro degli esteri della repubblica di
Weimar, imprenditore ed economista. 29
2429-bis riguardante la relazione degli amministratori che permette di entrare in
possesso delle informazioni sull’andamento della gestione nei vari settori in cui la
società ha operato.
Si riuscì così a colmare una grande lacuna informativa aprendo la strada verso una
comunicazione più ricca e trasparente.
Il legislatore, nel ’74 non garantì solamente una più corretta informativa
societaria, infatti con la legge 216, fu costituita la CONSOB con lo scopo di
vigilare sulle società e tutelare gli investitori. La comunicazione divenne così un
obbligo regolamentato, anche se l’informativa risultava ancora essere di forma
dall’emittente alla CONSOB.
monodirezionale:
Fu poi nel 1983 che alla CONSOB fu assegnato un nuovo potere, ossia la
funzione di controllo su ogni forma riguardante il risparmio pubblico.
La CONSOB divenne così l’organo di controllo pubblico principale in relazione
al settore del mercato dei valori mobiliari, in modo da assicurare, ai soggetti
interessati a investire, una informativa societaria più ricca e completa.
Successivamente con la legge numero 281 del 1985 fu aumentata la sua
autonomia e indipendenza.
Negli ultimi venti anni ci sono stati altri due passaggi fondamentali per il diritto
all’informazione: le leggi del 1991 riguardanti la prevenzione dell’Insider
Trading; e le leggi del 1998 che sancirono la nascita del Testo Unico della
Finanza.
Con la legge n. 157 del 17/05/1991 in particolare si accantona il vecchio modello
41
monodirezionale di diciassette anni prima passando a un modello bidirezionale ,
ossia sia verso la CONSOB sia verso il mercato.
Sempre nel 1991 si definirono con fermezza quali sono i documenti indispensabili
nelle comunicazione: Stato Patrimoniale; Conto Economico e Nota Integrativa.
Invece, il decreto legislativo numero 58 del 1998 sancì la nascita del Testo Unico
della Finanza, che nacque con lo scopo di realizzare una legislazione semplice e
per principi, per rafforzare meccanismi di governance delle società, per chiarire
gli obblighi informativi nei confronti del mercato e degli azionisti, per ordinare le
norme sui poteri della CONSOB e per la creazione di una normativa che fosse
coerente e competitiva con le norme degli altri Stati europei.
Si cercò così di ridurre le disparità informative, la possibilità di creazione di
asimmetrie informative e la pratica del insider traiding.
41 Caratterizzato da una informativa continua e automatica. 30
2.2 Mandatory e Voluntary disclosure
Primo obiettivo per le aziende quotate è quello di ottenere credibilità verso i
propri investitori e verso il mercato. Unico modo, per ottenere tale credibilità,
consiste in una comunicazione economico-finanziaria chiara e trasparente con tutti
i soggetti con cui l’impresa si relaziona. In un mercato sempre più competitivo,
vi è sempre più difficoltà per l’azienda di attrarre
dopo le recenti crisi finanziare,
risorse finanziare.
E’ proprio per questo motivo che l’azienda deve, non solo comunicare nel modo
più chiaro possibile ogni documento obbligato dal legislatore ma anche fornire
delle notizie integrative, non previste dalle norme, volontariamente con il fine di
migliorare l’efficienza allocativa delle risorse finanziarie.
2.2.1 La comunicazione obbligatoria
Il primo livello di informazioni che l’impresa deve diffondere è costituito dal
soddisfacimento dei bisogni che il legislatore ha considerato necessari in maniera
tutelare sia i soggetti interessati all’impresa sia il mercato.
da il bilancio l’unico punto di riferimento per estrapolare
Per moltissimi anni è stato
informazioni sulle attività di una società quotata. Strumento che nel passato, a
causa di molte carenze legislative, risultava essere privo delle informazioni
l’altro va considerato anche il fatto che il
necessarie ai soggetti interessati. Tra
bilancio risulta essere un documento di natura tecnica e necessariamente di
difficile comprensione per un pubblico non specializzato.
Il bilancio ha però cominciato a privarsi di questa sua forma tecnicistica in modo
da fornire una visione dell’azienda che non è puramente numerica. Incominciano
a trovare spazio le informazioni riguardanti le mission della società, le strategie, la
visione e la condivisione dei valori intangibili.
Vi è stata una vera e propria evoluzione, in particolar modo a livello normativo,
sia a livello nazionale sia a livello internazionale e comunitario.
Dal 2005, dopo il decreto legislativo n. 38 del 28 febbraio, i bilanci delle società
quotate vengono redatti per la prima volta con i principi contabili internazionali
42
IAS/IFRS e dal 2006 diventa obbligatorio la compilazione del bilancio secondo
questi canoni.
42 L’armonizzazione delle regole contabili ha rappresentato uno dei principali obiettivi della
Comunità Europea per agevolare lo sviluppo e l'efficienza dei mercati finanziari europei, essendo
presente uno scarso grado di confrontabilità dei bilanci delle imprese europee, costituendo di
fatto un freno allo sviluppo di tali mercati. In quest'ottica, la decisione della Comunità europea di
31
L’informativa obbligatoria, per una azienda quotata in borsa, si distingue in due
tipologie di informative.
L’informativa iniziale: tale comunicazione è riferita alla pubblicazione del
prospetto informativo che, una società, costituisce al fine di quotarsi.
L’informativa deve essere distribuita secondo quanto previsto dagli articoli
94 e 113 del Testo Unico della Finanza, rimanendo coerente con le
istruzioni contenute negli articoli 51 e seguenti, previsti nel regolamento
degli emittenti CONSOB. Inoltre, nel prospetto informativo devono essere
presenti tutte le informazioni che permettono a un potenziale investitore di
sarà strutturata l’impresa, i suoi obiettivi e rischi
comprendere come
connessi all’attività che svolgerà;
L’informativa permette all’investitore di seguire l’evoluzione
successiva:
della’attività e della gestione dell’azienda, l’andamento dei mezzi
finanziari che ha investito e di venire in contatto con tutte le possibili
rispetto all’informativa iniziale.
modificazioni,
L’informativa successiva, può poi essere divisa in altre tipologie classificandola in
considerazione della frequenza con cui si verifica:
Informativa continua: si verifica quando si ha la necessità di comunicare
informazioni al mercato nel verificarsi di eventi che potrebbero
dell’azienda;
condizionare il valore delle azioni tali informazioni sono
43
definite informazioni privilegiate , e tale comunicazione può verificarsi in
qualsiasi momento avvenga un evento che possa influenzare i prezzi delle
azioni e, perciò, il giudizio degli investitori;
Informativa episodica: si tratta di quelle comunicazioni riguardanti, ad
esempio, operazioni di finanza straordinaria, che costituiscono elemento di
discontinuità nella gestione della azienda. Consistono perciò nella
introdurre progressivamente i principi contabili internazionali IAS/IFRS dello IASB (International
Accounting Standard Board) all'interno di ciascun Paese membro nasce dall’esigenza di “affidarsi”
ad un corpus di regole contabili organico, coordinato e qualitativamente riconosciuto a livello
internazionale. Fonte: http://www.irdcec.it, istituto di ricerca dei dottori commercialisti e degli
esperti contabili.
43 Articolo 181 comma 1 TUF: "un'informazione di carattere preciso, che non è stata resa
pubblica, concernente, direttamente o indirettamente, uno o più emittenti strumenti finanziari o
uno o più strumenti finanziari, che, se resa pubblica, potrebbe influire in modo sensibile sui prezzi
di tali strumenti finanziari." 32
comunicazione di eventi che sono in grado di far variare le condizioni di
gestione e il valore dell’azienda;
Informativa periodica: è una tipologia di comunicazione solitamente di
tipo contabile, prodotta dalle società quotate in maniera periodica nel
tempo. Alcuni esempi di informativa periodica possono essere: il bilancio
d’esercizio o i bilanci infrannuali.
44
Figura 8 : Informativa obbligatoria delle società quotate.
2.2.1.1 La normativa sul Market Abuse
Il legislatore, si è posto come principale obiettivo, quello di garantire
all’investitore un grado di informazione molto ampio col fine di tutelare
l’investitore stesso e il mercato.
E’ con questa logica che si è mossa la Direttiva Europea sul market abuse (Market
Abuse, 2003/6/CE) ossia sulla fattispecie che si produca la diffusione, che sia essa
alterino l’andamento delle quotazioni in
dolosa o colposa, di informazioni che
Borsa o che abbiano l’intenzione di nascondere situazioni di crisi.
Con la legge numero 62 del 2005 (Legge comunitaria 2004), specificamente con
l’articolo 9 di tale legge, si è disposto il recepimento, in Italia, della direttiva
Market Abuse, 2003/6/CE.
Lo scopo principale di tale direttiva consiste nel prevenire, ricercare e punire gli
abusi di mercato, in maniera da poter assicurare la salute dei mercati finanziari
44 Paola Demartini, Informazione, imprese e mercati finanziari efficienti, FrancoAngeli, Milano,
2006, pag.125. 33
comunitari e accrescendo di conseguenza la fiducia degli investitori di tali
mercati; in quanto tali abusi di mercato, rendono complessa l’attività degli
operatori ostacolando la piena trasparenza del mercato.
Tale direttiva identifica due fattispecie di abusi di mercato, che però integrano
abusi di mercato, che consistono nell’abuso delle già citate informazioni
tutti gli
privilegiate e nella manipolazione del mercato.
Il primo reato è definito nell’articolo 184 del TUF: “È punito con la reclusione da
uno a sei anni e con la multa da euro ventimila a euro tre milioni chiunque,
essendo in possesso di informazioni privilegiate in ragione della sua qualità di
membro di organi di amministrazione, direzione o controllo dell’emittente, della
partecipazione al capitale dell’emittente, ovvero dell’esercizio di un’attività
lavorativa, di una professione o di una funzione, anche pubblica, o di un ufficio:
a) acquista, vende o compie altre operazioni, direttamente o
indirettamente, per conto proprio o per conto di terzi, su strumenti
finanziari utilizzando le informazioni medesime;
b) comunica tali informazioni ad altri, al di fuori del normale esercizio del
lavoro, della professione, della funzione o dell’ufficio;
c) raccomanda o induce altri, sulla base di esse, al compimento di taluna
45
lettera a).”
delle operazioni indicate nella 46
La seconda fattispecie riguarda invece la manipolazione del mercato , come si
riscontra nel articolo 185 del TUF il reato è attribuito a “chiunque diffonde notizie
false o pone in essere operazioni simulate o altri artifizi concretamente idonei a
provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, ed è punito
con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro ventimila a euro cinque
47
milioni.”
La direttiva, per quanto riguarda il nostro Paese, va ad introdurre alcune novità
che hanno apportato profonde modifiche al TUF, difatti è stata riscritta l’articolo
riguardante il reato di insider trading (articolo 184 TUF) ed è stato introdotto
nuovamente il reato riguardante la manipolazione del mercato (articolo 185 TUF),
inoltre sono state inasprite le sanzioni penali ed amministrative. La direttiva non
ha apportato solamente delle modifiche al Testo Unico della Finanza e al codice
48
civile ma anche ad un ampliamento dei poteri della CONSOB, in particolar
modo vi è stato un aumento dei poteri di ispezione.
45 Testo Unico della Finanza
46 Molteplici esempi sulla manipolazione del mercato sono riscontrabili nella comunicazione
CONSOB n. DME/5078692 del 29 novembre 2005.
47 Testo Unico della Finanza
48 Vi è stata una riscrittura dell’articolo 2637 del c.c. riguardante il reato di aggiotaggio. 34
Col fine di chiarire il perimetro normativo, riguardante il market abuse, la
CONSOB ha emanato la comunicazione DME/6027054 del 28 marzo 2006 che
“raccoglie e coordina in un unico documento le interpretazioni concernenti le
nuove norme introdotte con il recepimento della direttiva sugli abusi di mercato e
le precedenti indicazioni contenute nella citata preesistente comunicazione,
49
rivisitate alla luce degli aggiornamenti apportati al TUF e al RE.”
Con il fine inoltre di favorire una disclosure migliore che si in linea con i principi
del TUF, della CONSOB e delle direttive Comunitarie, nel 2001 è stato fissato un
Forum sull’informativa societaria per migliorare la qualità del nostro mercato
tramite 10 principi che fanno da guida a una sana comunicazione.
Principi necessari per migliorare l’informazione sulle società quotate
2.2.1.2 50
Nel 2001, appunto, fu organizzato dalla comunità finanziaria, coinvolgendo Ref
della Borsa Italiana, un forum sull’informativa finanziaria con
e con il sostegno
l’obiettivo di definire dei principi, che fossero necessari per migliorare
l’informazione sulle società quotate, discutendo sulle diverse forme di
comunicazione e sulla modalità di diffusione delle stesse.
Principio numero 1: Criteri generali, questo principio afferma che le
comunicazioni da parte di una società, devono essere svolte con chiarezza
e correttezza e con parità di accesso alle informazioni; inoltre, afferma che
gli emittenti e i soggetti della comunicazione economico-finanziaria
devono astenersi dal comunicare informazioni meramente promozionali.
Principio numero 2: Informazioni idonee ad influenzare sensibilmente il
prezzo degli strumenti finanziari quotati, gli emittenti devono comunicare
51
con tempestività, al mercato, le informazioni rilevanti al fine di ridurre il
e di migliorare l’efficienza nel processo di
rischio di insider trading
formazione dei prezzi.
49 http://www.consob.it
50 REF è una società indipendente che offre ricerca e consulenze personalizzate, organizza
osservatori e attività di formazione e affianca aziende, istituzioni, organismi governativi nei
processi conoscitivi e decisionali.
51 “Sono informazioni rilevanti quelle specifiche e a contenuto determinato, relative ad eventi
accaduti nella sfera di attività degli emittenti, dei soggetti che li controllano o delle relative
società controllate, non di dominio pubblico e idonee, se rese pubbliche, ad influenzare
sensibilmente il prezzo degli strumenti finanziari quotati. Esse riguardano sia l’attività di tali
soggetti sia gli strumenti finanziari quotati.” Fonte: http://www.aiaf.it 35
Principio numero 3: Eventi quali le manifestazioni di intenti,
l’approvazione di progetti, le trattative e ogni comportamento negoziale e
non, finalizzati alla conclusione di un’operazione che costituisce evento
rilevante ai sensi del Principio n. 2, sono comunicati al mercato se si è in
presenza congiuntamente di:
segnali inequivocabili del fatto che, nonostante l’adozione di
a. procedure idonee a mantenere la confidenzialità delle
informazioni relative agli eventi in questione, non risultino
rispettati gli obblighi di riservatezza da parte di chi sia venuto a
conoscenza di tali informazioni;
b. fondati motivi per presumere un esito positivo delle operazioni
di cui tali eventi costituiscono fasi iniziali o intermedie. Nella
l’incertezza
comunicazione si avrà cura di evidenziare
52
sull’esito finale degli eventi.
Principio numero 4: Informazione in assemblea, questo principio enuncia
che le comunicazioni in assemblea, riguardanti informazioni rilevanti, è
permessa solamente se le stesse, preventivamente, sono comunicate al
mercato. Però, in caso di diffusione involontaria in assemblea, di tali
informazioni, dovranno essere tempestivamente comunicate al mercato.
Principio numero 5: Incontri con operatori del mercato, tale principio
consiste in un divieto di informazione selettiva agli incontri con gli
operatori del mercato finanziario. Infatti, se gli emittenti organizzano, o
partecipino a incontri privati con degli operatori di mercato, dovranno
comunicare anticipatamente, alla CONSOB e la società di gestione del
mercato, la data, il luogo, l’ora e i gli argomenti principali che saranno
affrontati durante l’incontro, trasmettendogli poi la documentazione che
viene messa a disposizione dei partecipanti.
Principio numero 6: Informazione previsionale, tale principio enuncia che
per un efficiente funzionamento dei mercati finanziari, è necessaria la
comunicazione di informazioni non solo di carattere storico, ma anche la
prospettiche sull’andamento e sulla
comunicazione di informazioni dell’impresa. Questo tipo
gestione della situazione economico-finanziaria
di informazioni, sono molto importanti perché hanno una forte influenza
sul comportamento degli investitori e sull’andamento dei prezzi dei
52 Fonte: http://www.aiaf.it 36
volumi trattati. Le informazioni previsionali possono, infatti, ridurre la
variabile incertezza sulle aspettative degli investitori.
Principio numero 7: Siti Internet, gli emittenti predispongono un sito
Internet con lo scopo di soddisfare il bisogno informativo del pubblico,
rendendo disponibili delle informazioni (ad esempio il bilancio
consolidato o le relazioni semestrali). Con il progresso tecnologico, il sito
Internet sta prendendo sempre più importanza, diventando un efficiente
canale comunicativo per raggiungere un maggior numero di soggetti
interessati alla dinamiche dell’impresa.
Principio numero 8: Rumors, in situazioni nelle quali si è in presenza di
che non sono state diffuse dall’azienda e
notizie di dominio pubblico che
potrebbero influenzare il prezzo degli strumenti finanziari, gli emittenti
valutano se informare il pubblico circa la veridicità delle notizie,
correggendo o integrandone il contenuto ove necessario.
Principio numero 9: Quotazione su più mercati, il regolamento della
quotate su più mercati dell’Unione
CONSOB prevede che, le società
Europea, mettano a disposizione del mercato italiano, informazioni
aggiuntive qualora fossero fornite in altri paesi.
Comportamento degli analisti finanziaria, “l’analista
Principio numero 10:
finanziario svolge la propria attività professionale con indipendenza e
obiettività di giudizio, conformandosi ai principi della migliore prassi
internazionale. […] L’analista finanziario non può utilizzare direttamente
o indirettamente, né comunicare a terzi, ivi compresi i propri clienti,
informazioni rilevanti delle quali sia venuto in possesso nello svolgimento
della sua attività se non dopo che tali informazioni siano state rese
53
pubbliche a norma di legge.”
2.2.2 La comunicazione volontaria
Con il crescente fabbisogno informativo dei soggetti interessati all’impresa e a
causa della complessità dei mercati, oggi, limitarsi alla comunicazione
obbligatoria risulta essere insufficiente per il soddisfacimento dei bisogni
informativi. A differenza della comunicazione obbligatoria, che è regolamentata a
livello normativo dal legislatore e dalle successive norme fissate dalla CONSOB,
53 Fonte: http://www.aiaf.it 37
la comunicazione volontaria non è dovuta al mercato per obblighi fissati dalla
legge.
La comunicazione volontaria risulta essere uno strumento malleabile in mano
all’azienda. E’ ciò che l’azienda stessa decide di comunicare.
L’informativa economico-finanziaria volontaria, è composta da una serie di
informazioni specifiche costituite a seconda dei distinti fabbisogni informativi
degli stakeholder o in relazione ad operazioni straordinarie.
In alcuni casi, la comunicazione volontaria può ridursi semplicemente
all’arricchimento e alla chiarificazione delle comunicazioni dovute dalla legge, ad
esempio, può verificarsi durante gli incontri con gli analisti finanziari.
La comunicazione voluta, però, non si limita solamente a questa fattispecie,
infatti, spesso l’azienda è incentivata a produrre una più ricca e completa
comunicazione quando si rende conto che la disclosure potrebbe essere utile a far
si che gli operatori del mercato ne percepiscano il reale valore.
L’informativa volontaria, inoltre, risulta essere necessaria in alcuni casi, ad
esempio durante la gestione di situazioni che potrebbero essere critiche per
l’impresa. Infatti, in un momento di grande difficoltà la voluntary disclosure ha il
di informare i soggetti interessati della consapevolezza dell’azienda sulla
compito
crisi, in maniera da ottenere il loro sostegno per un possibile piano di risanamento.
Solitamente, i settori a cui gli investitori e gli stakeholder mostrano maggiore
quando l’azienda comunica volontariamente delle informazioni,
interesse, 54
riguardano: la strategia aziendale , le informazioni previsionali, le informazioni
per comprendere l’evoluzione economico-finaziaria dell’impresa, le informazioni
sul patrimonio intangibile e sui risultati sociali e le Profit Warnings.
La comunicazione volontaria, pur non essendo regolamentata come la
comunicazione obbligatoria, è caratterizzata da una serie di casistiche in cui la
risulta “dovuta”.
voluntary disclosure
La prima tipologia dei casi in cui la comunicazione risulta dovuta, è quella delle
già citate Profit Warnings, che sono tutte quelle comunicazioni attraverso le
quali, l’azienda comunica al mercato che non riuscirà a raggiungere le stime, che
aveva offerto in precedenza, riguardanti di solito, gli indicatori di bilancio. Questa
fattispecie di comunicazione è regolamentata dall’articolo 68 del Regolamento
Emittenti della CONSOB.
54 Le informazioni riguardanti la strategia aziendale sono molto importanti per i soggetti
interessati all’impresa a causa del fatto che cambiano molto spesso e non si basano quasi mai su
un vantaggio competitivo che resta invariato col passare del tempo. 38
Un altro frequente caso di comunicazione volontaria “dovuta” riguarda la
richiesta, ad esempio, da parte degli azionisti di una integrazione su operazioni
che l’azienda ha annunciato di svolgere, ma che sulle quali ha diffuso scarse
informazioni, oppure la richiesta da parte di organizzazioni sindacali, quando
l’azienda annuncia di prendere decisioni, ad esempio, sul ridimensionamento del
personale.
Altra tipologia molto frequente è quella della comunicazione reattiva dove,
l’azienda, si trova nel caso in cui deve smentire informazioni che sono state
diffuse sulla propria attività a scopo speculativo, che non rispecchiano la realtà.
Un possibile esempio è la smentita di “rumours” relativi a informazioni
privilegiate. Mentre in altri casi, la società interviene solamente correggendo
alcune informazioni che sono state diffuse da intermediari informativi.
In altri casi, la comunicazione volontaria può essere causata come una risposta ad
un annuncio fatto da una società dello stesso ambiente competitivo. In questo caso
“botta
si verificherà un e risposta” tra le società, riguardanti, ad esempio, politiche
dei prezzi o di distribuzione, che andrà a beneficio del mercato.
La comunicazione volontaria, inoltre, può essere influenzata da alcune
caratteristiche:
“Il settore di riferimento;
La struttura finanziaria dell’azienda;
La struttura degli azionisti;
Una eventuale quotazione dell’azienda su più listini azionari;
La vicinanza di future operazioni straordinarie, o il ricorso al mercato in
vista di aumenti di capitale o di emissioni obbligazionarie;
L’avvicinarsi della scadenza di stock option;
Il timore di essere preda di takeover ostili;
La volontà del management di avere più o meno visibilità per motivazioni
55
di carattere personale/professionale.”
55 Francesco Guidara, La comunicazione finanziaria, Egea, Milano, 2011, pag. 36. 39
Va considerato però, che il tema della comunicazione finanziaria si trova ad
affrontare una grande difficoltà: la riservatezza aziendale in materia economico-
finanziaria.
La comunicazione volontaria, andandosi a scontrare con il modello di governance
tipico dell’azienda famigliare italiana, non ha avuto grande successo nel nostro
“quando
paese; la governance è in mano al management, che deve giustificare
ogni anno i risultati di fronte agli azionisti, allora è più facile che si comunichi
meglio e in maniera più trasparente. In Italia, dove il controllo famigliare
56
sull’impresa è più solido, la situazione è stata a lungo bloccata.”
Inoltre si può notare come nel nostro paese, le principali società italiane abbiano
rifiutato un approdo sui mercati finanziari (es. Ferrero, Barilla) influenzate da una
scarsa cultura al rischio.
2.2.3 Effetti positivi della comunicazione volontaria
Il processo di creazione del valore, tramite la comunicazione economico-
finanziaria, nasce in particolar modo con l’informativa volontaria. Infatti, un
flusso maggiore di informazioni permette, a un possibile acquirente, di veder
ridotto il proprio rischio, garantendo un abbattimento del costo dei capitali e
causando una minore volatilità dei prezzi del titolo.
Inoltre, un maggiore flusso di informazioni, sull’andamento aziendale, può
aumentare il target di potenziali investitori che saranno in grado di valutare
l’effettivo valore aziendale senza incorrere in problemi di selezione avversa o di
moral hazard.
Una maggiore comunicazione comporta numerosi vantaggi, oltre alla riduzione
delle asimmetrie informative tra emittente e ricevente, ci si imbatte in un
miglioramento del rapporto con i soggetti interessati all’impresa.
Generando un flusso di informazioni di tipo voluto si acquista, innanzitutto,
maggiore credibilità presso gli operatori, e si sviluppa una comunicazione
specifica per i propri stakeholder, generando un maggiore supporto da parte degli
investitori.
56 Furio Garbagnati, Con la crisi vince la trasparenza, Il Sole 24 Ore, 19/11/08, pag. 42. 40
Altri effetti positivi della comunicazione volontaria possono riscontrarsi in: una
riduzione del costo del capitale, visto che come detto in precedenza sono ridotte le
57
asimmetrie informative; e in una riduzione nel rischio di mispricing .
Esistono, inoltre, tre approcci teorici che rendono necessaria e vantaggiosa una
corretta comunicazione economico-finanziara voluta: Signalling Theory;
Teoria dell’Agenzia.
Legitimacy Theory;
2.2.3.1 Signalling Theory l’idea che
In economica, più precisamente nella teoria dei contratti, signalling è
una parte, chiamata agente, trasmette alcune informazioni credibili su se stesso, ad
un’altra parte chiamata principale.
Nel job-market signalling model di Michel Spence, ad esempio, è compito dei
dipendenti potenziali segnalare le loro rispettive abilità ai datori di lavoro,
acquisita tramite un determinato grado di formazione. I datori di lavoro di
conseguenza pagheranno di più gli impiegati più istruiti, perché sanno che sarebbe
più costoso assumere degli impiegati, con una qualifica inferiore, dovendo pagare
un costo di formazione degli stessi al fine che si rivelino dei dipendenti di alta
qualità.
Secondo Spence, il signalling è un modo per ridurre le asimmetrie informative
presenti tra le parti, difatti come detto in precedenza, nell’assunzione di lavoratori
gli stessi, comunicando all’impresa il loro livello
distinti per livello di formazione,
di formazione, riducono le asimmetrie informative fornendo delle informazioni
rilevanti all’altra parte. analizzarono l’effetto del all’interno del
Leland e Pyle nel 1977, signalling
processo delle Initial Public Offering. Gli autori misero in evidenzia come le
aziende che godono di una buona salute economico-finanziaria devono sempre
mandare dei chiari segnali al mercato, utilizzando la comunicazione volontaria.
L’impresa può trarre un grande vantaggio sui propri concorrenti producendo un
segnale, che per produzione e diffusione, risulti troppo costoso da eguagliare dalle
aziende che si trovano in una situazione finanziaria negativa, ottenendo così un
vantaggio competitivo sui propri concorrenti.
2.2.3.2 Legitimacy Theory
La Legitimacy Theory postula che le organizzazioni imprenditoriali devono
considerare, non solo i diritti degli investitori ma anche i diritti della comunità in
57 Il mispricing consiste in anomalie del prezzo, sia che esso abbia una variazione positivo
(overpricing) sia che abbia una variazione negativa (underpricing) rispetto al fair value. 41
generale. La comunicazione economico-finanziaria volontaria permette, perciò di
legittimare la società sia verso i propri stakeholder, sia verso i concorrenti e sia
verso tutta la comunità in generale.
Teoria dell’Agenzia
2.2.3.3
Uno dei principali benefici, tra i molteplici che sono stati elencati, vede la
comunicazione economico-finanziaria come possibile mezzo per risolvere i
problemi di agenzia.
La teoria dell’Agenzia muove dalla separazione tra proprietà e controllo
dell’impresa. Questa situazione si verifica ogni qual volta che dall’agire di un
individuo (agente) dipende, oltre il suo benessere, anche quello di un altro
soggetto (principale).
Questa teoria, è caratterizzata dal fatto che il principale delega dei poteri
all’agente in modo che risolva un problema, o che possa occuparsi di compiti
specifichi, definendo un sistema di incentivazioni e sanzioni. Il benessere
dell’agente perciò dipenderà, non solo dallo sforzo nella risoluzione di un
problema o nel raggiungimento di un obiettivo ma anche dal compenso che gli
sarà corrisposto dal principale. Quando ci troviamo in questa situazione, possono
verificarsi dei problemi di agenzia.
I problemi di agenzia nascono quando gli interessi del principale/proprietà sono
dagli interessi dell’agente/management. Quando si crea questo tipo di
diversi
situazione può verificarsi che una delle due parti del modello, o entrambe,
compiano delle azioni caratterizzate da criteri opportunistici.
Questa situazione si verifica poiché il principale e il management dispongo di
informazioni asimmetriche; può accadere, infatti, che l’agente sfrutti questo tipo
di situazione soddisfacendo i propri interessi a danno del principale, senza incorre
però in sanzioni, avendo un vantaggio informativo.
Questa tipologia di eventi causa all’azienda molteplici difficoltà e, per la
fattispecie, costi di agenzia.
Tutto ciò può penalizzare il valore dell’azienda che si vede costretta ad affrontare
dei costi per cercare di limitare o/e annullare i possibili comportamenti
opportunistici, da parte dell’agente, utilizzando dei sistemi di controllo o tramite
meccanismi di incentivazione.
Una efficiente politica di comunicazione economico-finanziaria, ridurrebbe il
rapporto asimmetrico informativo tra i due soggetti, migliorando il loro rapporto.
Sarebbe in grado inoltre di assicurare agli investitori una tempestiva
42
comunicazione sull’operato dell’azienda e di conseguenza su possibile effetti che
potrebbero rifletterti sul valore dell’impresa stessa.
Perciò, comunicando in modo efficiente si ridurrebbero i costi di agenzia legati ai
sistemi di controllo e meccanismi di incentivazione sull’agente, e si ridurrebbe
l’asimmetria informativa presente tra i due soggetti, riducendo così l’incertezza
degli investitori.
2.2.4 Effetti negativi della comunicazione volontaria
C’è un’altra scuola di pensiero che va contro i sostenitori di una continua e ricca
comunicazione volontaria, i suoi sostenitori ritengono che la voluntary disclosure
e di conseguenza l’azienda dovrebbe limitare il
sia costituita da luci e ombre,
proprio grado di apertura in ambito comunicativo.
A sostegno di questa scuola di pensiero troviamo alcune ragioni:
La dispersione del vantaggio competitivo. La comunicazione economico-
finanziara voluta, se non usata correttamente, potrebbe concedere ai propri
concorrenti, attuali e/o potenziali, importanti informazioni che potrebbero
ridurre il vantaggio competitivo dell’impresa sui suoi concorrenti;
La percezione di vincolo, ossia la possibile pressione psicologica sul
management. Il management, infatti, si trova nella situazione in cui è
predisposto ad offrire una molteplicità di informazioni con il fine di
incrementare il valore dell’azienda e l’interesse degli investitori attuali e
potenziali; ma si trova anche ad affrontare una forte pressione psicologica,
poiché le informazioni che diffonde potrebbero arrecare un danno
all’azienda, perché imprecise o incomplete, oppure potrebbe favorire ai
propri concorrenti dei vantaggi, cedendo delle informazioni importanti.
Infatti, una minore apertura in tema di comunicazione potrebbe permettere
alla società di sfruttare, a proprio vantaggio, le asimmetrie informative e
inoltre, nel caso in cui non si avverassero le stime comunicate dalla
società, non si troverebbe in situazioni di Profit Warnings;
I costi della comunicazione, che sono tutti quei costi dovuti alla
produzione e diffusione di informazioni. 43
2.2.4.1 I costi della comunicazione
La comunicazione economico-finanziaria comporta dei costi sia nel breve sia nel
medio-lungo periodo, che riguardano la produzione e la diffusione delle
informazioni.
Innanzitutto, va sottolineato, che il management deve valutare le informazioni che
vuole diffondere, con una logica di coerenza e trasparenza nel lungo periodo e non
a seconda dei vantaggi che potrebbero ottenere in un determinato istante.
Esistono diverse tipologie di costi che l’impresa sostiene per la comunicazione
volontaria:
Costi competitivi, sono quei costi, come già citato in precedenza, che
consistono nel fornire informazioni che potrebbero rivelarsi utili per i
propri concorrenti;
Bargaining costs, sono quei costi collegati al fatto che, successivamente
alla comunicazione, ci sarà una serie di stakeholder che avrà un maggiore
potere contrattuale poiché è entrato in possesso di elementi di potenziale
pressione;
Litigation cost, sono i costi giudiziari che sono connessi alal responsabilità
civile e penale, dell’azienda, a causa di informazioni che si sono rivelate
non fondate e dannose;
Costi vivi dell’attività di comunicazione, sono quei costi che sono
principalmente legati all’attività di preparazione, controllo e diffusione
delle informazioni. Le imprese possono scegliere tra una comunicazione
58
interna oppure tramite un fornitore esterno;
Costi di focalizzazione sul breve periodo, tale costo consiste nella
necessaria concentrazione da parte del management sul breve periodo, in
maniera da dare al mercato e ai soggetti interessati, un flusso di
informazioni con cadenze trimestrali o semestrali;
Costi relativi alla continuità dell’informazione, quando una società decide
spontaneamente di diffondere delle informazioni di tipo volontario, il che
58 I costi che dovrà sopportare l’impresa, in caso di comunicazione interna, sono quei costi
riguardanti la ricerca, l’elaborazione e la diffusione delle informazioni. Ad esempio, tra i costi che
dovrà sopportare l’impresa troviamo i costi del personale addetto alla funzione di investor
relation, oppure i costi delle strutture informatiche necessarie a tale processo. 44
si verifica normalmente o dopo alcune operazioni di carattere straordinario
oppure quando la società si trova in un momento di benessere finanziario,
è molto difficile, che inaugurato un nuovo processo di comunicazione, la
società possa decidere di chiudere il flusso di informazioni. Infatti, in
questi casi, è necessario che la comunicazione effettuata non sia saltuaria o
episodica ma bensì frequente. Si potrebbe incorrere nel rischio, se
l’azienda interrompesse il flusso informativo, di dar modo di pensare ai
soggetti interessati all’impresa, che ci si trovi in una situazione di crisi o
comunque negativa a causa della chiusura del flusso informativo.
In conclusione, “per essere in grado di scegliere le informazioni da diffondere è
al bene dell’informazione
necessario applicare un approccio economico-aziendale
per quantificare i costi e i benefici derivanti dalla disponibilità di uno specifico
dato. Dalle analisi di studiosi emerge chiaramente che quando aumenta
l’informazione, aumentano i benefici; la differenza maggiore tra costi e benefici si
realizza in uno specifico punto che individua la migliore condizione economica, in
59 .”
realtà difficilmente raggiungibile In sintesi, si veda la figura 9.
60
Figura 9 : Curva costi e benefici
59 Laurenzia Binda, Op. cit., pag. 130.
60 L. Guatri, S. Vicari, Il Marketing, Giuffrè, Milano, 1986. 45
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mentalista23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Intermediari finanziari e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Europea di Roma - Unieuropea o del prof Ardizzone Giuseppe.
Acquista con carta o conto PayPal
Scarica il file tutte le volte che vuoi
Paga con un conto PayPal per usufruire della garanzia Soddisfatto o rimborsato