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Analisi delle conoscenze economiche e propensione al rischio

In conclusione, dopo aver analizzato le conoscenze economiche ho deciso di suddividere e incrociare questi dati con un'altra variabile analizzata in precedenza ovvero la propensione al rischio.

Ricapitolando, le persone propense al rischio sono 26, quelle con una tolleranza moderata sono 33 e 20 sono avverse al rischio. Da questa analisi sono risultati i seguenti valori:

  • Le persone propense al rischio con conoscenze alte sono 5, ovvero il 6% rispetto al campione totale.
  • 14 persone sono risultate sempre propense al rischio con però delle conoscenze intermedie, per un valore percentuale di circa il 18%.
  • 7 persone hanno propensione al rischio e conoscenze scarse, per un valore di circa il 9%.

Le persone con una tolleranza moderata nei confronti del rischio sono così suddivise:

  • Conoscenze alte: 2,50%, cioè 2 persone.
  • Conoscenze medie: circa il 19%, ovvero 15 persone.
  • Conoscenze scarse: 16 persone, circa il 20%.

Per quanto riguarda gli...

Avversi al rischio si può notare che 3 persone possiedono conoscenze alte (3,80%), 12 persone conoscenze medie (circa 15%) e 5 persone conoscenze scarse (circa 6%).

Da questa analisi si può facilmente intuire che coloro che possiedono una conoscenza scarsa hanno una tolleranza moderata al rischio, questo dimostra come coloro che detengono insufficienti conoscenze finanziarie non siano né totalmente avversi, né totalmente propensi al rischio.

Le persone che invece hanno conoscenze medie, presentano valori molto simili in tutte le categorie di percezione del rischio. Questo a dimostrazione del fatto che la propensione o l'avversione al rischio non dipende tanto dalle conoscenze di una persona, ma dal modo in cui sono influenzati dalle circostanze e dalle emozioni, quindi sono le aspettative soggettive che guidano gli individui nel processo di scelta.

Livello di conoscenze e percezione del rischio

Propensi al Tolleranza Avversione al Totalerischio moderata

rischioConoscenze alte 5 6,33% 2 2,53% 3 3,80% 10

Conoscenze medie 14 17,72% 15 18,99% 12 15,19% 41

Conoscenze scarse 7 8,86% 16 20,25% 5 6,33% 28

Totale 26 33 20 79

Livello di conoscenze e percezione del rischio

20151050 Propensi al rischio Tolleranza moderata Avversione al rischio

Conoscenze alte Conoscenze medie Conoscenze scarse 664.2 Rilevazione degli errori comportamentali

La seconda parte del questionario è composta da 16 domande rappresentanti ciascuna una tipologia diversa di errore, allo scopo di analizzare e confermare tutti gli errori comportamentali non solo dal punto di vista teorico, ma anche mediante un'analisi empirica. In particolar modo, si andrà ad effettuare una verifica con la letteratura di riferimento per svolgere un confronto.

Da questa elaborata analisi, si sono potuti sviluppare ed analizzare nove differenti errori e più precisamente i seguenti: attitudine al rischio, ottimismo, effetto framing, contabilità mentale, avversione alle perdite,

effetto disposizione, paura del rimpianto, istinto e scorciatoie di pensiero ed infine incoerenza dinamica, miopia e procrastinazione. Questi comportamenti sono stati studiati facendo riferimento ad una o più domande del questionario, dove in base alle risposte che il campione ha dato si sono potute confermare tutte le teorie illustrate nei precedenti capitoli, mediante delle evidenze empiriche. Tali errori sono stati esaminati singolarmente attraverso un commento teorico e una dimostrazione numerica quantificando i soggetti che li commettono, per mettere in risalto le caratteristiche del campione di riferimento e andare a studiare l'errore più frequente fra questi trattati. È comunque importante considerare il fatto che questo elaborato si basi su un campione limitato di 79 individui composto prevalentemente da studenti universitari e quindi alcuni risultati sono influenzati da variabili come l'età e il livello di istruzione. Inoltre, l'ordine dirappresentazione di tali errori non segue lo stesso ordine di predisposizione delle domande inserite nel questionario, allo scopo di creare un filo logico tra di essi e capire quale collegamento vi sia tra di loro.
  1. 4.2.1 Attitudine al rischio
La prima domanda della seconda parte del questionario riguarda l'attitudine al rischio degli intervistati, ovvero come essi si rivelano nel momento in cui devono prendere una decisione, a differenza del precedente quesito che riguarda la propensione al rischio che si basava su delle preferenze personali. Viene chiesto: "Supponi di poter investire 500 euro in una sola società oppure di poter suddividere il denaro in cinque diverse società. Quale investimento ha maggior rischio?". I soggetti potevano scegliere se l'investimento più rischioso fosse investendo il denaro in una sola società, in cinque società diverse oppure potevano dichiarare di non essere a conoscenza della soluzione. La maggioranza del campione.

Ovvero il 91%, ha risposto correttamente, i soggetti sono quindi a conoscenza del fatto che il rischio è maggiore nel momento in cui si decide di investire in un'unica società. Soltanto il 9% ha dichiarato di non essere a conoscenza della risposta, ma nessuno dei 79 intervistati ha risposto che il rischio è maggiore quando si investe in cinque società differenti.

Supponi di poter investire 500 euro in una sola società oppure di poter suddividere il denaro in 5 diverse società. Quale investimento ha maggior rischio?

Rischio di più se investo in una sola società: 72 (91%)

Rischio di più se investo in 5 società diverse: 0 (0%)

Non lo so: 7 (9%)

Totale: 79 (100%)

È interessante notare come tra coloro che hanno dichiarato di non sapere la risposta di questo quesito, ovvero 7 persone su 79 cioè il 9%, sono solamente individui che detengono conoscenze medie e basse, ma nessuno che possiede conoscenze elevate in ambito economico-finanziario.

Questo è meglio dimostrato nella tabella sottostante dove si evidenzia che coloro che hanno conoscenze alte hanno risposto correttamente al 100%. La giustificazione di ciò sta nel fatto che tra i fattori che incidono nell'attitudine al rischio vi sia anche il livello di conoscenze, oltre al genere, l'età e il livello d'istruzione. Infatti, dall'analisi dei dati risulta che gli uomini hanno più attitudine al rischio in quanto l'88% ovvero 30 uomini rispetto al totale di 34, ha individuato l'investimento più rischioso mentre per quanto riguarda le donne il 93% ovvero 42 su 45 donne. In riferimento all'età è interessante notare come nella fascia d'età compresa tra i 18 e i 30 anni il 95% ha risposto correttamente, nella fascia tra i 31 e i 50 anni l'80% e tra i 51 e i 70 anni il 72%. In riferimento al livello di conoscenze invece, notiamo come tutti quelli con conoscenze alte hanno risposto correttamente, tracoloro che detengono conoscenze medie il 92% ha risposto in maniera corretta, mentre tra coloro che hanno dimostrato di possedere conoscenze basse l' 86%. Mentre se confrontato con il livello d'istruzione, tra quelli che hanno risposto correttamente l' 85% detiene una licenza media o inferiore, il 98% un diploma, il 50% una laurea triennale e un altro 40% una laurea magistrale; le persone restanti non hanno saputo rispondere alla domanda. L' attitudine al rischio rappresenta quindi la disponibilità a sopportare delle perdite di tipo patrimoniale dovute al fallimento dello strumento finanziario in cui abbiamo deciso di investire. Tanto più questa propensione cresce, più siamo disposti ad accettare che i nostri investimenti non ottengano i risultati attesi. Da questa analisi risulta che gli individui sono in grado di riconoscere il rischio, ma oltre alle caratteristiche personali dell' investitore vi sono altri elementi che influiscono nel momento in cui.

Si decide di investire e che possono influenzare negativamente la presa di decisione.

Rischio di più se investo in una sola società

Rischio di più se investo in 5 società diverse

Sesso

Risposte % Risposte
Femmine 42 93% - - 3 7%
Maschi 30 88% - - 4 12%
Totale 72 - - 7

Età

Risposte % Risposte
18-30 anni 60 95% - - 3 5%
31-50 anni 4 80% - - 1 20%
51-70 anni 8 72% - - 3 28%
Totale 72 7

Conoscenze

Risposte % Risposte
Alte 10 100% - - 0 0%
Medie 37 92% - - 3 8%
Basse 25 86% - - 4 14%
Totale 72 - 7 69

Istruzione

Risposte % Risposte
Licenza media o inferiore 6 85% - - 1 15%
Diploma 62 98% - - 1 2%
Laurea triennale 2 50% - - 2 50%
Laurea magistrale 2 40% - - 3 60%
Totale 72 74.2.2

Ottimismo

Uno di questi fattori che influisce negativamente nelle decisioni è l'ottimismo, bias che è stato illustrato nel primo capitolo dove è stato sottolineato come gli individui possano sopravvalutare le possibilità che si verifichino esiti positivi, ciò in ambito finanziario comporta degli errori fatali.

È stato chiesto ai 79 soggetti se investendo oggi 100 euro nella borsa italiana (nei titoli Ftse Mib) da qui a un anno è possibile ottenere un guadagno o una perdita per analizzare l'ottimismo che caratterizza il campione. È emerso che il 38% dei soggetti ritiene che sia possibile ottenere una perdita e il 33% un guadagno. Secondo te, investendo oggi 100 euro nella borsa italiana (nei titoli Ftse Mib, il più importante indice della borsa di Milano) da qui ad un anno è possibile ottenere un guadagno o una perdita?
Guadagno Perdita Non lo so Totale
Soggetti 26 30 23 79
Percentuale 33% 38% 29% 100%
È inoltre interessante notare come gli uomini siano più ottimisti visto che 14 uomini su 34 (41%) prevedono che ci sia un guadagno rispetto alle donne, 12 su 45 (27%). È risultato anche che i soggetti più ottimisti sono coloro che si collocano in una fascia d'età compresa tra i 31 e i 50 anni (40%) invece quelli che prevedono una perdita sono da collocare.

Nella fascia d'età tra i 18 e i 30 anni (44%). È comunque da tenere in considerazione che la composizione delle fasce d'età dai 31 ai 50 e dai 51 ai 70 anni sono numericamente ridotte rispetto alla prima fascia molto più numerosa.

Come visto in precedenza, nel primo capitolo, secondo gli studi condotti da Puri e Robinson è possibile notare come gli individui moderatamente fiduciosi, ovvero coloro che hanno risposto "perdita", siano meno propensi al rischio; infatti tra coloro che sono stati individuati come avversi al rischio il 45% ritiene che tra un anno si verificherà una perdita in quanto tali individui hanno una visione negativa e il 30% un guadagno, mentre tra coloro che sono stati ritenuti propensi al rischio il 38% ritiene che vi sarà un guadagno e il 31% una perdita.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
92 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher MirkoMason di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Finanza comportamentale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Cruciani Caterina.