Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LE RISORSE E LA CRESCITA
2.1 Le cause naturali complici delle diversità
Le risorse naturali sono sempre state di fondamentale
importanza nel corso dell'evoluzione della società umana. Come
dice Allen Kneese (1995) “le risorse vengono viste come le basi
per la prosperità, il potere e la salute di una nazione”.
Soprattutto, ed in maniera più intuitiva, esse hanno garantito fin
dall'antichità, la possibilità di sostentamento della popolazione:
se si parla di risorse agricole, la possibilità di produrre calore e
illuminazione, se pensiamo alle riserve boschive così
ampiamente utilizzate nei secoli passati, la possibilità di
sperimentare ritmi di sviluppo maggiori, qualora ad una tipologia
di risorsa meno efficiente ne venisse sostituita una in grado di
fornire un rendimento maggiore, come accadde con la
sostituzione del carbone di legna con il carbon coke
nell'Inghilterra del XVIII secolo. Nel corso del XIX e del XX
secolo, l'intensificazione della crescita industriale veniva guidata
da quei paesi, come gli Stati Uniti e la Germania, che erano
caratterizzati da una significativa dotazione di risorse minerarie
nonché da una produzione agricola in grado di soddisfare una
popolazione crescente. Anche l'esempio dell'Unione Sovietica
segue questo filone se pensiamo al fatto che il processo di
15
industrializzazione forzata voluta da Stalin, cominciato negli
anni '30, poté essere sostenuto grazie alle quantità di metalli,
combustibili fossili e derrate alimentari che il blocco di potere a
Mosca riusciva a estrarre dall'impero, allocandolo poi, attraverso
la pianificazione centralizzata, verso i settori ritenuti prioritari
per la crescita.
Il fatto che uno Stato fosse abbondantemente dotato di risorse
naturali si è sempre posto come fattore rilevante - seppur non
condizione sine qua non della crescita, come dimostrato dai casi
dell'Olanda nel XVII secolo, dalla Svizzera, dal Giappone e
dall'Italia nel XX secolo - affinché esso si ponesse su un sentiero
di sviluppo positivo. É possibile affermare, quindi, che le risorse
naturali sono fondamentali nei processi di produzione, poiché,
unendosi ai vari fattori di produzione - forza lavoro (L), capitale
fisico (K) e umano, terra (T) - garantiscono l'output finale di un
determinato sistema economico. La possibilità di accedere ad
esse in maniera più economica, poiché per esempio il proprio
sottosuolo ne è ricco, nel caso dei minerali e dei combustibili
fossili, o perché vi è abbondanza di terra incolta, nel caso dei
prodotti agricoli, dovrebbe consentire la produzione a un minor
prezzo, garantendo un'accresciuta competitività sui mercati
mondiali e stimolando così la crescita del sistema. Come
abbiamo visto solo rapidamente nell'introduzione, e come più
ampiamente tratteremo nel resto della tesi, non sempre si ottiene
16
questo fenomeno positivo dalla scoperta di abbondanti risorse
naturali.
2.2 La maledizione delle risorse
Stiglitz (2006) dice: “capire come mai i paesi in via di
sviluppo ricchi di risorse naturali se la passino così male dal
punto di vista economico – vittime di quella che viene talvolta
definita come maledizione delle risorse – è di importanza
fondamentale.
Innanzitutto perché moltissimi di questi paesi dipendono
economicamente dalle risorse naturali: in Africa, più di un terzo
del reddito derivante dalle esportazioni ha questa provenienza;
gran parte del Medio Oriente e molte regioni di Russia,
Kazakistan, Turkmenistan, Indonesia, oltre a vaste aree
dell'America Latina, tra cui Venezuela, Messico, Bolivia, Perù
ed Ecuador dipendono pesantemente dalle risorse naturali per la
produzione del reddito. [...] In secondo luogo perché i paesi con
abbondanza di risorse naturali tendono a essere paesi ricchi
popolati da gente povera”.
Le risorse naturali possono essere catalogate in diversi modi
fra i quali se ne individuano tre di maggior interesse per
l'argomento di studio.
A) Uno di questi si focalizza principalmente sul fatto che lo
stock esistente di una risorsa possa o meno ricostituirsi dopo il
17
suo utilizzo. Si parlerà quindi di risorse rinnovabili quando lo
stock esistente può essere ricreato dopo, o durante, il processo di
sfruttamento. Esempi di risorse rinnovabili sono le foreste, le
derrate agricole e i capi d'allevamento, nonché i banchi di pesce
che vivono nei mari. Le risorse non rinnovabili invece
presentano uno stock iniziale dato e non espandibile, derivante da
processi geologici, chimici e fisici che per dipanarsi hanno
richiesto millenni. Esse presentano quindi un tasso di creazione
molto lento, dato il quale la specie umana le può ritenere come
limitate, esauribili, non espandibili nel breve termine. All'interno
di questa categoria rientrano molte tipologie di materiali, i quali
possono essere allo stato solido, liquido o gassoso come i
combustibili fossili - petrolio, gas naturale, carbone – o i minerali
- ferro, oro, zinco solo per citarne alcuni. Questa prima
distinzione rende necessarie regole differenti per la
determinazione del giusto tasso di sfruttamento di una risorsa
non rinnovabile rispetto ad una rinnovabile, e pure una diversa
modalità di gestione delle rendite accumulate grazie a esse. Tutto
questo è provocato dalla particolare attenzione che deve essere
posta sul benessere delle generazioni future, per le quali dovrà
essere garantita la possibilità di godere delle rendite accumulate
nel corso del tempo, anche nel momento in cui esse cesseranno
di esistere a causa del loro intensivo sfruttamento.
B) La seconda distinzione che possiamo individuare è quella
fra le risorse disponibili sulla superficie terrestre e quelle situate
18
nel sottosuolo. Alla prima categoria apparterranno i prodotti
agricoli e i capi d'allevamento, nonché le riserve forestali e i
bacini idrici. Alla seconda categoria apparterranno invece le
risorse minerarie strettamente intese, come petrolio, gas naturale,
oro, ferro e zinco, solo per citarne alcuni. Questa differenza apre
la strada a considerevoli diversità, poiché per essere sfruttate esse
richiederanno un diverso peso dei fattori di produzione: il settore
agricolo, per esempio, sarà caratterizzato da una importanza
maggiore del fattore lavoro o del fattore terra, mentre le risorse
minerarie, per essere pienamente utilizzate, necessiteranno di una
maggiore quantità di capitale, sia fisico che umano, causando un
bisogno di investimenti in questo settore maggiore che nel primo.
C) Un altro concetto da sottolineare, parlando delle risorse
naturali, è la distinzione fra risorse diffuse a livello territoriale e
geografico all'interno di un paese, quali i prodotti agricoli come
riso o frumento, e risorse che invece hanno una concentrazione
territoriale molto forte - tanto da essere definite in letteratura
point-source - come invece il petrolio, i diamanti, i minerali e le
piantagioni maggiormente orientate al commercio. Questa
differenza è molto importante, poiché le rendite da risorse
maggiormente concentrate presenteranno possibilità superiore di
essere appropriate da parte del governo centrale e dai leader
statali/regionali o locali, come anche da parte dei gruppi di
potere e interesse locali, come gruppi etnici, enclave industriali e
gruppi militari ribelli. Ciò provocherà una maggior incidenza di
19
fenomeni quali la corruzione o l'acquisizione indebita di rendite,
molto diffusi, difatti, nei paesi ricchi di petrolio.
Si comincerà, quindi, studiando le varie posizioni teoriche
dell'economia dello sviluppo legate alla spiegazione della
causalità fra abbondanza di risorse e scarse performance
economiche e il rapporto tra scarse risorse e performance
notevoli introducendo come esempio il caso del Giappone.
2.3 Colonialismo e neocolonialismo
Possiamo dire che le risorse pur non essendo condizione
necessaria da sole per lo sviluppo di una nazione, influiscono
alla crescita economica tanto che la mancanza ha spinto i paesi
che non ne avevano ad andarle a cercare in altri, agendo
brutalmente per farsele proprie e depredando i paesi ricchi di
questa "manna dal cielo". Nasce, da queste esigenze un'epoca
storica che rispecchia questa caccia alle risorse: il Colonialismo e
il Neocolonialismo.
La colonizzazione, cioè la fondazione di colonie su territori
diversi e spesso lontani dalla madrepatria, è un fenomeno che
può essere fatto risalire ai Fenici e ai Greci, che in gruppi
numerosi si spostavano dalle terre d'origine e andavano a vivere
nei territori vicini e successivamente nelle regioni del
Mediterraneo occidentale. Questo primo tipo di colonizzazione,
determinato soprattutto da carestie, lotte politiche o ragioni di
20
espansione commerciale per il rifornimento di materie prime di
cui la madrepatria era carente, prevedeva la fondazione di
insediamenti stabili. I cittadini che immigravano trasferivano il
loro modo di vita, la loro civiltà che si fondeva con quella delle
popolazioni locali, dando origine a centri che sarebbero diventati
fiorenti città. Successivamente alle grandi scoperte geografiche
del XV secolo si ebbe una seconda colonizzazione verso le
Americhe. La scoperta di questo continente suscitò spirito
avventuriero nei paesi europei che mosse molti Spagnoli a
recarsi al di là dell'Atlantico in cerca di ricchezza, terra e gloria
militare. I più feroci furono i conquistadores, guidati da Cortez e
Pizarro (Levy 2010) che, sfruttando l'ignoranza degli indigeni,
conquistarono gran parte del nuovo territorio. I Portoghesi, forti
già dei loro possedimenti in Africa e in Asia, si diressero alla
volta del nuovo mondo e colonizzarono l'America Meridionale.
Le scoperte geografiche ebbero importanti conseguenze in
campo economico, politico e sociale.
Le condizioni di schiavitù e di lavoro imposte dai
colonizzatori portarono a un drastico calo delle popolazioni
locali. Vi fu una completa soggezione culturale delle genti
colonizzate, le quali venivano sfruttate come manodopera a
basso costo, mentre le risorse dei loro territori venivano esportate
nella madrepatria, depredando gli indigeni delle loro ricchezze.
Un ulteriore impulso alla conquista coloniale si ebbe in particolar
modo nella seconda metà dell'800, in seguito alla seconda
21
rivoluzione industriale e alla prima grande crisi di
sovrapproduzione determinata dallo sviluppo del capitalismo.
Infatti, l'imperialismo e la politica di conquista colonial