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CAPITOLO 2: LA MOTIVAZIONE AL SERVIZIO PUBBLICO

La motivazione al servizio pubblico (Public Service Motivation, PSM) rappresenta un

concetto chiave per comprendere le dinamiche interne del settore pubblico e, in particolare,

per spiegare le ragioni che spingono gli individui a impegnarsi in ruoli e professioni

orientate al benessere collettivo. Questa motivazione si discosta dagli incentivi

strettamente economici o materiali, mettendo in risalto l'importanza di fattori etici e di

natura altruistica.

2.1 Origini della PSM

Il concetto di Motivazione al Servizio Pubblico è iniziato a partire dagli anni '80, un

periodo caratterizzato da un crescente interesse per l'efficienza e l'efficacia nel settore

pubblico, attraverso una serie di studi e dibattiti accademici che si sono svolti

principalmente negli Stati Uniti.

Inizialmente, esso si è sviluppato in risposta alle limitazioni delle teorie economiche

tradizionali, che dominavano la comprensione del comportamento lavorativo. Tali modelli

tendevano a considerare gli individui come agenti razionali motivati esclusivamente dalla

massimizzazione del proprio profitto/ricompensa monetaria. Tuttavia, questi modelli si

rivelarono inadeguati per spiegare le motivazioni di coloro che sceglievano carriere nel

settore pubblico, dove il compenso materiale spesso non era l'unico fattore determinante.

Un contributo fondamentale alla nascita e allo sviluppo del concetto di PSM è stato dato

dallo studio condotto da Rainey nel 1982, il quale ha analizzato le differenze tra i manager

pubblici e privati in relazione agli incentivi. Egli scoprì che i manager pubblici erano

maggiormente motivati da obiettivi di servizio pubblico e da un desiderio di contribuire al

benessere sociale, piuttosto che da incentivi economici prettamente monetari. Questo

studio ha messo in luce la necessità di un paradigma di motivazione che andasse oltre la

semplice logica di compenso monetario, sottolineando l'importanza di valori e ideali di

servizio.

A seguire, fu coniato per la prima volta il termine "Public Service Motivation" da

Perry e Wise nel 1990, definendo tale motivazione come “una predisposizione individuale

a reagire a moventi radicati principalmente nelle pubbliche istituzioni ed organizzazioni”

(1990, p.368), sottolineando l'importanza di fattori come il desiderio di servire il benessere

pubblico e il senso di dovere verso la comunità. La loro ricerca ha posto l'accento su come

la motivazione al servizio pubblico fosse diversa dalle motivazioni presenti nel settore

privato, e ha identificato tre dimensioni principali su cui la motivazione si basa:

13 1. Motivi razionali, si basano sulla massimizzazione dell’utilità personale;

2. Motivi normativi, comprendono il desiderio di perseguire il bene comune e di

esprimere un senso di dovere e di lealtà dell’amministrazione;

3. Motivi affettivi, nascono dal desiderio di aiutare gli altri e includono altruismo,

empatia e altri comportamenti prosociali.

Questi studi hanno rivelato come la PSM non fosse semplicemente un insieme di

caratteristiche personali, ma piuttosto un fenomeno che rifletteva un insieme di valori e

norme sociali condivisi. Inoltre, la ricerca ha suggerito che le persone con un'alta

motivazione al servizio pubblico non solo desiderano lavorare per il benessere della

società, ma sono anche più inclini a ottenere soddisfazione e realizzazione personale

attraverso il loro contributo al benessere collettivo.

Studi successivi si sono impegnati nella possibile distinzione delle tipologie di personalità

dei dipendenti pubblici. Secondo la classificazione proposta da Brewer, Selden e Facer nel

2000, le tipologie individuate sono:

 Samaritans: desiderosi di aiutare le persone bisognose;

 Communitarians: motivati da sentimenti di dovere civico e servizio pubblico,

considerato come un servizio per la comunità;

 Patriots: disposti a rischiare personalmente per il bene della società;

 Humanitarians: simili ai Samaritans, ma distinti per il forte senso di giustizia sociale e

il disinteresse per l’autogratificazione.

Le Grand (2003), invece, ha distinto tra:

 Furfanti: interessati al proprio tornaconto personale, camuffato dal perseguimento del

bene comune;

 Cavalieri: attratti dal bisogno di servire gli altri senza alcun scopo personale.

In breve, si può dire che la ricerca sulla Public Service Motivation ha seguito un percorso

evolutivo complesso, articolandosi in tre fasi principali che hanno segnato diverse direzioni

e livelli di approfondimento. Queste fasi hanno dato vita a tre distinti filoni di studio:

 Prima fase (anni '90): In questo periodo iniziale, gli studi condotti da Perry e Wise

(1990) hanno avuto un ruolo centrale nell'introdurre e concettualizzare la PSM.

L'obiettivo principale era quello di comprendere le motivazioni che spingono gli

individui a lavorare nel settore pubblico, definendone le caratteristiche essenziali.

 Seconda fase (2000-2010): la ricerca si è concentrata sull'affinamento e la verifica

del costrutto teorico della PSM: gli studiosi si sono impegnati a confermare la

validità scientifica del concetto, esplorando come la PSM si interconnettesse con

altri fenomeni, come la performance dei lavoratori pubblici, le dinamiche

organizzative e i risultati delle politiche pubbliche. È stata un'epoca di

consolidamento, in cui si sono definiti meglio i confini teorici del concetto.

 Terza fase (dal 2010 in poi): la ricerca ha puntato a superare le limitazioni emerse

nelle fasi precedenti, cercando nuove strade per approfondirne il concetto. Questo

14 periodo è caratterizzato da un maggiore interesse verso le applicazioni pratiche

della teoria, ponendo l’attenzione su come la PSM possa variare in base al contesto

culturale o settoriale. Inoltre, si è tentato di integrarla con teorie provenienti da altri

ambiti, come la psicologia e la gestione pubblica, per ottenere una visione più

completa e articolata.

2.2 Definizione della PSM

Partendo dalla definizione citata nel precedente paragrafo da Perry e Wise nel 1990, il

concetto di PSM ha continuato ad evolversi sempre di più nel tempo, con numerosi studi

che hanno ampliato e affinato la definizione iniziale. Qui di seguito ne cito alcune:

"forti motivazioni per svolgere un servizio pubblico, comunitario e sociale

 significativo" (Brewer e Selden 1998, p.417)

Brewer e Selden (1998) hanno proposto una definizione che va oltre i confini delle sole

istituzioni pubbliche: loro hanno allargato l'ambito di applicazione includendo anche la

comunità e il servizio sociale.

"motivazione altruistica generale a servire gli interessi di una comunità, di

 uno Stato, di una nazione o dell'umanità" (Rainey e Steinbauer 1999, p.20)

Rainey e Steinbauer (1999) pongono l’accento sull'altruismo, estendendo la motivazione

non solo al servizio pubblico locale, ma anche al servizio verso l'umanità in senso lato.

"credenze, valori e atteggiamenti che vanno oltre l'interesse personale e

 organizzativo, orientati agli interessi di una più ampia entità politica e che

motivano gli individui ad agire di conseguenza" (Vandenabeele 2007, p.547)

Vandenabeele (2007) ha ulteriormente sviluppato il concetto associando la PSM ad una

combinazione di valori e credenze proprie dell’individuo, che lo spingono ad agire in un

determinato modo.

Tuttavia, anche se siamo in presenza di molteplici e differenti definizioni, esse trovano un

punto d’incontro in un unico fattore: il benessere collettivo. Questo significa che gli

individui sono motivati ad agire oltre il mero interesse individuale o organizzativo, al fine

di contribuire ad una causa più grande, cioè aiutare la comunità.

2.3 Misurazione della PSM

Perry, nel suo lavoro del 1996, sviluppò una scala di misurazione della PSM, definendo

che la motivazione al servizio pubblico fosse caratterizzata da quattro dimensioni

principali:

15  Attrazione per il policy-making ( Attraction to Policy making)

Si basa sul desiderio di soddisfare bisogni personali mentre si serve la comunità. E’

considerata un movente razionale poiché questi individui cercano di ottenere un equilibrio

tra gli interessi personali e il benessere comune;

 Dedizione per l’interesse pubblico ( Commitment to the Public Interest)

Rappresenta un movente normativo, derivato dalla convinzione che il proprio lavoro debba

promuovere il bene comune rispetto agli interessi personali. L’individuo agisce percependo

il suo lavoro come un dovere;

 Compassione ( Compassion)

E’ un movente affettivo che implica amore e preoccupazione per gli altri, spingendo a

rispondere emotivamente a questioni umanitarie;

 Spirito di sacrificio ( Self-Sacrifice)

Riguarda la disponibilità a mettere da parte i propri beni tangibili per il bene di una causa

collettiva più ampia.

Tuttavia, questa scala ha ricevuto diverse critiche nel corso degli anni, tra cui:

 la lunghezza della scala, alcuni studiosi ritengono opportuno considerare un minor

numero di dimensioni;

 la comprensione del linguaggio in contesti culturali diversi, poiché le definizioni

potrebbero non essere universali e potrebbero non riflettere adeguatamente le

differenze culturali e le variabili regionali;

 Eccessiva generalizzazione, cioè le dimensioni tendono a essere troppo generali e

potrebbero non riflettere adeguatamente le varie motivazioni individuali. Esse

potrebbero non catturare le sfumature delle motivazioni specifiche e le influenze

esterne che possono giocare un ruolo importante nel determinare il comportamento nel

settore pubblico;

 Sovrapposizione e ridondanza, le dimensioni potrebbero sovrapporsi tra loro, con

concetti che si intrecciano e si ripetono, rendendo difficile una distinzione chiara tra le

varie motivazioni e comportando una riduzione della precisione e dell’utilità pratica

delle stesse.

Attualmente, le scale di misurazione della PSM sono tutte modifiche del modello di Perry,

ad esempio quest’ultimo è stato ampliato includendo ulteriori dimensioni come

l'integrazione dei valori etici e il ruolo delle norme sociali nell'orientare il comportamento

degli impiegati pubblici.

2.4 Le cause della PSM

16

Con il passare degli anni, la PSM è diventata un campo di studio sempre più riconosciuto e

rispettato, con un crescente numero di ricerche che esplorano le sue implicazioni e

applicazioni pratiche. Gli studi hanno dimostrato che essa può sia influenzare

positivamente la performance lavorativa, la soddisfazione e la fedeltà dei dipendenti

pubblici sia influenzare negativamente gli impiegati portandoli a una forte situazione di

stress e frustrazione.

2.4.1 I determinanti della P

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A.A. 2023-2024
33 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher NicoleAnn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Organizzazione della Pubblica Amministrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Hinna Alessandro.