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I
Introduzione
Gli Stati Uniti e l’Eurozona rappresentano le principali aree monetarie ed
1
economiche mondiali. Le politiche attuate da questi due Paesi in tale ambito sono
un punto di riferimento per l’economia globale.
Inizialmente le funzioni delle autorità monetarie erano prevalentemente quelle di
finanziare i governi e stampare moneta, ma il finanziamento del debito pubblico
tramite l’emissione di moneta genera il cosiddetto signoraggio .
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Successivamente, per modificare la base monetaria e i depositi, stabilizzando così
l’inflazione, si iniziò ad utilizzare altri strumenti, quali i tassi di interesse e la riserva
obbligatoria delle banche. In questo modo era possibile garantire maggiormente la
separazione tra le istituzioni monetarie e il potere politico.
Il fenomeno inflativo era stato regolamentato inizialmente tramite il gold standard ,
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ancorando i tassi di cambio all’andamento dell’oro.
Dopo la Prima Guerra Mondiale il sistema dei cambi fissi è stato abolito, rendendo
quindi l’offerta di moneta più elastica.
Si iniziò ad utilizzare la strategia del monetary targeting, uno strumento veloce per
influenzare il livello di inflazione intervenendo sugli aggregati monetari.
Aumentando o diminuendo i tassi o la base monetaria, direttamente collegati fra
loro, si può manovrare il PIL di un Paese avendo quindi ricadute sull’inflazione e la
disoccupazione.
La politica monetaria si è evoluta sempre più, aumentando la sua flessibilità e
permettendo quindi la possibilità di attuare manovre più efficaci.
Ogni Banca Centrale possiede dei propri obiettivi previsti dallo statuto e propri
strumenti per attuare la politica monetaria.
Questo argomento, incentrato nelle politiche economiche più specificatamente in
quelle monetarie, è molto attuale e coinvolgente, soprattutto in questo periodo
economico negativo in cui si sente discutere sempre più delle decisioni delle
Banche Centrali.
Si può infatti avere riscontri diretti su queste tematiche leggendo il quotidiano,
ascoltando il telegiornale e i programmi televisivi incentrati sui dibattiti politici,
nonché nella vita di tutti i giorni.
1 Eurozona o Eurolandia: gergo informale per definire gli Stati appartenenti all'Unione Europea che hanno
adottato la moneta unica, l'Euro.
2 Signoraggio: è l’insieme di redditi del governo provenienti dall’emissione di moneta, grazie alla possibilità di
creare base monetaria in condizioni di monopolio. Tale operazione genera però inflazione nel Paese.
3 Gold Standard: fissata l’equivalenza tra l’unità monetaria e un certo peso d’oro, i detentori di biglietti di
banca potevano liberamente convertire il loro valore, presso l’istituto di credito centrale, nell’equivalente in
monete d’oro; Gold Exchange Standard System, derivato dal precedente, nel quale i biglietti di banca a
corso legale potevano essere convertiti solo in divise estere di paesi a tipo aureo. (Enciclopedia Treccani)
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Il mio obiettivo è quello di analizzare la BCE e la Fed: la struttura, gli obiettivi e gli
strumenti che utilizzano per raggiungerli; giungendo quindi ad individuare le
differenze e le analogie tra la Banca Centrale Europea e quella Statunitense.
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Banca Centrale Europea
- BCE -
BCE è l’acronimo di Banca Centrale Europea: come evidenzia la parola stessa
rappresenta la Banca centrale dei Paesi che hanno aderito all’Euro, con sede a
Francoforte in Germania presso l’edificio Eurotower.
Nel 1999 l’Euro è stato adottato come moneta nazionale da: Italia, Francia,
Spagna, Germania, Portogallo, Paesi Bassi, Irlanda, Belgio, Austria, Finlandia e
Lussemburgo. Successivamente sono entrate a far parte nel seguente ordine
Grecia, Slovenia, Cipro, Malta, Slovacchia, Estonia; solo nel 2014 la Lettonia e nel
2015 la Lituania.
Vi sono paesi che pur facendo parte dell’Unione Europea non hanno adottato l’euro
ma hanno preferito mantenere la propria moneta nazionale in modo tale da
possedere maggiore libertà nell’attuazione delle politiche monetarie, ad esempio il
Signoraggio; questi Paesi sono: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca,
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Polonia, Romania, Regno Unito e Svizzera . I diciannove Paesi, che hanno
adottato la moneta unica, hanno subito il passaggio della gestione della politica
monetaria dalle banche nazionali alla BCE, rinunciando così alla sovranità
monetaria.
Volgendo uno sguardo al passato si può ritenere che l’origine dell’Unione
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Economica Monetaria in Europa debba le sue radici ai trattati di Roma ; anche se
sarebbe più opportuno assumere come punto d’inizio il 1962, quando fu presentato
dalla Commissione Europea il documento Memorandum Marjolin che indirizzò ad
un’integrazione monetaria a livello comunitario.
Gli obiettivi iniziali della Comunità Economica Europea (CEE) erano finalizzati
unicamente all’unione doganale e al mercato agricolo comune. Si utilizzava un
sistema monetario internazionale, il sistema di Bretton Words, cioè tassi di cambio
fissi ma aggiustabili.
Alla fine degli anni sessanta l’unione doganale e il mercato agricolo comune
iniziarono a presentare le prime problematiche a causa delle divergenze nei prezzi
e nei costi fra i vari Paesi, determinando così crisi valutarie e ricadute nella bilancia
dei pagamenti.
Nel 1970-71 furono stabiliti i primi meccanismi di sostegno monetario e finanziario
all’interno della Comunità, gli stati membri decisero l’istituzione di un’unione
economica e monetaria.
4 I dati sui Paesi che hanno adottato l’euro come moneta nazionale e i Pesi che fanno parte dell’Unione
Europea sono stati forniti dal sito: www.ecb.europa.eu
5 Trattato di Roma: istituisce la Comunità Economica Europea (CEE).
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Nel 1972 si diede vita al Serpente Monetario Europeo, tramite gli Accordi di
Basilea, che vincolava le valute dei Paesi aderenti a muoversi congiuntamente in
riferimento al dollaro.
Nel marzo 1979 fu lanciato il percorso di integrazione monetaria tramite il Sistema
Monetario Europeo (SME) che permise di mantenere la maggior parte della valute
comunitarie in un sistema di tassi di cambio unico e che mirava pertanto anche
all’adeguamento delle politiche economiche e monetarie.
Un nuovo stimolo fu apportato dell’Atto Unico Europeo (AUE) che aggiunse
l’ulteriore obiettivo della Comunità, la libera circolazione dei capitali e l’integrazione
dei mercati finanziari.
Il Rapporto Delors del 17 aprile 1989 mirava all’Unione Economica e Monetaria in
tre fasi progressive:
Fase 1 (luglio 1990 - dicembre 1993): il comportamento del mercato interno e la
• riduzione delle disparità tra le politiche economiche degli Stati membri con la
conseguente riduzione degli ostacoli all’integrazione finanziaria.
Fase 2 (gennaio 1994 - dicembre 1998): un periodo di transizione prima della
• fase finale istituendo gli organi essenziali alla struttura organizzativa dell’UEM;
tramite aggiustamenti macroeconomici e la creazione dell’Istituto Monetario
Europeo (IME).
Fase 3 (gennaio 1999): la fissazione irrevocabile dei tassi di cambio e
• l’assegnazione delle competenze in ambito monetario ed economico alle
istituzioni della Comunità.
Con l’attuazione di quest’ultima fase sorgeva l’esigenza di una Banca Centrale
Europea (BCE) per garantire l’unione monetaria ed economica.
Bisogna precisare che l’ingresso nell'Unione Europea non è automatico, ma è
necessario che il Paese intenzionato ad adottare la moneta unica converga e
possieda determinati requisiti sia a livello economico che legale.
Convergenza economica: possedere una stabilità dei prezzi che non superi di
• oltre 1,5 punti percentuali quello dei tre Stati membri, che hanno conseguito i
migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi. Un rapporto disavanzo/PIL
inferiore al 3% e un rapporto debito/PIL inferiore al 60%.
Convergenza legale: possedere un indipendenza della Banca Centrale
• Nazionale (BCN) dal potere politico; attuare un’integrazione legale tra BCN e la
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SEBC.
6 Informazioni tratte dagli articoli 104-108-109-121 Del Trattato CE.
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Struttura
La BCE, istituita dal Trattato CE, ha carattere sovranazionale e si basa su tre
pilastri: personalità giuridica, accordi intergovernativi sulla politica estera e di
sicurezza comune nonché accordi intergovernativi sulla cooperazione giudiziaria e
di polizia in materia penale.
La BCE, nucleo della SEBC, è disciplinata anche dallo statuto di quest'ultima nei
campi della politica monetaria e delle disposizioni del trattato.
È attualmente suddivisa in diciassette aree operative, ognuna delle quali diretta da
un alto dirigente che riporta un membro del Comitato Esecutivo al fine di evitare un
eccesso di gerarchia.
La BCE ha l'esclusiva nell'attuare la politica monetaria unica nell'Area dell'Euro,
preservando la stabilità dei prezzi; mentre la politica economica rimane
ampiamente gestita dai Paesi membri.
La BCE nell’attuare i compiti da assolvere mediante l'Eurosistema si avvale anche
dell’attività delle BCN degli Stati membri. Possiede pertanto un precisa struttura
organica che garantisce un’efficienza sia monetaria che economica.
La BCE è composta dai seguenti organi: dal Presidente, dal Consiglio Direttivo, dal
Comitato Esecutivo e dal Consiglio Generale.
Il Presidente è la carica di riferimento della Banca Centrale Europea, dirige il
Comitato Esecutivo, il Consiglio Direttivo ed il Consiglio Generale, rappresenta
inoltre la Banca all’estero. Il Presidente permane in carica per otto anni e non è
possibile il rinnovo.
Il Consiglio Direttivo è l'organo decisionale della BCE per le decisioni più rilevanti,
composto da sei membri del Comitato Esecutivo e dai governatori delle BCN degli
Stati membri che deliberano in forma collegiale.
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Ha il dovere di compiere tutte le decisioni, adottare la politica monetaria
nell'Eurozona, autorizzare l'emissione di banconote e monete nonché adottare il
Rapporto annuale e il Bilancio annuale della BCE.
Il comitato esecutivo è anch'esso l'organo decisionale della BCE in ambito più
operativo. Deve effettuare decisioni con frequenza quotidiana e delibera anch'esso
collegialmente.
È composto dal Presidente, Vicepresidente e da altri quattro membri scelti tra
persone con elevata esperienza e competenza professionale nel campo monetario
e bancario.
Ha il dovere di impostare le riunioni del