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ECCO IN SOSTANZA COSA FA FARE AD ATLETI

SOTTOTONO UN VERO E PROPRIO SALTO DI QUALITÁ.

Ciò spinge l’atleta ad affrontare le sue mancanze, perché

sono attive le parti che non sono state affrontate, la

situazione interiore all’interno di noi spesso presente sin

da prima che c’è ancora e deve essere “sfidata”. 38

(CAPITOLO II°)

L’allenamento mentale come attività di pensiero e auto

identità: per quale ragione?

Si viene a sapere così che dietro tale approccio vi è un

ragionamento sistematico verificabile.

Data la complessità è più che altro l’atteggiamento a

volte scettico, riguardo il mental training, dobbiamo

spiegare necessariamente l’ipotesi a cui si fa riferimento.

Il primo è che tutti possiamo sentire le sensazioni inviate

dal nostro corpo.

Questo perché l’atleta è un organismo che è spinto,

nell’attività sportiva svolta, dalla ricerca della vittoria e

nel caso ciò non avvenga, egli accumula tensione.

Per tale ragione il primo motivo per cui l’allenamento

mentale è un’attività di pensiero è che esso, nella sua

applicazione completa, porta l’atleta a rappresentarsi,

più o meno consapevolmente, nell’atto sportivo.

Quindi l’atleta diventa motivato ad autopercepire le sue

prestazioni ed esprime tutto se stesso nel processo di

individuazione di eventuali “buchi nella personalità” o

nell’amplificare con immaginazione e visualità le sue

prestazioni sportive.

La funzione del mental training è per far scoprire

all’atleta se stesso, incrementare le risorse definite “che

non ti aspetti”. 39

Il mental training quando eseguito bene e con

convinzione, è la forma migliore di descrizione simbolico

reale dello stato fisico e mentale di un’atleta, che svolge

una funzione anche conosciuta.

Questa è la ragione del “mental training” come

autoidentità, in pratica lo sportivo si mette a paragone

con la propria situazione interiore, e nel caso in cui

percepisce mancanze, può compensare, prospettare una

frase rituale per creare concentrazione (ad esempio,

sono su un isola deserta con un mio rivale e chi arriva

prima alla barca può salvarsi), nel caso in cui ci sia

difficoltà nella concentrazione.

È stato riscontrato che frasi evocative di situazioni

estreme anche solo immaginate, portano il corpo a

reagire come se fossero da noi vissute realmente.

La rappresentazione mentale porta quindi al

cambiamento, allo sviluppo, all’incremento.

Per tale ragione essa diventa parte dell’atto, della

competizione, della preparazione, ma ognuno deve

trovare da solo o con figure che condividono la visione

dell’allenamento insieme mente e corpo, le proprie frasi

evocative, le proprie immagini mentali da inviare alle

parti del corpo coinvolte nell’attività sportiva.

L’obiettivo principale, per quanto ci riguarda è

contrapporsi allo scetticismo del nostro tempo, portando

noi stessi a produrre in maniera autonoma e significativa

immagini con forte carica visiva e in grado di suscitare in

40

noi forti emozioni che possiamo così utilizzare nella

preparazione fisica o nella competizione.

Come abbiamo già detto in precedenza , se impariamo e

crediamo fortemente che il “Mental training” fa parte

della preparazione fisica di un’atleta, ci diamo la

possibilità di leggere in noi , spiegare, rendere utilizzabili

le risorse inconsce che amplificano il rendimento fisico .

Ogni parte della preparazione può essere associata a

qualcosa di forte valore mentale, fortemente legato alle

emozioni (vedi immaginare che due superstiti rivali

devono arrivare alla barca su un isola deserta, l’esempio

d’immagine mentale che come molte altre, può spingerci

a cercare di più nel caso ci sia questo tipo di

competizione sportiva).

Questa immagine evocativa ci dimostra che un’atleta

può indirizzare i suoi bisogni, può rendere cosciente ciò

che non lo è; usare l’energia derivante da queste

autentiche “visioni” prima di una gara.

L’immagine evocata è così strettamente unica legata

all’atleta che la produce e può essere considerata una

autentica opera d’arte, frutto della creazione

immaginativa.

Quindi ogni atleta può, rivolgendosi in una sorta di

domanda - risposta a se stesso, parlare tra sé e sé, usare

una specie di monologo o per meglio dire linguaggio

interiore.

Con il tempo sarà in grado di sentire e comprendere i

processi psichici del nostro mondo interiore. 41

(Quali sono le metodiche per applicare l’allenamento

mentale? Cosa devo visualizzare? Quale immagine devo

associare per creare quel ponte “METAFORA”, all’atto

sportivo che devo eseguire per amplificare le mie

capacità?

Per chi ha un carattere più scientifico, è possibile

considerare che, così come le cellule cerebrali, per

essere sempre attive, devono essere stimolate con

lettura, studio, ecc, anche i muscoli devono esserlo ma

insieme ai circuiti nervosi che saranno resi ancora più

efficienti con la stimolazione fisica e quanto detto fin ora,

il Mental training.

Molto speso quando un’atleta decide, all’inizio molto

titubante, di applicare il “mental training”, è spinto a

pensare che esso sia più irreale che reale, ma ciò può

essere subito contrastato riferendo all’atleta un semplice

concetto “quando pensi ad episodio spiacevole quali

immagini vengono evocate dal tuo pensiero?

Soprattutto quanto ti influenza in maniera negativa nelle

cose che stai facendo?”

Molto facilmente risponderà che queste cose sono vere.

La vita, il gesto atletico sono esperienze nelle quali

l’uomo si esprime.

Per farla breve sia il “vivere” di ogni giorno, sia in questo

caso il gesto atletico sono soggetto ad una realtà che si

collega con le cose fatte materialmente, nello stato di

veglia e sia con cose immaginate, sensazioni evocative

che si influenzano e tanto. 42

Due modi, diversi ma con uguale importanza con i quali

l’uomo e l’atleta vivono la medesima realtà cosciente.

Una volta compreso questo, l’atleta deve essere portato

a comprendere anche che l’allenamento mentale deve

essere rapportato al suo personale modo di vivere, che

inevitabilmente influenza il suo atteggiamento sia in fase

preparatoria, sia nell’atto atletico.

Il suo approccio all’allenamento e alla gara non è solo

“sportivo”, ma rappresenta il suo atteggiamento in ogni

ambito della sua vita.

Solo così potrà sperimentare che il “mental training” con

le varie tecniche applicabili (Pensiero, immagini, frasi

evocative, visualizzazioni), può esprimere non solo la

realizzazione di un desiderio (vittoria sportiva), ma può

in ogni momento inviare automaticamente messaggi su

come l’atleta si sente o si sentirà, quasi un messaggio di

“te stesso a te stesso”, una sorta di profezia.

Per concludere possiamo dire che il “Mental training” fa

emergere risorse che non si pensava di avere, ma

permette di individuare anche lati caratteriali o

inclinazioni mentali, diciamo pure così, che possono

favorire o contrastare il massimo rendimento sportivo.

La difficolta dell’atleta è capire che i pensieri necessari

che dobbiamo “pensare”, le immagini che dobbiamo

“immaginare”, le frasi che dobbiamo trovare e rivolgere

a noi stessi, “frasi evocative”, non sono irreali, sono

concrete, sensoriali. 43

Queste metodiche esprimono l’atleta nella sua totalità si

uomo. Sono come pezzi di arte che ci raffigurano, come

quadri.

Una volta capito che sono fuori dai normali principi di

logica spazio-tempo e che esse, se mai rispondono a

leggi differenti.

La cosa fondamentale è portare l’atleta a portare queste

cose nella sua realtà concreta, individuo – ambiente.

Devono essere una creazione unica, totalmente

personale che appartiene ad un unico atleta.

Uno dei metodi efficaci è registrare, scrivere o

memorizzare quali frasi, quali immagini pensate, quali

immagini o scene o paragoni sempre associati a livello

mentale (Ricorda – braccio come pala meccanica o peso

enorme da sollevare che immaginiamo sia leggero come

una sedia ecc.) siano risultati più adatti ad incrementare

i risultati durante una gara o un allenamento.

Sono queste che, diventando proiezioni, favoriscono un

contatto immediato, continuo “atleta-mente-corpo-gesto

atletico”, così che ogni proiezione di oggetto, persona,

animali, sentimento, vengano integrate e canalizzate

all’interno dell’atleta, diventano pura fonte di

concentrazione ed enorme energia potenziale di cui

l’atleta si serve.

L’energia che si crea viene acquisita dal lato adulto,

cosciente della personalità, si libera servendosi dei

canali sensoriali, ematici e cognitivi e l’atleta con il

tempo, l’allenamento mentale e l’esperienza la canalizza

44

nell’espressione massima delle sue forze fisiche e

mentali.

(APRI UNA PORTA, CHIUDINE

UN’ALTRA)

Questa metafora è una delle più semplici ed efficaci che

si possono usare per indirizzare tutta l’energia

psicologica-mentale su una particolare funzione del

cervello.

Il paragone è questo: pensate al cervello come composto

da tante parti che si possono aprire e chiudere al

comando della mente.

Pensate ed immaginate questo associando ad esempio la

porta di sinistra come quella a cui corrisponde il dolore,

quindi se immaginate, pensate volontariamente a

questo, assocerete la parola-l’immagine della porta ad

una parte del cervello che voi credete produca la

sensazione del dolore.

Il passo successivo è questo: ora che ho aperto la porta

del dolore, voglio annullarla, convincendo la porta del

cervello a cui associo il pensiero della porta e l’origine

del dolore, a produrre la sensazione opposta.

In pratica ordino a me stesso, parlando tra me e me, alla

porta del dolore che immagino associata ad una parte

del cervello, di smetterla e lo spingo, mi

“autosuggestione” a produrre meno dolore.

Questo procedimento più facile a farsi che a dirsi, si può

fare con ogni tipo di associazione mentale, per esempio:

45

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
84 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher velvet83 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia applicata allo sport e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale o del prof Diotaiuti Pierluigi.