Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CAPITOLO 3: L’INATTUAZIONE DELLA LEGGE QUADRO
3.1 GLI OGGETTI DELL’INATTUAZIONE
Quando fu varata la Legge Quadro n. 394/1991, si pensò che i
problemi furono risolti, che l’Italia avesse fatto un definitivo passo avanti
nella conservazione dei suoi beni naturali, ma purtroppo non fu così.
Pur tecnicamente eccellente, la Legge Quadro sulle aree protette
presenta una profonda inattuazione dovuta alle forze politiche ed
economiche presenti nel territorio e nello Stato, e non si può non rilevare
che la sua applicazione è proceduta troppo lentamente, accumulando molti
101
ritardi e non poche inadempienze .
La storia della Legge Quadro è una storia di successo perché ha
portato alla programmazione del sistema delle aree naturali protette, ma a
suo tempo anche una storia compromessa, per due semplici motivi:
l’inserimento della politica nei parchi che tende a dare a quest’ultimi un
ruolo diverso da quello attribuitogli dalla legge e una difficoltà economica
che non ha dato la possibilità ai parchi di promuovere i valori naturalistici
preposti dalla legge.
Oltre ai due principali motivi elencati sopra, si possono notare altre
disfunzioni, come procedure burocratiche troppo complesse, lente,
macchinose che hanno prodotto inadempienze e inefficienze soprattutto
nella messa a disposizione dei fondi necessari per la gestione dei parchi e la
101 F. M , G. M , L. V , Parchi naturali: guida alla pianificazione e alla gestione,
IGLIORINI ORIANI ALLERINI
Padova, F. Muzzio, 1999, IX. 46
mancanza di un’effettiva autonomia gestionale degli organi dell’Ente
102
Parco .
La Legge Quadro era stata affiancata anche da forti aiuti da parte di
organismi internazionali, come l’Organizzazione per la Cooperazione e
Sviluppo Economico (OCSE) che aveva consigliato di dare priorità ad
alcuni imperativi, in particolare al rafforzamento della gestione di flora e
103
fauna stipulando una “ Carta della Natura” operativa .
Ma le forti pressioni delle attività economiche e delle attività
politiche non ha permesso di attuare quei meccanismi protezionistici propri
della Legge Quadro oltre alla forte insufficienza della spesa pubblica per la
conservazione della natura e della biodiversità.
A distanza di cinque anni dall’approvazione della Legge Quadro,
nessun parco nazionale aveva la pianta organica operativa, circa la metà dei
parchi mancava del Direttore del parco e i finanziamenti erano talmente
104
scarsi da non consentire un normale funzionamento degli Enti Parco .
Ugualmente, a vent’anni dall’approvazione della legge, il quadro ha
continuato sensibilmente a peggiorare: le aree protette sono cresciute a
dismisura e al contempo la tutela effettiva di tali aree ha avuto una caduta
radicale.
Il problema principale è il sistema politicamente non discrezionale di
protezione della natura.
102 F. M , G. M , L. V , Parchi naturali: guida alla pianificazione e alla gestione,
IGLIORINI ORIANI ALLERINI
op. cit, IX.
103 G. D P , Aree protette vent’anni dopo. L’inattuazione “profonda” della legge n. 394/1991 in Riv.
I LINIO
Quad. dir. Amb 2011, Torino, Giappichelli Editore, 2011, 29.
104 F. M , G. M , L. V , Parchi naturali: guida alla pianificazione e alla gestione,
IGLIORINI ORIANI ALLERINI
op. cit, IX. 47
I risultati migliori invece si raggiungono almeno sulla carta soltanto
adottando un approccio esclusivo nella conservazione del patrimonio
naturale.
Come sostiene il professor Di Plinio, invece “forze politiche e poteri
del territorio hanno scientificamente smantellato, pezzo dopo pezzo, i
meccanismi e le dinamiche della protezione naturalistica integrale,
sostituendoli con qualcosa di mostruosamente diverso”.
Malgrado, quindi, la forza giuridico formale della Legge Quadro, sul
piano concreto è stata via via scarnificata e negli ultimi vent’anni si è
assistito alla devitalizzazione della protezione integrale.
3.1.1 LA CARTA DELLA NATURA
La Legge Quadro sulle aree naturali protette (L. n. 394/91) ha
previsto la “Carta della Natura” con la funzione di realizzare una
cartografia dell’intero territorio nazionale a diverse scale di analisi allo
scopo di conoscere lo stato dell'ambiente naturale in Italia, evidenziando
valori naturali e la loro vulnerabilità.
Fin dall'inizio si è strutturato uno strumento tecnico con due
principali finalità: una cartografica, che permette di conoscere lo stato
dell'ambiente ed una valutativa per la individuazione delle zone di maggior
pregio naturale. A tal fine la Carta della Natura è stata impostata come un
sistema informatizzato di conoscenze territoriali, che doveva tener conto
degli aspetti fisici, biotici e antropici e delle loro interazioni.
48
La Carta della Natura doveva costituire il cuore nel sistema della
protezione integrale attraverso la delimitazione territoriale di aree, con una
105
progettazione vincolante delle zone a cui attribuire la protezione .
Era stata ideata dal legislatore come uno strumento per definire la
distribuzione sul territorio del patrimonio naturale, con un approccio
tecnico scientifico, che non doveva avere nulla a che fare con la politica.
La Legge Quadro previde per la Carta della Natura, prima di tutto
una predisposizione tecnico-scientifica e successivamente un’approvazione
governativa per attribuirle un valore giuridico/vincolante.
Essa costituiva, come sostiene il professor Di Plinio “la base
scientifica e la fonte giuridica primaria della pianificazione naturalistica”.
Ma nel momento in cui per la politica si paventò il rischio della
riduzione della propria discrezionalità, con il conseguente minor potere di
arbitrio, si mise in moto una serie di processi che portarono alla
disattivazione della Carta della Natura che non vide mai luce e che invece
poteva contribuire a migliorare la performance delle aree protette.
Il sistema politico iniziò a moltiplicare i parchi, ma nello stesso
periodo vi fu una crisi del bilancio statale, che comportò per la protezione e
il finanziamento di essi una pericolosa malattia.
Il Comitato per le aree protette fu l’organo che individuò le linee
fondamentali per una realizzazione della Carta della Natura e l’attuazione
dei commi 2 e 3 dell’art 3 della Legge Quadro. La soppressione del
Comitato avvenne con la “Riforma Bassanini” che trasferì le relative
105 G. D P , Aree protette vent’anni dopo. L’inattuazione “profonda” della legge n. 394/1991, op.
I LINIO
cit, 31. 49
competenze nelle mani della Conferenza Stato-Regioni e a causa di ciò, la
Carta della Natura fu definitivamente decapitata.
Successivamente all’inattuazione della Carta della Natura, nel
sistema non ci fu nessun intervento mirato all’attuazione di quest’ultima.
3.1.2 L’ELENCO UFFICIALE DELLE AREE PROTETTE
L'Elenco Ufficiale delle aree naturali protette è redatto e aggiornato
dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e
raccoglie tutte le aree naturali protette, marine e terrestri, ufficialmente
106.
riconosciute
I procedimenti di formazione e approvazione dell’Elenco hanno una
fase di natura certificatoria, con la conseguenza che la qualificazione
giuridica di area protetta potrà essere assegnata a una determinata
fattispecie solo in quanto essa risulti iscritta nell’Elenco Ufficiale e ciò
significa che in caso di mancata iscrizione non possono applicarsi le
107
normative previste dalla legge n. 394/1991 .
L’Elenco Ufficiale delle aree protette doveva essere previsto dalla
Carta della Natura e doveva servire a separare ciò che va protetto, ossia le
aree naturali protette, da ciò che non è patrimonio naturale.
L'inclusione nell'Elenco non doveva avere per oggetto tutti i beni
culturali, paesaggistici ed ambientali italiani, ma soltanto una parte
circoscritta e saranno quelli di riconosciuta superiore bellezza, di più
rilevante importanza naturalistica (ai fini della conservazione della
106 F. M , G. M , L. V , Parchi naturali: guida alla pianificazione e alla gestione,
IGLIORINI ORIANI ALLERINI
op. cit, 20.
107 G. D P , Diritto pubblico dell’ambiente e aree naturali protette. Il dualismo giuridico fra tutela
I LINIO
comparativa e protezione integrale, Torino, UTET Libreria, 1994,175.
50
biodiversità) e culturale, e infine le aree più esposte ai pericoli di
108
aggressione e di estinzione .
Ma l’inattuazione della Carta della Natura ha fatto si che l’Elenco
Ufficiale delle aree protette venisse interpretato non secondo un
accertamento costitutivo e al suo interno furono iscritte anche aree non
109
meritevoli di protezione .
L’effetto fu che era impossibile proteggere tante aree con pochi fondi
finanziari.
3.1.3 L’ENTE PARCO
La Legge Quadro aveva programmato l’Ente Parco come un organo
autoritario tecnico e indipendente con lo scopo di gestire il patrimonio
naturale e effettuare una pianificazione naturalistica.
Quindi un organo che oltre a perseguire gli obbiettivi predisposti
dalla Legge Quadro, incorpora al suo interno il valore primario della tutela
e della conservazione del patrimonio naturale, e tutte le altre funzioni
territoriali restano al suo esterno con l’unico limite per le attività di
trasformazione del territorio valutate attraverso il Nulla Osta di conformarsi
110
agli obbiettivi naturalistici .
L’Ente Parco è stato costruito come un organo che ha la missione di
proteggere il patrimonio naturale e di disinteressarsi della politica.
108 G. C , La protezione del paesaggio nell’ordinamento italiano: evoluzione. Una proposta per il
ERUTI
terzo millenio, in Riv. giur. ambiente n. 1/2012, 1 .
109 G. D P , Aree protette vent’anni dopo. L’inattuazione “profonda” della legge n. 394/1991 op. cit,
I LINIO
40.
110 Ibidem, 40. 51
Ma il parco, essendo un ente pubblico, era inevitabile che fosse
contagiato dalle forti ventate della politica. Difatti la democrazia
rappresentativa iniziò a insediarsi in uno spazio che per legge non gli
spettava, ovvero all’interno del territorio del parco, e il primo attacco fu nei
confronti dell’autonomia tecnico-scientifica dei Direttori del parco.
Con l’insediamento della politica all’interno dei territori da
proteggere c’è stato un abbattimento della protezione integrale; gli enti di
gestione delle aree protette sono stati adattati alla funzione di governo del
territorio e a causa di ciò sono andati perdendo la loro funzione primaria a
111
caratt