Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
3. “TOR MARANCIA”: UN MUSEO A CIELO APERTO
3.1 Roma e la Street Art
La città di Roma, spesso associata all’arte, alla storia e alla cultura mondiale, ha assunto da una
decina d’anni a questa parte, la denominazione di “Capitale Europea della Street Art”, da parte di
24
molti artisti, riveste e quotidiani nazionali ed Europei .
Questo titolo europeo gli è stato affidato “per la qualità e la quantità di opere, per la loro
concentrazione omogenea tra centro e periferie, per il lavoro straordinario svolto in sinergia da
associazioni culturali e amministrazioni, a favore di una produzione legale, pianificata e ben
intercciata con il tessuto urbano cittadino”(Soriga, 21/04/2015).
3.1.1 Nascita ed evoluzione della Street Art romana
Nello specifico, la Street Art a Roma nacque come arte delle periferie, un arte con intenzioni di
protesta sociale, d’illustrazione delle difficili e scomode realtà, che ha da sempre rinnovato
l’aspetto di spazi pubblici o abitazioni residenziali per poterle difendere da un’eventuale
25
sovversione, esempio l’opera di Blu a Porto Fluviale o la vicissitudine di Metropoliz, che hanno
combattuto le volontà dell’amministrazione superiore.
24 Vedi: Huffingtonpost, La Repubblica, Artribune, Internazionale, 999 Gallery, Focus
25 Intervento realizzato da Blu sulla facciata dell’ex Caserma dell’Aeronautica Militare del Porto Fluviale 66
La rivista “Internazionale” ha voluto definire quest’arte come:
“Arte nata sulla strada, con artisti che per anni si sono sentiti chiamare vandali, diventa legale”.
Un fenomeno quindi conosciuto e riconosciuto da molte entità pubbliche e private che di anno in
anno stanno cercando di potenziare questo “nuovo punto di vista” nei confronti della street art,
un tempo rifiutata e oggi valorizzata.
Questo è quello che è successo a Roma, che gradualmente si sta espandendo nel territorio
europeo.
Importante è capire quali sono stati i primi progetti e le prime iniziative all’interno della città
romana, come si è evoluta la Street Art e come questa viene considerata dalla popolazione della
capitale.
La prima importante inziativa avviata a Roma si localizza nei dintorni della Casilina, con il
progetto M.U.Ro. avviato nel 2010 da Giorgio Silvestrelli, l'assistente "on the road" degli artisti
del MURo e David Vecchiato, un artista di strada del luogo (Soriga, 21/04/2015).
M.U.Ro., fin dal principio, ha attirato decine di artisti da tutto il mondo, i quali hanno voluto
dipingere i muri di abitazioni private nei quartieri di Quadraro, Torpignattara e Tor Fiscale.
Le più importanti, realizzate a Quadraro, hanno aperto una nuova considerazione dell’arte di
strada, grazie alla realizzazione di affascinanti e imponenti opere come quella realizzata da
MisterThoms, rappresentata qui a lato (fonte:Google Immagini).
Il Quadraro è un quartiere racchiuso tra la via Casilina e via
Appia, isolato dai due grandi acquedotti romani dell’Acqua
Claudia e dell’Acqua Felice, diviso in due dalle quattro corsie
della via Tuscolana. La parte vecchia è fatta di case basse con i
giardini, molte sono le stesse che erano state costruite quando
ancora era campagna, molte altre sono gli anni dopoguerra. (Soriga, 21/04/2015).
Risulta essere un luogo unito dalla memoria della più grande deportazione di civili fatta a Roma
dall’esercito Nazista. Da quel momento il quartiere ha preso la denominazione di “nido di vespe”
da parte del console tedesco.
L’artista veneto Nicola Verlato, ha espresso la sua conoscenza relativa al quartiere Quadraro:
“furono deportate 947 persone e meno della metà non riuscirono a tornare a casa. Il
rastrellamento, avvenuto all’alba del 17 aprile 1944, è memoria viava degli abitanti del
quartiere.
Per questo motivo, i promotori del progetto M.U.Ro. hanno raccolto la storia del quartiere e dei
suoi abitanti, per permettere agli artisti di inserire correttamente le loro opere nel contesto
storico del luogo. 67
Per onorare la storia di Quadraro, sono state realizzate opere com il Vespaio di Lucamaleonte, in
ricordo della denominazione data al quartiere o più recentemente con l’attivazione di un bando
da parte della municipalità, M.U.Ro. ha dipinto il sottopassaggio con un arcobaleno e le fotografie
dei ragazzi del quartiere con un pigiama a righe e una scarpa in mano. (Soriga, 21/04/2015).
Altri sono state poi le realizzazioni nei diversi quartieri di Roma come per esempio a
Torpignattara o ancora a San Basilio con il progetto SanBa.
3.1.2 SanBa, MAAM e l’Itinerario Turistico Artistico
Il quartiere di San Basilio, “difficile” periferia Nord-Est di Roma, ha avviato il programma SanBa,
promosso dall’associazione Walls, in collaborazione con la Fondazione Roma-Arte-Musei, col
sostegno di Zètema Progetto Cultura, Roma Capitale e Ater Roma, oltre che del Centro Culturale
“Aldo Fabrizi”.
“L’idea centrale è quella di riqualificare un’area urbana puntando sul colore e sulla bellezza. Non si
tratta, però, di semplice street art come una forma culturale, peraltro, sempre più considerata, si
pensi al caso di Banksy – ma di arte pubblica, nel senso che l’opera è il risultato di un confronto tra
l’autore, il territorio e i residenti”( http://onthewalls.it/sanba2014/).
L’obiettivo quindi fu di rendere San Basilio un centro di produzione di arte e cultura partecipate
utilizzando laboratori indirizzati agli studenti del quartiere, attraverso l’inserimento di
spettacoli e opere d’arte di durata permanente, le quali potessero restituire agli abitanti,
porzioni di territorio in disuso come spazi di riconoscimento locale e storico.
È possibile vedere come le opere realizzate, oltre ad essere state rappresentative della storia
interna al quartiere, hanno avuto un contatto diretto con le persone del luogo: per esempio “ i
due muralisti che hanno operato a San Basilio, su quattro facciate della case popolari messe a
disposizione dall’Ater, hanno vissuto nel quartiere, hanno organizzato riunioni con i condomini
26
per capirne le esigenze e spiegare le finalità del progetto. Liqen optò per un enorme rastrello,
il quale aveva il sinificato di estirpare i resti dell’era industriale, nella sua prima opera, El
Renacer, in cui la terra riprende a respirare, in un rinascimento tanto urbano quanto sociale.
Germogli della rinascita che esplodono nel secondo dipinto, El Devenir, in cui dalle piante
nascono animali ed esseri umani” (Vannucci 02/06/2014).
26 Liqen è un interessante street artist spagnolo, il cui stile, obbiettivamente, ricorda quello di Blu. Uno
stile
europeo caratterizzato dalla dominanza dell’illustrazione, dei dettagli e dai soggetti surreali. 68
SanBa, San Basilio, Roma (fonte:Google Immagini)
Ancora, altra emergente iniziativa di Street Art urbana a Roma riguarda: Metropoliz, detta “la
città meticcia”.
Metropoliz è un’occupazione abitativa in via Prenestina a Roma, dove vivono oltre 200 persone
di diverse etnie.
Un’area molto vasta con un edificio enorme dotato di una torre, che un tempo era un salumificio,
al centro del cortile un razzo pronto a partire verso la luna con i messaggi dei residenti. Vasi di
fiori davanti alle abitazioni, l’aspetto curato e trascurato, assieme, di molte occupazioni. I dipinti
sono sui muri delle casette del cortile, in una grande sala al piano terra della torre e sulle areti
esterne (Soriga, 21/04/2015).
È qui che è nato MAAM, ovvero “Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz”, da un progetto di
27
Giorgio de Finis in collaborazione con i residenti del luogo, nel 2012.
Il progetto MAAM ha avuto come obiettivo principale quello di dare valore a quelle pareti, a quel
luogo, rendendolo più sicuro per le persone che vi risiedono e abitano.
MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, Roma (fonte:Google Immagini)
L’istituzione di Roma Capitale, a seguito di questo grande afflusso di arte di strada, la quale
assume gradualmente sempre più importanza rigenerativa, ha confermato e pubblicizzato una
mappa sia cartacea che interattiva per Smartphone, indicante tutti i luoghi e i progetti di Street
Art all’interno della città di Roma.
L’obiettivo è quello di realizzare un museo a cielo aperto, aperto 24 ore su 24, dove tutte le
persone appassionate di arte e cultura, possano raggiungere il posto facilmente e liberamente.
27 Dal 2011 lavora a Metropoliz, l’occupazione di via Prenestina 913 dove ha realizzato, con la
collaborazione di F. Boni, «Space Metropoliz», film documentario e cantiere etnografico, cinematografico
e d’arte, progetto vincitore del bando Roma Provincia Creativa; è ideatore e promotore del MAAM,
Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia. 69
A tal proposito, Roma Capitale ha deciso di realizzare un flyer informativo a misura di turista e
cittadino, in modo da pubblicizzare e rivalorizzare queste porzioni urbane.(Redazione di
Artribune, 27/04/2015).
La mappa realizzata e distribuita dal 28 aprile 2015, contiene tutte le indicazioni relative alle
numerose opere e alle modalità di raggiungimento, creando un tour apposito, pubblicizzato
come: “Cambia Prospettiva. La strada è il tuo nuovo museo”.
La nuova mappa cartacea e l’app di Street Art del Comune di Roma,
rappresenta un’iniziatva pilota per l’Italia, prima guida per smartphone e
tablet dedicata al muralismo urbano e costruita intorno al patrimonio
street di una grande città italiana. “Abbiamo selezionato, ad oggi, circa
130 murales presenti sul territorio capitolino, prodotti tra il 2010 e il
2015. Li abbiamo geolocalizzati, fotografati, raccontati con delle brevi
schede critiche e dei box tecnici, in cui sono elencate – in italiano e
inglese – tutte le informazioni necessarie: concept, tecnica, produzione,
localizzazione, anno di realizzazione”(Artribune.it, 2012).
È evidente quindi come la città si sia mossa e si stia muovendo attorno a questo nuovo
movimento d’arte urbana, che crea e genera nuove passioni, integra la popolazione e aumenta
l’occupazione artistica.
L’ultimo programma di recente istaurazione è stato presentato dalla “999 Contemporary”
un’associazione nata attorno al tema della Street Art a Roma, con il suo progetto relativo al
quartiere di Tor Marancia, dove, a seguito di una storia difficile e intrecciata, ha saputo
recuperare il suo aspetto visivo e sociale.
3.2 Tor Marancia e il progetto “Big City Life”
Tor Marancia è la zona urbanistica 11E del Municipio
Roma