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A
serotoninergici e noradrenergici provoca una maggiore frequenza di scarica dei PdA nei
che non risentono più dell’azione inibitoria del GABA e
suddetti neuroni, liberano NA e
5-HT.
La terapia farmacologica ha come scopo il ristabilimento della trasduzione del segnale del
GABA e la riduzione dei livelli di catecolammine in diverse parti del cervello, tra cui
l’amigdala.
In passato venivano impiegati il laudano, bevande alcoliche e diversi tipi di erbe per attenuare
i sintomi dell’ansia.
Nel 1903 fu isolato il Barbital e circa dieci anni più tardi venne sintetizzato il fenobarbital.
Questi composti, definiti barbiturici, legano il sito di legame per il GABA sul recettore e
deprimendo l’attività del
incrementano la durata di apertura del canale per gli ioni cloro,
SNC. Essi sono agonisti diretti del recettore.
I barbiturici sono stati sostituiti da farmaci più sicuri, le benzodiazepine, dei modulatori
l’affinità
allosterici del recettore GABA che ne incrementano per il GABA, potenziandone la
A
trasduzione del segnale (Cella et al., 2010). -
I risultati sono un aumento della frequenza di apertura del canale per il Cl ,
l’iperpolarizzazione di membrana e l’inibizione neuronale serotoninergica e noradrenergica.
14
Le benzodiazepine hanno quindi un’azione ansiolitica, ipnoinducente, anticonvulsivante e
miorilassante; per questo motivo sono impiegate nella cura dei disturbi d’ansia, dell’epilessia,
nella sedazione prima di eseguire test diagnostici e nella premedicazione in anestesia (Cella et
al., 2010).
La loro struttura chimica di base comprende un anello aromatico, un anello diazepinico e un
sostituente benzenico ma può variare leggermente nelle diverse benzodiazepine, che sono
quindi distinte in varie categorie:
benzodiazepine possiedono l’atomo di N nelle posizioni 1 e 4;
le 1,4-
le 2-chetobenzodiazepine sono costituite da un chetone in posizione 2;
le 3-idrossibenzodiazepine presentano un gruppo OH in posizione 3;
le 7-nitrobenzodiazepine sono caratterizzate da un gruppo nitroso in posizione 7;
le triazolobenzodiazepine hanno un anello triazolico in posizione 1;
possiedono l’N in posizione 1 e 5;
le 1,5-benzodiazepine
Le benzodiazepine vengono classificate anche in base alla durata della loro azione: il
diazepam, comunemente noto come Valium®, è un esempio di benzodiazepina ad effetto
prolungato, largamente prescritto per trattare gli stati ansiosi. Esso agisce rapidamente grazie
alla sua liposolubilità ed è il farmaco di scelta nella terapia delle convulsioni epilettiche.
[Fig.7] (Cella et al., 2010)
hanno un’azione breve,
Altre benzodiazepine inferiore alle 24h: si tratta di composti
L’Oxazepam, conosciuto come Ativan®, ha un’emivita plasmatica di 5-15
Oxazepam-simili.
h ed è usato per il trattamento dell’ansia nell’anziano. [Fig.7]
Le nitrobenzodiazepine hanno un’azione intermedia, con un’emivita tra le 20 e le 40h.
hanno un’emivita
Le Triazolo-benzodiazepine compresa tra le 2 e le 16h: ne è un esempio
l’Alprazolam (Xanax®). [Fig.7] 15
Fig.7 Struttura chimica di Diazepam, Oxazepam, Alprazolam
( Immagini tratte da http://toxnet.nlm.nih.gov )
2.2.1 Effetti collaterali benzodiazepine
I principali effetti collaterali delle benzodiazepine consistono in sedazione, che compare
all’inizio della somministrazione ma verso la quale il paziente sviluppa tolleranza nel corso
della terapia, amnesia anterograda, ridotte performances di tipo cognitivo e psicomotorio.
(Cella et al., 2010)
riguarda l’effetto ipnotico
La tolleranza e non quello ansiolitico.
La terapia deve essere interrotta attraverso una diminuzione progressiva delle dosi per evitare
l’effetto “rebound”, sintomi dello stato d’ansia,
consistente nella recidività dei come insonnia,
irritabilità, nausea, palpitazioni, tremore, caratterizzanti la sindrome di astinenza (Cella et al.,
2010).
L’intossicazione da overdose di benzodiazepine può essere curata assumendo un antagonista
del recettore GABA , il Flumazenil, che permette il recupero dalla sedazione (Cella et al.,
A
2010).
L’assunzione dell’alcool può essere letale, in
combinata di benzodiazepine e quanto le
potenziano gli effetti deprimenti dell’alcool sul SNC.; una simile interazione
benzodiazepine
si realizza anche assumendo benzodiazepine e barbiturici.
16
CAPITOLO 3 RUOLO DEL SISTEMA ENDOCANNABINOIDE
NEL CONTROLLO DEGLI STATI EMOZIONALI
3.1 Il sistema endocannabinoide nello sviluppo del SNC e nel controllo delle
emozioni: infanzia e adolescenza
Come già accennato nel capitolo 1, studi preclinici condotti su topi e ratti hanno dimostrato il
ruolo degli endocannabinoidi nella regolazione delle emozioni (Laviola et al., 2011).
Topi mutanti per i recettori CB1, infatti, mostrano un fenotipo ansioso; analogamente la
somministrazione di antagonisti per il recettore CB1, come il Rimonabant, induce
irrequietezza ed altri sintomi tipici di un comportamento ansioso (Laviola et al., 2011).
come farmaco nel trattamento dell’obesità, visto che, sia nei
Il Rimonabant fu proposto
umano, riduceva l’appetito.
roditori che nell’essere Tuttavia alcuni pazienti reclutati negli
studi clinici e trattati con il farmaco riportarono ansia e disturbi dell’umore; a causa di tali
effetti collaterali nel 2007 il Rimonabant non ottenne parere favorevole dalla Food and Drug
Administration e, nel 2008, venne ritirato dal commercio europeo perché in Inghilterra si era
in seguito all’assunzione del farmaco.
verificato un caso di suicidio (Rumsfeld et al., 2008)
secondo cui il
Gli effetti collaterali di questo farmaco supportano l’ipotesi sistema
dell’uomo.
endocannabinoide influisce sugli stati ansiosi
L’inattivazione genetica e farmacologica forniscono ulteriori prove del ruolo degli
-/-
endocannabinoidi nella regolazione degli stati ansiosi: topi FAAH hanno ad esempio un
comportamento meno ansioso in test comportamentali di ansia rispetto agli animali wild type.
I risultati dei test pre-clinici, comunque, si sono spesso dimostrati contrastanti dato che
l’attività del sistema endocannabinoide dall’interazione ligando-
non dipende esclusivamente
recettore, bensì da numerosi fattori, come indicato nel capitolo 4 (Laviola et al., 2011) .
La localizzazione dei recettori CB2 nel cervello e la manifestazione di ridotti comportamenti
ha fatto sorgere l’ipotesi di un
ansiosi nei topi, in seguito alla sovraespressione dei geni CB2,
coinvolgimento di questi recettori nella regolazione delle emozioni anche se, finora, la
maggior parte degli studi si sono focalizzati sul ruolo dei recettori CB1(Laviola et al., 2011; ).
La biosintesi dei cannabinoidi endogeni aumenta in seguito a stress e a stimoli nocivi; al
contrario, diminuisce se lo stimolo stressorio è prolungato. Alcuni test condotti su cuccioli di
roditore hanno confermato l’influenza degli endocannabinoidi sulle emozioni sin
dall’infanzia. I topolini appena nati emettono delle vocalizzazioni con una certa frequenza in
17 perché l’isolamento
seguito al distacco dalla madre e dal resto della prole, rappresenta un
l’iniezione di un
pericolo per loro. La frequenza di questi suoni è stata attenuata mediante
noto come AM404, e dopo trattamento con l’inibitore
inibitore del trasporto di anandammide,
della degradazione dell’anandammide, l’URB597, perciò gli endocannabinoidi esplicano la
loro azione nel regolare la sfera emotiva sin dalla nascita (Laviola et al., 2011; Bortolato and
Trezza et al., 2006).
Altri studi hanno coinvolto topi adolescenti. Nei roditori, come negli esseri umani,
l’adolescenza è un periodo di cambiamenti, in cui prevalgono i comportamenti sociali,
l’attività di gioco e la ricerca del pericolo. La reazione dei topi di sesso maschile e femminile
alla somministrazione dei cannabinoidi è diversa: nei test i maschi adolescenti sono meno
sensibili agli effetti ansiolitici rispetto alle femmine. Sono state riscontrate ulteriori differenze
nella reazione dei topi adolescenti alla somministrazione di agonisti cannabinoidi e di inibitori
della ricaptazione: questi ultimi hanno provocato un incremento della socializzazione in
alcuni studi mentre gli agonisti diretti hanno ridotto il comportamento sociale. Una possibile
spiegazione risiede nel modo in cui il sistema endocannabinoide è stato attivato: infatti,
cannabinoidi indiretti prolungano l’attività degli endocannabinoidi
mentre gli agonisti
rilasciati in una data area cerebrale, gli agonisti diretti si legano ai recettori CB1 in tutte le
aree cerebrali (Laviola et al., 2011). Un agonista è una sostanza che lega il recettore e attiva la
risposta biologica nella cellula che lo possiede. Gli agonisti sono completi se inducono la
risposta massima possibile; sono parziali se la risposta della cellula non è massima. Gli
l’effetto opposto a quello del ligando
agonisti inversi legano il recettore ma causano (Cella et
al., 2010).
Gli agonisti indiretti esercitano la stessa azione di un agonista diretto senza interagire col
recettore: essi possono inibire la ricaptazione della molecola segnale o impedirne la
prolungandone così l’attività.
degradazione enzimatica, Si definisce modulatore allosterico un
quello per l’agonista, aumentando l’affinità per
composto che lega un sito diverso da
quest’ultimo (Cella et al., 2010).
Gli antagonisti sono composti che legano il recettore senza indurre una risposta biologica. Il
loro meccanismo d’azione può essere diverso: gli antagonisti competitivi legano
reversibilmente il sito per l’agonista, impedendo a quest’ultimo di accedere al recettore. Si
parla quindi di antagonismo competitivo perché entrambi hanno affinità per lo stesso sito.
Aumentando la concentrazione del ligando è possibile spiazzare l’antagonista ed annullare il
blocco recettoriale (Cella et al., 2010). 18 per l’agonista,
Gli antagonisti irreversibili invece legano definitivamente il sito e il loro
effetto non può essere annullato semplicemente incrementando la concentrazione della
molecola segnale (Cella et al., 2010).
Un altro tipo di antagonismo non competitivo coinvolge modulatori allosterici, i quali sono
specifici per un sito diverso da quello per il ligando tradizionale: interagendo con il recettore
che diminuisce l’affinità
questi composti ne determinano un cambiamento conformazionale,
per l’agonista (Cella et al., 2010). indicano che l’anandammide ha
Molti dei test fin qui menzionati proprietà ansiolitiche. I
d’azione di questo
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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