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PROVE ULTRASONICHE
Il principio che seguono è il medesimo ma cambia lo strumento utilizzato.
Viene misurato anche in queste prove il tempo di attraversamento di un’onda.
Vengono utilizzate due sonde: una che emette e una che riceve (circa 50 kHz).
Anche queste sono di tipo piezoelettrico: mentre quella ricevente funziona allo
stesso modo dell’accelerometro, la sonda emettente funziona al contrario,
cioè produce un movimento meccanico in risposta ad un segnale elettrico.
Per tarare i sensori, questi vengono posti sopra un elemento di taratura che ha
una velocità di attraversamento nota.
Si fa notare che se si pongono i sensori ad una certa distanza, si può affermare quale è quella distanza
poiché si conosce la velocità di propagazione delle onde nell’aria (all’incirca 350 m/s).
Calcolo della profondità di una fessura:
Attraverso queste prove si può definire la profondità di una fessura.
Si posizionano i due sensori vicino la fessura (uno a destra e uno a sinistra). Si legge la velocità rilevata a
lato della fessura. Infine si mettono i sensori sopra la fessura e si nota che la velocità non è più la medesima
(perché l’onda dovrà raggiungere il fondo della fessura e tornare indietro). Quindi si legge il tempo, lo si
divide per 2 e si trova esattamente l’ipotenusa di un triangolo rettangolo immaginario. Avendo un cateto
rappresentato dalla misura presa vicino la fessura, attraverso il Teorema di Pitagora, si trova il secondo
cateto che rappresenta la profondità della fessura.
Facoltà di Architettura urbanistica Ingegneria delle costruzioni. Corso di Studi IEC
Corso di Principi di recupero e riqualificazione degli edifici
Docente: Lorenzo Cantini
Altri strumenti:
- Pulse Echo ad ultrasuoni. Questo strumento è
più preciso e in genere viene usato sui metalli
(le onde hanno una frequenza di 4 MHz).
- Tomografo ad ultrasuoni. Funziona con lo
stesso principio del Pulse Echo ma al posto di
una sola misura fa una rete (che sfrutta
l’algoritmo di tomografie) di misure che si
intrecciano e danno una mappa come risultato. Lo si utilizza settando lo strumento e premendolo
unicamente sul materiale da analizzare. Questo strumento può essere utilizzato ad esempio per
capire se sono presenti infiltrazioni in una struttura armata.
Differenza prove soniche e ultrasoniche
La differenza sostanziale sta nella generazione delle onde e nelle loro caratteristiche.
Mentre per le prove soniche l’onda elastica è introdotta dal martello, che ha una frequenza variabile in
base alle condizioni al contorno (dimensione martello, materiale), nelle prove ultrasoniche sono utilizzate
due sonde: una emettente e una ricevente.
Per quanto riguarda le caratteristiche delle onde generate invece si può affermare che frequenze molto
elevate su elementi non omogenei faticano a penetrare. In genere queste frequenze si utilizzano su
elementi in calcestruzzo o pietra (cioè elementi che hanno una certa densità ed omogeneità) e risultano più
indicate su percorsi di breve lunghezza.
Analizzare materiali disomogenei porta quindi ad usare frequenze più basse, il che implica una risoluzione
inferiore. L’utilizzo di frequenze inferiori permette di caratterizzare elementi molto massivi, dove la
frequenza alta o quella ultrasonica non penetrerebbe e, impiegando una lunghezza d’onda maggiore,
permette di propagare le onde nei percorsi di lunghezza maggiore (fino a 15 metri nei materiali compatti).
Facoltà di Architettura urbanistica Ingegneria delle costruzioni. Corso di Studi IEC
Corso di Principi di recupero e riqualificazione degli edifici
Docente: Lorenzo Cantini
ELABORAZIONE DEI DATI DI PROVA (ESERCITAZIONE)
Sono stati elaborati i seguenti dati, che derivano dalla registrazione dei valori misurati sulla muratura di una
chiesa a Caronno Pertusella:
Coord. Coord. Punto di Coord. Coord. Punto di
X Y Velocità prova X Y Velocità prova
1 19
0 75 869,34 0 30 827,62
2 20
15 75 688,98 15 30 847,61
3 21
30 75 560,15 30 30 1062,99
4 22
45 75 644,09 45 30 635,51
5 23
60 75 842,16 60 30 637,53
6 24
75 75 1435,73 75 30 699,66
7 25
0 60 1699,78 0 15 1121,03
8 26
15 60 1335,84 15 15 738,77
9 27
30 60 811,49 30 15 703,48
10 28
45 60 566,80 45 15 533,85
11 29
60 60 753,96 60 15 509,17
12 30
75 60 1196,07 75 15 554,48
13 31
0 45 1131,80 0 0 862,76
14 32
15 45 962,52 15 0 733,47
15 33
30 45 804,44 30 0 984,19
16 34
45 45 534,65 45 0 517,14
17 35
60 45 1052,37 60 0 684,97
18 36
75 45 944,35 75 0 585,44
Distribuzione velocità onde soniche
1800,00
1600,00
1400,00
1200,00
Velocità 1000,00
800,00
600,00
400,00
200,00
0,00 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35
Punti di prova
Facoltà di Architettura urbanistica Ingegneria delle costruzioni. Corso di Studi IEC
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Docente: Lorenzo Cantini
Attraverso il software Surfer 7 si sono resi i dati rilevati una immagine, che permette di rendere a livello
grafico intuitivo il quadro generale.
Bisogna innanzitutto considerare che la criticità rimane da localizzare perché trovandosi in un caso di analisi
su superficie di muratura, il segnale che si riceve è una elaborazione di un valore medio tra le densità
presenti sulla linea orizzontale perpendicolare alla superficie. Per localizzare puntualmente una criticità
abbiamo bisogno di fare una tomografia sonica.
La muratura presenta vari difetti di disomogeneità. Si possono distinguere più zone dove la velocità di
propagazione delle onde passa da valori molto alti a valori bassi per poi tornare ai valori alti. In particolare,
si nota molto bene questa discontinuità nella porzione superiore: la muratura presenta un’ottima
condizione di omogeneità nella zona sinistra (dove raggiunge un picco di 1699.78 m/s) passando ad una
disomogeneità nella zona centrale (566.80 m/s) per poi raggiungere una condizione più omogenea nella
zona destra (1196,07 m/s). Quindi si rileva un indebolimento nella porzione superiore-centrale.
La zona inferiore della muratura presenta un passaggio graduale (da destra verso sinistra) da una
sufficiente condizione di omogeneità della materia (con un massimo di 1121,03 m/s) ad una condizione
critica, con una velocità minima di penetrazione di 517,14 m/s Quindi si rileva un indebolimento
progressivo da destra verso sinistra nella porzione inferiore.
Si può concludere affermando che la muratura è deteriorata e prevede problemi strutturali, in particolare
di rischio cedimenti per la differenza di densità tra le zone (e quindi di resistenza). Il deterioramento è
probabilmente causato dalla presenza di umidità e infiltrazioni che hanno danneggiato la muratura.
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Docente: Lorenzo Cantini
Trattandosi di una superficie intonacata e affrescata, non è possibile conoscere la tessitura della muratura e
fare considerazioni precise sul metodo di riqualificazione. Un probabile progetto di consolidamento della
struttura prevederebbe la bonifica dall’umidità e iniezioni di malte speciali (nel caso di informazioni
puntuali della struttura le iniezioni sono funzionali in presenza di vuoti definiti). La soluzione dei rinforzi in
resina e fibra di carbonio non è consigliata in quanto trattandosi di un consolidamento esterno/superficiale,
andrebbe a scontrarsi con la presenza dell’affresco.
PROVE TERMOGRAFICHE
Ogni materiale emette energia sotto forma di radiazioni elettromagnetiche. Essendo caratterizzati da un
proprio calore specifico e conducibilità termica, tutti gli elementi o strati di muratura dimostrano
temperature differenti in base al singolo componente.
Il metodo delle prove termografiche si basa sull’utilizzo della banda delle radiazioni infrarosse.
Prova in laboratorio, preparazione: termocamera
Si inquadra con una (dispositivo in grado di impressionare la
radiazione infrarossa) la superficie da analizzare, osservando poi
l’immagine che rappresenta la distribuzione delle temperature registrate
dei materiali che la compongono.
Grazie appunto alle differenze di temperatura che si riscontrano sulla
superficie è possibile identificare la disposizione degli elementi che
compongono una struttura nascosta e l’eventuale presenza di discontinuità
strutturali. Un vantaggio della termovisione è quello di poter essere
applicata su superfici estese.
Abbiamo due modi con cui effettuare una prova termografica:
- RISCALDAMENTO PASSIVO: analizzando cicli naturali di insolazione e successivo raffreddamento.
Si osserva l’oggetto da studiare in un regime di equilibrio termico. La fonte di riscaldamento è
quella solare e l’analisi avviene in fase di perdita del calore.
- RISCALDAMENTO ATTIVO: scaldando artificialmente la superficie in questione.
Viene fornito calore, in maniera artificiale, all’oggetto che si sta studiando. Si analizza un regime
transitorio.
Strumentazione:
Le radiazioni infrarosse emesse dai singoli punti di un corpo caldo vengono registrato da una speciale
apparecchiatura che elabora i dati e fornisce un’immagine termica dell’oggetto (attraverso scale di colori a
ciascuno dei quali corrisponde un intervallo di temperatura che è nell’ordine di frazione di grado
centigrado) che viene restituita sul display.
macchine termografiche
Le possono misurare il flusso di energia E a distanza, senza che vi sia contatto
fisico con la superficie esaminata e per questo la termografia risulta una tecnica del tutto non invasiva.
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Docente: Lorenzo Cantini
La banda spettrale nell' infrarosso che le termocamere per applicazioni di termografia in edilizia e
manutenzione predittiva percepiscono è compreso tra i 8 ed i 14 μm.
sensore microbolometrico sistema di elaborazione dei segnali
La macchina possiede un e un ricevuti dal
sensore. Esistono vari tipi di sensore, il più utilizzato è il microbolometrico non raffreddato, che è in ossido
di vanadio.
lente
La agisce in simbiosi con il resto del corpo macchina della termocamera, dove sono contenuti
algoritmi e funzioni che tengono conto di parametri dell'ottica come la temperatura.
Osservando l'obbiettivo si possono notare dei riflessi rossastri con varie sfumature: questo perché le lenti
degli obbiettivi sono re